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Autore: MandyCri    04/09/2013    25 recensioni
Una richiesta, una promessa, una dichiarazione.
- Te lo giuro Jenna. Il college non ci separerà.
Questo aveva detto Jack a Jenna quando li abbiamo lasciati.
Le cose purtroppo non vanno sempre come si spera.
E se il college invece li avesse divisi? E se questa volta non fosse colpa di Jack?
E se fosse stata Jenna la prima ad arrendersi e a non credere nel loro rapporto a distanza?
Questa volta però Jack non è da solo: Chantal ed Elizabeth lo aiuteranno con i loro metodi poco ortodossi e piani strampalati a riprendersi la sua Jenna, ma Jack sarà all’altezza delle due genitrici pazze? Riuscirà a mettere in pratica i loro piani strampalati?
Il destino si sa, certe volte è crudele, ma Jack si opporrà agli eventi contrastanti, perché si è sempre sentito “Gastone” e non “Paperino” e per lui nulla è impossibile.
Ce la farà il nostro Don Chisciotte a sconfiggere i suoi mulini a vento?
Lo scopriremo insieme.
Sequel di “Un sacco di patate. L’amore non è bello se non è litigarello”.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
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Come sempre grazie a PinkyCCh per il meraviglioso banner
e il bellissimoTRAILER


Cosa posso dire?
GRAZIE!
Avete accolto J&J in modo travolgente e passionale e mai me lo sarei aspettato!
E' stato davvero una cosa sensazionale leggere i vostri commenti e il vostro entusiasmo.
Grazie davvero con tutto il <3
Non so davvero cosa dire.

Se avete voglia ho un'altra storia in corso
 L'undicesimo comandamento di MandyCri


Vi ricordo che il gruppo di fb è sempre valido
L'amore non è bello se non è litigarello


Vi lascio al Jack pensiero.
Buona lettura e ancora GRAZIE

____________

CAPITOLO 2
 
- E così tu e Tess vi sposate… bene. Bella notizia… sono contento per voi.
- Jack ti prego, frena l’entusiasmo! Dovresti cambiare lavoro e fare il becchino! Cristo Santo! Spero solo che tu non abbia questo atteggiamento con i tuoi studenti, perché se così fosse, non li invidio proprio! Ho capito che Tess non ti è mai risultata troppo simpatica, ma caspita. Ti dico che mi sposo e reagisci come un morto! “Bella notizia… gne, gne, sono contento per voi… gne, gne”. Un po’ di vita, ragazzo mio! – sbottò Alex alzandosi in piedi per fargli l’imitazione.
Jack sorrise – Ma dai Alex! Lo sai che sono veramente felice per voi. Cosa dovevo fare i salti di gioia, i fuochi d’artificio? Stappiamo una bottiglia questa sera e festeggiamo! – rispose sarcastico.
Alex si immusonì, scuotendo vigorosamente la testa – È il mio matrimonio, Jack! – lo riprese ancora una volta – Una volta sì che avresti fatto i salti di gioia! – disse cupo.
Si sentì lievemente in colpa nei confronti del ragazzo – Hai ragione, scusa… sono proprio un pessimo amico.
- Sarai il mio testimone, vero? Lo so che quando l’abbiamo giurato uno all’altro, eravamo solo dei mocciosetti, però io ci terrei fossi tu… - mormorò Alex, abbassando la testa.
Fu in quel momento che ebbe un’illuminazione – Bè, che discorsi! Certo! – accettò subito con gioia – Ehi, Alex non è che…
L’amico lo interruppe subito – Non ci provare nemmeno Jack. Lo sai che non devi nominare quel nome invano. Abbiamo un accordo! Noooo! Non guardarmi con quella faccia da cane bastonato, lo sai che non attacca. Non puoi ogni volta ricadere sempre su quel discorso e su quella persona.
L’innominabile sarà la damigella d’onore di Tess e con questo il discorso è chiuso! – abbaiò con cattiveria Alex.
