07/09/2013
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“Ehy.”
“Ehy..”
“Come va?”
“Bene, e tu?” le dita tremano mentre invia il messaggio.
“Male.”
“Perché?” risponde, spaventata dalla risposta che già conosce.
“Mh.. non lo so. Forse perché mi stai ignorando.” dice, mentre guarda ferito il telefono e prende in mano la lametta.
“Io non ti sto ignorando” gli occhi le si riempiono di lacrime.
“Oh si che lo fai. E voglio capire perché.” preme la lama sulla pelle, si forma un segno profondo.
“Non c’è un motivo. Perché io non ti sto ignorando.”
“Va bene. Quindi il fatto che ogni volta che ti chiamo mi attacchi il telefono in faccia me lo sono immaginato?” il segno diventa rosso e gonfio, la lama gocciola.
“Credo che dobbiamo prenderci una pausa.” le gambe le tremano, corre in bagno, e vomita. Vomita l’anima.
“Una pausa…” il segno diventa rosso sangue. Una scarica elettrica parte dal sangue e lo rilassa, permettendo alle lacrime di scendere.
“Si. Per un po.. non voglio sentirti, ok?” si alza piangendo, la faccia rossa. Nota un barattolo sul bancone del bagno e si avvicina, facendolo rovesciare.
“Capisco.” No, non lo capisce. Ma non dice niente. Lascia che la lametta scivoli sul collo, e poi sul braccio fino al polso.
“Allora ci risentiamo. Ciao.” Le mani le tremano così tanto che il cellulare le cade. Guarda il contenuto del barattolo, decine di pillole colorate sparse sul bancone.
“Ok. Ciao.” Le dita tendono la lametta sul polso sinistro, e fanno forza, scoprendo la vena pulsante.
Quelle pillole colorate potrebbero essere la soluzione, pensa lei, mentre ne prende una dozzina in mano. Forse se taglio quella vena, il dolore me la farà dimenticare, pensa lui con la lametta in mano.
Lei vorrebbe prendere quelle pillole, lo vorrebbe davvero. E anche lui, anche lui vorrebbe riuscire a farla finita. Ma nessuno dei due ce la fa. Se torneranno insieme, voi chiedete?
E cosa volete che ne sappia?
Non lo so.
Non lo sa nessuno.
Nessuno.
"Queste cicatrici sono i simboli della mia
"Una battaglia? Contro chi?" "Contro me stessa."