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Autore: Ria    03/09/2013    9 recensioni
La ragazza saltò giù dalla sedia e fece un cenno verso il gigantesco monitor, su cui le figure tridimensionali ruotavano e si fondevano in un unico corpo confuso. [...]
« Quindi i frammenti potrebbero essere ovunque? »
« In ogni dimensione possibile e su ogni pianeta possibile che l'Incrocio raggiunga. » ammise MoiMoi con un sospiro. Minto si premette forte le dita sulla fronte al culmine dell'irritazione:
« Perfetto! E noi dovremmo collaborare per...?! »
« Per tutto il tempo necessario, caro passerotto. »
« Richiamami ancora a quel modo, Kisshu, e sarà la collaborazione più breve della tua vita! »
[...] « Tu mi hai salvato già una volta, tre anni fa. Sono certo che ci riuscirai di nuovo, perché sei la più forte di tutti. »
« Ao No Kishi... »
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Intersection'
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Lo sfrigolio delle scariche elettriche si spense lentamente, echeggiando tra le pietre e i tronchi distrutti come un mormorio. Pai portò indietro il braccio di scatto, iroso, il fiato grosso e il viso pallido coperto di polvere e sudore; sbirciò appena con la coda dell'occhio alla sua sinistra:

« Ohi… Sei ancora vivo? »

Sentì un lamento e un'imprecazione, seguiti dal rumore del pietrisco che Kisshu smosse alzandosi:

« Vivo sì – mugugnò massaggiandosi la testa – ma non so quanto sano… La mia spalla sta facendo uno strano rumore. »

Si udì un altro scoppio sordo e un forte spostamento d'aria e terra li investì. Kisshu inveì più forte:

« Quell'idiota di Eyn non può andarci più piano?! »

Berciò coprendosi il viso col braccio e guardò torvo la grossa fumata nera che si stagliava in lontananza, contornata dal bagliore rossastro di un incendio. Taruto, a poca distanza da loro, fluttuava a mezz'aria respirando con affanno:

« Accidenti…! – tossì rauco – Questo fumo è soffocante…! »

Sentirono un urlo di rabbia e videro una figura venire scagliata nella loro direzione, andando ad  incastrarsi in un enorme tronco semicarbonizzato.

« Eyner! »

Taruto gli corse incontro, reggendosi un poco il braccio destro da cui gocciolava un rivoletto di sangue, e si sporse nella crepa da cui spuntavano solo un paio di gambe pallide:

« Sei… Sei ancora intero Eyn? »

Kisshu e Pai si avvicinarono, mentre il ragazzo di nome Eyner si tirava faticosamente a sedere:

« Credo… Di sì, – mormorò – ma non mi aspettavo riuscissero a girarmi contro la mia stessa tecnica… »

La terra sotto i loro piedi tremò di colpo; il ruggito del fuoco trapassò l'aria e tutt'attorno il paesaggio sembrò implodere verso il punto in cui si concentravano le fiamme, dove si faceva sempre più nitido un piccolo punto di luce tersa e abbagliante: la luce si alzò lentamente, contrastando il rosso delle vampe col suo colore abbacinante e facendo stagliare netta contro di esse una sagoma scura, che rideva rozza e appagata.

« Merda…! »

Per una volta nessuno commentò il linguaggio di Taruto. I quattro ragazzi si lanciarono come furie verso la figura, i visi bianchi di terrore.

Non potevano permettere che fuggisse!

Kisshu sentì l'aria sibilare quando la fendette coi propri sai e il clangore della lama contro quella dell'avversario rimanere soffocata da un boato più cupo del fuoco.

« Non intrometterti ulteriormente, Ikisatashi. – sibilò la figura – Hai già imbrattato abbastanza il Suo nome con i tuoi comportamenti da blasfemo. »

Kisshu schioccò la lingua con fare sprezzante.

Rimase immobile col suo avversario, solo le braccia che sostenevano i sai che tremavano appena. Piantò le iridi ambrate in quelle celesti del nemico: queste lo trucidarono con rabbia gelida da dietro il filo di una scure, sfiorate da una frangia color dell'oro; a quella vista Kisshu digrignò d'istinto i denti, furente.

Com'era possibile che quella combinazione di colori gli fosse sempre causa di tracimazioni di bile?

« Intromettermi? – sibilò con un ghignò – A dire il vero pensavo di farti fuori. »

Spezzò la guardia avversaria e si rilanciò contro di lui nello stesso istante in cui i suoi compagni lo raggiungevano. Intravide anche i rinforzi nemici, ma gli ignorò: doveva solo pensare a riprendere la sfera che lui teneva in mano, all'istante.

Le lame cozzarono e stridettero nel fracasso dell'incendio e la terra tremò con più forza, come un pavimento che cede privato delle fondamenta. L'avversario di Kisshu sorrise sardonico:

« È inutile che insistiate. È destino, ora rimetteremo le cose a posto. »

Per tutta risposta Kisshu lanciò un urlo feroce e affondò con entrambe le braccia verso l'addome del rivale: l'arma a destra mancò la carne e la sentì opporre solo la lieve resistenza della stoffa, quella di sinistra invece impattò contro qualcosa di duro, ma non si trattava dell'ascia nemica.

La lama s'incastrò nella superficie liscia della gemma con un impercettibile scricchiolio; entrambi i contendenti si congelarono sul posto, ammirando la luce emanata dall'oggetto svanire di colpo, per poi vorticare come nebulosa bruma ed espandersi con altrettanta velocità.

