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Autore: jammin    14/03/2008    1 recensioni
Un breve capolino nelle vite di Lorelai e Luke. Corto e sdolcinato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lorelai Gilmore, Luke Danes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti guardi allo specchio con un espressione contrariata. I capelli sono in uno stato pietoso, almeno secondo te. Afferri la spazzola posata vicino al lavandino, e provi a migliorare la situazione. La tua massa di capelli però, non sembra voler collaborare. Sono così ricci che non riesci neanche ad affondare la spazzola per più di due centimetri. Metti a posto la spazzola, Pamela la rossa spazzola per la precisione, una volta eravate amiche, ora invece sembra che anche lei stia complottando contro di te insieme a tutto l’universo. Provi ad aggiustarli usando semplicemente le mani, infili le dita nella massa scura e le muovi per far sembrare che l’effetto ricci-crespi-gonfi-non-sopporto-i-miei-capelli sembri almeno fatto apposta. Ti sfugge un sospiro sconfitto quando ti rendi conto che stai soltanto peggiorando la situazione e che le tue dita si sono intrecciate nell’insieme di ricci scuri in un modo molto complesso. Liberate le dita, continui a fissare lo specchio con sguardo omicida. Sembrano la criniera di un leone, pensi rassegnata. Sposti la tua attenzione al viso che i capelli incorniciano. Come ogni mattina, sembri uno zombie senza trucco, ma oggi ti sembra in qualche modo molto peggio degli altri giorni. Le occhiaie che contornano gli occhi sono visibilissime, le rughe ai lati della bocca sono molto marcate, la pelle ha una tonalità pallidissima. Alzi le mani che fino al secondo prima stringevano i bordi del lavandino e le fai scorrere sulle guance, sulla fronte, sul mento, continuando a guardare il tuo riflesso nello specchio. Un altro sospiro. Finalmente sposti lo sguardo dallo specchio e ti abbassi per aprire il mobiletto sotto di te. Tiri fuori la tua “borsa speciale”, come usavi chiamarla quando Rory era una bambina e la piccola credeva che dentro ci fossero le cose più meravigliose del mondo. Mascara, fard, correttore, ombretto, rossetto, fondotinta, lucidalabbra, e tutto quello che può servire ad una donna per farsi bella e molto di più. Inizi la tua opera con più fiacca degli altri giorni, come se neanche il truccatore di Jennifer Lopez riuscirebbe a darti un’immagine decente questa mattina. Ci metti un buon quarto d’ora per finire tutto e al termine non sei contenta del risultato. I tuoi occhi, di cui sei sempre andata fiera, oggi hanno una tonalità deprimente, una sfumatura sul grigio. Non proprio grigio perché i tuoi occhi sono azzurri, ma è un colore ugualmente triste. Hai sempre creduto che bastasse accostare i colori giusti per far cambiare tonalità a tuo piacere alle tue iridi, ma oggi sembra che tutto vada per il verso sbagliato. Anche con il filo di ombretto bianco che ti sei passata sugli occhi non sei riuscita a rischiarare la sfumatura. Probabilmente è la luce che crea questo effetto. Anche la luce ce l’ha con te, pensi con disprezzo. Cerchi di affrontare il problema iniziale, aggiustare i capelli. Provi a legarteli in una coda sulla base del collo, ma insoddisfatta del risultato, li sciogli di nuovo.

-


“Ehi.”
Ti giri di lato, non ti sei accorta che è entrato, troppo occupata a insultare il tuo aspetto. “Ehi,” rispondi. E’ ancora in pigiama, la sua maglietta verde oliva preferita e un paio di pantaloni grigio chiaro. “Mi dispiace, ho provato a non svegliarti.” Era vero. In questi ultimi giorni Luke aveva lavorato come un pazzo, e tu avevi insistito che doveva fare una pausa. Lui aveva acconsentito con riluttanza, aveva affidato il locale a Lane e si era preso l’intera giornata libera. Tu però alla locanda sei obbligata ad andare, almeno durante la mattina, dopo pranzo potrai dedicarti interamente a lui. Quindi ti sei alzata e vestita cercando di fare minor rumore possibile, ma a quanto pare non ha funzionato perché ora lui è qui, in piedi e sveglio.

Lui come risposta alza semplicemente le spalle, come se non fosse importante. Resta immobile con la schiena appoggiata contro la porta, le braccia incrociate sul petto in una sua classica posizione.

Tu ritorni presto al tuo maledetto specchio. Per la terza, e speri ultima, volta riprendi Pamela e inizi a spazzolarti cercando di non fare troppi danni.

Lui ti si avvicina da dietro, non te ne rendi conto fin quando una sua mano ti blocca il polso destro con cui stai impugnando la spazzola. Giri la testa verso di lui e con uno sguardo interrogativo gli chiedi cosa abbia in mente. Mentre la sua mano libera scivola intorno alla tua vita, l’altra sale dal polso fino a prendere la spazzola. Tu allenti la stretta sulla spazzola e lui la prende posandola sul lavandino. Intreccia le dita con la tua mano ora libera e con il braccio che ti circonda la vita ti avvicina a sé affondando il viso nei tuoi capelli. Tu inclini leggermente la testa da un lato per permettergli miglior accesso al tuo collo. La sua mano sale fino a i tuoi capelli e lui inizia ad intrecciare le dita nei tuoi riccioli scuri, un gesto che sembra piacergli molto, vista la frequenza con cui lo compie. Tu chiudi gli occhi, godendoti semplicemente la sensazione della mano di Luke che ti accarezza. Posa un paio di baci nel punto in cui il tuo collo incontra la spalla, e il solletico della sua barba sulla tua pelle sensibile, provoca la tua leggera risata. Anche lui ridacchia continuando a lavorare con la mano nei tuoi capelli. Ti volti verso di lui, mentre un sorriso si apre sul tuo viso, il primo di quella giornata.

-


“Torno a dormire.”

“Notte, tesoro.”

Lo guardi uscire dalla camera e chiudere la porta dietro di sé. Ti volti verso lo specchio sorridendo.

Dopo tutto forse l’universo non sta cospirando contro di te.





Nota: titolo tratto dalla canzone The way I am di Ingrid Michaelson.

  
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