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Autore: Little Parawhore    30/08/2013    2 recensioni
Il personaggio principale è Ushio che, ormai raggiunta l'età adolescente, si appresta a diventare una liceale. Questa one-shot mi è venuta in mente ascoltando una OST di Clannad e mi immaginai cosa sarebbe successo se la storia si sarebbe ripetuta.. Vi lascio leggere e vi lascio immaginare come potrebbe continuare. Prendetelo come un 'sequel' personale della storia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nagisa Furukawa, Nuovo personaggio, Tomoya Okazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Niente finisce, tutto si evolve. E la storia si ripete.

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La ragazza guardò estasiata davanti al portone. "Ma questa non è neve!"
- Mamma! Papà! Venite a vedere! - urlò sopresa Ushio. In attesa che i suoi genitori uscissero, scese lentamente i scalini e appoggiò i piedi sul cemento della strada. I suoi occhi non riuscivano a non stare su. Cento, mille luci, di colori diversi, fluttuavano lievi nel cielo. Nagisa e Tomoya si erano subito apprestati. - Cos'è succ..? - Le parole gli morinono in bocca. -Guardate!- Instanteneamente i due si guardarono negli occhi, per poi posare i loro sguardi sulla loro bambina. Che ormai bambina non era. Shio-chan aveva aspettato e attesto a lungo questo giorno e finalmente era arrivato. "Da domani sarò una liceale!" si disse entusiasta, la sera prima.
Ma, in quel momento, nulla; neanche il suo scalpore di andare a scuola, la distraeva da quella visione insolita, ma estremamente dolce e gentile. - Signora! Lei li vede? - disse ad un tratto, ad una passante.
- Vedere cosa? - chise l'anziana, sistemandosi gli occhiali rotondi.
- Le luci! Le luci! - continuò irrequieta la ragazza.
- Mi dispiace, ma.. -
- Oh, ma non può essere!- Ushio si girò verso i suoi genitori - Voi li vedete? Non sono pazza, vero?-
Nagisa non si seppe trattenere e scoppiò in lacrime commosse fra le braccia del marito. -Sì, tesoro- disse questo, con voce sommossa. - Li vediamo. - Lo sguardo della ragazza tornò sulle luci. Con una mano si sfiorò la guancia e, sorpresa, si accorse che stava piangendo. -Ma.. come.. - balbettò - Perché..piango? - Cercò di trattenersi, invano. Allora, con fare teatrale, alzò lievemente il braccio destro, come se volesse accarezzare il cielo e mormorò: -Non so cosa siete, o da dove veniate, ma sento che.. - la ragazza fece una piccola pausa, come voler raccogliere o capire bene i suoi sentimenti - Sento che in qualche modo sono legata a voi. - Nagisa si commosse ancor di più e corse ad abbracciare la figlia. - Mamma.. - Anche Okazaki si avvicina. - E' meglio che tu vada a scuola, ora-
-..Sì - Diede un bacio ad entrambi e si dirise verso la 'famosa' strada con gli alberi di ciliegio, dove (così le fu raccontato) i suoi genitori si conobbero. Poi si fermò, chiuse gli occhi e fece: - Riso! - poi aprì di nuovo gli occhi e li rivolse alle luci. -A voi piace la scuola?- continuò, a mo' di cantilena - A me sì, tanto. E' lì che tutto ebbe inizio.. Se quella scuola non ci fosse stata, i miei non si sarebbero incontrati e io non sarei mai nata. In un certo senso, è a lui che devo la mia esistenza.-
Intanto, qualcuno la ascoltava. Veniva dalla direzione opposta, anzi si poteva dire che era propio davanti alla ragazza. Questa lo notò, ma solo in un secondo momento. Il ragazzo guardava sognante Ushio, chiedendosi a chi parlava. Aveva i lineamenti dolci, i capelli biondini e occhi azzurri su una pelle chiara, quasi bianca. Il suo aspetto era minuto, timido ed eloquace. La ragazza dagli occhi color miele distolse lo sguardo dal cielo, per poi posarsi sul ragazzo. -Ough..!- fece, sorpresa. Poi notò la divisa scolastica. -Vai a scuola, per caso?- chiese, sicura.
-S-sì..-
- Beh, - fece sorridendo - allora stai sbagliando strada! E' dall'altra parte..- disse, indicando dananzi a sè.
- Ohw.. che sbadato..- I due si guardarono per un po'.
- Ehm..-
- Vuoi..?-
