Incredibilmente sono riuscita a postare il capitolo del giorno! Non sperate troppo per domani, il prossimo capitolo è troppo lungo per essere scritto solo domani sera, penso che uscirà lunedì. Volevo pubblicarlo ieri, ma non sono riuscita a scrivere perché mia madre, in un momento di illuminazione, si è ricordata che doveva mandarmi a fare la spesa -.- No comment.
Spero che il capitolo vi piaccia, in attesa del prossimo “San Valentino”! (il titolo è promettente, eh? ;) )
Fino al mattino
Kagome faceva avanti e
indietro per il corridoio, nervosamente. Luna nuova, ancora luna nuova. E Inuyasha
non si vedeva. Era impossibile che non venisse, non avevano neanche litigato!
Era sabato 10 febbraio, e ormai erano le dieci passate. Non poteva
essere, doveva venire! Perché era in ritardo?
Forse era successo qualcosa.
Quando
suonò il campanello, si fiondò alla porta. Lui era lì, tranquillo, ad osservare il cielo. Il
primo istinto di Kagome fu quello di abbracciarlo, ma si trattenne, non
conoscendo la sua reazione.
<< Scemo! Mi hai fatto
preoccupare! >> lo aggredì a quel punto, non potendo sfogarsi in altro
modo. Lui la osservò perplesso.
<< Eri preoccupata? Per
me? >> domandò curioso, abbozzando un sorriso. Forse Kagome si stava
immaginando quella sfumatura compiaciuta. Arrossì, e lo fece
entrare dentro casa. Non ci volle molto, prima che il nonno facesse irruzione.
Sembrava preparato a quella situazione. Aveva controllato sul calendario le
notti di novilunio.
<< Cosa
ci fai qui? >> ringhiò il vecchio, squadrando Inuyasha.
<< Compito di
matematica >> rispose prontamente Kagome << Eh già >>
<< Per quando? >>
chiese lui sorridente. C’era qualcosa che non tornava nella sua reazione. Inuyasha fece per precedere Kagome, ma la ragazza lo
bloccò.
<< Domani >>
rispose tranquilla. Dallo sguardo dell’hanyou, capì
che era la risposta sbagliata. Il sorriso del nonno si allargò.
<< Domani è domenica >> fece notare, fin troppo allegro. Stava
facendo saltare i nervi alla nipote.
<< Lo sappiamo, è che
io faccio ripetizioni la domenica con la professoressa Kagura,
e mi fa fare un compito per valutare il recupero >>
spiegò Inuyasha , inventandosi sul momento una scusa
per rimediare. Non poteva immaginare quanto fosse
vicino alla realtà.
<< Non capisco perché
devi tenere sveglia mia nipote >> ringhiò il
nonno, ma per fortuna arrivò la mamma di Kagome a sistemare il tutto.
<< Oh, papà! Lascia che
Kagome aiuti i suoi compagni di classe >> disse
allegra << E’ un piacere averti qui, Inuyasha.
Fai come se fossi a casa tua >>
Il nonno brontolò, dicendo che sarebbe rimasto a controllare, e lo fece. Si
misero a fare i compiti di matematica, in silenzio.
Quella sera non c’era nulla che piacesse al nonno in televisione, quindi
dovettero rinunciare anche ai dialoghi sussurrati. Finché
Inuyasha, non si alzò con sicurezza, sporgendosi per
spiare il nonno.
<< Si è addormentato >> bisbigliò sollevato. Kagome fece un
respiro profondo. Finalmente.
<< Saliamo
in camera mia >> suggerì a bassa voce. Si sorprese del fatto che
l’hanyou la precedette. Si ricordò subito dopo che la
prima notte era salito nella sua stanza per prenderle la trapunta.