Jack alzò gli occhi – Ma che palle! Non volevo chiederti di lei… - mentì, cercando di sostenere lo sguardo corrucciato dell’amico.
- Si, certo… come no… dai Jack non sei capace di dire bugie, lo sai.
Sbuffò – Io non capisco, perché non posso parlare di lei – disse infine – Sono una persona libera e qui negli Stati Uniti, c’è la libertà di espressione, si dia il caso!
- Senti, se vuoi te lo rispiego per la miliardesima volta: non puoi parlare di… lei… perché per mesi e mesi mi hai scartavetrato le palle, piagnucolando come una femminuccia. “Perché mi ha lasciato? Cosa è successo? Com’è possibile che non sia più innamorata di me?” E fosse solo questo… no! Non hai accettato nessun consiglio, perché non volevi abbassarti e mortificare il tuo stupido orgoglio alla Jack Grant! Non le hai chiesto spiegazioni, non l’hai più voluta vedere. Allora io dico: hai deciso di agire così? Accetta le conseguenze. Non puoi continuare in questo modo, sono passati tre anni! Rifatti una vita Jack. È arrivato il momento di guardare avanti. Tu e Jenna vi siete lasciati, fattene una ragione oppure, se sei ancora innamorato di lei, chiamala, scrivile, cerca di riavvicinarti a lei – quando Alex finì il suo lungo e concitato monologo, sbatté i pugni sul tavolino del caffè in cui erano andati a fare colazione.
Jack era tutto rosso, livido di rabbia per le parole dell’amico – Ti ricordo che mi ha lasciato per mail Alex! PER. MAIL! – sbottò incattivito – Tu avresti cercato un chiarimento con una persona così codarda?
- Codarda? Ma senti da che pulpito… Jack! Non farmi incazzare ancora di più. Sono tre anni che menti e io ti tengo il gioco – replicò l’amico sempre più stizzito.
Jack alzò le spalle – Bè, sono bugie a fin di bene, quelle… - mormorò imbarazzato.
Alex alzò le sopracciglia e lo fissò imbambolato – A fin di bene? – chiese stranito.
- Certo che si! Guarda? – gli mostro entrambi i palmi delle mani per dare una prova di ciò che stava affermando.
Il ragazzo spostò gli occhi dalle mani al viso sempre più perplesso – Devo leggerti il futuro, per caso?
Jack grugnì – No scemo! Guarda i calli!
- Non capisco proprio, scusa ma devi darmi dei ragguagli, almeno so dove vuoi andare a parare – gli disse l’altro, mentre uno stupido sorrisino gli colorava il viso.
- Sono diventato un segaiolo, Alex! Ambidestro per giunta! Cosa dovrei dire a Jenna? Oh cara, da quando mi hai lasciato non sono stato più con nessun’altra ragazza. Sono talmente innamorato di te che nessuna è alla tua altezza e pensa, cara, mi tocco ogni sera ripensando al tuo corpo! Non ridere scemo, vorrei vedere te al posto mio! – piagnucolò.
- Jack io non comprendo davvero, perché continui a far credere a tutti che sei andato avanti e che esci con una ragazza diversa ogni settimana. Capisco che devi salvaguardare la tua reputazione, ma così non la riavrai mai… guarda che queste voci arrivano alle sue orecchie…
Lo interruppe con forza – Oh! Ne sono convinto, sono io che non so più nulla di lei, perché voi mi proibite, perfino, di nominarla! Lo so bene che invece Tess e Karol le dicono tutto di me. Io non afferro ancora il motivo per cui sia stato ammutinato dalla nave degli amici!
Alex scoppiò a ridere – Non lo capisci? Dai andiamo… per mesi e mesi non hai parlato di altro. Ti abbiamo detto in tutte le lingue del mondo di andartela a riprendere subito, di chiarire con lei, anche litigando e urlando fino a restare senza voce, ma tu ti sei intestardito, perché il grande Jack Grant non si poteva abbassare a tanto! Non ne potevamo più di tutti i tuoi sproloqui, per quello ti abbiamo vietato di nominare Jenna!
