Eccoci qui!! Il secondo episodio della mia FanFiction su Tru Calling!! Questo episodio sarà molto diverso dal primo che ho scritto e sembrerà più un episodio della prima stagione. Infatti ho cercato di vedere come personaggi come Jack, Carrie e Jensen potessero agire in una trama “chiusa” come quella degli episodi della prima stagione. Quindi, più recensioni, meglio è (come al solito... hihi)!!
Per rispondere a Lyrapotter: Carrie avrà un ruolo davvero perfido nella mia fan-fiction, ma ti assicuro che riceverà quello che si merita e quando accadrà, sarà veramente una soddisfazione...
Una sola cosa ancora: se non ve ne foste accorti, ho inserito la Track List di canzoni che avrei utilizzato nell’episodio 2.07 «Lo scambio»!! Ne inserirò una per tutti gli episodi!! Che telefilm sarebbe senza musica!!
Ora non mi resta che augurarvi una buona lettura e spero che anche questo episodio vi piaccia come il primo!!
Episodio 2.08
“Eclissi interiore”
Negli episodi precedenti: «Se Carrie avesse saputo
del tuo dono,
per esempio, oggi non avrebbe mandato Jensen in quel bar! __ Credo
dovremmo
dirglielo. Sarebbe più facile!» fece Davis.
«Non lo so...» rispose Tru. «Non mi
fido ancora di lei...». __
__Jack
guardò Carrie negli occhi.
«...Invece tu?».
«Non male. Ho conosciuto meglio
Davis...» disse Carrie, soddisfatta. «... ometto
interessante». «E...?».
«E si beve ogni singola parola
che io gli dico!». Carrie brindò con Jack. __
__Harrison
corse fuori
dall’appartamento. «Tu lavori per Jack! Come ho
fatto a non pensarci prima?!».
Harrison arrivò al telefono
pubblico per avvisare sua sorella dell’accaduto.
Tru sentì il suo cellulare
suonare. Il cadavere a fianco a lei si mosse.
«Aiutala!». La giornata si
riavvolse.
__Richard
guardò Jensen e si rivolse
a Jack senza farsi notare. «Lui non doveva essere uno dei
tuoi?». «Dagli
tempo!» rispose Jack, con la stessa attenzione a non farsi
notare. Richard
volse lo sguardo a Carrie, che parlava con Davis.
«E che mi dici della talpa?». __
«Vedi, Carrie...». Davis non
sapeva da dove cominciare.
«Devo raccontarti un segreto e
questo segreto riguarda Tru». __
Carrie annuì a Jack. Questi si
rivolse a Richard. «Ce l’ha in pugno!».
__«Lui
è morto e non mi ha chiesto aiuto...» disse Tru a
Davis. _«... E Carrie ha ragione: per me non è mia
successo!!». Tru fisso il
cadavere di Jensen sul lettino metallico e poi uscì dalla
stanza.
__Il cadavere si mosse. «Aiutami!». La giornata si
riavvolse.
__«Già è grave quando salvi chi ti
chiede aiuto, ma se salvi
anche chi non lo fa...» fece Jack, guardando la ragazza.
«Io salverò Jensen...»
disse Tru. _ Tru si gettò verso Jensen: l’auto non
riuscì a colpirlo e finì
nella vetrina del bar. _ «Secondo me stai scivolando verso un
sentiero
pericoloso...» commentò Jack, grave.
__«E’ strano...» disse Jensen, toccandosi
il polso. «Che
succede?» chiese Tru, preoccupata. «In questo
momento ho una fortissima
sensazione di déjà vu...»
spiegò Jensen.
__Tru
entrò al Gray Market._ Il proiettile la colpì._
Harrison si gettò verso di lei._
«Aiutami!» disse Tru a Harrison._ La giornata si
riavvolse. _ «C’è di buono che Jack non
può saperlo!».
__ Carrie chiuse il telefono. La talpa aveva agito.
__ I rapinatori erano entrati nel
supermercato._ Jack trattene Tru per il braccio. _
«Perché non mi hai lasciata
andare, prima? Quando i rapinatori sono entrati, mi hai fermato, come
se fossi
certo che se avessi seguito Linda Gordon mi sarebbe accaduto
qualcosa...»
chiese Tru.
__ Tru non poté far altro che
essere fiera di lui: quel giorno, anche se aveva fatto qualche piccolo
errore,
l’aveva aiutata, ma soprattutto, l’aveva salvata. _
«Dimmi che non ho io il
potere... Dimmi che non è passato a me!» fece
Harrison, andando subito al
dunque. Davis non sapeva cosa rispondere. «Non so dirti cosa
accadrà, Harrison».
