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Autore: G u i l l o t i n e    28/08/2013    2 recensioni
Sorrise, chiudendo dietro di sé la porta e lasciando il suo ex cantante immobile, con mille domande per la testa. E un piccolo sorriso accennato sulle labbra, quelle stesse labbra che erano appena state baciate.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che sono ere che non scrivo più niente e meno male.Quindi, chiedo scusa in partenza. 
L'intervista è quella svolta da AP. E da amante della Mannie, sempre e comunque!, non potevo non mettere questo finale.
Chi arriva alla fine vince! (?)
G u i l l o t i n e.


We met again (Can we love each other like we used to?)



Dopo anni, tanti anni, vi siete rivisti. Grazie a un’intervista.
Il giornalista lo aveva contattato chiedendogli un’intervista, con una persona speciale. Non gli aveva detto subito il nome, Ronnie non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato lui.
Casa sua era la location, anche perché non voleva allontanarsi da Willow, non quando Crissy non era a casa. Non avrebbe lasciato la bambina in mano a una babysitter, era sua figlia e l’avrebbe cresciuta lui. Sperava solo che non avrebbe fatto troppo i capricci durante l’intervista, dato che sarebbe stata una registrazione.
Quando arrivò il giornalista, la bambina dormiva tranquillamente. Si prese uno di quei walkie talkie per assicurarsi che non si svegliasse.
« Ciao Ronnie!» Il giornalista lo salutò dal ciglio della porta e così fece la crew di tre persone che si era portato dietro.
« Ehi, ciao.» Li invitò a entrare aiutandoli con le varie attrezzare per piazzare la telecamera e sistemare le luci.
« Queste non serviranno, c’è una stanza molto illuminata. Possiamo usare quella.»
« Perfetto, amico! Ragazzi, portatele sul furgone.»
Uno di loro si allontanò e il cantante guidò il giornalista nella stanza. La grande porta finestra faceva entrare effettivamente molta luce, era il posto perfetto per fare delle riprese.
« Ma questa famosa persona chi è?» Chiese Ron una volta che ebbero sistemato la telecamera e i vari fili.
« Meglio non dirti niente. Se ti piacerà, sarà una bella sorpresa. In caso contrario… be’, probabilmente me le darai di santa ragione!» Così dicendo, il giornalista rise facendo comparire sul volto del cantante un’espressione più che confusa. Poi, guardò il cellulare e disse: « Mi sa che è arrivato.»
Qualche secondo dopo il campanello suonò, Ronnie andò ad aprire senza nascondere la sua curiosità.
Quello che si ritrovò davanti agli occhi lo fece bloccare. Gli mozzò letteralmente il respiro.
Capelli neri legati in una coda, un cappellino da baseball messo al contrario. Sguardo raggiante. Aspetto ottimo, non più quello malaticcio che aveva subito notato l’ultima volta che si erano visti – e pensava che sarebbe stata davvero l’ultima volta, visto com’era ridotto.
« Max.» Un sospiro soffocato dalle sue stesse labbra. Davvero non ci credeva.
« Ronnie.» Si guardarono a lungo negli occhi, come se stessero parlando una lingua tutta loro. « Che fai, non abbracci il tuo migliore amico?»
“Abbraccio” è un eufemismo. Ronnie lo stritolò direttamente, gli era mancato tantissimo. Il suo migliore amico, suo fratello, il suo compagno di una vita.
 
 
L’intervista andò bene, ricordarono insieme momenti belli – il loro passato con gli Escape The Fate, tutte le cazzate fatte in tour, alle superiori, quando uscivano insieme – e brutti – il passato da drogati, la storia famosa che era finita con Ronnie in carcere. Ma parlarono anche del presente, dei Falling in Reverse, della vita di Max e di quello che stava combinando negli ultimi tempi.
« Come vuoi finire l’intervista, Max?»
« Uhm… Non so… Fuck.» Ridacchiarono tutti, ma poi disse subito dopo: « No, dai. Ron, ti voglio bene. Mi sei mancato.»
« Aaawww, sei mancato anche a me.» Si abbracciarono forte di nuovo – forse per la tredicesima volta – e la telecamera venne spenta.
« Bene, è stato un piacere. Spero ti sia piaciuta la sorpresa!»
« Davvero tanto! Grazie.»
I giornalisti sparirono da casa più in fretta di com’erano arrivati, poi Ronnie sentì piangere la bambina e si precipitò da lei. La prese in braccio e la presentò a Max che si mise a fare vocine strane. Lei sembrava gradire, dato il sorriso che fece – o forse lo stava prendendo in giro.
« Guarda dove sei arrivato. Tu hai una bambina, una moglie, una carriera fantastica.» La voce di Max aveva un qualcosa di triste, come se in quella frase avesse sottinteso tantissime altre cose.
Ronnie non ebbe il tempo di replicare che quello cambiò subito modo di fare, forse per non farsi compatire troppo, e dopo almeno una mezz’oretta si avvicinò alla porta dicendo che doveva andare perché aveva un impegno.
« Voglio rivederti, Max.»
« Ehi, non sono io quello sommerso da pannolini pieni di cacca.» Risero entrambi, ma probabilmente avrebbe voluto rispondere con un “sì, certo, ovviamente. Il mio numero ce l’hai, chiamami anche alle tre di notte, io ci sono sempre”.
« Ah, spiritoso come sempre!»
La piccola Willow iniziò ad agitarsi nelle braccia del neo papà, probabilmente per la fame.
« Posso fare un’ultima cosa prima di andare?» Abbassò gli occhi, visibilmente in imbarazzo. Il cantante, immaginò che se l’altro avesse avuto i capelli sciolti, ormai davvero lunghi, avrebbe cercato di nascondere i suo viso.
« Probabilmente dopo mi odierai di nuovo, ma non importa. Voglio farlo.»
« Di cosa stai parlando, Max?» Ci fu un momento di stallo. Come se tutto si fosse fermato per qualche istante, tutto era immobile. Max si alzò di poco sulle punte, lasciando un bacio casto – semplice contatto labbra su labbra – sulla bocca dell’altro. Ronnie si pietrificò. Il peso della piccola che teneva nelle braccia sembrò sparire.
« Ci si vede.» Sorrise, chiudendo dietro di sé la porta e lasciando il suo ex cantante immobile, con mille domande per la testa. E un piccolo sorriso accennato sulle labbra, quelle stesse labbra che erano appena state baciate.
   
 
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