Fumetti/Cartoni americani > Giovani Vendicatori/Young Avengers
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Autore: Hawkette97    02/09/2013    0 recensioni
''Quindi ora che si fa?'' esordì con tono piuttosto avvilito il ragazzo con i capelli castani, seduto su di una panchina al centro di New York. Gli altri, coloro con cui stava parlando -o almeno con cui tentava di parlare tra un singhiozzo e l'altro, non poteva trattenere le lacrime- caddero in un tombale silenzio. Avrebbero voluto controbattere ogni sua tesi ma non ci riuscirono, erano tutti intenti a fissare il marciapiede sotto le panchine, assorti nei loro pensieri. Era davvero la fine dei Giovani Vendicatori.
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Billy Kaplan/Wiccan, Elijah Bradley/Patriot, Kate Bishop/Hawkeye, Teddy Altman/Hulkling, Thomas Shepherd/Speed
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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‘’Billy torna a casa’’
 
 
 
 
-Mantieni la calma. Nervi saldi e sangue freddo. Non avere paura, nessuno lo ha notato.
E se.. No. E’ impossibile. Nessuno potrebbe mai notare una sciocchezza del genere, specialmente se parliamo di umani patetici e inutili.
No. Che diamine sto dicendo? Gli umani non sono patetici né inutili. Cassie è coraggiosa, o almeno lo era. Il ricordo di lei che si ingigantisce fino a diventare alta come un palazzo per poi crollare a terra inerme come una farfalla a cui sono state bagnate le ali è costantemente presente nella mia mente. E per quanto desideri dimenticare tutto quello che è successo, le sue urla di rabbia e dolore incompreso riecheggiano nella mia testa.
Nate non era patetico e inutile. Forse un po’ troppo istintivo ma non era una cattiva persona. L’amore lo ha accecato e lo ha spinto a fare quanto ritenesse giusto e il tentativo di diventare una persona migliore è svanito miseramente.
Eli non è patetico o inutile. Eli è probabilmente una delle persone più audaci e pure di cuore che abbia mia conosciuto. Il suo spirito patriottico lo spinge ad essere la persona fantastica che è sempre stato. Quasi mi riesce impossibile credere che abbia abbandonato con tanta facilità un progetto a cui aveva dedicato gran parte del suo tempo, anima e corpo. Probabilmente è stato accecato anche lui dall’amore perché non ha esitato ad appendere lo scudo al chiodo. Probabilmente sospettava che ci fosse qualcosa tra mio fratello e Kate e l’idea di convivere con lei tra le braccia di un altro lo avrebbe distrutto. Anche Eli deve avere una modesta considerazione di se stesso perché ha preferito che l’arciera continuasse a guidarci piuttosto che andare avanti lui stesso. Un po’ mi dispiace, Eli era davvero uno dei migliori leader che potessimo desiderare, e Patriot era  una delle quattro colonne portanti della squadra.
Patriot.
Iron Lad.
Hulkling.
Asgaridan.
E’ bello pensare che ci sia ancora qualcuno che mi chiami con quel nomignolo. Per quanto antiquato, lo trovo innovativo e speciale. Kate è la mia migliore amica e quando mi chiama in quel modo la sua voce ricorda quella di una bimba innocente. E quando mi chiama così, sorride. Non so di preciso se sia per il nomignolo in sé o perché è felice di vedermi. Qualunque sia la risposta, adoro il suo sorriso. Mi ricorda che al mondo non esistono solo problemi e sofferenza e che possiamo vivere ogni giorno intensamente se solo lo desideriamo permanente. Mi piace Kate, è così libera.-
