Tico si appiattì sul pavimento come un marine in avanscoperta.
Si appoggiò sui gomiti e cominciò a strisciare come una lumaca, facendo attenzione a non farsi vedere.
Doveva riprendersi le sue bacchette, figlio compreso.
Ma quei disgraziati di Jon, Richie e David si erano coalizzati contro di lui, e avevano portato dalla loro parte anche Hector.


«Torres, sarai anche un nanerottolo, ma ti vediamo.» osservò Jon mentre faceva il solletico al pancino del bambino.
David sghignazzò e Richie annuì «Concordo con l’uomo che ha scoperto solo recentemente l’esistenza della ceretta.»
«Senti nasone, guarda la tua canocchia spaziale e lascia perdere i miei peli.» il cantante lo guardò in cagnesco e aggiunse «E comunque, io sono sempre bellissimo.»
Richie sorrise ironico «Sarai bello finché vuoi, ma ciò non toglie che sembravi uno zerbino.»
A quelle parole Jon si gonfiò come una pavoncella infuriata e borbottò stizzito «Ringrazia il cielo che ho Hector in braccio, perché altrimenti ti avrei strozzato con il tuo stesso naso.»
«Se mi uccidi, dove lo trovi un altro chitarrista bello, fascinoso e talentuoso come il sottoscritto?» lo canzonò Sambora.
Jon lo guardò con aria di sufficienza «Internet?»


Tico scoppiò a ridere e si alzò dal pavimento «Gentilmente, potrei riavere le mie bacchette e pure il bambino?»
Jon si accarezzò il mento pensieroso «Fammici pensare… Uh, quasi quasi…. NO. Che ne dite ragazzi?» domandò rivolgendosi agli altri due.
David si stiracchiò e puntò l’indice contro al batterista «Non ti ho ancora perdonato per avermi usato come bongo quando abbiamo girato “I’ll sleep when I’m dead”. Quindi no, Hector rimane con noi.»
Jon aggiunse «E io ero davvero bellissimo. »
Richie sospirò esasperato «La tua bellezza ti ha dato alla testa, come fa tua moglie a sopportarti? Vorrei chiederglielo un giorno di questi.»
«La mia signora mi ama. Ama la bella persona che sono, e non potrei chiedere di meglio.»


Mentre Richie e Jon continuavano a punzecchiarsi come una vecchia coppia di comari, David istruiva il piccolo Hector a come prendere le bacchette tra le mani e come usarle contro suo padre.
Tico gonfiò le guance come un palloncino «Giuro che non vi invito più a pranzo da me. Vi lascio fuori di casa.»
«Ma bravo, è così che educhi Hector? Eh? Padre nano e pure degenere.» lo rimproverò David facendo la voce grossa.
Richie scoppiò a ridere «Ricordatemi perché vi conosco. Vi prego.»
Jon gli saltò in braccio e gli passò le braccia attorno al collo «Perché io sono bellissimo e perché siamo un branco di idioti. Semplice no? E poi, caro il mio Sambora, cosa faresti senza di noi?»
«Avrei sicuramente una vita molto noiosa. Senti, ora potresti scendere dalle mie ginocchia? Il bambino, quello vero, è Hector. E tu non sei lui. Sei pesante.»
«STAI INSINUANDO CHE SONO CICCIO?» strillò il biondo nelle orecchie del chitarrista.
«Sto semplicemente dicendo che non sei un peso piuma. E comunque, chi lo dice sa di esserlo.» ridacchiò Richie mentre si morsicava divertito il labbro inferiore. Adorava prendere in giro l’amico.
Jon rimase momentaneamente senza parole, David e Tico guardarono prima il cantante, che era ancora in braccio a Richie, e poi lo stesso chitarrista.
«Richie, mi sa tanto che l’hai combinata grossa.» mormorò il batterista.
David posò a terra Hector, che era completamente divertito dalla scena. Come biasimarlo? I suoi zii si stavano comportando come dei bambinoni, avrebbero fatto ridere chiunque.


«Jon?» tentò di chiamarlo Richie, leggermente preoccupato per via del silenzio che si era creato.
«IO TI FACCIO A FETTINEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE» sbraitò l’interpellato.
«Lo sai che ti voglio bene… E tu sai anche che non vuoi farmi del male.»
«Questo lo dici tu!» lo rimbeccò Jon fingendosi offeso.


Hector mosse un paio di passi in direzione di suo padre, il quale lo prese amorevolmente in braccio «Almeno adesso ho ripreso te. Chissà, dato che quei due stanno bisticciando, potrei anche concedermi il lusso di riprendermi le mie bacchette.»
Ma David che lo aveva sentito, lo anticipò «Non se ne parla nemmeno.» e stupendo Tico, il tastierista diede una bacchetta in mano al bambino e gli disse «Adesso fai quello che ti ho detto prima. Fai felice lo zio Dave.»
Il bambino ubbidì e diede un leggero colpo con la bacchetta in testa a Tico, il quale scoppiò a ridere e si rivolse al tastierista «Ti sei vendicato abbastanza?» domandò mentre arruffava delicatamente i capelli di Hector.
David sghignazzò e gli diede una gomitata amichevole «Era da un secolo che volevo farlo, e poi sai che mi diverto un sacco a fare l’idiota.»
«Forse perché lo sei?» lo prese in giro Torres.
«Sì, può darsi. Anche tu non sei da meno. Richie e Jon non sono da escludere.»


Sentendosi chiamare in causa, i due litiganti osservarono Dave e Tico. Richie domandò «Embé? Che c’è?»
Torres ridacchiò «Ho semplicemente deciso che vi inviterò nuovamente a pranzo. Cosa farei senza di voi?»
A quelle parole Jon lanciò un cuscino addosso al batterista e lo abbracciò affettuosamente «Adoro quanto tiri fuori il tuo lato tenero.»




Angolo della matta.
Questa assurdità la dedico a Chara, è stata lei a commissionarmi questa cosa fluffosa ed altamente stupida.
E va bene, lo ammetto. Io mi diverto troppo a scrivere cose del genere, e questo fandom mi piace sempre di più.
Lascio a voi i commenti.
Alla prossima! 
Edge