;Shooting star;
Toramaru era
sdraiato sul soffice prato di erba scura e umida.
Era notte,
ma non faceva freddo, essendo una serata estiva. Sentiva solo un leggero vento
scompigliargli i capelli, che si muovevano su e giù sulla fronte facendogli il
solletico.
E guardava il
cielo. Più precisamente le stelle.
Di tanto in
tanto si vedeva anche la scia luminosa di qualche cometa. Non vi prestava molta
attenzione, ma di tanto in tanto lanciava qualche “ooh” di meraviglia. Si
ricordava ancora la prima volta in cui ne vide una.
*flasback*
-Mamma, hai
mai visto una stella cadente?- aveva domandato il piccolo Utsunomiya alla donna
dai capelli blu scuro, esattamente come i suoi, in una sera in cui avevano
deciso di andare ad ammirare il cupo cielo notturno.
Si dipinse
uno sguardo interrogativo e curioso sul volto della signora, che si chiedeva il
perché di quella domanda.
La donna,
dopo qualche attimo di pausa, annuì, aggiungendo poi:
-Se ne vedi
una puoi esprimere un desiderio, e questo si avvererà.- il volto del bambino s’illuminò
all’improvviso, talmente emozionato dalla cosa nuova appena imparata.
-Guarda,
guarda mamma! C’è una stella cadente!- disse ad un tratto Toramaru, che aveva
notato con la coda dell’occhio la “coda” della cometa.
Improvvisamente
parve ricordarsi di qualcosa estremamente importante, tanto quanto ancora
estranea.
-Ma allora
posso esprimere un desiderio! Vediamo…- cominciò eccitato il piccolo, pensando
con la manina sul mento, come si farebbe per investigare su un difficile
mistero.
-… oh si!
Vorrei tanto che io e la mamma stessimo sempre bene e insieme!- concluse
strizzando gli occhietti e serrando i piccoli pugni, mentre la donna lo
guardava fiera, addolcito dal pensiero del suo bimbo.
*fine
flasback*
Toramaru
Utsunomiya non credeva alla legenda delle stelle cadenti. Infatti ormai cinque,
dieci, quindici comete avevano già fatto il loro corso nell’infinito abisso della volta celeste,
senza che lui esprimesse un solo desiderio.
Tempo fa, da
bambino, aveva chiesto il bene per lui e sua madre. Lui, si diceva nella mente,
stava bene.
Allora perché
ora la donna non era in salute come avrebbe tanto voluto?
-Che
stupidaggini, le stelle comete.- si ritrovò a mormorare, ripensando all’ingenuità
che anni prima lo aveva portato a credere a una simile sciocchezza.
Toramaru
odiava quelle scie luminose che squarciavano il cielo oscuro come un lampo.
Sembrava
quasi che da lassù prendessero in giro gli umani per quanto fossero così
stupidi da pensare che avrebbero portato tanta fortuna.
Tutt’altro.
Solo una dolorosa illusione. Una falsa speranza che, se non con un miracolo,
non avresti mai potuto vedere realizzata. E tutto ciò fa male, ti uccide
dentro, come un veleno letale.
Letale come
la stella cometa che ora si stava avvicinando al ragazzo con impressionante
velocità.
Sfrecciando
infuocata e bruciante, emanando un bagliore accecante verso Toramaru, che
urlava e implorava che quello fosse solo un sogno.
Forse
dopotutto neanche lui, come la madre, starà così bene.
Angolo
autrice*
Non mi piace
“angolo autrice”. Consigli aperti (?)
Ma quanto
sono cattiva, faccio cadere una stella cadente sulla Terra per ammazzare Toramaru.
Penso di
essere un po’ yandere.
Infatti non
ci crederete ma mi è dispiaciuto per Toramaru.
Beh, che
dire… devo andare a studiare matematica ora, si, capito bene.
Un bacio a
tutti e se volete recensite un pochino =D
Tety