- Sono ancora innamorato di lei – ammise mesto all’amico che tutto di colpo ritornò serio.
- Lo so Jack – lo confortò prendendogli la mano e stringendogliela forte – Riprenditela! – lo incitò poi – Jenna sarà la damigella d’onore di Tess, afferra l’occasione al volo.
Jack negò con la testa – Sono passati tre anni, Alex. Secondo te, se fosse stata ancora innamorata di me, non avrebbe fatto qualcosa per riavvicinarsi? Non mi vuole più.
Il ragazzo sbuffò – Senti… non dovrei dirtelo, ma so che Jenna non ha più avuto un ragazzo dopo di te. Ha sofferto molto e io sono sicuro che ti ami ancora, proprio come il primo giorno.
Jack sorrise – Mah... non sono molto ottimista.
- Allora riprenditi la tua vita Jack e comincia ad uscire con qualche altra ragazza, ma per davvero questa volta, sono stanco di reggerti questo stupido gioco con gli altri. Far finta di avere mille ragazze è da imbecilli, soprattutto quando le puoi avere davvero, poi adesso hai un sacco di studentesse che ti sbavano dietro, dovresti approfittarne. Io, uno più scemo di te, non l’ho mai conosciuto. Giuro! – scherzò Alex.
- Sono delle ragazzine! Ma che sei matto? – rispose sorpreso.
Alex gli fece l’occhiolino – Bè, qualcuna dell’ultimo anno è maggiorenne. Avresti, in caso, solo sei anni in più. Farebbero carte false per te professor Grant!
Stava per replicare ancora quando, proprio in quel momento, il cellulare gli vibrò in tasca, aprì la notifica del messaggio e lo lesse.
Muovi quel tuo bel culetto e vieni IMMEDIATAMENTE a casa mia!
Jack soffiò un’imprecazione.
Maledetta genitrice pazza che gli rompeva sempre le scatole!
- Devo andare adesso. Visto che ti sposi: paga tu! – disse cominciando ad alzarsi.
Alex lo mandò a quel paese, poi gli sorrise – Pensa Jack a quello che ti ho detto.
- Lo farò – lo rassicurò – Ciao.
Si avviò verso la macchina.
Elizabeth Allen, ovvero la genitrice pazza, non l’aveva lasciato in pace un momento da quando si era messo insieme a Jenna, nemmeno quando quest’ultima l’aveva lasciato.
Era stato proprio lui a comunicarle, per telefono, la notizia della loro rottura. Jenna si era dimostrata una codarda anche in quello.
Elizabeth l’aveva chiamato, perché aveva sentito la figlia e le era sembrata particolarmente strana e triste e, ovviamente, l’aveva subito accusato di essere la causa dello stato d’animo di Jen.
Jack aveva appena finito di leggere la mail in cui la sua ragazza lo lasciava ed aveva un diavolo per capello.
Aveva praticamente riso in faccia ad Elizabeth – Sai una cosa, Liz? – aveva detto strafottente – Ti giro una cosetta al tuo indirizzo di posta elettronica e poi sono proprio curioso di sapere se sono io quello che deve essere consolato o la tua cara Jen!
Le aveva sbattuto il telefono in faccia e non l’aveva più sentita per diversi giorni.
Ovviamente la mail in cui Jenna lo lasciava, gliel’aveva girata subito dopo aver chiuso la telefonata.
Quando la rabbia aveva lasciato posto al dolore, si era sentito in colpa.
Era andato a trovare Liz per chiederle scusa e, un po’, anche per egoismo. Aveva avuto assoluto bisogno di qualcuno che gli parlasse di Jenna e chi meglio di Elizabeth poteva farlo?
L’aveva trovata con gli occhi gonfi e circondati da profonde occhiaie. Vicino alla porta c’era un trolley. Era pronta per partire.