__ «E’
che mi è
successa una cosa strana...» disse Every. «Ho fatto
uno strano sogno...». «E
cosa hai visto nel sogno?» chiese Carrie. Every non rispose
subito. «Quello...
quello che mi sarebbe accaduto oggi...».
__ Carrie subito prese il cellulare dalla sua borsa. «Sono
io...» disse. «L’ho trovato, Jack! Ho
trovato l’opposto di Harrison!».
Capitolo 1
“Competizione”
Ore 8.00
Non era una domenica come le altre per Tru.
La sveglia suonò, svegliandola. Sarebbe rimasta a dormire
volentieri, ma aveva un impegno.
Spostando le coperte, spense la sveglia e si alzò dal letto.
Prese il cellulare che aveva sul comodino e guardò se
qualcuno l’avesse chiamata o le avesse mandato un messaggio.
Noto che il
cellulare aveva la batteria quasi scarica.
«Oh...» fece, svogliata. «Lo
metterò in carica dopo...»
Svelta si diresse in cucina a fare colazione.
A casa di Davis, lui stava dormendo tranquillamente fra le
coperte, quando la sveglia suonò.
L’uomo sussultò. Un gemito uscì dalle
coperte.
«Cosa diavolo... Oh Mio Dio...».
Quando si voltò, si accorse di aver tirato un calcio a
Carrie. La donna si svegliò di malo modo.
«Davis... Cosa succede? Mi hai fatto male...» disse
la
donna, con voce ancora assonnata.
«Emh... Scusami...» voltandosi verso di lei.
Quando la vide, non poté fare a meno di notare che, per
quanto fosse ancora assonnata, per quando avesse i capelli arruffati e
gli
occhi semichiusi, Carrie rimaneva sempre bellissima.
«Cosa c’è?» chiese lei.
«E’... è stato davvero bello questa
notte...» rispose
dolcemente Davis, appoggiandosi su un braccio a osservarla.
Carrie sorrise. «Sì... E’ stato
bellissimo anche per me...».
Lei si avvicinò e lo baciò.
Era molto che Davis non provava un sentimento così forte per
una donna.
Carrie si lasciò coccolare nelle braccia di Davis.
«Emh... Sono le otto...» disse lui.
«Dovremmo alzarci...».
«Giusto...» fece Carrie, svogliata. «Mi
ripeti perché
dobbiamo assistere come pubblico ad una competizione di giovani
scrittori?».
«Perché ci partecipa Jensen... e perché
quando Tru me lo ha
detto, le ho promesso che ci saremmo andati...».
«Ma da quando Jensen ha scoperto questa sua vena
artistica?»
chiese Carrie.
«A dire il vero, da poco...» spiegò
Davis. «Anche Tru era
molto sorpresa quando mi stava raccontando
dell’evento...».
«Allora sarà meglio che vada a
prepararmi...» disse Carrie,
alzandosi dal letto.
La donna prese il lenzuolo e coprì il suo corpo nudo. Si
alzò e si diresse in bagno.
Quando vide tutta la sua eleganza e la sua sensuale
femminilità, Davis sentì crescere il desiderio
dentro di sé.
Fu in quel momento che si accorse di essere rimasto nudo sul
letto... e senza coperte.
Subito arrossì quasi imbarazzato: prese un cuscino e si
coprì.
Ore 9.47
Tru suonò il campanello
dell’appartamento 711.
La porta si aprì e suo fratello la guardò con un
sorriso 32
denti.
«Allora...» fece Tru. «Fammi
vedere!!».
«Benvenuta nella mia umile dimora...» disse
Harrison,
spostandosi dalla porta.
Tru entrò impaziente nell’appartamento di suo
fratello.
«Mio Dio, Harrison!!» fece, arrivando in soggiorno.
«E’
bellissimo!!».
«Quindi ne è valsa la pena non avertelo fatto
vedere fino a
quando non era tutto arredato...».
«Sì, credo di sì!!» fece Tru.
«E’ forse più bello del
mio!!».
Harrison sorrise compiaciuto. «Certo i mobili non saranno di
legno d’acero e le poltrone di vera pelle, però
credo di aver fatto un bel
lavoro...».
Tru era rimasta stupita. «E lo hai fatto tutto da
solo?»
chiese.
«A dire il vero... nell’ultimo periodo mi ha
aiutato...
Every!». Harrison arrossì un poco.
«Aaaah...» fece Tru. «Si vede un tocco
femminile...».
I due sorrisero.
«Ma dove hai trovato i soldi per prendere tutte queste
cose?».
«Sai... il lavoro con papà va bene... avevo
già messo da
parte qualche soldo per prendermi un appartamento, ma poi nostro padre
esce
fuori con questo regalo!! Allora ho utilizzato i soldi che avevo messo
da parte
per prendermi tutto l’occorrente per la casa...».
