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Autore: SpinellaTappo98    15/09/2013    0 recensioni
Dal testo: "Mi chiedo come sia possibile che sia proprio come una malattia. Ecco, come quando hai la febbre."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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13 Settembre 2013

Shirin,

tutto ok? Oggi non ti ho vista all'entrata, troppa gente. Forse anche tu non hai visto me, perché non ero al solito posto da Ramozzi, ma ero un po' più in là, dove inizia il ponteggio e c'è il cancello per il parcheggio sotto il palazzo. Ero sempre con le stesse persone: Federico, Francesca, Ludovico, Marta, un po' di ragazzi del 5°D e...beh, immagino tu sappia chi c'era. Mi chiedo come sia possibile che sia proprio come una malattia. Ecco, come quando hai la febbre. Non vuoi prendertela, ma alla fine accade e non puoi far altro che arrenderti e lasciarti guidare da questa malattia. Certo, puoi prendere le medicine, ma spesso è come se evitassero solamente di far venire una polmonite.

Perciò che fai? Ti metti un pigiamone pesante, ti rintani a letto sotto circa 20 strati di coperte, magari con una stufa ed un tè caldo, cercando conforto in un libro. Così faccio anche io. Sto provando le cure, sperimento, ma non fanno passare la “malattia”, si limitano a tenerla in stasi. È brutto, come rimanere intrappolati. Quindi penso che fino a quando non troverò una “cura”, mi lascerò guidare dalla “malattia” e mi crogiolerò nel piacevole calduccio del letto, cercando conforto nel mio “libro” qualora mi sentissi troppo male per godermi il calduccio.

Shirin, tu sei il mio libro ed io cerco conforto in te, e lo trovo. Perciò ti dico che non so cos'altro fare. Lo guardo negli occhi ed annego in quell'azzurro che a confronto il cielo sbiadisce, ci parlo e sento come se potessi crollare a terra da un momento all'altro, fumo una sigaretta con lui ed è come se il mondo svanisse. Per non parlare di come mi brillano gli occhi (a volte arrossisco anche) quando parlo di lui. Non va bene, Shirin, non va affatto bene. Anzi, è un casino, come il mio orario delle lezioni.

Sto iniziando a capire che forse devo solo aspettare che passi, perché non posso fare poi molto. Ieri mattina (quando ho iniziato a scrivere), Calvani ha parlato degli stati della materia. Ti evito tutta la sorba e salto al punto che mi interessa (e che tu lo voglia o no, interesserà anche a te): i fulmini non sono “materia”, non hanno uno stato, sono energia allo stato puro. Tu puoi controllare l'energia allo stato puro, Shirin? Io no. Certo, possiamo influenzarla e tentare di canalizzarla, ma non possiamo illuderci di poterla controllare. Così come l'amore. A volte riusciamo ad influenzarlo e canalizzarlo, ma non dobbiamo illuderci di poterlo controllare. O non sarebbe amore. Perché l'amore è energia, Shirin, energia allo stato puro. E noi siamo il terreno su cui l'elettricità, l'energia, del fulmine si scarica. Solo che dura più a lungo.

Vedi quante metafore e analogie? Sono ovunque...sai, l'intera esistenza è amore. Che bella frase! Devono essere i sistemi lineari risolti con il metodo di Creamer ad ispirarmi. Il problema è che non riesco a vedere la causa della mia “malattia” che non sta bene. Sono giorni che è esausto, studia troppo ed è preoccupato per gli esami al Briccialdi, quindi fuma ancora più di prima.

Questa mattina l'ho trovato che sonnecchiava sul pilastro da Ramozzi, troppo stanco per restare sveglio. Avresti dovuto vederlo: era tenerissimo. Però ho avuto un tuffo al cuore.

Vabbè, ieri sera ascoltavo musica depressa ed ho scritto una cosa che lunedì ti farò leggere.

Perciò per ora posso solo dirti che sono felice per te e Lapo, sul serio! Ti dico che tenterò di stare il più vicino possibile alla mia “malattia”, per quanto la mia stessa malattia me lo permetta. Il 18, il 26 ed il 27 non ci sarà, perciò ti romperò la mattina...potrebbe esserci un cadavere davanti Ramozzi. Ahah...ora vado, sistemi frazionari. Abbracci virtuali, tramite carta senza pixel perché li ho uccisi tutti,

la tua metà depressiva

  
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