- Sì? - Vuoi.. che ti accompagni?- Il ragazzo annuì. Nel lungo andare, i due presero pian piano confidenza e Ushio scoprì che quel ragazzo era straniero, venuto dall'America. Disse anche che imparò il giapponese da un insegnante privato. - Ma devo ancora migliorare!- aggiunse. Arrivati all'entrata, i due si dovettero separare, ma si cercarono, timidamente. Nella cerimonia d'apertura, nel cambio d'ora..si cercavano l'un l'altro, senza mai trovarsi. Poi, squillata la ricreazione, Ushio, vedendo il ragazzo uscire dall'aula, lo raggiunse.
-Devo andare in un posto..- fece, misteriosa -Vorresti venire con me?-
-V-Va bene..- rispose il ragazzo, anche se non aveva la minima idea di dove stessero per andare. Sclese comunque di seguirla. Dopotutto, lei era l'unica con cui aveva stretto amicizia. Dopo essere stato abituato all'ambiente familiare, circondato constantemente da insegnanti privati, l'essere catapultato in quel mondo così diverso e frenetico l'aveva un po' shokkato. Ma con lei si sentiva tranquillo. Si fece trascinare su per infinite scale dalla ragazza, che fremeva dall'emozione - Sai perché questi piani sono diversi dai primi? - chiese Shio-chan, ansimando e continuando a salire. -Sì.. perché di recente qui è stato ristrutturato, vero? -
- Quello che vedi nel primo piano è la struttura originaria della scuola. - spiegò - Ma in questo piano.. - continuò cantilenando - è stata tralasciata un aula. -
- Oh..- Finalmente erano arrivati. -Un.. aula? -
- Già.. Si riesce ancora a leggere cosa c'è scritto nella targhetta.. - Il ragazzo provò a leggere: "Aula di teatro". Inizialmente, anche i genitori di Shio erano rimasti sorpresi, poi supposero che ci fosse lo zampino del preside.
- Ehm.. stai tremando.. -
- Uh? Oh, sì.. sono..emozionata! - disse, poi fece un lungo respiro - Entriamo. - La ragazza aprì la maniglia, sicura e entrò nell'aula semi-buia seguita a ruota dal ragazzo. L'aula era abbandonata, come allora, con qualche ragnatela in più. "Tutto qui?" pensò il ragazzo "Era questo il posto che voleva visitare?" Deboli raggi di sole entravano dalla finestra, illuminando un po' l'ambiente. La ragazza prese a camminare cauta, a passi lenti. Si guardò intorno e il biondino ebbe di nuovo quell'impressione che Ushio stesse entrando in un mondo tutto suo. Infatti, poco dopo, chiuse gli occhi e inspirò piano. Li riaprì e sorrise al ragazzo. - Qui è dove nacque l'amore tra i miei genitori. -
- Ohw.. - fece il ragazzo imbarazzato, incapace di dire o aggiungere qualcosa. La ragazza, quindi, tornò a camminare e si affacciò dalla finestra, osservando il cielo blu, un abitudine che aveva preso dal padre. - Non credi sia meriviglioso..?-
- Che cosa? -
- L'amore. Non credi sia meraviglioso come l'amore e altri sentimenti possano legare l'un l'altro le persone?- si chiese, trasportata - E non parlo solo dell'amore di coppia, ma anche quello fra amici, l'amore paterno, l'amore di un figlio..; l'amore inteso in tutto il suo significato. - fece una piccola pausa - I sentimenti..- mormora - I sentimenti delle persone..Io..riesco a vederli. - continua soprendendosi delle sue stesse parole, ripensando alle luci.
-Da-davvero? - Il ragazzo ascoltò estasiato, quanto confuso. Di cosa parlava esattamente? La ragazza arrossì un poco.
- Adesso penserai che io sia strana.. -
- Nono! Non ti trovo..strana. - la corresse, imbarazzato. - Ti trovo.. speciale - I ragazzi arrossirono un poco. Poi uscirono in silenzio dall'aula e si incamminarono nel corridoio.
- Uhm.. ti va di mangiare qualcosa? Avrai fame. - Il ragazzo annuì, di nuovo. - Alla mensa? - chiese - Beh, io pensavo fuori.. sotto quell'albero, vedi? Lì c'è ombra. Così ti spiego anche la storia delle 'luci', anche se è una cosa che ho scoperto da poco.. Non so se la mia teoria è corretta, ma penso che.. - I due si sedettero sotto l'albero e la ragazza continuò impetterrita a spiegare; il ragazzo l'ascoltava interessato e con una pazienza infinita.

Come andò a finire? Lascio a voi immaginare.
Dopotutto, questa è solo una fantasia.
  
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