«Magari...» fece Tru, prendendo le chiavi della sua
auto. «Potevi
tenere quei soldi per prenderti un’auto nuova che non ha
bisogno di essere
riparata ogni due mesi...».
«Ok, capito cosa vuoi dire...» fece Harrison,
sbuffando.
«Ora che ho dei soldi non devo gettarli al vento dalla mia...
nuova finestra
ermetica!!» disse, ridendo.
«Tieni...» fece Tru, sorridendo.
Harrison prese le chiavi della macchina di Tru e la baciò
sulla guancia. «Grazie mille!! Te la riporto
domani!».
«E sarà meglio che sia senza un graffio,
fratellino...».
«Non ti fidi di me?» fece Harrison.
«Muoviamoci...» disse Tru. «Jensen
è giù che mi aspetta in
auto!».
I due uscirono dall’appartamento.
Ore 10.14
Tru, Jensen, Davis e Carrie entrarono
nella palestra del
Liceo della città.
«Ah, quanti ricordi...» fece Tru. «In
questo liceo ne sono
successe di cose...».
«MI ricordo che... poco più di un anno fa qui
c’è stato un
tentato omicidio!» disse Jensen.
Tutti lo guardarono, straniti. Tru lanciò un occhiata a
Davis: Jensen si riferiva proprio ad una giornata rivissuta da Tru.
In fondo alla palestra era stato messo un palco e sopra di
esso si ergeva l’insegna “IV Concorso per Giovani
Scrittori”.
Una giovane ragazza porse ai quattro il volantino con il
programma della giornata.
«Ah...» fece Carrie. «Ore 11: Lettura
Poesie. Ore 12:
Ristoro. Ore 13: Lettura di Racconti d’Avventura. Alle 14 i
Racconti
Romantici...».
«Questi li voglio sentire...» disse Tru, prendendo
Jensen a
braccetto.
«La mia lettura invece è alle 17...»
disse Jensen.
«Orrore?» chiese Davis, guardando il programma.
«Hai scritto
un racconto dell’orrore?».
Jensen annuì. «Mi sono divertito
molto...» disse.
«E si può sapere di cosa parla?» chiese
Carrie.
«Di un ragazzo che, dopo essere scampato alla morte,
comincia a capire il vero senso di essa e apprezzerà questa
seconda possibilità...».
Non era quello che Carrie si aspettava di sentire. «Oh,
beh... sì, beh, credo che sarà un racconto
molto... interessante!» disse,
sorridendo. «Non vedo l’ora di sentirlo!».
«Grazie» rispose il ragazzo. «Ora credo
che andrò a chiedere
cosa mi aspetta oggi...».
Tru lo baciò. «Buona fortuna...».
«Non me ne servirà...» fece Jensen.
Tru trovò quella risposta un po’ strana: Jensen
era sempre
molto gentile con tutti e si sarebbe aspettata un grazie. Ma forse era
solo
l’agitazione per la giornata.
Il ragazzo si scostò dai tre e scomparve nella piccola folla
intorno ad uno stand.
«Secondo me l’idea di Jensen può
funzionare...» commentò
Davis.
«Non mi sembra una così grande sorpresa che a te
possa
piacere questo racconto...» commentò Carrie.
«Perché?» chiese Davis.
«Insomma... lavori in un obitorio: è ovvio che tu
rimanga
affascinato da un racconto che possa definire la morte...».
«Mmm...» commentò Tru. «Porti
il lavoro anche a casa...».
«Già... E il fatto che tutti vorremmo avere una
seconda
possibilità, ma non tutti riescono a darcela».
Le parole e lo sguardo di Carrie fecero credere a Tru che la
donna si stesse rivolgendo proprio a lei e alla sua chiamata.
Carrie sorrise. «Credo che se qualcuno ha una seconda
possibilità, deve sfruttarla al meglio...».
Davis capì cosa stava facendo Carrie: doveva conquistarsi la
fiducia di Tru per far si che la ragazza desse la libertà a
Davis di dirle che
lei sapeva del dono.
«Anche io la penso così...» disse Tru,
un po’ confusa.
Nei tre secondi seguenti vi fu un interessante scambio di sguardi
fra le due donne.
«Perché non andiamo a prendere posti?»
chiese Davis.
«Ottima idea!» disse Tru.
I tre si fecero spazio nel corridoio centrale fra le sedie e
si diressero il più vicino possibile al palco.
Ore 12.57
Harrison stava
guidando l’auto di Tru. Il suo volto non era
dei più felici, però.
«Che cos’hai?» chiese Every, seduta sul
sedile del
passeggero.