« Ops. »

L'aria e le fiamme si spensero facilmente nemmeno fossero appartenute ad un fiammifero, e perfino il rumore delle vampate e delle scosse scomparvero.

E poi tutto conflagrò di nuovo.

Una luce insostenibile esplose avvolgendo tutti loro e una violenta pressione schiacciò i resti della vegetazione e li sbalzò lontano dalla minuscola e luminosissima sfera. Kisshu atterrò con violenza sul terreno nuovamente mosso dal sisma, rotolando per molti metri nel pietrisco che gli graffiava  ogni centimetro di pelle che riusciva a raggiungere, incapace di capire dove quell'energia lo stesse spingendo, dove fossero Taruto, Pai e Eyner, dove fossero i suoi avversari. Riuscì solo a percepire, più che a vedere, la sfera luminosa spaccarsi del tutto e disperdersi in ogni direzione in scie color arcobaleno.

Se non avesse rischiato di riempirsi la bocca di terra, avrebbe tirato giù una serie di parolacce degne di un portuale.

Era inevitabile.

Le persone con gli occhi azzurri e i capelli biondi gli portavano proprio male.

 

 

 

 

Cap.01 – Before stepping toward the crossing

               «It's been ages, my little pussycat!»

 

 

 

 

Ichigo

Ichigo mi senti?

 

"… Chi sei?

Io… Ti conosco?"

 

Una figura famigliare. Alta. Robusta.

Ma chi era non lo sapeva di preciso: le sembrava di avere un velo di fronte agli occhi, o di guardare attraverso delle lenti appannate.

Era sicura, però, di conoscere quella voce.

Calda.

Rassicurante.

Gentile.

 

"Tu…"

 

Quanto tempo, piccola mia.

 

"Chi sei?"

 

Le parve sorridesse con un po' di malinconia.

 

Ascoltami, Ichigo.

Ho poco tempo!

Ascoltami attentamente…

 

Lei voleva protestare. Dire che non avrebbe obbedito a nessuno senza un valido motivo.

Ma la sua voce…

Era così famigliare e confortante. Ed era profondamente preoccupata, piegata dall'urgenza.

Era vero.

Doveva ascoltare con attenzione.

Annuì appena e il campanellino al suo collo trillò argentino.

 

Dovrai essere forte, Ichigo.

Non scappare dalla sfida, anche se ti sembrerà difficile.

 

"Sfida? Quale sfida?

Ormai non devo più combattere nulla…!"

 

Dovrai.

Dovrai, mia piccola Ichigo.

Ma non aver paura, tu te la caverai.

Ricorda questo. Qualunque cosa ti diranno, qualunque cosa vedrai…

Io non sono lui.

E non sono Lui.

 

"Chi?

Chi non sei?"

 

Lui fece cenno di non interromperlo e insisté con più veemenza.

 

Affrontali, Ichigo!

 

Lo vide muovere alcuni passi verso di lei.

Anche da così vicino non era in grado di vederlo bene, sembrava avvolto da un'intensa fonte di luce che ne sfocava i contorni.

Lui la guardò qualche secondo. Le poggiò con delicatezza una mano sulla spalla e le posò un bacio sulla fronte, facendola rabbrividire.

Aveva delle labbra morbide, ma gelide come il ghiaccio.

O il fondo dell'oceano…

Buio e profondo…

Dove aveva già provato quella sensazione?

 

"Tu…"

 

Spero di riuscire a rivederti.

 

Di colpo scomparve, quasi fosse stato di fumo.

Attorno a lei tutto prese a scurirsi e apparve un'immagine ben definita, seppur incomprensibile.

Una piccola sfera di luce iridescente si sollevò in aria a decine di metri da lei, in alto, sempre più in alto; brillò, vibrò e pulsò, quindi si scisse in gocce che schizzarono in tutte le direzioni.

Lei voleva capire cosa stesse succedendo, dove stessero andando quelle piccole lacrime lucenti, ma la luce era troppo forte, tutto stava diventando bianco…

 

 

 

Quando la sua mano si abbatté sopra la sveglia, la scagliò sul pavimento, dove la poveretta rovinò con un secco rumore di plastica.

« Ichigo, tesoro! – la voce di Sakura, da dietro la porta, parve esasperata – Potresti evitare di fracassare un'altra sveglia? Ora alzati, farai tardi! »

La rossa mosse ancora il braccio che spuntava dalle coperte agitandolo a mo' di banderuola, e grugnendo fece capolino dalla sua tana, i capelli che si diramavano spettinati in tutte le direzioni possibili.

Si fregò gli occhi cisposi guardando fuori dalla finestra, un sole luminoso e il cinguettio degli uccellini che annunciavano un'altra bella giornata primaverile.

Si sentiva stordita, le era parso di aver parlato con qualcuno… Qualcosa di importante…

Si passò una mano nella frangetta e sbadigliò, probabilmente si era trattato solo di un sogno.

Un sogno…

Però ricordava la piccola e splendente luce che si era spezzata di fronte ai suoi occhi.

Era inevitabile, sapeva perfettamente cosa fosse.

Ci ripensò più e più volte, mentre cominciava a lavarsi e vestirsi. Tornata dal bagno lanciò il pigiama sul letto, indossò la biancheria pulita e si mise in piedi di fronte allo specchio verticale, pronta ad indossare la divisa; la sua mano reggeva già la gruccia, quando qualcosa attirò il suo sguardo.

Una voglia rosata, dall'insolita forma di un cuore con sopra due codine da gatto, le ammiccò dall'interno coscia. La rossa si corrucciò:

« Perché ho sognato la Mew Aqua? »

 

 

***

« Che cosa?! L'avete sognato anche voi?! »

Le amiche la guardarono gravemente, annuendo. Ichigo non replicò limitandosi a fissarle a bocca spalancata.

