Buon pomeriggio!
Questa è una nuova spin off tratta dalla saga della
Prescelta Creatura; cronologicamente si colloca dopo tutte le altre,
quindi dopo il finale della storia principale e soprattutto dopo Favola
di Natale, quindi dopo il ritorno di Giovanni a Biancavilla.
Che
dire? So che potrebbe non piacere a tutti, ma a me personalmente piace
molto ciò che sto scrivendo, perciò ho deciso di postarla.
Buona lettura!
Afaneia
Rosso non era mai stato
l’uomo più paziente e accondiscendente di questo mondo , proprio no. Certo,
aveva sempre avuto pazienza per le cose che gli interessavano: allenare i
Pokémon, per esempio – e farlo in
completa solitudine, per quasi dieci anni, sulla cima di un monte perennemente
innevato, richiedeva una quantità di pazienza e coerenza non certo propria di
tutti gli esseri umani. Aveva avuto pazienza anche in amore, ma questo era
quanto. Quanto a tutto il resto, aveva sempre lasciato perdere un po’ prima del
dovuto, e probabilmente era per questo che lui e Blu si erano allontanati da
bambini.
Ora che ogni sera dopo cena Blu lo costringeva a sedersi sul divano
davanti a quella serie infinita di scartoffie, aveva scoperto di non riuscire a
resistere per più di mezz’ora a qualcosa che esulava dalla sua comprensione. La
sua vita dura doveva averlo reso molto impaziente e molto impulsivo. Perciò ogni singola sera Blu si ritrovava a
richiamarlo ad alta voce e a domandargli quasi con altrettanta impazienza se
fosse davvero convinto. Per due settimane addirittura chiuse in uno stipo tutti
quei documenti, dicendo che non era necessario farlo per forza in quel periodo:
erano ancora giovani. Ma poi, tornato a casa dalla palestra, scoprì un giorno
che Rosso aveva aperto di nascosto lo stipo e aveva cominciato a ricopiare i
dati dai documenti di sua madre e di suo padre – di suo padre! Lui che di suo
padre, che era morto da anni, neppure voleva sentir parlare…
Blu si soffermò in piedi dietro al divano, scrutando da sopra le spalle di
Rosso ciò che stava scrivendo.
“Pensavo che non volessi farlo” disse a bassa voce, appoggiando lo zaino
sul pavimento. Rosso non si voltò al suono delle sue parole.
“Non ho mai detto che non voglio adottare un figlio, Blu… ho detto che non
sopporto queste scartoffie.”
“E allora perché le hai tirate fuori? Lo sai… tua madre ha detto che le
avrebbe compilate lei al posto tuo, visto che…”
“Il bambino lo adottiamo noi, o mia madre?”
Blu non rispose. Il tono di Rosso era raramente così rauco e scontroso,
eppure mai le sue parole lo avevano reso così felice, o quasi mai. Scomparve in
cucina e aprì il frigo, cominciando ad armeggiare rumorosamente. Sapeva che
Rosso si sentiva a disagio nel sentirsi osservato, e perciò fece finta di non
dar peso a ciò che stava facendo.
Durò molto poco. Ben presto cominciò a sentir provenire dalla sala un
suono di passi e sbuffi e sospiri, e alla fine Rosso entrò in cucina come una
folata di vento esclamando: “Che domande stupide!”
Blu non poté trattenersi dal sorridere con un angolo della bocca. Ma poi,
sforzandosi di sembrare il più serio e sorpreso possibile, si voltò lentamente
domandando: “Che c’è, caro?”
Rosso teneva in mano una piccola pila di fogli accuratamente spillati.
C’era una lunga serie di domande sulle eventuali preferenze circa la
nazionalità del bambino e sulle possibili malattie che poteva avere. Blu le
scorse rapidamente e disse “Non sono affatto stupide. Non tutte le coppie sono
disponibili ad adottare un bambino malato, e certo se ne può discutere, ma non
mi sento affatto di giudicare nessuno.”
Rosso non parve affatto convinto delle sue argomentazioni. Si mise seduto
vicino al tavolo da lavoro, guardando il foglio con occhi cupi, e infine
mormorò: “Beh, ma se ti capita un bambino ammalato cosa fai, lo rimandi
indietro?”
“Queste domande servono apposta a evitare questa eventualità” gli rammentò
Blu con calma. Poi, dopo poco, mormorò: “Comunque… per me puoi inserire tutte
le nazionalità e tutte le malattie. A me non cambia niente. Non rimanderemo
indietro nessuno, mio caro… non preoccuparti.”