Si rese conto solo in quel
momento di non aver mai visto né immaginato Inuyasha
nella sua piccola stanzetta rosa. Scoprì subito dopo che effetto faceva. Era
come se tutti i mobili e gli oggetti fossero posizionati per concentrare
l’attenzione su di lui. O forse era lui che attirava
l’attenzione del mobilio. Kagome scacciò rapidamente quel pensiero. Quella
notte era decisa a fare una cosa. Inuyasha si era
seduto sul letto, a gambe incrociate e poggiato al muro. Sembrava una statua
per quanto era immobile. Kagome, si accoccolò, raccogliendo le gambe in un
abbraccio, sopra al cuscino, fissandolo curiosa. Quel giorno non si era ancora
abituata a vedere quella chioma fluente del colore della pece, e gli occhi
scuri, quasi viola.
Inuyasha si voltò verso di lei, leggermente a disagio. Stava
nella stanza di Kagome, seduto sul letto di Kagome, con gli occhi di Kagome
fissi su di lui. E un potenziale nonno omicida al
piano di sotto, che dovevano sperare non si risvegliasse.
<< Tienimi
sveglia >> disse decisa la ragazza, spezzando il silenzio. Inuyasha si sentì sollevato, ma al contempo confuso.
<< Perché?
>> domandò fissando i suoi occhi felini sul suo
volto. Era decisamente bellissima, anche in pigiama.
<< Due ragioni! >>
spiegò lei allegramente << Primo, non è giusto che solo tu rimanga
sveglio. Secondo, voglio vederti quando torni normale >>
<< Non è tutto questo granché, rimarresti delusa >> brontolò
l’hanyou, spostandosi, in modo da stare seduto
frontalmente alla ragazza. Kagome sorrise. Sembrava di buon umore quella sera.
<< Bè, se proprio vuoi
restare sveglia, dobbiamo trovare qualcosa da fare >> cedette
lui infine. Kagome aveva già un’idea.
<< Ti dà fastidio se ti
faccio qualche domanda? >> chiese, impostandosi sulla modalità
impicciona. Inuyasha inarcò le sopracciglia.
<< In che senso? >>
<< Su di te. Se non ti dà fastidio. Puoi non rispondere, se vuoi >>
L’hanyou
la guardò, indeciso. Non gli piaceva parlare di sé. Non voleva che la sua vita
diventasse di dominio pubblico. Ma forse, di Kagome
poteva fidarsi. In fondo, era lei che lo aveva accolto a braccia aperte a casa
sua, quando si era presentato totalmente senza preavviso. E
che lo faceva anche adesso. E, da quanto ne
sapeva, non aveva mai detto a nessuno di quel particolare. Era rimasto un
segreto tra loro due.
<< Va bene >>
concesse, distogliendo lo sguardo << cosa vuoi sapere? >>
<< Tua madre era umana,
giusto? >> cominciò Kagome, con attenzione. Non voleva metterlo a
disagio, per una volta che si stava aprendo.
<< Si
>> rispose lui, senza aggiungere altro. Kagome si impuntò
su quel particolare.
<< Come si chiamava? >>
<< Izayoi
>>
<< Era bella? >>
Inuyasha alzò lo sguardo su Kagome. Che
razza di domanda era?
<< Così dice il vecchio
Miyoga. Io non me la ricordo, ero piccolo
quando è morta >>
<< Chi è Miyoga? >> chiese Kagome, confusa.
<< Un
demone pulce che serve la mia famiglia da secoli. Da quando ho memoria è sempre stato sulla mia spalla
a saltellare >> rispose lui sorridendo. Anche Kagome sorrise. Stava cominciando a parlare in modo
meno forzato.
<< E
non ti ricordi nulla di lei? >> chiese la ragazza. Le sembrava
impossibile che non avesse il minimo ricordo della madre.
<< Mi ricordo la sua voce quando cantava. Mio padre la adorava. Ma anche lui è morto, poco dopo >>
<< E
tu vivi da solo con Sesshomaru? >>
<< E con la madre di Sesshomaru >> precisò l’hanyou
<< è stata la prima moglie di mio padre, ed odiava mia madre e me. Mi ha
preso con lei solo perché aveva promesso >>
<< Tuo padre aveva
un’altra moglie? Allora perché ha sposato tua… aspetta un attimo, l’ha sposata?