In quei tre anni aveva perso l'abitudine alle stranezze.

Ormai da tempo la squadra MewMew aveva smesso di combattere gli alieni, e sebbene lei e le sue amiche non avessero mai perso i poteri – come confermavano le loro voglie e come, almeno ogni quindici giorni, la rossa non dimenticava di far scordare a Ryou, inveendogli contro – non avevano più dovuto affrontare combattimenti o pericoli mortali di alcun genere.

Le cose avevano preso una tranquilla, banale e tanto desiderata piega di quiete: il liceo, la quotidianità con la sua famiglia, Masaya; perfino quel lavoretto part-time al Caffè, ormai divenuto per l'appunto soltanto un part-time, era continuato, ma nulla più di questo.

Ichigo scosse la testa con veemenza, facendo oscillare pericolosamente la sua crestina da cameriera:

« Insomma! – protestò miagolando – Ho cominciato il secondo anno solo qualche settimana fa, non posso occuparmi di altri problemi! »

« Ichigo, smettila di fare l'isterica, non sappiamo ancora se sia un problema. »

La rossa trucidò la mewbird con un'occhiataccia, a cui lei rispose con un'espressione di rassegnata superiorità.

Anche dopo tre anni l'amica riusciva a mandare Ichigo in bestia proprio come il primo giorno.

« E se invece fosse un grande, grandissimo problema?! »

La mora la ignorò, aggiustandosi dietro l'orecchio un ciuffo sfuggito allo chignon morbido in cui da qualche tempo legava i capelli, diventato troppo lunghi per le sue due solite crocchie.

« Magari è solo una coincidenza. »

Tentò di blandirla Retasu, seppur con poca convinzione. Ichigo le rivolse un mezzo sorriso, la dolcezza di quella ragazza era una delle poche cose che le impediva di dare in escandescenze.

« Forse abbiamo mangiato pesante? »

Ridacchiò Purin, ma la faccia delle altre non sembrò una propensione per dare credito a quella stupidaggine; sbuffarono in coro, anche se ormai la biondina era cresciuta abbastanza da arrivare alla loro altezza era rimasta la stessa discola un po' ingenua e, spesso, tutto ciò era stressante.

« Ma cosa stai dicendo? »

« Purin… »

« Io non credo alle coincidenze, comunque. »

Fu la nota lapidaria di Zakuro. Le altre quattro si sporsero verso lo schermo del portatile poggiato sul tavolo, voltandolo per vedere meglio la mewwolf: questa se ne stava seduta dall'altro lato del monitor, un'elegante stanza d'albergo alle sue spalle, tenendo il gomito puntellato su un tavolino e nascondendo il viso dietro la mano con fare pensieroso.

« Ormai ho imparato che certe cose non sono accidenti casuali. – continuò severa – E se si tratta di alieni, poteri e soprattutto, Mew Aqua, ancora meno. »

« Ma per quale ragione avremmo dovuto sognare la Mew Aqua? E per giunta tutte e cinque! – rincarò Ichigo allarmata – Sulla Terra non ce n'è più neppure una goccia, e quella che Kisshu e gli altri si sono portati via… Chissà a quante centinaia di anni luce si trova! »

« Forse abbiamo sognato la Mew Aqua, ma in realtà voleva dire qualcos'altro? »

Nessuna rispose a Minto, la cui frase fu coperta da grugniti pensierosi.

« … Forse dovremmo parlarne con Shirogane-san e Akasaka-san… »

« … Non so Retasu – fece Ichigo mordicchiandosi il labbro – del resto se fosse comparso qualcosa di strano ce l'avrebbero detto… Tirare in ballo la questione… »

« Hai paura si scopra qualcosa di inquietante, o semplicemente non vuoi immischiarti in un eventuale nuovo problema? »

Sibilò Minto. Ichigo le berciò contro, coda e orecchie che spuntavano di colpo da sotto la gonna e tra i capelli:

« Scusi tanto, sa, miss "vita-noiosa", io sarei contenta di starmene tranquilla! »

« Punto primo, la mia era una domanda serissima, non avresti bisogno di arrabbiarti in questo modo se non avessi la coda di paglia. – puntualizzò – Secondo, la mia vita va benissimo così. »

« Insomma, ora piantatela! »

« Retasu onee-chan ha ragione. – rincarò Purin – E tornando al discorso principale… Se preferite lasciar perdere secondo me si può anche fare: come ha detto Ichigo onee-chan, se stesse succedendo qualcosa Shirogane onii-chan e Akasaka onii-chan ce lo avrebbero detto sicuramente, quindi per il momento possiamo accantonare la questione. »

Le ragazze si guardarono qualche istante senza risponderle. Dopo un po' Zakuro sospirò:

« D'accordo. Se preferite così, per il momento lasciamo stare, ma teniamo tutte gli occhi aperti, intese? »

Tutte annuirono.

« A proposito! – Minto cambiò espressione e sorridendo radiosa si accostò allo schermo – Onee-sama, quando torni dall'America? »

« Partirò tra qualche ora. – sorrise la mora – Arriverò domani in giornata. Quindi ho preferito chiamarvi prima. »

Fece loro l'occhiolino e s'interruppe, chiamata da una voce perentoria che le parlava inglese; lei rispose con la sua solita pacatezza e il suo accento perfetto, quindi sospirando riguardò lo schermo:

« Devo andare ora. Finchè potrò terrò acceso il cellulare, per qualunque cosa teniamoci in contatto. »

« A presto, Zakuro-san! »

Lei sorrise alla rossa e spense il computer. Le ragazze fissarono ancora un po' lo schermo su cui ormai appariva solo la finestra vuota della chat room e si guardarono, ora più tranquille.

