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Autore: Yoan Seiyryu    09/09/2013    5 recensioni
Il tempo scorre per Killian Jones, le lancette continuano a muoversi per scandire i suoi ultimi attimi di vita.
Un piccolo special tratto dalla long-fic "L'Orologio della vita".
**
Non si ferma.
E' questo il sapore della morte?
Non ti azzardare a guardarmi con compassione.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Time '
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L'Abisso


 



Perché ero lì, perché ero tornato? Tic Tac.

La lancetta del sigillo tracciato sul petto si mosse. Il dolore lancinante  finì per comprimergli la testa e gli mozzò il respiro. Avvertì un sibilo alle orecchie che gli impedì di sopportare quella sofferenza e strinse gli occhi con forza, cercando di non pensare.

Non si ferma. Tic Tac.

Mancava poco tempo al termine del giro, pochi mesi ancora e tutto sarebbe finito. Ogni minuto rappresentava la chiusura del sipario, sarebbe scomparso lasciando dietro di sé solo cenere e polvere. Si portò le mani a stringere la gola in cerca d’aria, ma ogni tentativo sembrava piuttosto inutile.

E’ questo il sapore della morte?

Convivere con essa non era quasi più un problema e anzi: morire avrebbe schiacciato per sempre quell’infernale dolore che provava ogni volta che la lancetta si muoveva sul petto. Ne era passato già così tanto, ma non gli sembrava di aver vissuto nemmeno un giorno.

Che inutile essere immondo. Senza coraggio, né forza.

Riuscì a riaprire gli occhi lentamente, osservando davanti a sé il luogo in cui si era incontrato con il Coccodrillo, proprio lì  poteva ricordare come per poco non gli avesse strappato il cuore dal petto. Milah lo aveva salvato, mentre lui non era stato in grado di proteggerla. Che inutile essere immondo.

Uccidere la morte per farla tornare in vita, ma che ti aspettavi?

Un sorriso tirato si dipinse sulle labbra, eppure vi era qualcosa che lo spronava ad andare avanti. Non avrebbe permesso al suo corpo di morire fin quando non avesse compiuto la sua vendetta. A quel pensiero rischiò quasi di perdere i sensi, ma riuscì a padroneggiarli e si limitò ad accasciarsi a terra, appoggiando una mano sulla parete di pietre di una casa del porto.

Il Coccodrillo è la mia preda.

Gli occhi tormentati e lucidi si persero nei suoi ricordi, fin quando non incontrarono quelli scuri di Proteo che lo avevano seguito per tutto il tempo, da quando era uscito dalla Locanda: “Il lupo di mare”.
Era un’illusione o era davvero lì?

Non ti azzardare a guardarmi con compassione.

Proteo si chinò appoggiando un ginocchio a terra e il gomito sull’altro, cercando stabilità ed equilibrio.
- Le gambe non mi reggono… - sussurrò Hook prima di mostrare un falso sorriso – non riesco più a stare in piedi – brontolò con rabbia.

Devo alzarmi, devo farlo.

Proteo non si fece intenerire minimamente da quelle parole e anzi, si limitò a scrollare le spalle in segno di indifferenza.
- E allora cadi – fu la prima e unica volta che gli si rivolse in modo così informale, non sarebbe accaduto mai più.
Hook tirò su il viso, totalmente scombussolato da quelle parole. Che voleva dire? Anche lui lo stava tradendo come avevano fatto i suoi precedenti compagni?

Io rimarrò solo per sempre.

- Io sono tuo amico, no? Anche se cadi, sarò al tuo fianco e ti sosterrò – le sue parole uscirono con naturalezza e spontaneità – perciò non avere paura di lasciarti andare -.
Gli occhi azzurri ed intensi di Hook si chiusero in due fessure, come a volergli scrutare l’anima.

Questa non è commiserazione.

- Cresci di altri cinque centimetri prima di dire cose del genere - disse in tutta risposta, seguita da una risata grottesca e accompagnata da un rantolo di tosse.
Proteo era decisamente più basso di lui ma aveva affrontato già molti problemi in passato e sulle sue spalle si erano accumulate tante responsabilità.

Questa è amicizia?

- Che cosa insolente hai appena detto – sogghignò Proteo, quello era il suo Capitano. Non si sarebbe fermato davanti a niente ed una caduta non avrebbe portato ad altro che ad una nuova salita.
Gli porse la mano così da aiutarlo, Hook non avrebbe mai acconsentito ad un gesto simile, piuttosto avrebbe preferito rimanere a terra, da solo.
Si inumidì le labbra e prese un lungo sospiro, poi afferrò la sua mano e si alzò in piedi. Fidarsi degli altri era complicato, ma a volte era la scelta più giusta da fare.

Il dolore al petto è scomparso. Non ho ancora raggiunto l’Abisso.







Nda

Non ho resistito a creare questo piccolo special tratto da L'Orologio della vita, la long-fic sulla Red/Hook. Non ho mai dato molto spazio a quelllo che Hook prova quando la lancetta compie la sua mossa, eccetto in alcuni momenti, ma mi sembrava carino mostrarne un brevissimo estratto. 
L'ultima parte è spudoratamente tratta da Pandora Hearts che ho scoperto da poco, in cui il protagonista ha lo stesso problema di Hook, visto che gli hanno messo un sigillo del tempo sul petto. Anche se lì le parti poi sono invertite. 
Spero di esser riuscita a rendere un pò l'idea!  L'illustrazione è opera di BlackFool che ringrazio sempre infinitamente.

 
   
 
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