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Autore: Ohra_W    11/09/2013    2 recensioni
"A volte in un momento buio si può trovare un barlume di felicità... basta solo saperla riconoscere..ed essere nel posto giusto al momento giusto!"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quei mesi di ripresa furono durissimi per Asia.
Fu incredibilmente difficile tornare alla vita di tutti i giorni dopo l’avventura straordinaria che aveva vissuto. Le sembrò di aver vissuto un sogno lunghissimo, ma alla fine dovette tornare alla realtà e non sapeva da dove cominciare.
Si buttò a capofitto nel lavoro, e si dedicò ai suoi amici e alla sua famiglia.
Fortunatamente aveva il supporto costante della sua adorata cugina, che non la lasciava un attimo sola e la coinvolgeva nelle attività più disparate per non lasciarle il tempo di pensare e rattristarsi.
Aveva sentito Marta un paio di volte. Le cose tra lei e Mark andavano alla grande: erano andati a vivere insieme ed erano praticamente inseparabili. Fu talmente contenta di questa notizia che pianse di felicità. Avevano passato dei momenti molto difficili entrambi, e saperli sereni e finalmente insieme la riempiva di gioia.
Ogni tanto Rob le tornava in mente, e le veniva una voglia matta di chiamarlo e sapere come stava. Ma non lo fece. Non lo aveva più sentito dopo quel giorno in aeroporto, e spesso si chiedeva se anche lui pensasse a lei qualche volta, o se continuasse la sua vita come se nulla fosse successo.
 
In un soleggiato pomeriggio di fine novembre, uscì dal lavoro prima del solito, e decise di concedersi una passeggiata tranquilla al centro di Roma. Dopo aver gironzolato a vuoto per un po’, prese una bella cioccolata calda e si mise a sedere su una panchina sotto al suo posto di lavoro, pensierosa. La temperatura era piuttosto rigida, ma il sole scaldava il suo viso intorpidito dal freddo.
Intenta a guardare un gruppo di bambini che si lanciavano schizzi d’acqua davanti a una fontana, non si accorse di una presenza dietro di lei, finché qualcuno non le mise una mano su una spalla.
Si girò di soprassalto, e lo vide, in tutto il suo splendore, avvolto in un cappottone di lana e una sciarpa gigante che lasciava scoperto solo il naso e gli occhi, con l’espressione di chi non è più abituato al freddo ed è costretto a sopportarlo, suo malgrado.
“Speravo di vederti qui…”. Attimi di incredulità, poi, finalmente, una reazione. “Rob! Ma… come hai fatto a trovarmi?” chiese lei, col cuore che le batteva a mille all’ora e lo sguardo attonito di chi ha visto un fantasma. “Sembro uno che non ascolta, ma in realtà ricordo ogni singola parola che ci siamo scambiati durante quel bellissimo mese insieme… e mi sono ricordato che una volta mi hai detto dove lavoravi. Ho preso un taxi e mi sono fatto portare qui. In realtà sono andato un po’ a caso, ma sai, la mia classica fortuna…”. Asia rimase di stucco. Aveva pensato a lei in tutti questi mesi? Cosa lo aveva spinto a volare oltremare per raggiungerla?
“Rob, cosa… come…” balbettò frastornata. “Avevo bisogno di parlarti, e certe cose non si possono dire per telefono. Mi sono reso conto che mi manchi troppo, e che sono stato uno stupido a lasciarti andar via così. La verità è che… non posso vivere senza di te” la prese per un braccio e la baciò, sotto lo sguardo esterrefatto dei passanti che ormai avevano iniziato a riconoscerlo, fermandosi a guardare la scena da film che stava avendo luogo nella piazza. Asia restò ammutolita. Non poteva credere a ciò che era appena successo. Rob sembrò non accorgersi nemmeno del suo disagio, e continuò: “Mi è bastato un mese per capire che voglio averti accanto per una vita, ma fino a qualche tempo fa non riuscivo ad ammetterlo a me stesso. Tu eri lì e non avevo bisogno di venirti a cercare, perché eri tu che venivi da me. La lontananza mi ha dato la forza di venirti a prendere… stavo male, sentivo che mi mancava sempre qualcosa, e alla fine mi sono reso conto che ciò che mi mancava eri tu…”. Smise di parlare e la guardò, carico d’attesa e di paura. Lei non si muoveva, non batteva ciglio. E soprattutto non parlava. Lui incalzò: “Possiamo andare via di qua e parlare in un posto più tranquillo? La gente inizia a riconoscermi, e l’ultima cosa che voglio adesso è essere assalito da un’orda di gente urlante”. “Sì, sì” balbettò lei, ancora incredula.