« Beh, domani sarà qui anche Zakuro-san. – sorrise Retasu – perché non ci concentriamo sul lavoro e ne riparliamo domani? »

Le altre annuirono più convinte. Il campanello del locale trillò, segno che qualcuno aveva aperto la porta, e mentre Purin portava via il pc le altre diedero il benvenuto ai clienti, dando il via ad un nuovo pomeriggio lavorativo.

Ma sì, non valeva la pena preoccuparti.

Era stato solo un sogno.

 

 

***

« Reta-chan, che c'è? Sei ancora nel mondo dei sogni? »

« Eh? »

La ragazza sbattè un paio di volte la palpebre, guardando confusa la sua interlocutrice.

« È da due minuti che te ne stai lì impalata! – protestò l'altra – Cosa c'è, hai una lettera d'amore nell'armadietto? »

Retasu, che teneva ancora le scarpe in mano, la guardò allibita e arrossì di botto:

« Ma che stai dicendo?! – pigolò, facendo a cambio con le scarpe da interno – Che stupidaggine! Stavo solo pensando…! »

Ridacchiò con fare nervoso e s'infilò le nuove calzature, la compagna che la guardava sospettosa sistemandosi sovrappensiero i capelli rosso acceso, tagliati a caschetto:

« Sarà… Ma sei rimasta dritta in piedi con le scarpe a mezz'asta per una vita, credevo ci fosse qualcosa di interessante. »

E mentre diceva così sbirciò nell'armadietto dell'amica, sbuffando delusa quando lo scorse effettivamente vuoto.

« Ayumi-chan, potresti non sbirciare tra le cose altrui? »

« Uffa! – chiuse lo sportello con un colpo secco – Mai una novità succosa! »

Retasu non commentò nemmeno e, sorridendo, si avviò con la compagna verso la propria aula.

Aveva conosciuto Ayumi l'anno precedente tramite il club di cucito della scuola ed erano diventate presto amiche. Retasu non ci avrebbe mai neppure sperato: Ayumi era una ragazza forte, dal carattere esuberante, forse a volte troppo aggressiva e diretta, ma proprio per questo ammiratissima dalla mewfocena, così timida e passiva; non pensava nemmeno lontanamente che quelle sue caratteristiche, la mitezza, la riservatezza, la troppa cortesia, fossero ammirate dalla rossa e che l'avrebbero spinta a ricevere in qualche modo la sua amicizia.

Retasu ne era felicissima, ancor più che Ayumi piaceva molto anche al resto delle sue amiche; si trovavano spesso ad uscire tutte assieme e a scuola avevano formato un bel terzetto con Ichigo, che frequentava lo stesso liceo.

« Aaah, i maschi di questa scuola sono proprio ciechi. »

Sbuffò la rossa strappando a Retasu un sorriso timido.

« Quell'armadietto dovrebbe essere pieno zeppo di lettere! »

« Ma cosa dici, Ayumi-chan. »

« È vero! – replicò con veemenza – Sei così carina e dolce! Dovresti ricevere una dichiarazione al giorno! »

« Ayu, stai delirando… »

Mormorò l'altra, scarlatta in viso. La rossa sospirò a fondo e, cambiando umore con la velocità che la caratterizzava, fece un sorriso beato prendendo a strusciarsi contro la spalla di Retasu:

« Del resto, meglio così, che dover eliminare una stirpe di idioti pronti a ronzarti attorno. »

Si stropicciò per bene contro la divisa della verde, che si limitò a sorridere in un misto di disagio e tenerezza; di sicuro, il frequentare Ayumi l'aveva resa un po' meno esitante, fino a qualche anno prima per un simile atteggiamento da parte di un'amica, sarebbe entrata nel panico.

« E così tutte le attenzioni e i dolcetti avanzati ad economia domestica di Reta-chan me li pappo io! – cantilenò strofinandosi anche contro il suo collo – Mmm, sei troppo brava in cose come quelle! »

« Eh eh, allora i prossimi dolci di Pan di Spagna li dividiamo, ok? »

« Sìì! – la strinse per le spalle – Ah, ma guarda che sorriso! Sei l'emblema della mogliettina! »

« Eh?!? »

« Ti prego, Reta-chan, sposami! »

« A-A-Ayumi-chan, che dici?! »

Quella sorrise di rimando senza scollarsi di dosso; pensava sul serio quelle cose di Retasu, ma era anche molto divertente prenderla un po' in giro.

« Sei così carinaaa! – trillò felice – E poi… »

Con un ghigno malefico le afferrò il seno con entrambe le mani, strappando all'amica uno strillo di sbigottimento.

« Guarda qui! Ehi, ma è cresciuto durante le vacanze! Ma come diavolo fai?! – si lamentò – Ho cominciato a mangiare le stesse cose che mangi tu, ma il mio è rimasto piatto come una tavola da surf! »

L'altra non rispose, rossa come un'aragosta e in apparente stato catatonico.

« Ayu, smettila di molestare Retasu! Le stai facendo venire un colpo. »

Le proteste di Ichigo sortirono il loro effetto, almeno in parte, e Ayumi sciolse la morsa attorno a Retasu, abbracciandole un braccio. La verde sorrise tirata alla mewneko, cercando di ignorare le facce attonite dei compagni di scuola che le fissavano.

