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Autore: Cris Valdez    06/09/2013    5 recensioni
Combattendo contro un'idra Hayley, figlia di Iride, viene contagiata dal suo veleno. Solo il famoso flautista Marsia conosce il rimedio per guarirla. Ma c'è un problema: è morto migliaia di anni fa, scuoiato vivo da Apollo. A meno che non sia riuscito a fuggire attraverso le porte della morte. Spetta a Sophia e Martin ritrovarlo, aiutati da Robert, il figlio di Ade che dovrà cercarlo negli Inferi. Sophia ha fatto una promessa a Hayley: riuscirà a salvarla, a qualunque costo.
Ambientato tra TLH e SoN, possibili spoiler.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Le Cacciatrici, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Era stata una mattinata normale fino a quel momento. Beh, normale per come lo può essere una mattina al campo. Questo significa che, dopo esserci svegliati e aver sistemato la cabina per l’ispezione, eravamo andati a fare colazione al padiglione e poi ognuno era andato ad allenarsi per conto proprio. Io avevo scalato con Martin la parete di roccia con la lava e poi eravamo andati all’arena, entrambi cercando di ignorare i ragazzi di Afrodite che continuavano a lanciare urletti dicendo “Martophia”. Loro sembravano gli unici a non essere turbati dalla scomparsa del grande Percy Jackson, l’eroe del campo, e dalla grande profezia che prevedeva la fine del mondo entro l’anno. Continuavano a occuparsi di trucco, capelli e coppie da formare come se nulla fosse. Non avevano idea dell’atmosfera pesante che si respirava da noi da quando nostra sorella, nonché capo cabina, aveva perso il suo ragazzo. Tutti stavano in tensione e Annabeth era pronta a scattare come una molla al primo sbaglio, per poi scoppiare a piangere subito dopo. E la situazione era un po’ la stessa in tutte le cabine. Tutti si sentivano in ansia. E tutti cercavano comunque di comportasi normalmente.. Io non conoscevo molto bene Percy ma avevo partecipato alla guerra contro i titani, quell’estate. Era stata una delle esperienze più brutte della mia breve e miserabile vita. Comunque tutti, nonostante il turbamento, svolgevano le normali attività del campo ed era stata una mattina anche abbastanza piacevole. Finchè non sentimmo il suono del corno.
 
***
 
Credo di aver saltato qualche dettagli importante, però. Prima di tutto dovrei presentarmi.
Mi chiamo Sophia Reach e ho 16 anni. Fino a qualche anno fa vivevo a Boston, con mio padre, ed ero convinta di essere una normale teenager con l’unica differenza di non avere una madre e di essere dislessica. Finchè un bel giorno non mi piomba tra capo e collo la notizia del secolo: sono una mezzosangue. E vengo così a sapere che non ho mai conosciuto il mio genitore femmina perché è una dea, la dea della saggezza per la precisione, Atena. E che sono dislessica perché, essendo una semidea, il mio cervello è impostato per leggere il greco antico Si, perché gli dei dell’Olimpo sono reali ed esistono ancora, solo che si sono trasferiti qui in America, e continuano a fare figli con i mortali. Così io sono una semidea e adesso passo le mie vacanze a Long Island, al campo mezzosangue, mentre durante la scuola continuo a vivere a Boston. Al campo ho conosciuto persone come me, che hanno i miei stessi problemi, con cui posso essere me stessa. Loro sono i miei migliori amici, specialmente Martin e Hayley. Di solito ci alleniamo tutti e tre insieme ma una settimana prima Hayley era partita per un’impresa, così io e Martin decidemmo di duellare all’arena. Martin è figlio di Apollo e uno dei migliori tiratori d’arco del campo, ma con la spada non ci sa fare molto. Ci mise un secolo per scegliere la spada migliore all’armeria e quando finalemente fu soddisfatto mi rivolse un sorriso sarcastico: -Sta volta vinco io!
-Oh, ma andiamo!- sbuffai –E’ quello che dici tutte le volte-  risi.
-Non provocarmi, Civetta!- mi lanciò un’occhiata maliziosa coi suoi occhi color cioccolato. Adoro i suoi occhi. Al sole prendono dei meravigliosi riflessi dorati. D’altronde è figlio, del sole.
-Non chiamarmi civetta! Non ho le piume.-
Ci avviammo verso l’arena mentre sfoderavo Elpis, che in greco significa “speranza”, il mio pugnale. Subito Martin tentò un affondo, ma io lo schivai. Era la sua mossa classica. Ormai la conoscevo a memoria. Dopo qualche minuto di continui colpi da entrambe le parti lo disarmai con una mossa veloce del polso.. La sua spada cadde a terra.
-Eh no, ora basta Soph!- sbuffò sfilandosi la maglietta fradicia e scaraventandola a terra. -Non puoi battermi ogni singola volta, è impossibile!-
Scoppiai a ridere e gli diedi una gomitata: -Posa la spada, Martin! Non riuscirai mai a battermi con quella. Ti rimare la consolazione che io con l’arco non sarò mai brava quanto te. - ammiccai.
-Si, bella consolazione…-
Fu in quel momento che sentimmo il corno suonare. Non un buon segno.
 Corremmo verso il pino di Thalia insieme a un sacco di altri ragazzi del campo che era stati agitati come noi da quell’allarme. Il ragazzo che era di turno come sentinella si stava precipitando verso di noi urlando qualcosa che all’inizio non riuscii a capire e che suonava come “Un ida! Un ida a nof tese!!!”
Quando quella cosa apparve finalmente capii cosa stava urlando: un idra, un idra a nove teste.
E poi la vidi: una massa di lunghi capelli multicolor, sporchi di una cosa che assomigliava in modo spaventosamente sospetto a sangue. E la massa di capelli era attaccata a un corpo accasciato e inerte come un manichino sulle braccia di un semidio dai capelli scuri che correva disperatamente verso di noi, inseguito da una colonna di fuoco blu elettrico. Mi resi conto che quel semidio era Dustin, figlio di Demetra, e che quel corpo era quello di Hayley. E mi senti morire.
 

 
 
Angolo Autrice

Uuuh, la mia prima storia su EFP *-* Bene… ehm… spero che vi sia piaciuto il primo capitolo! Naturalmente ce ne saranno altri e anche se questo non sembra un granchè ho già in mente dei colpi di scena carini per i prossimi ;)
Mi raccomando, recensitemi, anche con recensioni negative perché così potete dirmi cosa c’è che non va e io posso migliorare, tanto a traumatizzarmi ci ha già pensato la mia prof di italiano, dice che non so fare il saggio breve, quella stronza che nemmeno lo ha spiegato il saggio breve!!
Ok, la smetto di divagare. Niente, ci sentiamo al prossimo capitolo.
-Cris Valdez (potreste ancora vedere il mio vecchio nick, don’t worry)
   
 
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