Io non ce
l’ho più
un’anima.
E aveva ragione.
La sua infatti l’avevano
distrutta, andata in mille pezzi
nell’ultima tempesta che era stato costretto ad affrontare.
E questi, risucchiati
dall’oscura fornace del suo cuore
dilaniato, si erano sciolti in una poltiglia sanguinolenta,
smembrati dal fuoco nero
dell’odio e della disperazione.
I demoni che abitavano quelle zone
avevano banchettato per
giorni, gozzovigliando e godendo dei resti putrefatti e maleodoranti.
Ma come accade a volte in quel che
sembra un perverso gioco
del destino, il vuoto che sentiva adesso nel petto paradossalmente gli
era
stato d’aiuto.
Eliminati quegli stupidi sentimenti,
tutto era divenuto più
semplice.
Perché una volta penetrato
fin nel fondo dell’abisso e uscitone
miracolosamente vivo, prendono vita intriganti e intricati meccanismi.
A loro modo divertenti.
Quella
sarebbe stata
la sua vendetta.
Gli esseri che gli avevano divorato
il cuore, a loro volta
sarebbero stati divorati da quel cuore che non batteva più,
ma stava rimettendo insieme i pezzi
lentamente,
inesorabilmente.
Svincolato da tristezza e
disperazione, avrebbe assorbito
quelle bestie nutrendosi dei loro deliri e del loro veleno, oramai
immune.
Avrebbe preso vita con nuove
sembianze.
Splendide, gelide, fiere sembianze.
E alla fine avrebbe vinto, conscio
del vero significato che
assume la parola sopravvivenza.
VENTI ANNI
DOPO
Leonardo è uno dei
violinisti più famosi del mondo.
I suoi concerti sono una meraviglia,
riesce sempre ad
ottenere il tutto esaurito.
E’ fiero di sé
stesso, oggi.
Perchè ha avuto il
coraggio di percorrere la sua strada.
Le sue composizioni sono
meravigliose, dolci e allo stesso
tempo inquiete.
Ora delicate, ora intense e
spaventose.
Il suo stile è unico.
Un talento decisamente particolare,
che riesce a fondere
alla perfezione melodie tra loro apparentemente discordanti.
Nessuno sa che quel che descrive, col
suo violino,
costituisce la profonda verità della sua anima.
Lui non si è lasciato
distruggere fino in fondo da quei
compagni che a scuola lo prendevano in giro per la sua passione.
Che lo picchiavano perché
troppo sensibile e poco incline
alla violenza.
Che lo umiliavano tutti i santi
giorni, perché nel cuore
aveva una luce assai più luminosa della loro.
Non si è lasciato
scoraggiare dall’assenza di un padre,
incapace di svolgere tale ruolo.
Che non comprendeva la sofferenza
profonda celata dietro i
mutismi del figlio, dunque etichettato come
“strano”.
Cosa direbbe adesso a queste persone?
Probabilmente niente.
L’indifferenza rimane
sempre l’arma migliore.
Ciò che racconta col suo
strumento non è altro che l’insieme
di due elementi.
Il terrore
che per
anni ha vissuto.
Le speranze
che ha
continuato a coltivare.
Ecco quel che rende la sua musica
un’esperienza unica.
Sorride Leonardo, mentre riflette in
silenzio.
Perché ora conosce la
verità.
Non i demoni sono da temere,
bensì quelle persone che
riescono ad addomesticarli,
diventando un tutt’uno con
essi e imparando ad usufruire
della loro forza.
Lui è ora una di quelle
persone.
Ha vinto sul serio.
Per sempre.
Note: Dedicato
a tutti coloro che in questo momento
combattono per sopravvivere.
Possa la vostra sete di rivalsa
essere più
forte di ogni altro dolore.