Il Maglione Giallo

Era stato strano e improvviso, ma piacevole. Gianluca l'aveva pensato più volte quel mattino nebbioso, mentre dopo parecchio tempo preparava la tavola per due.
Il suo piccolo e modesto appartamento non era mai stato così pulito e confortevole, nonostante la temperatura non fosse abbastanza calda, viste le piogge di quel freddo settembre: subito aveva spedito Marco in camera sua a prendersi uno dei suoi maglioni, perché quell'incosciente era arrivato a Venezia con un semplice zaino di biancheria intima, maglietta estiva e pantaloncini corti. Come al solito, era scappato di casa come se nulla fosse.
- Lo sai Marco, sono felice di averti qui. - Non era da lui confessargli cose del genere, quindi lo disse con il tono più distaccato possibile.
Marco fece un verso di compiacimento dalla sua camera, e Gianluca sorrise certo di non essere visto. Quell'uragano di allegria si era presentato davanti alla sua porta con il sorriso più bello che gli avesse mai visto…  ma lui sorrideva sempre, in genere.
- Neeh, com'è morbido ♥
Gianluca finì di disporre i tovaglioli e voltò lo sguardo sul ragazzino in piedi davanti a lui: arrossì e sbarrò gli occhi, balbettando qualcosa senza davvero sapere cosa.
Quell'orrendo maglione giallo -si chiedeva davvero come lo avesse trovato-  era largo almeno il triplo del suo corpo scheletrico: le mani erano coperte da almeno una spanna di lana, mentre la parte inferiore del corpo era rimasta nuda, le gambette sottili da bambino coperte fino al ginocchio.
Marco, senza dargli il tempo per formulare un pensiero decente, sorrise e alzò le braccia: - Sono il tuo pulcino!! Non sembro un pulcino Gianlù? ♥ … Gianlù?