>>
Inuyasha sospirò. Non era tanto facile da spiegare.
<< Allora… mio padre e
la madre di Sesshomaru si sono sposati per un
matrimonio combinato, ma lei lo amava davvero. Per
lui, invece, era un semplice dovere. Quando conobbe
mia madre, poté solo proteggerla, ma non sposarla. Se lo avesse fatto,
probabilmente un membro della famiglia l’avrebbe uccisa per rivendicare il
primo matrimonio >>
Kagome spostò lo sguardo
sulle coperte. Era una situazione complicata quella della famiglia di Inuyasha.
<< Ma
se la madre di Sesshomaru ti odia… come fai a vivere
con loro? >> chiese, timorosa. Non voleva dare
l’impressione di impicciarsi troppo, ma non resisteva. Voleva sapere tutto di
lui. Non voleva segreti.
<< Lo faccio per non
separare la famiglia. Sono un hanyou, non sarei ben visto se fossi separato dalla mia famiglia.
Causerebbe solo molti problemi. E poi, dato che mi
odiano, torno a casa solo per dormire >> spiegò lui, con un po’ di
rassegnazione.
<< Vieni pure qui
quando vuoi >> disse subito Kagome << non mi dai fastidio >>
Lui sorrise. Com’era bello quando sorrideva.
<< Me lo ricorderò…
sempre se a tuo nonno va bene >> aggiunse
ironico. Kagome rise. Dopo un po’, si accorse che la stava fissando.
<< Sicura che non vuoi
dormire? >> chiese Inuyasha
dopo un lungo scambio di sguardi. Kagome scosse la testa, decisa.
<< Ti sveglio prima
dell’alba, se vuoi >> insistette lui. Non voleva
che Kagome passasse la notte in bianco per lui. La ragazza valutò l’opzione.
<< Va bene. Ma se ti senti solo svegliami >>
<< Sentirmi solo? >>
ridacchiò lui << Meglio se dormi, và! >>
Kagome gli fece una
linguaccia, e si mise offesa sotto alle coperte. Stava
decisamente scomoda così.
<< Non stai scomoda? >>
intuì il ragazzo, osservandola mentre si rigirava nel
letto per la settima volta. Kagome si mise a sedere.
<< Non riesco a dormire così >> si lamentò.
<< Alzati in piedi >>
disse lui. Kagome, seppur perplessa obbedì. Inuyasha alzò la coperta, lasciando scoperto il materasso.
<< Siediti
qui >> disse poi, dando una pacca al posto accanto a lui. Kagome
si sedette, confusa. Poi, con un gesto fluido, Inuyasha
le avvolse il piumone attorno alle spalle, e le passò un braccio attorno alle
spalle, obbligandola a poggiare la testa sul suo petto.
Era stato talmente veloce che
Kagome si accorse solo all’ultimo che l’aveva
abbracciata, e arrossì tremendamente. Si affrettò a nascondere il viso con i
capelli con un rapido gesto del capo.
<< Comoda? >>
chiese lui con tranquillità. La ragazza annuì. Non era sicura di riuscire a
parlare. Doveva ammettere, che dopo l’imbarazzo iniziale, stava davvero comoda
appoggiata al petto di Inuyasha.
Si sentiva protetta. Nasconse le gambe lateralmente,
sotto la trapunta, e si accoccolò con un braccio sul suo petto, chiudendo gli
occhi.
Dopo pochi minuti, cadde in
un sonno profondo e senza sogni.
<< Kagome? >>
<< Inuyasha…
>> mugolò la ragazza, stiringendo il cuscino. O meglio, quello che pensava fosse un cuscino.
<< Ehi, Kagome!
Mollami! >> si lamentò la stessa voce maschile di prima.
<< …scemo >>
mormorò aprendo gli occhi, assonnata. Chi era a parlare?
<< Oh, grazie >>
rispose l’hanyou, fissandola con gli occhi violetti.