Ayumi fece un cenno di saluto alla rossa e grugnì:

« Dovrò valutare anche il tuo, sai furbetta? – disse scurendosi in viso – Chissà che avete combinato tu e Aoyama-kun durante le vacanze primaverili… »

« Innanzitutto non sarebbero fatti tuoi, ma in ogni caso che ti salta in mente?! »

« Beh, si sa che quando succedono certe cose – replicò Ayumi con aria da esperta – le ragazze diventano più belle, sia nel viso che nel corpo. E il seno va - a - lievi - tar… »

Concluse canticchiando.

« Di che parlate? »

« Di Ichigo-chan e Aoyama-kun che arrivano in terza base. »

« Cosa?! Ichigo, e ce lo dici così?!? »

« Io e Masaya-kun non siamo arrivati proprio da nessuna parte!! – sibilò la ragazza a denti stretti, riuscendo a trattenere orecchie e coda per non si sa quale forza celeste – Moe! Miwa! »

La rossa fissò scandalizzata le sue due amiche di sempre, spuntate alle sue spalle. Sia loro che Ayumi la guardarono sospettose:

« Yanagida-chan, Honjo-chan, le credete? »

« Nemmeno un pochino Kotegawa-chan! »

« Avanti, dicci tutto Ichigo! »

« Ma vi giuro che non è successo nulla! – strepitò disperata – Davvero! Potete anche controllare, non ho nulla da nascondere, il mio seno è sempre uguale! »

« Per quanto immagino che a qualcuno possa interessare il suo sviluppo – tossicchiò una voce, congelandola sul posto – non credo sia il momento adatto, né il luogo per parlarne. »

La rossa si voltò lentamente, pallida in viso, e desiderò solo sprofondare:

« P-professore… »

« Anche perché sta per suonare la campanella, signorina Momomiya. – continuò l'uomo imperterrito, sistemandosi la cravatta – Vista la sua media di ritardi, non sprecherei l'opportunità di provare l'ebbrezza di essere al proprio posto, ad inizio lezione. »

Lei chinò la testa colpevole e bofonchiò un ; l'uomo superò il gruppetto e la campanella suonò facendo entrare tutti nelle rispettive aule.

« Giuro! – bofonchiò Ichigo al culmine della vergona, guardando le amiche che si trattenevano dal ridere – Giuro che me la pagherete, tutte e tre! »

La rossa s'infilò a testa bassa in aula seguita da Moe e Miwa, mentre Ayumi e Retasu scivolarono due porte più giù.

Retasu continuò a sorridere a disagio mentre Ayu sghignazzava:

« Prendere in giro Ichigo-chan è quasi cento volte meglio che prendere in giro te! »

« P-prendermi in giro? »

Mormorò Retasu; Ayumi la guardò:

« Ho esagerato? »

« B-beh, no… »

La rassicurò l'altra e la rossa le sorrise furba:

« Bene. E mi sembra che tu stia meglio. – ammiccò alla sua faccia confusa – Mi sembravi preoccupata stamattina. »

Retasu la fissò stupita e sorrise:

« Niente di che. – la rassicurò – Comunque, ora va molto meglio. Ti ringrazio. »

Ayumi sorrise e andò a sedersi.

La lezione incominciò e Retasu si mise diligentemente a prendere appunti, sebbene la sua testa scappasse ancora altrove con una certa facilità.

In effetti stava pensando a qualcosa quella mattina, una cosa che non aveva smesso di tormentarla dal giorno precedente, il sogno sulla Mew Aqua.

Aveva una strana sensazione al riguardo, ma vista la reazione che avevano avuto le altre, aveva preferito tenerla per sé.

Del resto, probabilmente avevano ragione loro, si trattava di un sogno e basta.

Ma Zakuro non ne sembrava convinta, e lei aveva grande fiducia nell'intuito della sua amica.

Non era solo il sogno in sé a preoccuparla, però, ma anche cosa aveva sognato.

Le altre avevano detto tutte di aver aperto gli occhi prima di vedere dove fossero dirette le luci; lei, invece, si era svegliata qualche istante dopo, abbastanza in ritardo per scorgere una delle scie luminose puntarle dritta contro e dissolversi contro il suo petto.

Il pensiero non le dava pace, perché solo lei? Forse era stato un altro caso e si era semplicemente svegliata con qualche minuto di ritardo?

Però come coincidenze cominciano ad essere un po' troppe…

Sobbalzò sentendo qualcosa di leggero colpirle la nuca e vide un foglietto ripiegato caderle sul banco; sopra c'era scritto "da Ayumi".

Si coprì con l'astuccio e aprì il foglietto.

 

Il pensiero di stamattina Non c'entrava con Shirogane, vero?

 

Retasu si mordicchiò il labbro leggendo, ma poi sorrise con tenerezza, Ayumi era sempre così premurosa nei suoi confronti.

Prese la penna e rispose subito sotto, ripassandolo dietro.

 

No, stai tranquilla. Lo sai, ormai è andata.

 

Retasu sapeva bene che a Ryou piaceva Ichigo; per la verità credeva che lo sapessero tutti, eccezion fatta proprio per la rossa.

Anche a conoscenza di questo lei, però, non era stata in grado di trattenere i suoi sentimenti.

