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Autore: laulaury    03/09/2013    5 recensioni
Sul podio delle coppie più amate della saga di Dragon Ball un gradino non può che essere riservato a Crilin e C18. La loro storia d'amore è lacunosa e lasciata nell'ombra. Orsù, dunque, accendiamo le luci e sveliamo i dettagli di questa particolare coppia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Crilin, Muten, Un po' tutti | Coppie: 18/Crilin
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI: Ancora dubbi

Che male alla testa sentiva la giovane cyborg. Ricordandosi improvvisamente i fatti appena accaduti, come se un flash incandescente le avesse attraversato la mente, C18 aveva aperto gli occhi di scatto. Guardava attorno a sé ma non riconosceva nulla di famigliare.
“Oh ti sei svegliata!” esclamava una voce maschile. Al fianco della ragazza adagiata sul letto, c’era Crilin che vegliava. “Sei tu! Te la farò pagare!” urlava la gioane cyborg lanciandosi giù dal letto. Non essendosi ancora ripresa a pieno dalla botta ricevuta la ragazza aveva perso l’equilibrio e aveva rischiato di cadere. Crilin le era corso vicino sussurrando:” Perché sei tanto arrabbiata? Dai fatti aiutare.”. C18 si era sganciata dalla presa del ragazzo e spazientita aveva pronunciato:” Perché? Mi chiedi anche perché? Hai una bella faccia tosta! Sono stufa, non ho bisogno del tuo aiuto, me ne vado per sempre! Non mi vedrai...” finché, tentando di dirigersi verso l’uscita, era passata attraverso la cucina di quella piccola casa.

C’era pieno di candele, un tavolo apparecchiato per due e un mazzo di fiori su di una sedia. “Per la dolce C18” si leggeva dal biglietto posto sopra a quel bellissimo bouquet. Confusa, la giovane aveva rivolto lo sguardo verso il compagno. Lui, con voce tremolante, spiegava:” Ti volevo preparare una sorpresa. Scusa se non ti ho detto niente ma pensavo che ci avrei impiegato poco tempo a preparare, ed invece... È per questo che eri così arrabbiata?”. In quel preciso momento le era sembrato che il cuore si fosse fermato per qualche secondo. Una fitta al petto emanava un calore ustionante quasi da farle provare dolore fisico. Se non l’avessero fermata sarebbe stata anche in grado di uccidere Crilin. Il povero Crilin che per lei farebbe qualsiasi cosa. Ora non sapeva che fare; che dire. Era ancora furiosa. In realtà cominciava a sospettare che la rabbia non era veramente rivolta al ragazzo che si era rivelato sincero, ma a lei stessa. Non poteva permettersi di cadere in sentimentalismi. Non era ammissibile provare pietà per umano alcuno. Tanto meno affetto! Anche se quel calore che sentiva ancora nelle viscere significava certo qualcosa. Forse rimorso per la sua ira sfrenata.
 
C18 sbraitava:” Sei uno sciocco!” dritto in faccia al ragazzo. Nonostante questo gesto aggressivo, Crilin aveva intuito di averla placata un poco. Non era il caso di dare peso a quelle parole. Indicando il tavolo aveva completamente cambiato il tono al discorso:” So che l’ora della cena è ormai passata, ma perché sprecare tutto questo. Mangiamo, ti va?”. La ragazza non sembrava convinta ma era tutto il giorno che non toccava cibo. Avrebbe potuto assaggiare giusto qualcosina per placare i morsi della fame.
Si preannunciava una cena silenziosa. E così era stata. C18 si era messa a sedere scaraventando il mazzo di fiori a lei dedicato sul sofà non molto distante senza curarsi che fosse appoggiato per bene o che non si fosse disfatto durante il lancio. Nonostante stesse per cenare con la ragazza che adora, Crilin non era certo al settimo cielo. Lei era così dura e a tratti crudele con lui. Per nulla al mondo, però, avrebbe mollato; sapeva che era una strada in salita, ma il traguardo valeva la fatica.