Elizabeth gli aveva preparato un the – Non ne vuole parlare con me – gli aveva confidato tra le lacrime – Mi ha proibito di immischiarmi e mi ha minacciata di non tornare più a casa se lo farò. Ho deciso quindi di andare da lei e cercare di capire, anche se non le consiglierò nulla. Le resterò vicina e basta. Non prendertela con me Jack, cerca di capire… è mia figlia ed è il bene più prezioso che ho.
Jack aveva sentito il cuore disgregarsi in mille pezzi.
Allora è veramente finita…, questo era stato il suo unico pensiero.
Aveva tranquillizzato Liz dicendole che prima o poi le cose si sarebbero sistemate, cosa che sperava con tutto se stesso.
Mai promessa era stata smentita come quella!
Da allora la genitrice pazza era sempre rimasta in contatto con lui, anche perché, l’amicizia che era nata con sua madre non si era affievolita con il tempo.
Anzi, le due donne uscivano spesso insieme e si sentivano giornalmente.
Era certo che Jenna lo sapesse, ma nonostante lui l’avesse sperato con tutto se stesso, questa amicizia tra le loro due madri non aveva l’aiutato a rivederla. C’era stata solo qualche breve e rara occasione, quando l’aveva incrociata di sfuggita per strada.
Sia Elizabeth che Chantal non avevano più parlato della sua relazione con Jenna e nemmeno fatto nulla per riunirli.
Un po’, forse, ci aveva sperato, ma ancora una volta si era sbagliato.
Immerso in tutti quei pensieri, Jack si ritrovò davanti alla casa della madre di Jenna.
Come al solito, quando si recava da quelle parti, pregò, anche in aramaico, di non incontrare la vecchia fastidiosa.
Aveva imparato a sue spese, viste le numerose bastonate ricevute, di guardare bene in tutte le direzioni, prima di entrare nel palazzo da lui definito “maledetto”.
Quando vide che, fortunatamente, la via era libera mandò un messaggio ad Elizabeth che era al corrente della sua fobia verso la gentile signora anziana del piano di sopra.
Apri!
Ok, era un cacasotto, ma proprio non sopportava la signorina Rottenmeier!
Meglio evitare di aspettare davanti al campanello che Liz gli aprisse.
Quando sentì il rumore del cancello automatico, si precipitò all’entrata e con uno scatto degno di un velocista, entrò nell’androne del palazzo.
Chiamò l’ascensore, saltellando agitato.
Ma possibile che avesse così tanta paura di una vecchiaccia?
- Non è fattibile che questo ascensore non sia mai libero, quando serve! - sentì rimbombare proprio la voce della donna tanto temuta, tra le pareti del palazzo e, con il sudore che gli scendeva sul viso, pregò di riuscire ad infilarsi dentro l’ascensore, prima che la vecchia scendesse a piedi e lo scoprisse.
Per una volta tutto filò tutto liscio.
Entrò in ascensore, salì al piano e quando uscì della donna non c’era traccia.
Quindi entrò in casa di Elizabeth che gli aveva lasciato la porta socchiusa e, una volta chiusasela alle spalle, tirò un lungo sospiro di sollievo.
Quando alzò gli occhi però la scena che gli si presentò davanti, gli ghiacciò il sangue.
Elizabeth e Chantal erano in piedi davanti al divano, nella stessa identica posizione: braccia conserte e piede destro che batteva furiosamente per terra.
Sembravano due gemelle.
- Ehm… ciao… - borbottò.
- Ciao Jack, ti stavamo aspettando – disse la genitrice pazza, facendogli un cenno del capo – Accomodati – aggiunse perentoria, spostando una sedia davanti al sofà.
- Amore… – lo salutò sorridendo sua madre.
Fu quel sorriso che gli infuse un po’ di coraggio.
Si sedette titubante davanti alle due donne che a loro volta si accomodarono sul divano, davanti a lui.
Sembrava quasi l’inquisizione!
Deglutì vistosamente e poi si fece forza – Cosa succede? – chiese allarmato.