Erano le quattro e mezzo del mattino quando il treno fischiò e iniziò a muoversi sui binari. Lentamente il paesaggio iniziava a farsi meno definito ad ogni chilometro che si percorreva e la nebbia mattutina offuscava la vista di quei pochi che erano rimasti svegli. Il sole sarebbe sorto con notevole ritardo visto che si avvicinava Halloween. Era il 29 ottobre e dalle fessure dei vetri penetrava una brezza piacevole e al contempo malinconica. Il clima era decisamente troppo umido e freddo. Ma a Billy non importava. Non in quel giorno. Sperava di potersi godere almeno le ultime ore di libertà prima di essere incastrato a casa definitivamente, con sua madre.
’’Come diamine ci sono finito qui?’’ pensò mentre si rendeva effettivamente conto di trovarsi su di un treno diretto a Boston.
Aveva cercato diverso materiale riguardo quella città e l’aveva etichettata come carina. Era accogliente e il tasso di criminalità era diminuito del 9% negli ultimi tre mesi. Quello era importante . Nonostante tutto ciò, gli sarebbe piaciuto poter indossare nuovamente cuffietta nera e mantello rosso per poter combattere i cattivi, semplicemente lo faceva stare bene e si sentiva in pace con se stesso. Oltre allo smog, ai centri commerciali, ai bimbi che giocavano a fare i supereroi o al caos in generale, pensava che Wiccan gli sarebbe mancato più di tutto e tutti. Aveva lasciato quel giovane vendicatore lì a New York , seppellito in un forziere con il resto della squadra. Almeno in quel momento sperava che tutti sarebbero potuti rimanere uniti e con ogni forza aveva sperato vivamente che non servisse deporre le armi una volta per tutte per quell’intento. Probabilmente doveva andare così.
Il freddo penetrava incessantemente da quel vetrino che proprio non ne voleva sapere di chiudersi così, dopo svariati tentativi inutili, Billy Kaplan estrasse un giubbotto di pelle nera dalla borsa ai suoi piedi e lo stese sul proprio corpo a mo’ di coperta. Si voltò più e più volte su un fianco e sull’altro finché non riuscì a trovare una posizione ideale. E quando lo fece, capì da un’imprecazione di aver colpito il ginocchio del ragazzo che gli sedeva accanto.
’’ scusa scusa scusa non volevo mi dispiace!’’ sputò tutto d’un fiato mentre ispezionava con lo sguardo il ginocchio illeso.
’’N-non preoccuparti, poi passa. In ogni caso piacere di conoscerti, mi chiamo Mitch.’’
Il ragazzo tese la mano destra a Billy mentre la sinistra era occupata a massaggiare il ginocchio dolorante. L’Asgardiano esitò qualche istante prima di stringere la mano di lui, e gli fece una veloce scansione.
Capelli ricci e castani, occhi cangianti che con la luce erano diventati verde smeraldo. Fisico atletico. Braccia con muscolatura evidente nascoste sotto un doppio strato di felpa e t-shirt. La prima impressione fu che potesse essere un membro della squadra di football del liceo. Uno di quei tipi aitanti con mille ragazze ai piedi e che prendeva di mira le matricole.
Passato qualche secondo, Billy notò con dispiacere che il ginocchio di Mitch doleva ancora così allungò un dito sotto il bracciolo del sedile e pronunciò un incantesimo che potesse farlo guarire.
E Mitch lo scrutò incuriosito.
‘’ Non dirmi che sei un mutante anche tu!’’ Pronunciata da una persona qualunque, un umano ad esempio, quella frase sarebbe potuta risultare dispregiativa ma nel ragazzo balenava una strana luce serena, quasi sorpresa.
‘’Io.. io.. ‘’
‘’ Io sono un telepate. E tu devi essere un mago. Ce ne sono davvero pochi in giro, che fortuna! Anzi, che onore!’’ Mitch non esitò a stringere calorosamente la mano di Billy.
‘’In verità ero un mago. O meglio, ho ancora la mia mutazione ma ho lasciato lo spirito di voler essere una persona diversa a New York.’’
