Le dita sottili e pallide del padre poggiarono dolcemente sul capo della figlia, che in quel momento era particolarmente presa a scarabocchiare stelle e pianeti su dei fogli sparsi per terra.
Il padre accennò un lieve sorriso, travolto da un misto di commozione e pentimento; sentiva la gola stringersi e il petto esplodere, al solo pensiero che non l’avrebbe più rivista.
Si diresse alla porta silenziosamente e con una tale lentezza che solo lui ne era capace, fece pressione sulla maniglia e si girò un ultima volta guardando la sua piccola famigliola.
Come se avesse colto la situazione da un momento all’altro, la figlia si girò verso il padre. I due si fissarono, uno ormai con le lacrime agli occhi, l’altra con un sorriso birichino a trentadue denti, o qualcuno in meno.
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A presto, papà! – disse agitando la grassoccia mano.
Sorrise ancora e voltandosi, il padre uscì dalla porta. Al suo posto, entrarono dei fiocchi di neve e un vento gelido scombussolò il calore dell’accogliente casa.
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Tch, a presto… – mormorò tra sé e sé la matrigna, che fino ad ora era stata in silenzio, poggiata sullo schienale della poltrona con una certa superbia, fissando le azioni dei due, che non la sfioravano nemmeno. - … semmai, a mai più, Masada.
~ THE END ~
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