Fu Liz a prendere la parola – Jenna ritorna a casa al massimo entro un mese. Come ben tu saprai, Tess e Alex si sposano il prossimo giugno e mia figlia sarà la damigella d’onore della sposa e tu il testimone dello sposo. Quindi, siccome non ti riteniamo all’altezza della situazione, abbiamo pensato di comune accordo di concederti il nostro aiuto – affermò cercando l’approvazione di sua madre che le annuì sorridendo.
- Voi mi concedete il vostro aiuto? E per cosa? – domandò non capendoci niente – Jenna ritorna a vivere qui? E perché mai se il matrimonio sarà tra nove mesi? – domandò perplesso, mentre un calore strano gli riscaldava il cuore.
- Mio Dio Jack! Sei sempre il solito tonto, non cambierai mai! – sospirò la genitrice pazza, poi gli sorrise – Voglio che torni insieme a mia figlia. Tu sei l’unico genero che voglio avere e non permetterò a nessuno di prendere il tuo posto!
Jack spalancò gli occhi, non si sarebbe mai voluto trovare al posto del poveretto che Jenna avrebbe scelto!
Un attimo solo! Tutto quel discorso della genitrice pazza significava, forse, che Jenna aveva un fidanzato?
Il mondo gli crollò addosso in un istante – Liz… Jenna ha un ragazzo? – balbettò, cominciando ad ansimare e incespicandosi sulle sue stesse parole. La fissò ansioso.
- Amore mio – intervenne sua madre – Non ti preoccupare, abbiamo svolto le dovute indagini e anche se Jen non ci dice più nulla, o meglio non si confida più con Elizabeth, perché ha paura che lo riferisca a me e di conseguenza io lo ripeterei a te, sappiamo da fonte certa che è single! – affermò sua madre, lieta di dargli la buona notizia.
Jack guardò sua madre di traverso.
Che razza di giri di parole erano questi?
Per fortuna sapeva ancora fare due più due e il senso del complicato discorso di Chantal l’aveva chiarito perfettamente: Jenna era sola!
Sempre che avesse detto la verità alle sue amiche del cuore… o che queste l’avessero riportata alle due mamme.
Del resto era lui stesso il primo che raccontava un sacco di frottole sulla sua vita sentimentale… e se Alex gli aveva retto il gioco anche Tess e Karol potevano reggerlo a loro volta a Jenna.
Soprattutto Tess che lo odiava e avrebbe fatto chissà cosa per vederlo affondare.
Sentì la testa scoppiargli.
Jack si accorse di ringhiare sommessamente – Cosa dovrei fare esattamente? – chiese allora.
Doveva fidarsi di quelle due, perché rivoleva la sua Jenna a tutti i costi.
- Innanzi tutto vogliamo sapere la verità su di te e cosa hai fatto in questi tre anni, altrimenti non ti possiamo aiutare, se viene fuori qualcosa di compromettente che noi non sappiamo… bè siamo nei guai! È un po’ come il rapporto cliente-avvocato – sentenziò Elizabeth.
Jack sbiancò – Ecco…
- Tutta la verità – l’ammoni la donna – E per renderti più facile la risposta, ti elenco i punti a cui dovrai rispondere – si rivolse a Chantal – Carta e penna, socia!
La madre annuì ancora.
Ma cos’erano pazze quelle due?
Erano due madri, non due detective!
Una madre pazza, in carriera e una madre casalinga, che ultimamente seguiva l’amica e l’aiutava nel suo lavoro, per diletto!
Mio Dio! Io e Jenna abbiamo creato due mostri, facendole incotnrare!, pensò Jack.
- Pronta Chanty? Jack?
Chanty? CHANTY??? La chiamava davvero così? Cose dell’altro mondo!
- Si sono pronto – disse invece deglutendo. Chissà cosa avevano in mente…
- Allora – iniziò puntandogli il dito contro – Jack Junior Grant, detto JJ, stai frequentando qualcuna?
Le fissò entrambe ancora una volta, allucinato.
