CAPITOLO UNO
stavo guardando fuori dalla finestra, la scuola è ricominciata da poco e già mi mancano le vacanze.
“ signorina gomez sarei lieto di avere la sua attenzione”
per l’ennesima volta ero stata ripresa dal professore, come faccio a rimanere concentrata se le sue parole sono peggio di qualsiasi sonnifero?
Cercai di ascoltarlo e prendere appunti ma poi mi cugina, sarah, mi lanciò un pezzo di carta da leggere.
Il professore si girò di scatto e mi guardò” vada subito dal preside”
Sbuffai, presi lo zaino e uscìì dalla classe.
Mi chiamo Rebbeca Marie Gomez, ma tutti mi chiamano Becky.
Ho sedici anni e non sono molto alta, ho i capelli e gli occhi scuri.
Sono una ragazza semplice e sono un maschiaccio, posso essere femminile quando voglio…..il problema è che non voglio hahaha
amo ballare, il ballo è la mia vita, pratico hip-hop è un modo di sfogarmi.
Io e il preside abbiamo un buon rapporto ormai, ci vediamo diverse volte a settimane ma io non faccio mai niente sono i professori che si inventano le cose.
Ero di fronte al suo ufficio ma la porta era chiusa e dentro c’era qualcuno, così decisi di appoggiarmi al muro e aspettare.
“ sei pronto?”
mia madre si catapultò in camera mia e mi spettinò i capelli.
“ mamma mi stai rovinando i capelli” mi lamentai.
lei rise, mi guardò e disse” ti aspetto in macchina”
presi lo zaino e la seguì.
“ non sei ansioso di vedere la tua nuova scuola?” mi chiese.
“ avrei preferito rimanere in quella vecchia” risposi.
“ austin ti farai degli amici anche qui” mi rassicurò e parcheggiò l’auto nel parcheggio della scuola.
Mi chiamo Austin Carter Mahone, ho diciassette anni e mi sono trasferito da poco con mia madre.
Mio padre è venuto a mancare quando ero piccolo, ma io e mia mamma ce la siamo cavati.
L’idea di esserci trasferiti mi entusiasma ma allo stesso tempo mi fa paura, dovrò farmi una nuova vita trovarmi, nuovi amici e questo mi preoccupa.
Ci siamo diretti nell’ufficio del preside e lui e mia madre hanno iniziato a parlare, non ascoltavo le loro parole continuavo a guardarmi intorno.
Dopo dei minuti infiniti il preside si alza, ci stringe la mano e ci accompagna alla porta.
All’ uscita c’era una ragazza che massaggiava al telefono.
Finalmente a porta si aprìì e uscirono una donna e un ragazzo che se ne andarono via subito.
“ rebbeca è strano vederti qui” esclamò il preside.
risi” questa volta non ho fatto niente, posso giuraglielo”
la mia attenzione era tutta su quel ragazzo, doveva esser nuovo non l’avevo mai visto.
“ non fai mai niente, mi chiedo perché continui a venire qui” rispose lui in modo ironico
“ perché le voglio bene, non è ovvio? ma chi era quello?”
“ un ragazzo nuovo che si è appena iscritto questa scuola”
” interessante..”
“ invece di pensare ai ragazzi perché non pensi alla scuola?”
” giussssssto infatti tra poco la lezione di chimica, quindi vado”
” per questa volta ti lascio andare”
andai in classe per l’ora di chimica che passò in fretta stranamente, non riuscivo a togliermi il volto di quel ragazzo dalla testa.
All’uscita mi aspettava mia cugina, corsi da lei.
“ sarah sarah sarah tu non sai cos’è successo dal preside”
“ becky becky becky che è successo”
” c’è un ragazzo nuovo ,tu non immagini quanto sia bello”
” uuuuuh becky si è innamorataa” iniziò a canticchiare lei
“ non dire sciocchezze”
“ domani james vuole parlarci, ha detto di andare alle sette al parco”
James era il” capo” della crew di cui facevo parte, non avevo la minima idea di cosa volesse parlarci ma non vedevo l’ora di sapere cosa voleva.
Quando tornai a casa non c’era nessuno, è normale mio papà è all’estero per lavoro e mia mamma è sempre al lavoro ma ci ho fatto l’abitudine.
passai tutta la giornata al pc, scaldai una pizza e andai a dormire.
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