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Autore: Ivan_    16/09/2013    2 recensioni
L'una di notte, tutto qui.
Non usare parole volgari, dice Efp.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanculo Troia è il grido disperato di una domenica sera, su un divano schifosamente color ciclamino, sotto un tetto di plastica che amplifica il rumore della stupida pioggia.

In questo paese di uomini bicicletta piove un giorno sì e uno sì.

Il primo giorno è pioggia torrenziale, il secondo è quella che sembra quasi nebbia e ti si attacca addosso come una ragnatela, gonfiandoti i capelli finché non sembra che un orso ti abbia rigurgitato un capriolo stecchito in cima alla testa.

Ho scleto questo titolo per cavare qualcosa di buono dalla mia inutile rabbia depressa e repressa che altrimenti languirebbe giacendo putridamente nei meandri inesplorati della mia anima, troppo fonda perché io possa vedere e cavar fuori tutto quel che di male ci si annida.

Fanculo Troia è per tutte le persone che ora sono incazzate, che sia perché non sanno cosa farne della loro vita, che non riescono a farsi degli amici, che sia perché hanno fatto scoperte apocalittiche su di sé o che vivano un amore complicato.

E' per tutti quelli che hanno i piedi gelati e le mani tremanti davanti ad una tastiera, mentre fuori probabilmente continua a piovere.

Piove fuori ma non piove dentro, per questo sto scrivento Fanculo Troia.

Dove Fanculo è dedicato a tutti e Troia a chi volete voi.

Io lo dedico un po' a me, quello di sei anni fa.

Troia venduta dietro ad una migliore amica che dopo un anno non salutavo nemmeno più.

Lo dedico al me di ora, quello che scrive mille inizi e mai una fine.

Quello che ha tanto buono dentro e tanto niente fuori.

Fanculo Troia ha una pagina intera da riempire e non è nemmeno a metà, nonostante le parole arrivino una dopo l'altra, sulla pagina bianca prima ancora che nella mente.

La dedico alla mia mano irrigidita dopo nove ore passate a disegnare. Stupida mano che non riesce a stare dietro a questo paragrafo che scende inesorabile verso il fondo dello schermo come l'acqua che scivola verso le grondaie.

Scrivo schifosissime frasi dall'aria poetica e patetica, con il solo obiettivo di raggiungere il fondo.

Di cosa io stia cercando la fine non è dato sapere.

Forse di una misera gloria per un commento positivo su questa storia puttana, forse della valigia che non ho voglia di riempire per tornare a casa, forse cerco il culmine della mia discesa verso il Non Lo So.

Butto giù lettere per scaldarmi le dita, senza nulla da dire e con pause sempre più lunghe tra una frase e l'altra.

Fanculo Troia la dedico a tutte le idee e le storie che non riesco a scrivere.

Una storia per le storie, insomma.

Per convincermi che ancora so portare avanti qualcosa che abbia un senso compiuto o ai miei occhi per lo meno ne abbia.

L'obiettivo di F.T. (in confidenza, solo per gli amici) è sentirtelo urlare nelle orecchie, sentirtelo risuonare dentro.

Ti deve far venire voglia di sfogarti, di unirti allo strillare del mondo intero, ti deve far vedere cos'è di marcio che covi tu nel tuo piccolo, da ore, giorni, mesi o anni.

Devi renderti conto che anche tu ti reprimi, ingoi la rabbia, soffochi sotto un cuscino di scuse tutti i validi motivi per cui potresti spaccare la faccia al primo bell'imbusto che passa in strada.

Fanculo Troia dovrebbe farti riflettere su quante volte nella tua vita hai detto 'bene' invece che 'muoio', a quante volte hai ripetuto 'non è nulla' mentre dentro laceravi i tuoi stessi limiti di sopportazione, a quanto spesso hai rimpiazzato un urlo a pieni polmoni con un 'non fa niente'.

Perchè urlare in faccia a qualcuno non sarebbe un buon costume, giusto?

Fanculo Troia è stata ideata per trascinare gli altri con me nel baratro dell'autocommiserazione, dell'ira latente, voglio che tutti coloro che amo trovino i destinatari di queste parole.

Voglio che tutti si rendano conto che la loro vita non è fino in fondo quella che vorrebbero, voglio che si senta quanto detesti sognare ad occhi aperti un mondo che non sarà mai mio.

Voglio che incolpiate gli altri di non poter vivere come vi pare.

Gli altri respirano la vostra aria.

Fanculo Troia vi deve insegnare la frustrazione dell'ingiustizia di non poter essere se stessi.

F.T. Deve suscitarvi vergogna una volta finita, per quello che avete scoperto di covare.

Mi scuserò e vi scuserete col primo oggetto che avete accanto -io con il biglietto di ritorno dell'aereo- perchè vi sarete permessi di pensare a cosa fa schifo della vostra vita.

Vi scuserete dell'introspezione non autorizzata ed inaspettata in cui un povero mentecatto vi ha trascinato con un titolo accattivante.

Fanculo lo dedico alla scrittura, Troia lo dedico a voi.

  
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