La madre scriveva come una forsennata su un foglietto, mentre Elizabeth, che si era pure alzata dal divano, andava avanti indietro con la mano sinistra dietro la schiena e quella destra sotto il mento, concentratissima.
 - No!
 - Quante ragazze hai avuto? Cosa ci hai fatto? Con quante sei andato a letto negli ultimi tre anni? C’è qualcuna che senti, tanto per…? C’è qualcuna che ti corteggia? Vogliamo sapere tutto nei minimi dettagli per poter formulare il nostro piano “acchiappa Jenna”. Intanto rispondi a queste, poi ti farò le altre. Hai scritto tutto socia?
Jack strabuzzò gli occhi!
Cristo Santo! Quelle due volevano sapere vita, morte e miracoli della sua vita sessuale!
Dire quelle cose davanti a sua madre? Ma che scherzavano?
Nemmeno morto…
Per fortuna che lui, da tre anni a questa parte, aveva fatto un voto di castità, o meglio, nessuna l’aveva più attratto sessualmente.
Non doveva dire loro dell’auto piacere che si dava quasi ogni sera, pensando a Jenna, giusto?
- A parte che questi sono affari miei, sia chiara una cosa. Io a mia madre non dirò mai cosa faccio con le ragazze. Ma siete pazze? Ho anch’io una dignità! Fortunatamente, posso rispondere a queste domande con tutta tranquillità, ma in ogni caso non avrei mai detto a mia madre le mie prestazioni sessuali. Non ho più avuto nessuna da quando io e Jenna… bè… ci siamo lasciati. Non sono più uscito con altre ragazze e non ho baciato o fatto altro. Per il resto… sono il professore di matematica del liceo più importante di questa città e lo sanno anche i sassi che lotto ogni giorno contro centinaia di ragazzine che sono peggio dei pitbull, quando mi vedono! Devo uscire sempre scortato da qualche altro insegnante, perché non mi assalgano in massa e mi propinino le loro stupide scuse, pur di parlare con me: non ho capito la lezione, avrei bisogno di ripetizioni private, ecc… ecc…! – rispose con fin troppa enfasi.
Elizabeth lo fissò a bocca aperta – Non sei stato con nessuna? – aveva un’espressione sconvolta dipinta sul viso. Si sedette e il silenzio calò pesante. Dopo almeno cinque minuti, Elizabeth si rialzò e scoppiò a ridere – Quindi ci stai dicendo che ti sei ammazzato di seghe per tre anni di fila?
- Liz! La vedi quella vicino a te? È mia madre! Ma ti rendi conto che figura di merda mi hai appena fatto fare? – sbraitò, sentendo il viso andare a fuoco.
Cristo Santo! Ma perché doveva capitare proprio a lui una suocera così?
Forse era meglio lasciar perdere Jenna e chiudere definitivamente quel capitolo della sua vita.
Non poteva reggere, ancora per molto tempo, l’imbarazzo in cui lo metteva sempre quella donna.
Si, si! Meglio mandare a farsi friggere tutto e tutti…
- Quindi le voci che circolano su di te come le dovrei considerare? – chiese invece lei, ritornando seria e fregandosene altamente della sua protesta, mentre sua madre continuava a scrivere imperterrita, ma che cazzo aveva poi da scrivere?
- Volevo salvarmi la faccia – rispose senza mezzi termini – L’unico che sa la verità è Alex e mi ha retto il gioco fino ad oggi. Lo confermerà se glielo chiederai. Non avuto più nessuna dopo Jenna e la verità è che sono ancora troppo innamorato di lei per provare a lasciarmi andare con un’altra – le rispose sincero.
- Te l’ho mai detto Jack che io ti amo alla follia e che ti considero come un figlio? Io ti adoro, davvero. Tu ritornerai insieme alla mia bambina! Lo giuro! – affermò convinta Elizabeth.
Si batté il pugno destro sul cuore come se avesse appena emesso una sentenza di guerra.
Jack sospirò.
Tutto ciò era un disastro!
Che Dio l’aiutasse…
 

 
   
 
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