Era successo poco prima del diploma di terza media, un bel pomeriggio soleggiato. Si erano ritrovati da soli al Caffè, Retasu non sapeva dire se per caso o se perché le amiche si erano accorte dell'agitazione che aveva da giorni e giorni e avevano intuito qualcosa; lei aveva aspettato il sedicente momento giusto, ma questo non era mai arrivato, e alla fine le parole le erano uscite da sole:

« So che tu vuoi bene già ad una persona! – ricordava la sua voce tremante, le gambe che sembravano pronte a cedere – Però… Però tu mi piaci. Mi piaci davvero. »

Non sapeva dire dove avesse trovato la forza di dirlo e restare poi immobile a fissarlo in quei meravigliosi occhi azzurri. Ryou l'aveva guardata in silenzio e lei aveva continuato:

« Non potrei… Non potrei starti vicino? »

La frase si era spenta in un soffio mentre lei aveva chinato il capo incapace di guardarlo ancora. Ryou non aveva risposto, ma le aveva accarezzato la testa gentilmente:

« Sai che non posso dirti di sì. – aveva sussurrato triste – Non sarebbe giusto. »

Le aveva sollevato il viso e le aveva sfiorato piano la guancia. A Retasu era parso che anche lui fosse teso e perfino triste:

« Anche io ti voglio molto bene, ma non è quello che mi stai chiedendo.  »

Lei aveva annuito. Capiva, certo che capiva, ma quella premura nei suoi confronti non faceva che aumentare l'affetto che provava nei suoi confronti, e allo stesso tempo le spezzava il cuore.

Non aveva potuto trattenere le lacrime, che lui aveva asciugato col dolcezza:

« Retasu… »

Lei aveva scosso la testa senza riuscire a dire altro; aveva pianto in silenzio per minuti interminabili e Ryou non si era mai allontanato, restandole accanto e confortandola finchè non si era calmata.

Anche nei giorni successivi era stato fin troppo dolce e apprensivo con lei; Retasu non se n'era certo stupita, sapeva bene che dietro la lingua velenosa del biondo si nascondeva una persona molto gentile. Se n'era innamorata anche per quello.

Ma tutte quelle premure non la facevano stare che peggio.

Per giorni non aveva fatto che piangere di nascosto, attenta a non farsi scoprire, e quando le lacrime erano finite era rimasta solo la tristezza. Aveva tentato di nasconderla, ma era difficile farla ad Ichigo e alle altre, e tra di loro anche Ayumi.

« Noi siamo amiche, no?! – era esplosa un giorno tornando dalle attività del club – Quindi devi dividere con me sia le cose divertenti che i tormenti! »

Alla fine aveva dovuto confessare tutto e doveva ammettere che, dopo, si era sentita più leggera.

Poco a poco la delusione si era assopita e, ormai, poteva dire di aver dimenticato il suo primo, deludente vero amore(*). Certo, Ryou non le era ancora indifferente, continuava a considerarlo una magnifica persona e – a pensarci arrossiva – un bel ragazzo, ma era un amico; un amico speciale che sentiva legato da un profondo affetto da parte di entrambi, ma solo un amico.

Retasu sentì un altro colpetto alla nuca e aprì di nuovo il messaggino di Ayumi.

 

Bene. Sai, ogni tanto diventi malinconica quando ne parliamo, sono sempre preoccupata.

 

Sai, sono fatta così.

 

Lo so. Ed è mio compito preoccuparmi.

 

Retasu rise, finendo quasi per essere beccata dal professore. Si nascose abbassando la testa fino a sfiorare il quaderno col naso, rossa in viso, e quando ebbe campo libero rispose all'amica.

 

Grazie . Comunque stamattina ero solo un po' addormentata, niente di che.

 

Le dispiaceva non poter essere sincera fino in fondo, ma era fuori questione che coinvolgesse Ayumi nelle MewMew; ancor più che potevano esserci nuovi pericoli all'orizzonte.

 

Mmm non starai pensando ad un nuovo ragazzo, vero ^-^?

 

Retasu arrossì nel giro di un secondo.

 

Ma che ti salta in mente ?!

 

Perché, scusa? Non sarebbe male ;3!

 

Beh, non c'è nessuno che mi piace!

 

Potresti guardarti attorno, no?

 

Non ne ho intenzione, e poi sono negata per queste cose!

 

Retasu sospirò, si era proprio intestardita su quel discorso!

 

Vorrà dire che ci guarderà Ayu-chan per te ;)

 

Ma cosa dici?!

 

^w^ tanto so bene qual è il genere di Reta-chan! Un bel ragazzo (quello chiunque ;P!), alto e magari più grande ^^. E ovviamente, molto intelligente, a te piacciono i secchioni xP!

 

Perfino da dietro Ayumi potè vedere Retasu diventare bordeaux.

 

Ci ho azzeccato, ci ho azzeccato! xD!

Scommetto che stai già pensando a qualcuno, vero ?

 

Assolutamente no!

 

E irritata Retasu appallottolò il foglietto e lo nascose nei più profondi recessi del suo astuccio, ponendo fine alla questione.

Detestava come Ayumi la conoscesse così bene, non era giusto! Ed era imbarazzante leggere i propri gusti messi così, in bella vista su due righe striminzite.

Sono così… Ovvia?

Sbuffò, ora le ci sarebbe voluta tutta l'ora per tornare a concentrarsi. Tutta colpa di Ayu e delle sue proposte sciocche!

Mai le avrebbe detto, però, che in realtà a qualcuno in realtà aveva pensato.

Sicuramente era più alto di lei, all'epoca la superava di almeno tutta una testa! E non credeva si fosse rimpicciolito, con gli anni.

Intelligente? Molto, forse troppo.

L'età non era in grado di indovinarla, ma era quasi certa fosse più grande, forse anche per quella sua compostezza…

Rigidità è il termine più adatto. Glaciale.