Alla fine della cena i due non si erano ancora scambiati parola finché Crilin non le aveva offerto ospitalità:” Ascolta C18, io non ti obbligo a rimanere, ma avrai notato anche tu che non hai recuperato a pieno le tue forze. Puoi restare qui stanotte a riposare, se ti va. Quando ti sarai rimessa sei libera di fare ciò che preferisci. Ti lascio il mio letto per stanotte.”.
La biondina sapeva che Crilin aveva ragione. Non era ancora in grado di reggersi saldamente sulle gambe né tanto meno di volare. Restare almeno una notte era la soluzione più semplice. “Preferisco rimanere sul divano se non ti spiace.” aveva risposto C18 con parole che sembravano vuote di emozioni. Non vi era rabbia, ma nemmeno cortesia o tenerezza. Erano piatte. Crilin, ormai del tutto convinto che non avrebbe mai sormontato quell’ardua salita, aveva fatto cenno di sì con la testa e si era ritirato in camera. La ragazza si era alzata dalla sedia e aveva spento le luci rimanendo avvolta dal bagliore fioco di qualche piccola candela accesa qua e là. Alla fine si era seduta sul divano: immobile e silenziosa.

Nella camera da letto, intanto, Crilin non era riuscito a prender sonno. Restava fermo ad osservare il soffitto pensieroso. Si chiedeva da quanto tempo era in quella posizione e cosa stesse facendo nel frattempo C18. Non riusciva più a stare sdraiato a fissare il vuoto. Le gambe fremevano. Aveva deciso, allora, di alzarsi per bere un bicchiere d’acqua. In tal modo avrebbe dato anche un’occhiata alla ragazza. Dalla porta da cui Crilin si affacciava era visibile la zona soggiorno, nonostante il divano fosse collocato in modo da dare le spalle alla stanza da letto. Questo non impediva al ragazzo di scorgere i biondi capelli della cyborg. Aveva in capo appoggiato al bracciolo del divano. Probabilmente era sopita. Il giovane, silenziosissimo nei movimenti, le si era avvicinato. C18 dormiva beatamente. Dopo aver soffermato a lungo lo sguardo sul delicato viso di lei, Crilin aveva notato un particolare che gli aveva riscaldato il cuore. La ragazza stringeva tra le braccia il mazzo di fiori che Crilin le aveva regalato. Intenerito dalla scena, aveva preso una coperta per tenere al caldo l’amica.

Appena finito di rimboccargliela Crilin aveva alzato lo sguardo e aveva trovato i due occhi vitrei che lo fissavano. La cosa lo aveva inquietato e l’aveva fatto sobbalzare all’indietro un poco. Senza aver tempo di riprendersi dallo spavento, C18 aveva alzato il busto abbastanza da raggiungere il ragazzo. Era rimasta a fissarlo dritto negli occhi a meno di un palmo dal naso. Impprovvisamente, poi, lo aveva baciato. Il povero amico di Goku era più confuso che mai. Aveva, però, deciso di non farsi inibire  dalla sua coscienza e cedere.
Quella notte la passione si era accesa proprio su quel divano. I baci pieni di passione; i movimenti naturali, come se fossero guidati dall’istinto e non dalla mente. I due corpi nudi erano accarezzati dalla luce delle candele che davano al momento un effetto sfocato, quasi fosse un sogno. Crilin aveva continuato a muoversi poderosamente sopra di lei finché il piacere di entrambi non era esploso irruento. Lui ora stava accasciato sopra di lei privo di forze. C18 lo stringeva forte tra le braccia: questa volta non l’avrebbe lasciato scappare. Così si erano addormentati.
 
Giunto il giorno, il primo ad aprire gli occhi era stato Crilin. Dopo i primi minuti di stordimento aveva cercato freneticamente con lo sguardo l’orologio: com’era tardi! Aveva un sacco di cose da fare. C18 domiva ancora ma il ragazzo aveva ben pensato che questa volta sarebbe stato meglio svegliarla per avvertirla della sua uscita. Aveva sussurrato dolcemente il nome di lei e le aveva dato un bacio sulla guancia. Pian piano due occhi celesti si erano schiusi di fronte al ragazzo. “Scusa se ti ho svegliata. Volevo solo avvertirti che devo uscire. Devo fare un sacco di commissioni e devo dare lezioni di arti marziali tutto il pomeriggio. Mi dispiace lasciarti sola. Vuoi che ti accomapgni da Genio?” aveva chiesto preoccupato il giovane. La biondina aveva risposto solo squotendo la testa in segno di no. “Puoi restare qui senza problemi. Fai come se fossi a casa tua. Puoi fare anche due passi tra il verde qui vicino a casa o, se preferisci, il centro città non è lontano. Te la ricordi la strada?” e la ragazza aveva fatto segno di sì col capo. Crilin si era alzato dal divano, aveva fatto la doccia e si stava vestendo. Nel mentre C18 si era portata dinanzi al frigorifero e stava valutando cosa mangiare per colazione. “Beh allora io vado. Ci vediamo stasera.” affermava con voce tremolante il giovane. La ragazza si era scostata dal congelatore e i due si erano guardati in silenzio per qualche lunghissimo secondo. Dopo un po’ di indecisione, Crilin si era avvicinato a C18 e le aveva dato un bacio sulla guancia ed era, poi, uscito di fretta e furia.
 
