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Autore: jammin    10/03/2008    2 recensioni
Ipotetico finale, totalmente javajunkie, basato sugli avvenimenti fino alla 5x22.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lorelai Gilmore, Luke Danes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto girando. Volteggio in aria come una ballerina. La gonna del vestito che indosso si allarga grazie ad una strana forza chiamata “centrifuga”. Questo me l’ha detto Rory. E’ strano come una cosa tanto banale possa rimanere impressa anche dopo tanti anni.

Era un giorno come un altro, stavo girando come una pazza per la stanza, cantando a squarciagola chissà quale canzone, quando il mio piccolo genietto ha alzato gli occhi dal libro su cui era concentrata e ha iniziato a fissarmi. Ho sentito il suo sguardo su di me, ma ho continuato a girare, anzi ho allargato le braccia per aumentare la velocità. Le ho chiesto cosa c’era che non andava, lei si è limitata ad dire “il vestito”, continuando a guardarmi come ipnotizzata dal movimento. Confusa mi sono fermata e ho abbassato gli occhi sul vestito a fiori che indossavo sempre quando tornavo da lavoro. Sembrava tutto a posto. Mi ha chiesto se per favore potevo riprendere a girare come prima. L’ho guardata con aria interrogativa ma ho ubbidito. “La forza che permette al vestito di allargarsi in quel modo si chiama centrifuga,” mi ha detto dopo qualche giro. Poi è ritornata al suo libro, sicuramente non adatto ad una bambina di appena otto anni, come non adatta la sua conoscenza della fisica. Ma stiamo parlando di Rory.

Sto ancora volteggiando, sento l’aria che mi sferza il viso. La porta dietro di me si è chiusa con un botto, ma non ci faccio caso.

Ho sempre pensato che la vita di ogni persona sia una specie di cammino, dove uno è obbligato a fare piroette e capriole per continuare a stare in piedi. Probabilmente la mia più grande e difficile piroetta, sia stata la decisione di scappare con mia figlia da casa dei miei genitori. Ero sul filo del rasoio, potevo fallire da un momento all’altro. Sono stata molto fortunata. Fortunata ad incontrare una persona meravigliosa come Mia, fortunata a essere accolta da una città come Stars Hollow, fortunata ad avere una figlia come Rory, fortunata ad aver trovato un’amica in Sookie, fortunata... potrei continuare all’infinito.

Non mi gira la testa, forse perché ho gli occhi chiusi e non vedo la stanza vorticare intorno a me.

Nonostante avessi intorno a me persone fantastiche pronte ad aiutarmi in qualunque momento, ho sempre cercato di farcela da sola, di essere dipendente solo da me stessa. E’ stato difficile, spesso mi sono ritrovata a desiderare di avere un compagno che fosse sempre lì pronto ad aiutarmi in qualsiasi momento. Qualcuno che mi amasse semplicemente per quello che sono, che non volesse cambiarmi in alcun modo, che volesse solo stare insieme a me. Per tutta la vita. Forse una parte di me sapeva già che chi stavo cercando era proprio davanti a me, dietro il bancone del mio locale preferito, nascosto sotto una camicia di flanella. Ma ci sono voluti nove anni prima che me ne rendessi conto completamente. A volte so essere così testarda, e ceca di fronte a l’evidenza.

Lentamente sento che mi fa scivolare giù, la mia scarpa tocca terra, prima la punta, poi il tacco. Ma ancora le nostre labbra sono attaccate, le mie mani sono sul suo viso. Sento una leggera spinta all’altezza dei fianchi dove le sue mani sono poggiate. Mi ritrovo staccata da lui, anche se i nostri visi sono lontani poco più di un centimetro, gli occhi di entrambi chiusi mentre cerchiamo di recuperare il respiro.

Apro gli occhi e vedo che fuori dalla finestra davanti a me ormai è buio. Il ricevimento è stato più lungo di quanto avevo immaginato, non mi ero resa conto di aver invitato così tante persone! Riporto la mia attenzione su di lui, faccio scivolare le braccia, finora intorno al su collo, giù lungo i fianchi. E’ strano è come se avessi paura di guardarlo negli occhi. Eppure dopo tutto quello che è successo oggi dovrei aver superato questa fase. E invece sì, ho paura che abbia cambiato idea, forse non era del tutto cosciente quando ha preso quella decisione, forse l’ha fatto solo perché so essere persuasivo, forse si sta rendendo conto solo ora dello sbaglio, forse...

Sento le sue dita giocherellare con il ricamo del corpetto del mio vestito, e mi viene spontaneo sorridere. Non c’è motivo di aver paura, lui è qui, accanto a me, non sta andando da nessuna parte. Alzo gli occhi e incontro i suoi. Dubbi e incertezze spariscono completamente quando vedo il suo sorriso. Quel suo sorriso così fantastico, che concede solo poche volte, quasi sempre per me.

“Avresti dovuto portarmi in braccio,” dico io per rompere il silenzio, senza aver paura di mostrare un largo sorriso.

“L’ho fatto.”

“No, la tradizione vuole che dopo la cerimonia lo sposo prenda in braccio la sposa e la porti in camera, tu invece mi ha fatto semplicemente volteggiare in aria,” mentre parlo inclino la testa da un lato per osservarlo meglio. Wow, lo smoking gli dona veramente, la cravatta blu riprende l’azzurro dei suoi occhi.

Lui sa che sto scherzando, mi riavvicina a sé, e mi bacia di nuovo. Io sorrido quando le sue labbra si posano un’altra volta sulle mie, le mie dita vanno tra i suoi capelli, e cerco di dimostrargli quello che provo per lui con l’intensità del bacio.

“Ci siamo sposati,” sussurro, staccandomi leggermente dalle sue labbra.

“Sì, l’avevo intuito dalla cerimonia che si è tenuta questa mattina,” risponde lui sarcastico, ma il sorriso è ancora lì.

“Non ha un bel suono? Ci siamo sposati... wow, ci siamo sposati, lo sai che ci siamo sposati? Ci siamo sposati!” sto farneticando, e tutti sanno che quando inizio a farneticare posso anche andare avanti per ore.

“Lorelai?” mi interrompe lui, ridacchiando. “Tutto bene?”

“Sì, tutto bene. E’ solo... ci siamo sposati, dai dillo.”

Mi sorride, e mentre le farfalle iniziano a volteggiarmi nello stomaco, ho paura che le mie gambe, improvvisamente diventate gelatina, cedano da un momento all’altro, ma per fortuna, le sue braccia intorno a me mi sostengono. E’ la stessa sensazione che ho provato la sera del nostro primo bacio, ora è passato un anno eppure è ancora lì, presente ogni volta che mi guarda. Sentivo il mondo volteggiare intorno a me, mentre io ero ferma, immobile ad assaporare un attimo insieme a lui.

“Ci siamo sposati.” Mi sussurra, con la sua voce roca e bassa, la fronte appoggiata alla mia.

“Mi fai volteggiare di nuovo?”

  
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