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Autore: Semolina_Pilchard    11/09/2013    2 recensioni
Per quanto lo spettacolo possa rimanere lo stesso, gli attori cambiano. E il tempo, inesorabilmente, passa.
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1966
- Bene, ragazzi, direi che abbiamo riposato abbastanza! Sotto col lavoro!
La voce di Roger era squillante come al solito, malgrado la stanchezza. John si alzò dal divano senza un parola; Townshend imprecò a bassa voce e bofonchiò qualcosa circa “quella checca rompipalle” che doveva sempre prendere in mano la situazione, ma si mise in piedi anche lui.
- Moon! Sei sordo? Muoviti!
Il batterista era rannicchiato su un fianco sul divanetto della sala prove, il capo chino e il respiro regolare e profondo di chi si è addormentato.
- Toh, dorme come un angioletto! Stiamo attenti a non fare rumore, mi raccomando! - sogghignò Pete, con una strana espressione in viso. Si diresse quindi verso la batteria e vi si sedette, sotto gli sguardi divertiti dei compagni, che avevano capito tutto.
Il salto che fece Keith qualche secondo dopo fu addirittura storico. Capitombolò giù dal divano e si guardò intorno disorientato, il cuore in gola, prima di rendersi conto di essere stato vittima di uno scherzo crudele.
- MA SIETE COMPLETAMENTE IDIOTI?!? MI AVETE FATTO PRENDERE UN INFARTO!!! CHI E’ STATO?!? - sbraitò, mentre gli altri erano piegati in due dal ridere. Notò Townshend seduto alla batteria e prese ad insultarlo, anche se la rabbia gli stava già sbollendo.
Scherzi come quello ed anche più pesanti, dopotutto, erano all’ordine del giorno.
 
 
 
1978
Non suonava più come una volta, questo era evidente. Fosse stato per loro, avrebbero continuato, ma Keith era palesemente stanco e avevano deciso di prendersi una pausa.
- Keith? Ti va se riprendiamo? - chiese Entwistle con gentilezza, toccandolo delicatamente su una spalla, senza ricevere risposta. Preoccupato, lo girò piano dalla propria parte, ma - per fortuna - il batterista stava solo dormendo. Per qualche istante, nessuno parlò: il silenzio dei loro sguardi desolati era molto più eloquente.
- Le prove sono finite, per oggi.
La voce di Townshend si levò bassa, ma ferma, un sussurro che non ammetteva repliche. Daltrey non disse una parola - che cosa avrebbe potuto dire? - prese le sue cose e uscì dallo studio di registrazione, sforzandosi disperatamente di non cedere alle lacrime, almeno non davanti a loro.
- Rimani tu con lui, ok?
La voce del chitarrista non era più tanto ferma. Non si aspettava risposte da parte dell’amico e, in effetti, non ne ricevette: sapeva benissimo che John era la persona più degna di fiducia a cui affidare Moon, in un momento simile. Deglutì, si caricò la chitarra sulle spalle e se ne andò.

Chissà se ricordavano quello scherzo di dodici anni prima e chissà se, anche solo per un attimo, non avessero accarezzato l’idea di ripeterlo e fingere di tornare ragazzini.
Fingere, appunto.

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Adoro gli Who. Spero che una piccola parte del mio amore per loro emerga dallo scritto, tutto qui.
Semolina
  
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