Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: AleJackson    12/09/2013    4 recensioni
Ti odio.
Due parole dette frequentemente da tante persone.
Quasi mai sono veritiere, la maggior parte delle volte sono dette per scherzo, per caso o perchè semplicemente si è arrabbiati...Ma arrabbiarsi con una persona non vuol dire odiarla.
Quando questo sentimento però è reale...Beh di sicuro dietro a queste due parole c'è tanto altro.
Quelle che ho scritto sono una serie di drabble su tutte le volte che queste due parole sono state dette nel mondo di Harry Potter!
Non importa come ,quando e perchè! Ve le illustrerò tutte, partendo dall'era dei Malandrini fino alla Nuova Generazione!
Pochi ti odio saranno detti con sincerità, ma per quei particolari capitoli vi regalerò una frase del libro coerente allo situazione! Naturlmente la scelta dei veri "Ti odio" sarà puramente soggettiva!
Avviso: Non userò "Ti odio" detti realemente durante i sette libri della Rowling.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non è possibile



Quella mattina Emmeline Vance sentiva un grande peso allo stomaco.

Quella mattina Emmeline aveva riferito la peggiore notizia possibile ad una persona.

L’aveva lasciato distrutto sull’uscio della sua casa, era fermo, ma tremava leggermente, quasi impercettibilmente. Aveva uno sguardo perso, come se stesse cercando di metabolizzare qualcosa.

Quello che era successo non era colpa di Emmeline, ma non riusciva a non sentirsi in parte responsabile per quel dolore, come se avergli riferito la notizia fosse stato un male.

Forse avrebbe dovuto dirgli qualcosa, a parte quelle fredde condoglianze, ma dentro di sé sapeva che non sarebbe servito a nulla.

Quella mattina Remus Lupin aveva sentito il mondo crollargli addosso.

Erano morti, tutti morti.

I suoi amici, la sua famiglia.

Morti.

Dei corpi freddi, degli occhi senza calore, delle bocche da cui non sarebbero uscite più parole.

Mai più.

Si prese la testa fra le mani, si afferrò i capelli e strinse. Strinse forte. Non voleva realizzarlo, non doveva pensarci. Faceva troppo male.

Non è possibile.

Lo era, erano morti. Tutti fottutamente morti. Non c’erano più.

Non li avrebbe più rivisti.

Solo, senza nessuno. Non poteva cambiare le cose, non poteva tornare indietro, non poteva fare altro.

Strinse ancora, doveva smettere di fare pensieri così masochisti. Non riusciva, però, a non farli.

Non è possibile.

James era morto.

Lily era morta.

Peter era morto.

Erano morti tutti. Tutti.

Sirius è vivo.

Un lampo di rabbia lo attraversò, prese la prima cosa che gli capitò per le mani e la lanciò contro il muro. Aver solo pensato una cosa del genere l’aveva reso cieco dalla collera.

Li aveva traditi, li aveva traditi tutti. Erano morti per colpa sua, li aveva uccisi tutti…poi aveva riso.

Pazzo, folle Black.

Una fitta di dolore gli attraversò il petto ripensando a James che diceva le stesse parole ridendo, seduto vicino a lui.

James, però, non avrebbe più riso.

Mai più.

Non è possibile.

Il vaso che aveva rotto era verde, registrò la sua mente confusa.

Verde.

Verde come gli occhi di Lily.

Quelli occhi gioiosi, vivi.

Occhi che si infiammavano quando lei si arrabbiava, che diventavano ancora più chiari quando piangeva e che splendevano quando era felice.

Occhi ora vuoti.

Occhi senza vita.

Coraggio.

Il coraggio di Peter.

Ripensò al suo viso tondo, al suo sorriso sincero, ai suo occhi azzurri e acquosi, ma fermi all’occorrenza.

Anche lui. Andato.

L’amico sincero, quello che ti avrebbe offerto un dolce quanto eri triste. Perché “lo zucchero aiuta ad aggiustare tutto”.

Gli scappò una risatina mista ad un singhiozzo, pensando quello.

Subito dopo spalancò gli occhi.

Peter era morto.

Nessuno gli avrebbe più detto quella frase.

L’aveva ucciso, li aveva uccisi.

In quel momento avrebbe voluto prendere Black e fargli provare tutto il dolore che lo travolgeva, voleva vederlo soffrire, urlare.

Sentiva che stava impazzendo.

Si alzò di scatto e corse alla finestra. La aprì e, in un momento di follia, urlò.

-Sirius Black, ti odio. Vieni qui se ne hai il coraggio, figlio di puttana. Ti ridurrò in briciole, ti ammazzo. Cazzo, Black. Ti ammazzo sul serio!-

James era morto.

Lily era morta.

Peter era morto.

Sirius non meritava di vivere.



Harry era vivo.


Note d'autrice:

Ehi bella gente!
Sì, questo è l'ultimo capitolo. Mi è stato gentilmente ispirato da DreamyD, grazie cara :'D
Vorrei precisare una cosa.
Quel "Harry era vivo" alla fine rappresenta qualcosa.                                                                                                                                                                
Rappresenta il fatto che con la morte di James e Lily  un'era finisce e ne inizia un'altra, che dal fatto che Harry sia vivo nasce tutto.                                   Se Harry non fosse sopravvissuto non ci sarebbe stato "Harry Potter" e ovviamente non ci sarebbe stata questa fanfiction che ho scritto. Quel "Harry era vivo" è come un: "Ehi! Ora comincia tutto!"                                                                                                                                                                         Non so davvero come spiegarlo meglio. Spero mi abbiate capito!                                                                                                                                                      Ultimo capitolo...Vorrei ringraziare tutte le bellissime persone che mi hanno recensito, dalla prima all'ultima. Anche chi mi ha messo tra le ricordate, seguite, preferite e ai lettori silenziosi.
Grazie.
Questa ff ha significato molto per me e volevo darle una degna chiusura, spero di esserci riuscita!
Ciao, ciao!
Ale :D

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: AleJackson