E qui Mitch lo guardò con occhi pieni di curiosità e stupore, quasi ad incitarlo a voler continuare. Dal canto suo, Billy non capì come mai si fidasse tanto di uno sconosciuto. Semplicemente lo trovava carino e gentile. Il che bastava . Aveva sempre pensato che sfogarsi dai propri problemi con un estraneo fosse terapeutico perché prima o poi si sarebbero lasciati e quei segreti sarebbero state solo parole al vento che non ferivano nessuno.
Così prese un profondo respiro e iniziò a spiegare  la storia degli YA dagli inizi alla fine definitiva. La loro ultima uscita insieme e i loro ricordi racchiusi in un forziere sotterrato al centro di New York e ancora una lacrima gli rigò il viso al solo pensiero.
Mitch ascoltò quella storia con estrema attenzione e pose anche delle domande al ragazzo con fare interessato. I suoi occhi erano interessati e Billy non poté fare a meno di distogliere lo sguardo diverse volte per evitare incontri spiacevoli. E in uno di quei momenti desiderò con tutto il cuore che  Teddy fosse lì accanto a ricordargli che esisteva e che lo amava con tutto il suo cuore.
Il treno fischiò nuovamente e il cartellone bianco della fermata portava il nome di Boston. Billy si affrettò a raccogliere il borsone nero e i vari oggetti che aveva sparpagliato sui sedili durante il tragitto. Sfilò veloce tra i corridoi prima che potesse trovarne uno libero da quei patetici umani. No, patetici no.
‘’E’ stato un piacere conoscerti Billy Kaplan, figlio di Scarlet Witch e giovane vendicatore’’
Lo salutò calorosamente Mitch con un abbraccio stretto e saldo che quasi tolse il fiato all’Asgardiano. Quest’ultimo si limitò ad un cenno con la mano e ad un sorriso imbarazzato . Non aveva mai avuto dei fan.
Con il borsone tra le mani, scivolò a fatica attraverso quella portiera formato mini , oltrepassò la linea gialla e si avvicinò al binario 9. Aveva accordato con la madre di incontrarsi lì e , nonostante fossero appena le 6 del mattino, la gente compariva come dal nulla, sempre aumentando. E nonostante la folla, riuscì a scorgere una chioma riccia e castana che circondava un viso candido e sorridente. Gli occhi di quella donna erano altrettanto castani e le labbra rosso fuoco tanto accattivanti pronunciarono il suo nome come un grido di vittoria e gioia.
Billy , con il borsone pesante in spalla che gli impediva di muoversi correttamente, corse a stringere la madre fra le proprie braccia con un sorriso in volto commosso che preferì nascondere sulla sua spalla. Gli sembrò di vivere una delle emozioni più piacevoli al mondo ma appena la madre si scostò dolcemente da lui , tutto svanì. Il ragazzo la scrutò incuriosito. Come mai lo aveva lasciato con tanta fretta e tanta facilità?
Infine Wanda compì un gesto che, a parere del ragazzo, era totalmente strano e avventato. Prese la mano di un uomo nella propria. Un uomo che era stato lì a fissarli tutto il tempo, alto, castano con occhi verdi. Gli ricordò vagamente Mitch ma non sembrava tanto eccitato nel vederlo. Semplicemente nascondeva l’entusiasmo dietro un sorriso genuino. L’uomo tese la mano a Billy mentre Wanda si aggrappava all’altro suo braccio con evidente imbarazzo. Scrutò il figlio come se indecisa se parlare o no. Oppure indecisa sul momento in cui avrebbe esordito. Così, senza troppi problemi, scostò il viso di Billy in modo che i loro sguardi potessero incontrarsi.
‘’Billy, voglio presentarti Alan. Lui è il tuo nuovo papà.’’
 
 
 
 
 
 
 
 
*NOTE*
Grazie per il supporto di tutti i lettori che stanno seguendo la storia, grazie davvero. Il capitolo precedente era dedicato al mio velocista preferito e questo al migliore amico di sempre, Asgardiano.
Se state leggendo, vi voglio bene testine calde! <3
  
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