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Autore: xcarlots    08/09/2013    11 recensioni
Doth si fermò, smise di seguirla. Pensò che non aveva molto senso continuare, Marta non voleva, o forse, non poteva rimanere.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Die



ciao a tutti! Allora, questa one shot è un giallo come potete aver capito haha ambientato negli anni ’20.
I personaggi sono:
John Freeman, grosso imprenditore con un passato oscuro alle spalle in fatto di legge.
Sophia, moglie di John.
Marta, cameriera della famiglia Freeman.
Phryne, detective privata.
Jack, ispettore di polizia.
Marie, propietaria di un bagno turco.
 
Gli altri personaggi che nominerò non saranno di particolare importanza.
Buona lettura xx.

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Era nel bagno. Cercava di arrivare al lavandino sbattendo quà e là perché non riusciva a reggersi in piedi.
Toccò il lavandino, respirava molto affannosamente. Non pensava a nulla, si stava solo impegnando per tornare a respirare. Ogni secondo che passava il respiro era sempre più affaticato.  Cadde a terra.  Era steso immobile, con gli occhi aperti. Era morto.
Nell’ istante in cui John morì, la sua cameriera, Marta, scappò da quella casa. Prese tutti i suoi vestiti e le sue cose, si infilò molto velocemente un cappotto e il suo cappello e usci dalla casa con un passo molto veloce. Doth, una sua collega, la seguì.
“Marta, Marta. Fermati un secondo.” Le urlò Doth, seguendola.
“Lasciami stare, ti prego.” Le rispose Marta, cercando di nascondere lacrime.
Doth la raggiunse, le si piazzò davanti e tremando le accarezzò il viso bagnato di lacrime per asciugarlo. Stava male alla vista della sua amica cosi disperata.
Le porse un piccolo pacchetto fatto di stoffa. Marta lo aprì, c’erano piccolissime scarpine fatte a mano.
“Se hai bisogno sono qui, lo sai.” Le disse Doth mentre una lacrima le solcò il viso.
“Non potresti capire, scusami.” Le rispose Marta girandosi e ricominciando e camminare molto velocemente.
Doth rimase ferma, smise di seguirla. Pensò che non aveva molto senso continuare, Marta non voleva, o forse, non poteva rimanere.
Nel momento in cui tutto questo accadeva, Phryne era tornata a casa, dopo un lungo viaggio in cui aveva visitato tutta l’Australia; era di nuovo a Melbourne. 
Phryne si notava sempre. In quegli anni la gente di vestiva con ciò che aveva, quasi tutte le persone dovevano lavorare molto per permettersi ciò che poteva; lei no, aveva una famiglia ricca e poteva avere una vita molto agiata confronto agli altri.
Scese dalla nave, tutti rimasero incantati. Un bellezza unica, la pelle di un bianco luminoso, gli occhi da far invidia al cielo e le labbra.. colorate di un rosso brillante, come sempre.
Quanto toccò terra si girò e notò che ad aspettarla c’era Marianne, la sua migliore amica, quella con cui aveva passato l’infanzia, l’adolescenza e tutto quel che vien dopo.
Lei e Marianne parlando, ridendo e prendendosi in giro l’un l’altra come due bambine arrivarono a casa di Phryne. Ad un tratto qualcuno bussò e da sotto alla porta sbucò fuori una lettera.
“Chi è?” chiese Marianne con uno sguardo interrogativo.
“Era il postino, mi ha lasciato un invito per un pranzo. Devi venire anche te con me.” Rispose sorridendo Phryne.
“Mi dispiace ma oggi proprio non posso, da chi devi andare?” chiese nuovamente Marianne.
“Devo andare da John e Sophie.” Le rispose sorridendo.
“Prima di venire a prenderti al porto sono passata davanti a casa loro e ho visto un po’ di trambusto tra polizia e gente cosi…” la informò Marianne.
“Allora è meglio che vada in là.” Disse seria Phryne.
Phryne iniziò a vestirsi come suo solito, un po’ esagerata. Mise un bel vestito, uno dei suoi numerosi cappelli e il suo boa.
Salutò Marianne con un bacio sulla fronte e usci di fretta di casa, prese la macchina e in circa due minuti arrivò di fronte a casa Freeman, scese dalla macchina e andò verso la porta. Quando stava per entrare usci una delle governanti, Doth. Quella ragazza piangeva, sembrava scioccata.
“M-mi dispiace ma il pranzo di oggi è annullato.” Balbettò piangendo.
“Oddio ma cos’è successo tesoro?” Domandò phryne con aria molto preoccupata.
La ragazza non fece in tempo a rispondere che dalla porta uscirono due uomini con una barella con sopra un corpo coperto da un telo bianco.
“J-john?” chiese phryne con gli occhi spalancati.
Doth annuì.
Phryne non riusciva a crederci, si toccò il viso per cacciare le lacrime e si fece coraggio per entrare in casa.
“Oh Sophia, mi dispiace così tanto. L’ho appena saputo sennò sarei venuta prima.” Disse phryne entrando in casa di colpo.
Sophia aprì le braccia e phryne ci si buttò dentro.
“Grazie mille tesoro, grazie per essere venuta.”
Sophia le spiegò che il suo povero marito aveva avuto un collasso mentre era in bagno per farsi la barba ed era morto. Era disperata, si vedeva lontano due mila chilometri che stava male. Piangeva, piangeva, piangeva ininterrottamente.
“Potrei andare un attimo in bagno?” chiese Phryne a Sophia.
“Certo, stai attenta perché potrebbe essere utile qualcosa alla polizia, non toccare nulla per favore.”
Phryne si alzò, andò in bagno e guardò attentamente la sagoma bianca disegnata a terra. Capì subito che la morte non poteva essere avvenuta così, per caso. Era del tutto premeditata. Iniziò ad aprire tutti i cassetti e i mobili. Trovò una confezione rosa, annusò uno dei sacchettini che c’erano all’interno e ne prese uno, nessuno se ne sarebbe accorto. A quel punto bussarono alla porta.
“La toilette è occupata.” Disse phryne chiudendo i cassetti.
“Sono l’ispettore jack, apra subito per favore.”
Phryne dopo aver sistemato tutto andò ad aprire la porta. Anche l’ispettore s’incantò alla vista di Phryne.
Lei si presentò sempre sorridendo. “Piacere, sono Phryne”
“Jack.” Rispose.
“Credete che sia stato avvelenato?” ficcanasò phryne.

 
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Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, aspetto qualche recensione !!
Un bacio, carlots. ♥

 
  
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