«Dovevano proprio venire anche Tyler e quel suo
amico...».
«Jason?» fece la ragazza.
«Sì, sì... qualunque sia il suo nome
non mi interessa... Dovevano
proprio venire?».
«Eravamo all’Università e mi
è scappato... Tyler si è
praticamente auto invitato! E siccome Jensen oggi è con Tru,
ha invitato un suo
amico! Sarebbe stato molto imbarazzante se fossimo stati tu, lui ed
io...».
Every sorrise.
«Sì, ma poteva anche non venire...»
sussurò Harrison. Era
sicuro che non lo avrebbero sentito perché erano troppo
impegnati a giocare ad
un videogioco.
«Ma danno così tanto...».
«HO VINTOOOOOOOOO!» urlò Jason a Tyler,
facendo qualche
linguaccia.
«... fastidio? No...» rispose Harrison, sarcastico.
«E’ solo
che oggi avrei voluto rimanere un po’ con te... da
soli!».
«Non preoccuparti!» disse Every.
«Troveremo il tempo per
noi!».
Harrison la guardò per qualche secondo e notò
quanto il suo
sorriso fosse solare.
Subito portò lo sguardo sulla stradina: non era trafficata,
anzi, era completamente vuota. A entrambi i lati, alberi di pino si
ergevano
come una barriera.
«Sai che Jason potrebbe vincere il Premio Pulizer
dell’anno?» fece Every.
«Davvero?» disse Harrison, non molto entusiasta di
sapere la
storia.
Jason si portò vicino all’orecchio di Harrison per
parlargli. «Sì! Ho scritto 23 artico...».
«Hey, hey,
hey...» disse
Jason si spostò. «Dicevo... ho scritto 23 articoli
nelle
ultime 13 settimane e ben 16 di loro sono finiti in prima
pagina!!».
«Ha come un fiuto per le grandi storie...»
commentò
Harrison. «Sembra riesca a capire subito quando una persona
nasconda un
segreto...».
«Nella mia Università mi odiano già
tutti!!» fece Jason, sorridendo.
«Mi chiedo il perché...»
commentò a bassa voce Harrison.
«Cosa?» fece Jason.
«No, mi chiedevo a che Università
andassi!» ripose Harrison.
«Frequento il Corso di Giornalismo della stessa
Università
di Every e Tyler...».
«E puoi stare sicuro che ha trovato la sua
vocazione...»
disse Tyler, che ascoltava il discorso distrattamente mentre giocava
con il suo
videogioco. «Sì... muori mostro delle
Caverne!!». Il ragazzo si mise a saltare
sul sedile.
Harrison si voltò a guardare Tyler. «Non saltare!
Stai
fermo! Questa macchina non è mia... se le faccio un solo
graffio mia sorella mi
uccide!!».
«Attento!» urlò Jason, indicando davanti
a loro.
Harrison si voltò a guardare la strada: un cervo era fermo
in mezzo.
Tutti urlarono.
Harrison cercò di frenare, ma l’animale non si
spostò.
Harrison dovette sterzare a destra per evitare l’animale,
che subito corse via dalla strada.
Il ragazzo cercò di far ritornare l’auto in
posizione, ma
quando lo fece, il mezzo si ribaltò a causa
dell’alta velocità a cui andavano.
La macchina rotolò su se stessa due volte e poi
strisciò a
terra per qualche metro, capovolta.
Harrison cercò di capire cosa fosse successo: era appeso a
testa in giù, sorretto dalla cintura di sicurezza.
Guardò al suo fianco: anche Every era appesa a testa in
giù,
ma Harrison poteva vedere che aveva una ferita alla testa ed era priva
di
sensi.
«Tyler...» sentì.
La voce di Jason era dolorante.
Harrison vide nell specchietto che Jason cercava di
svegliare Tyler, rannicchiato in una posizione inumana.
«Jason...» disse Harrison con tutte le sue forze.
«Tyler!» urlò ancora Jason.
Quelle furono le ultime parole
che Harrison sentì prima che i suoi occhi si chiusero.
Fine capitolo, ma il bello deve
ancora venire!! In fondo,
Tru non ha ancora ricevuto la richiesta d’aiuto... o la
riceverà Harrison!!
Hihi...
Perdonatemi se il “Negli episodi precedenti”
è troppo lungo,
ma cerco di far capire il più possibile senza che diventi un
semplice
riassunto. Così è più simile alla
serie!!
Spero vi sia piaciuto, anche perché questo intero episodio
sarà molto importante per capire come si
svilupperà la trama della mia
FanFiction.
Come al solito vi chiedo di recensire il più possibile!!
Grazie 100000!!
Al prossimo capitolo,
Ciao Ciao