Kagome avvampò, e quando si accorse che il presunto “cuscino” era in realtà Inuyasha, e scattò in piedi.
<< Oddio! Scusa >>
disse rapidamente, ma Inuyasha le fece cenno di
abbassare la voce. Solo in quel momento, Kagome si accorse che non era ancora
mattina, e ricordò della sera precedente.
<< Che
ore sono? >> chiese bisbigliando, sedendosi sulla sedia, di fronte al
ragazzo.
<< E’ quasi l’alba >>
rispose lui semplicemente. Kagome annuì. Rimasero in
silenzio per diversi minuti, finché Kagome non concentrò lo sguardo sull’hanyou. Per un attimo, le era sembrato di vedere la sua
immagine sfocata. Successe di nuovo.
<< Inuyasha…
ma cosa…? >> cominciò, ma si interruppe quando
vide i suoi capelli scuri agitarsi, come mossi dal vento. Guardò fuori dalla finestra, e vide il primo raggio di sole che si
affacciava sull’orizzonte. Riportò rapidamente lo sguardo su Inuyasha. I capelli stavano diventando gradualmente più
chiari, e le orecchie si facevano appuntite, quasi elfiche.
I suoi occhi furono tra le ultime cose a cambiare. Il suo sguardo scuro si fece
luminoso, riacquistando quel colore ambrato che lo distingueva. Le orecchie
tornarono quelle di sempre, ricoperte dal soffice pelo bianco.
Kagome rimase a guardare la
scena, senza riuscire a dire una parola. La stanza sembrava illuminata, o forse
erano il suoi capelli argentati a renderla luminosa.
Inuyasha abbozzò un sorriso forzato.
<< Tornato normale >>
mormorò, facendo vedere che anche gli artigli erano al loro posto. Kagome rise
di quel gesto.
<< Però, è strano
vederti così dopo che mi ero abituata a vederti umano >>
disse la ragazza risedendosi nuovamente accanto a lui.
<< Non è la prima volta
che lo dici >> la riprese il ragazzo. Era vero.
Kagome decise di ignorarlo, e prese una ciocca di capelli argentati. Erano così
soffici! Le veniva voglia di abbracciare la folta chioma del ragazzo, se non fosse che questo avrebbe scatenato una situazione
imbarazzante. Già Inuyasha la guardava perplesso,
senza capire cosa stesse facendo.
<< Ti posso fare una
treccia? >> chiese lei, non riuscendo a resistere. Inuyasha
strabuzzò gli occhi.
<< Sei impazzita? Non
penso proprio >>
<< E
dai! La disfo subito >> insistette lei, con gli
occhi languidi. Inuyasha alzò gli occhi al cielo,
rassegnato.
<< E va bene >>
concesse, lasciando che Kagome si divertisse. Era
piacevole sentire le sue mani delicate sui capelli. Lo rilassava.
<< Senti,
Kagome… >> cominciò dopo un po’, arrossendo. Ringraziò che la
ragazza fosse concentrata sulla treccia.
<< Si? >> chiese lei spensierata, incrociando le ciocche per
l’ultima volta. Ammirò soddisfatta la sua creazione.
<< Tu credi che noi…
insomma, tu ed io… >> continuò lui, impacciato.
Kagome sciolse la treccia perplessa. Non lo aveva mai visto così in difficoltà.
Un urlò
fece sobbalzare entrambi, e Inuyasha guardò Kagome, e
poi la finestra.
<< Fai
finta di dormire >> disse rapido, aprendola e saltando fuori.
Kagome, shockata, si affrettò a chiuderla, e a ficcarsi sotto alle coperte. Dopo poco, il nonno fece irruzione nella
stanza, ma rimase deluso di non trovare nessuno, a parte sua nipote.
<< Oh, se n’è andato >>
disse allegro, mentre Kagome lo malediceva mentalmente.
Inuyasha, dal canto suo, stava insultando il vecchio in tutte
le lingue che conosceva.