A quel pensiero dovette fermarsi. Si diede della stupida, perché stava arrossendo.

Perché le veniva in mente quell'immagine?

Un sorriso. L'unico che gli avesse mai visto fare.

Un sorriso vero, gentile.

Retasu sentì l'ennesimo colpettino alla nuca e sbuffò, aprendo con stizza un nuovo bigliettino.

 

Poi mi dici il nome, eh?

 

In tutta risposta anche quel biglietto finì fagocitato dall'astuccio.

Doveva solo calmarsi, in quel momento era solo agitata e quindi i pensieri le si stavano confondendo.

Non aveva alcun motivo di pensare a Pai, non ci aveva mai pensato. Inoltre, ora lui e gli altri si trovavano in chissà quale punto lontanissimo dello spazio, quindi cosa importava?

Si sforzò di seguire la lezione e, con suo sommo piacere, presto tutte le sue preoccupazioni furono assorbite dalle formule di chimica.

Giusto.

Era così che doveva essere la sua vita.

Calma e noiosa, ma serena.

 

 

***

 

« Quindi, niente? La solita vacanza calma e noiosa? »

« Sì, la solita vacanza calma e noiosa! – sbottò Ichigo ormai al limite della sopportazione – Se ora avete finito di farmi il terzo grado su me e il mio ragazzo, io vorrei passare a salutarlo prima di andare al lavoro! »

E scappò da Moe e Miwa, che la salutarono con un'aria per nulla soddisfatta in volto.

Accidenti ad Ayumi!

Per colpa sua era tutta la giornata che le altre non facevano che tormentarla su lei e Masaya, volendo a tutti i costi scoprire qualche risvolto piccante della loro relazione, e non c'era stato santo di far capire loro che non c'era stato proprio alcuno sviluppo in tal senso.

Non ci credo! era stata la frase più gettonata.

La rossa sospirò, credevano forse che a lei facesse piacere? Eppure era proprio così.

Stavano assieme ormai da più di tre anni, eppure…

« Ichigo! Sono qui! »

La ragazza sobbalzò e fece un gran sorriso, scorgendo Masaya in tenuta da kendo salutarla all'uscita della palestra. Gli corse incontro come un cagnolino, deliziandosi nell'ammirarlo in divisa: più passava il tempo, più trovava quel ragazzo bellissimo(**)!

« Com'è andata la giornata, piccola? »

« Ora che ti vedo, benissimo!

Sorrise lei felice; lui ricambiò radioso, con aria timida:

« A te? Tutto bene? »

« Il solito… Hai il lavoro al Caffè oggi? »

« Già – bofonchiò lei cupa – Sarò anche da sola con Minto e Purin… Zakuro-san è ancora in viaggio e Retasu oggi ha le attività del club. »

« Capisco. – le diede un buffetto sulla testa, facendola miagolare – Cerca di non innervosirti troppo, ok? »

Lei annuì ridacchiando. Masaya abbassò la mano e si ritrovarono a fissarsi negli occhi; erano vicinissimi ed Ichigo credette le stesse per esplodere il cuore:

« Masaya… »

Il moro sorrise, le prese il mento con due dita e le diede un tenero bacio a fior di labbra, che durò nemmeno un minuto.

« Ora devo andare. – disse quando si allontanò, dispiaciuto – Ti chiamo appena finisco, ok? »

Lei annuì, l'aria ancora trasognata, e lo guardò finchè non scomparve oltre la porta della palestra, poi si avviò. Non ebbe percorso nemmeno cento metri, che l'entusiasmo per quel bacio lieve era già svanito, lasciandola col tormento che da tempo l'attanagliava.

Certo, arrivare in terza base…!

Erano senza dubbio perdutamente innamorati l'uno dell'altra, Ichigo non aveva dubbi; e Masaya era dolce e premuroso, non le faceva mai mancare il suo affetto, o le sue attenzioni. Sì, Ichigo poteva tranquillamente dire di essere molto, molto felice assieme a lui.

Però…

« Possibile che – sbottò tra sé e sé – non ci sia mai una scossa di passione?! »

Quando avevano preso a frequentarsi erano ancora abbastanza piccoli da potersi limitare a qualche effusione e a degli abbracci, ma ormai erano al liceo! E non c'era mai stata una volta, una sola singola volta, in cui si fossero spinti appena più in là. Nemmeno un bacio degno di tale nome.

Lei non voleva certo che le saltasse addosso, ma non negava che le sarebbe piaciuto molto vedere che la voleva, o che quantomeno lasciasse intuire un minimo di desiderio.

Ichigo da parte sua – anche se a pensarci si sentiva un po' maniaca – voleva veramente compissero un passo avanti, ma non sapeva più come fare a farglielo capire, il ragazzo sembrava impermeabile a qualunque messaggio subliminale, in quel senso.

La rossa sospirò, a fare quei pensieri si sentiva in colpa. Masaya era praticamente il ragazzo perfetto, eppure lei trovava di che lamentarsi.

E poi, lamentarsi di cosa? Non era forse bello avere un fidanzato che non cercava di allungarle le mani sotto i vestiti, che si preoccupava di ogni sua esigenza e la trattava come una principessa?

Era fantastico. Almeno a parole.

Ma, e negarlo a sé stessa stava diventando sempre più difficile, non le bastava solo la dolcezza; voleva qualcosa in più, serviva qualcosa in più, e non credeva di poterlo nascondere ancora a lungo.