Presero un taxi che li portò a casa di lei, lontano dal centro e dal caos cittadino. Per tutto il tragitto restarono in religioso silenzio, tutto ciò che riuscirono a fare fu scambiarsi sguardi d’intesa e di complicità.
Arrivati a casa, dopo i classici convenevoli che durarono appena pochi minuti, lui prese di nuovo il discorso. “Lo so che è strano, sono piombato qui dal nulla dopo mesi di silenzio pretendendo di avere un qualche riscontro da te, ma sono settimane che ci penso, e alla fine non ho resistito. DOVEVO venirti a cercare. DEVO provare a riprenderti con me”. Aveva acceso una sigaretta, le mani gli tremavano dal nervosismo. Asia era seduta sul divano accanto a lui, ma non riusciva a rilassarsi. “Rob, cos’è che mi stai chiedendo, esattamente?”. Lui buttò fuori il fumo dal naso, poi spense la sigaretta appena iniziata nel gigantesco posacenere con la bandiera inglese che faceva bella mostra di sé sul tavolino. Le prese le mani e la guardò dritto negli occhi, con lo stesso sguardo di un bambino in un negozio di giocattoli, speranzoso che la mamma glie ne compri qualcuno. “Ti sto chiedendo di seguirmi, di venire a Los Angeles con me. È vero, non sappiamo come andrà a finire, o quanto durerà, ma non lo sapremo mai se non proviamo. Lo so, ti sto chiedendo molto, per te è dura abbandonare la tua vita. Qui hai il tuo lavoro, gli amici, la famiglia. Ma lì avrai me, tutto me stesso. Per ora questo è tutto ciò che posso prometterti. È abbastanza per te? Te la senti di rischiare?” Asia trasalì. Non ebbe nemmeno bisogno di riflettere, che le parole le uscirono dalla bocca di getto: “Sì, Sì… certo che sono pronta a rischiare! Ho aspettato tanto che tu me lo chiedessi, ma sembravi non deciderti mai, e così non ho voluto buttarmi io per te. Pensavo che non fossi pronto ad affrontare questo tipo di sfida, e non ho voluto forzarti. A dirla tutta… non aspettavo altro!” lui la guardò emozionato, poi la baciò. Fu come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Caddero nuovamente l’una nelle braccia dell’altro, e riaffiorarono sensazioni che avevano entrambi lasciato in un cantuccio del loro cuore ma che non avevano mai dimenticato.
Mentre affondavano uno nell’anima dell’altra, Rob all’improvviso si fermò a fissarla, pensieroso. Aveva l’aria di chi cercava le parole giuste per dire qualcosa, ma non riusciva a trovarle. Per la verità, non c’erano molte parole per esprimere ciò che gli girava in testa da un po’. Infatti ne bastavano due: “Ti amo..” le disse, con la voce rotta dall’emozione. Per un istante il mondo si fermò. Asia non sapeva che dire, si limitò a guardarlo col cuore in gola e le lacrime agli occhi.
“Asia, hey, Asia!” una voce la scosse bruscamente, come se fosse svegliata da un sonno profondo. Si guardò intorno: era nella stessa identica piazza da diverso tempo. I bambini che giocavano, la fontana, persino la tazza di cioccolata nella sua mano era rimasta esattamente dove l’aveva lasciata. Aveva immaginato tutto. Si trattava solo di un bellissimo sogno ad occhi aperti. Non c’era nessun Rob, nessuna dichiarazione, nessun ti amo sussurrato a labbra strette. Alzò lo sguardo e vide il suo collega che si sbracciava per attirare la sua attenzione.
