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Autore: lunanera_    13/09/2013    1 recensioni
Cara Luna,
ti scrivo perché “dillo alla Luna", perché sei un po’ come me, emani una luce fioca che non basta a rischiarare la sera.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Luna,
ti scrivo perché “dillo alla Luna", perché sei un po’ come me, emani una luce fioca che non basta a rischiarare la sera. Brilli a metà.
A volte è come se non ci fossi neppure, come se stessi inseguendo chissà quali mete lontane. Eppure ci sei, sei sempre lì, così sono anch’io.
Ho la testa fra le nuvole, Luna bella. Confondo l’alto col basso, il vero col falso. Sono silenziosa, osservo tutto, anche ciò che può sembrare insignificante. Sono strana, mi dicono. Saltello scendendo le scale. Sai perché, Luna? Per essere più svelta. Per catapultarmi nel mondo.
In fondo è normale alla mia età, no? Così pare. Ma è solo un’illusione la mia, tutta una questione di scale, niente di più.
Non mi piace catapultarmi per davvero, sto meglio quando sono al sicuro, che a saltellare da un gradino all’altro c’è il rischio di scivolare.
Sono una poetessa, mi dicono. Ma sono soltanto un burattino delle parole. Non sono io che le controllo, loro controllano me.
Corro, corro, corro restando ferma. Questo è il mio tormento, luna.
Penso tanto, tanto che è un uragano, ma poi rimango sospesa, come se fossi legata ad una sottile ragnatela.
Come se fossi una trapezista che esegue il suo numero senza rete.
Vivo in preda alla paura, paura di sprecare il mio tempo, terrore di quelle lancette presuntuose che scorrono mentre io sono lì appesa.
E non riesco a ripartire, è come se fossi un’auto a corto di benzina. Vorrei fare così tante cose, vorrei smantellare una costellazione per usarla come mantello, vorrei prendere un foglio bianco e dipingerci sopra l’infinito con gli acquerelli.
Ma non posso.
E mi sento incatenata, bloccata, vuota. Ma mi rialzo, raccolgo le mie ossa e continuo a camminare sul filo. E rido e piango e amo follemente,
ma l’angoscia di precipitare nell’oblio non mi abbandona mai. La malinconia è la mia compagna di viaggio, tu sei la pallida lanterna che mi indica la via, la destinazione non la conosco ancora.
Per la verità, non so ancora molto, Luna gentile. So che vivo, ma mi basta?
Cosa potrà mai esserci, all’estremità di questo filo infernale che lo riempirei di perle e ne farei la mia collana?
Come vorrei avere una rete sotto di me. Smetterei di essere una trapezista senza pensarci un momento, mia cara.
Preferisco rimbalzare che stare in equilibrio.
Nicole
  
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