C18 era rimasta sola in quella casa sconosciuta. Senza troppe preoccupazioni aveva fatto colazione e poi si era messa a gironzolare per la dimora. Magari avrebbe trovato qualcosa che le avrebbe permesso di conoscere meglio Crilin. La casa era piuttosto spoglia e sembrava anche poco sfruttata. Doveva passarci veramente poco tempo all’interno. Scrutando le mensole del salotto aveva trovato un album di fotografie. Alcune ritraevano Crilin e Goku da piccoli insieme al Genio delle Tartarughe. Crilin era così tenerello e buffo da piccolo. Le altre foto scandivano altri momenti impotanti della vita del ragazzo. Nelle foto aveva riconosciuto alcuni dei guerrieri con la quale si era scontrata. Nessun’altra persona però appariva: un fratello, un genitore. C18 aveva compreso che anche Crilin doveva essere un’anima piuttosto sola, proprio come lei. “Allora” si chiedeva “Come fa a vivere così serenamente?”. La ragazza ancora non poteva comprendere il forte legame che Crilin aveva con i suoi amici: per lui quella era la sua famiglia.
Chiuso l’album gli occhi della ragazza erano caduti sulla porta della camera da letto e immaediatamente un’immagine era riaffiorata nei suoi ricordi. L’immagine di quella camera completamente vuota della Kame House in cui doveva stare Crilin. La ragazza aveva cominciato a dubitare nuovamente della sincerità del giovane. Se le stava solamente preparando una cena romantica a sorpresa, che bisogno c’era di portare via tutti i suoi vestiti. I pensieri si facevano più martellanti. In fondo lei non sapeva per quanto tempo era rimasta svenuta a causa del calcio di Gohan; Crilin avrebbe potuto creare quella messa in scena per non finire ammazzato.
 
Era sera e la porta d’ingresso si era aperta. A tenere la maniglia era Crilin che faceva il suo ingresso in casa. Non c’era bisogno di annunciare il suo arrivo poiché la giovane cyborg stava seduta su di una sedia del tavolo da pranzo fissando la porta. “Ciao C18, che fai lì?” aveva chiesto innocentemente il giovane ragazzo. Lei si era alzata in piedi e avvicinata con fare serio e minaccioso. Crilin pensava preoccupato e intimidito:” Cosa ho fatto questa volta?”.
“Dimmi Crilin” aveva incominciato la ragazza “C’è una cosa che non mi torna: perchè hai lasciato la tua stanza della Kame House completamente vuota? Mi hai detto che eri venuto a prepararmi una sorpresa ma sembra piuttosto che cercassi di scappare. Mi dici che succede?”.
Il giovane si era trovato disarmato da quella domanda. Sapeva che sarebbe saltata fuori prima o poi, ma non era così che l’aveva programmato. Niente era andato secondo i piani. Con voce tremula cercando di dissimulare il ragazzo cercava di rispondere:” Ecco... Vedi... Ho portato i vestiti via con me per lavarli.”.
La risposta era risultata poco credibile. C18 lo fissava con occhi di ghiaccio e con voce ferma ed impositiva affermava:” Dimmi la verità Crilin!”.


[Angolo dell'autrice: Cari lettori perdonatemi per il ritardo ma sono stati giorni lunghi e pieni. Tornando alla storia: cosa nasconde il nostro amico Crilin? Quante insidie deve ancora affrontare questa coppia? Mi auguro che anche questo capitolo sia stato di vosto gradimento e che questi ultimi interrogativi vi spingano a continuare a seguire la storia. A presto ;) ]
  
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