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Autore: Nymeria90    07/09/2013    3 recensioni
Strinse le mani a pugno mentre l’energia oscura, quella maledizione che l’aveva strappato ancora bambino dalla sua casa e dalla sua Terra, gli vorticava attorno alle nocche. Cercò di calmarsi prendendo dei respiri profondi, imponendosi di non perdere il controllo: non doveva accadere mai più.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaidan Alenko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“All the times that I’ve cried
Keeping all the things I knew inside
And it’s hard, but it’s harder
To ignore it
If they were right I’d agree
But it’s them they know, not me
Now there’s a way and I know
That I have to go away
I know I have to go.”
http://www.youtube.com/watch?v=Q29YR5-t3gg 
 
Il ragazzo si sedette sulla veranda, una birra ghiacciata in mano e lo sguardo fisso sulla baia silenziosa che si apriva davanti a lui.
Quella vista, il rumore appena percettibile delle onde, il soffio del vento sulla pelle … si era dimenticato la pace che regnava in quel luogo; gli ultimi anni, su Jump Zero, erano stati un tormento.
Strinse le mani a pugno mentre l’energia oscura, quella maledizione che l’aveva strappato ancora bambino dalla sua casa e dalla sua Terra, gli vorticava attorno alle nocche. Cercò di calmarsi prendendo dei respiri profondi, imponendosi di non perdere il controllo: non doveva accadere mai più.
La porta alle sue spalle si aprì con un lieve cigolio, nell’aria si diffuse l’invitante odore di carne arrosto che gli fece brontolare lo stomaco. Dei passi risuonarono sul legno dipinto di bianco e, sbuffando, un uomo si sedette al suo fianco, una birra in mano e la pipa in bocca.
Il ragazzo s’irrigidì, ben consapevole che la conversazione che stava per iniziare non gli sarebbe piaciuta; ma sapeva anche che la sua decisione era ormai presa.
- Non ti capisco, Kaidan.- borbottò suo padre scuotendo la testa – Proprio non ti capisco. Dopo tutto quello che è successo, quello che ti hanno fatto passare, vuoi andare via di nuovo? Arruolarti nell’esercito?-
Suo padre era stato un militare, aveva servito per qualche anno, senza infamia e senza lode, prima di rendersi conto che quella vita lo stava uccidendo. Lui amava sentirsi il vento sulla faccia e il sole sulla pelle, amava gli alberi e le montagne, la terra tra le dita e l’acqua nei capelli: nello spazio sarebbe morto.
Allungò una mano e strinse la sua – Non è il momento di cambiare. Rilassati, prenditela con calma, sei ancora giovane: questa è la tua colpa. C’è ancora così tanto da imparare, trovati una ragazza, sistemati …-
Kaidan sentì la mascella scricchiolare: l’aveva trovata una ragazza. Si chiamava Rahna e se n’era andata, perché lui aveva ucciso per lei.
- Guardami …- continuò suo padre, imperterrito - … sono vecchio, ma sono felice.- sotto i baffi spioventi comparve un sorriso compiaciuto, il sorriso di un uomo convito di sapere ogni cosa – Una volta ero come te. E so che non è facile restare a guardare quando il mondo cambia; ma prenditi il tuo tempo, pensa … pensa a quello che hai, domani tu sarai ancora qui ma i tuoi sogni forse no …-
Kaidan gli rivolse uno sguardo triste, dispiaciuto: quell’uomo non avrebbe capito mai. Come poteva spiegargli la sensazione di svegliarsi la mattina sapendo di essere un mostro, un biotico?
Gli sarebbe piaciuto rimanere in Canada, a guardare il tramonto sulla Sunshine Coast, fare un lavoro che il mondo aveva dimenticato, camminare per i boschi senza tempo con un cane lupo al fianco, fingendo che le stelle e la luna fossero soltanto luci lontane, misteriose e irraggiungibili.
Ma non poteva fingere di essere qualcosa che non era, il mondo non gliel’avrebbe permesso.
- Sono un biotico, papà, non c’è posto per me qui. Non posso studiare né lavorare: sono pericoloso. Andrò a fondo e voi con me.-
Suo padre sventolò la mano, sbuffando una nuvola di fumo – Sciocchezze.- ringhiò.
Kaidan scosse il capo, rassegnato: sempre la stessa vecchia storia.
Più cercava di parlare, di spiegare, più suo padre si allontanava, fingendo di non capire.
Ma entrambi, nel fondo del cuore, sapevano che non c’era posto per lui lì.
Doveva andare via, la strada era segnata da molto, molto tempo.
- Sei giovane, è questa la tua colpa.- ripeté suo padre con voce carica di disapprovazione.
Kaidan si alzò – Vorrei che tu avessi ragione, papà. - svuotò la bottiglia di birra in terra – Ma non posso vivere la vita che tu vorresti per me. Io non sono te, non lo sono mai stato e mai lo sarò. Ho preso la mia decisione: domani mi arruolo.-
Entrò in casa lasciando suo padre seduto di fronte al mare, la pipa in bocca e gli occhi lucidi.
 
 
 
Note
 
L’ho fatto di nuovo, chiedo perdono.
Io vorrei studiare e smettere d’importunare i lettori di questa sezione, ma poi alla radio passano queste canzoni e … prendetevela con Cat Stevens.
 
Accetto volentieri l’invito di shadow_sea nella sua cella imbottita, ho appena fatto implodere la mia. 
  
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