Soprattutto da quando…

I suoi pensieri si bloccarono così come i suoi passi; qualcosa l'aveva attratta, non un suono, ma una sorta di vibrazione nell'aria che faceva impazzire il suo sesto senso felino. Attaccato come sempre alla sua cartella, il piccolo Masha si alzò in volo e si ingrandì:

« Ichigo, Ichigo, che succede piii? »

« Non lo so… »

Mormorò lei. Gli occhi nocciola sembravano calamitati verso un punto oltre gli alberi alla sua destra, nel centro del parco: lì, nell'indefinito azzurro acceso del cielo, l'aria vibrava come quando fa molto caldo, senza un'apparente ragione.

« … Vieni con me, Masha. »

 

 

***

 

« Che succede Kei? »

« Non lo so – rispose il bruno allarmato – fammi verificare. »

I sensori dei computer sembravano impazziti: nel laboratorio era esplosa una cacofonia di bip sincopati, mentre i monitor vibravano disturbati da un curioso effetto neve.

« Una fonte di energia enorme, eppure così disorganizzata…! – Keiichiro era sorpreso e spaventato come non lo era da tempo – Non riesco a capirne la natura… Aspetta! »

Un monitor parve rianimarsi e mandò un segnale preciso, ormai ben noto a Ryou e Keiichiro. Il biondo impallidì:

« Non è possibile…! »

« Non ci sono errori. – replicò Kei con tono grave – Dobbiamo avvisare subito le ragazze! »

Ryou annuì:

« Contatta le altre, io cerco di rintracciare Zakuro, sperando sia già atterrata. »

 

 

***

 

Ichigo impiegò meno di cinque minuti a raggiungere la sua meta. Il piccolo Masha continuava a svolazzarle accanto, pigolando spaventato, ma lei non badò ai suoi richiami acuti.

Di fronte a lei, invisibile se non da quella posizione, c'era quello che sembrava un gigantesco tunnel di luce bianca; era impossibile capire se fosse piatto o andasse in profondità, talmente era luminoso, e Ichigo ebbe l'impressione che nessuno si fosse accorto della sua presenza.

Forse riesco a vederlo per il sesto senso che mi da il DNA del Gatto Selvatico?

« Ichigo! Fa paura, Ichigo! Andiamo via, piii! »

Lei, però, non era spaventata.

Alzò lentamente un braccio e l'allungò di fronte a sé: voleva toccarlo, voleva toccare quella superfice opalescente, capire…

« Non te l'hanno insegnato che non si toccano le cose che non si conoscono? »

La mewneko buttò un urlo mentre una mano pallida sbucava dal tunnel bianco e le si serrava sul polso; indietreggiò terrorizzata tirandosi dietro il resto che era attaccato a quella mano, che in quel momento aveva preso a ridacchiare:

« Sei sempre la solita, Ichigo. »

Lei sgranò gli occhi a quella voce, guardando la figura di uomo che spuntava galleggiando dal nulla; cascò quasi per terra dallo stupore, mentre lui si spostava un po' la frangia dei capelli verde scuro, diventati più lunghi.

« K… Kisshu! »

« Quanto tempo, mia dolce micina! »

 

 

 

 

 

 

(*) mi rifiuto di considerare il tipo della biblioteca come un "amore" -.-""! innanzitutto, perché Retasu piange troppo e non è giusto ç_ç*! Secondo… Vabbè dai in due giorni Reta s'è già ripresa xP!

(**) uuugh, che fatica scrivere di cose simili @__@""!!

 

 

 

 

~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~

 

Ooh yes, i'm coming back xD!! Sì lo so devo ancora finire GG&ET, ma questa storia mi è venuta in mente qualche gg fa e mi ha presa molto, così… Ho buttato giù una tramina veloce ed eccomi ^^!

Kisshu: ma che bello -.-""

Ichigo: tremo per la gioia -.-""…

Ryou: esaltante -_-"!

Cattivi ç_ç"! Kisshu, dai almeno tu sii dalla mia parte! Guarda che bella noticina c'è nelle info della ficcy ç_ç!

Kisshu *si illumina pericolosamente*: leggo "lime" o sbaglio?

^w^

Kisshu *ghigno*: autrice maniaca…

Si, ma tu sei contento ^w^!

Ichigo: un secondo, che intenzioni hai?! *voce tremolante di panico*

mmm… non sono ancora certa, per il momento lasciamo rating arancione e lime come nota, poi vedremo se alzare il tiro ^w^+!

Ichigo: un secondo, un secondo, in cosa vuoi coinvolgerci vecchia maniaca >\< ?!?

Minto: io non voglio saperne niente -\-!

Retasu: m-m-m-ma-a-a c-c-c-he-che… @\\@!

Zakuro: …

Purin: perché siete tutte nervose?

Ragazze: non preoccuparti, tu sei risparmiata, sei piccola -_-""…

A dire il vero nella storia ha 14 anni, quindi… Taruto, mi raccomando eh ^w^!

Taruto: che °\°?!

Ragazze: ma che intenzioni hai >\< ?!?

*le ignora* mi raccomando gente, lasciate tanti tanti tanti commy ^w^! Questa storia mi da un sacco di buone vibrazioni, spero vi piaccia ^^! E che vi piaccia il mio nuovo pg, personalmente io lo adoro x3!

Eyner: parli di me per caso ^^"?

*occhioni a cuore* sììì! Eyn-kun, vieni qui! Come sei carinoooo!!

Pai: ma se è comparso per due righe…

Taci, ghiacciolo! Avranno modo di apprezzarlo nei prossimi capitoli!

Pai: … (meglio non commentare)

*ancora abbarbicata ad Eyner* ci vediamo presto! Un bacioneeee!!

 

   
 
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