“Hey, ma stavi dormendo ad occhi aperti? Volevo invitarti fuori a bere qualcosa insieme, ti va?”. Lei rimase a fissarlo come se non fosse di questo mondo.
Si rese conto che in tutti quei mesi, lei aveva vissuto la sua vita nell’attesa che Rob tornasse, che le chiedesse di tornare indietro e di seguirlo in capo al mondo. Non era andata avanti, come aveva detto a lui, ma era rimasta in una posizione di stallo che la teneva ancorata a lui come se avesse le catene. Realizzò, forse per la prima volta seriamente, che aveva davvero bisogno di farlo. Di andare avanti, di ricominciare la sua vita che già da troppo tempo si trovava ad un’impasse e non la portava da nessuna parte. Decise di accettare quell’invito, per cominciare, poi chissà. Il destino avrebbe fatto il suo corso.
 
UN PAIO DI ANNI DOPO, A CASA DI ASIA
Asia se ne stava sdraiata sul divano col telecomando in mano, guardando una fiction in cui due improbabili poliziotti cercavano di risolvere un caso oltremodo ingarbugliato, quando il suo cellulare squillò.
La sua suoneria era rimasta Angels, era quella ormai da tempo immemore, e ogni volta che il suo cellulare squillava provava una piccola fitta al cuore che la riportava indietro nel tempo a momenti indimenticabili, ma non aveva mai avuto il coraggio, né la voglia, di cambiarla.
Era Maya, che con un tono trafelato le intimò: “Tesoro, sei davanti alla tv? Cambia subito canale, metti sul 145! Non fare obiezioni, ti richiamo dopo!” e attaccò.
Asia prese il telecomando, e meccanicamente cambiò canale.
Il suo cuore sussultò. I suoi cinque beniamini di un tempo, ancora belli come il sole nonostante l’età che avanza, erano ad una premiazione internazionale per ritirare un premio di prestigio.
Gary era con la sua bella moglie sempre al suo fianco, splendente come al solito; Jason era solo, con la sua classica espressione da furbetto in viso; Howard, bello come un adone, teneva per mano una bellissima ragazza mora alta e snella; Mark era accanto alla sua dolcissima Marta, che aveva uno sguardo radioso e un vestito mozzafiato;  e poi c’era lui, Rob. Lui era sempre lui. Era abbracciato stretto alla sua nuova compagna, una bellissima attrice americana che aveva conosciuto di recente. Dopo che l’avvenente presentatrice ebbe consegnato il premio al Capitano, si girò verso Rob e gli chiese, con aria maliziosa: “Allora, Robbie, abbiamo saputo che presto ci saranno novità. Ce ne vuoi parlare?” Rob sembrava non aspettare altro, e prese immediatamente in mano il microfono. “Io e Ayda ci sposeremo presto. Finalmente ho conosciuto l’amore nella mia vita, e devo tutto ad una persona che sicuramente mi starà guardando. Lei mi ha dato lo stimolo a buttarmi e rischiare tutto, mi ha fatto capire che se viviamo la nostra vita in una condizione di inerzia ci lasciamo sfuggire delle occasioni troppo importanti. Una volta mi disse che bisogna sempre guardare avanti, e non restare a fissare il passato, e così ho fatto. Adesso sono davvero felice. Grazie Asia!”.
Asia sentì batterle il cuore all’inverosimile. Anche Rob non l’aveva mai dimenticata. Anche lui ricordava la loro storia con affetto.
Le venne un pizzico di nostalgia, ma così com’era arrivata se ne andò.
Accarezzò il suo pancione, e guardò l’uomo che le dormiva accanto, e si sentì la persona più felice del mondo.
Perché in fondo, ciò che aveva sempre desiderato, era tutto lì, in quella stanza.
 
THE END!
  
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