Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    18/09/2013    2 recensioni
Touma aveva una busta in fondo al cassetto del comodino. Era una busta di carta gialla, un po' ruvida, e conteneva qualche decina di fotografie. Per prenderla bisognava spostare un po' di cose – la scatola che conteneva l'orologio di suo padre, un blister di compresse per il mal di testa, un quadernetto nero tutto sgualcito e anche due o tre caramelle mezze sciolte che avevano troppi anni per essere ancora commestibili. - ma non era importante, perchè non gli capitava di tirarla fuori molto spesso.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Touma gettò uno sguardo alle sue spalle. Shin annuì: avrebbe protetto lui Ryo, mentre gli altri combattevano.
“Avanti! - Gridò Shu. – Finiamola con questa storia!”
Di nuovo sfoderarono le armi e si scagliarono contro le ombre, restando comunque il più possibile gli uni vicini agli altri.
Quando i primi colpi affondarono ed i primi corpi di fumo si dissolsero, Ryo sussultò.
Shin gli strinse una mano, cercando di capire se si stesse svegliando.
Le ombre svanivano una dopo l'altra e, come la volta precedente, la loro essenza andava riversandosi nei corpi delle altre, rendendole più nitide e forti.
Man mano che la battaglia si faceva più violenta, Ryo cominciò a contorcersi e lamentarsi.
“Ma cosa...” Shin lo scosse delicatamente, chiamandolo. Era rigido e sofferente, sembrava quasi che subisse l'eco dei colpi inferti ai loro nemici.
“Aspettate! - Gridò ai compagni. – Fermatevi!”
I colpi si interruppero. Anche le ombre fermarono la loro lenta avanzata verso di loro.
“Cosa c'è, Shin?” Shu ansimava.
“Non... non lo so, sembra quasi che la nostra battaglia lo faccia star male.”
“Cosa?!”
“Forse... - Touma cercò di riflettere velocemente. – Forse è rimasto collegato allo Youia.”
“E' una cosa possibile?” Seiji si avvicinò di più a Ryo, studiandone il volto sofferente.
“Quando mi sono svegliato, - Touma fissò con attenzione le ombre che ora avevano preso a confluire spontaneamente le une nelle altre – ho avuto a lungo la sensazione di essere ancora intrappolato...”
“Ma com'è possibile! - Shu si infervorò. - Abbiamo distrutto quel posto!”
“Però Ryo non si era svegliato. - Rifletté pacatamente Shin. – Forse era troppo debole e non è riuscito a tornare qui...”
“Merda. - Mugugnò Shu – E quindi ora cosa facciamo?”
“Non farete nulla.” Una voce dalle sfumature stridenti parlò alle loro spalle. Nell'istante in cui tutti e quattro si erano girati verso Ryo, le ultime ombre erano andate a consolidare il corpo dello Youia nella sua forma più forte. La stessa che aveva aggredito Ryo, e che ora li guardava con aria di trionfo.
“Lui è ancora dentro di me, – Sogghignò, o almeno mosse le fauci in una sorta di macabro sorriso. – e soprattutto, io sono ancora dentro di lui. Se volete ostinarvi a combattere, dovrete decidervi a sacrificarlo.”
Quando aveva sondato i loro animi, nutrendosi di ciò che più li terrorizzava per creare un luogo in cui chiuderli, aveva trovato molto.
Brutti ricordi.
Rabbia, rassegnazione, inquietudine...
Ognuno di loro aveva delle ferite, ed ognuno di loro era profondamente diverso dagli altri nel proprio modo di soffrirne e di affrontarle. Conosceva molto bene quella parte dell'animo umano, e poteva dire di non aver mai visto cinque caratteri così diversi tra loro. Eppure, identico in ognuno di loro, c'era il riflesso di una unica immagine che sovrastava tutto il resto, mitigandolo.
Aveva riconosciuto il loro legame, e dapprima ne era stato infastidito. Sembrava quasi in grado di indebolire il suo potere.
Tuttavia, aveva presto capito che esso era insieme la loro più grande forza e la più temibile debolezza.
“Avanti. - Sussurrò, quasi dolcemente. – Mettetemi alla prova.”
E detto questo, si lanciò contro Ryo e contro Shin, che era accovacciato accanto a lui.
Istintivamente, Shu, Seiji e Touma gli si pararono contro, respingendolo. Nell'istante in cui le loro armi colpirono lo Youia, Ryo gridò e si inarcò così forte che Shin quasi perse la presa su di lui.
“Maledizione!” Touma fece battere a terra una delle punte dell'arco, in un moto di stizza.
Lo Youja perse per un attimo la propria consistenza, poi si riaddensò.
Sembrava leggermente diverso da prima. Più grande, o forse più minaccioso.
“Mi credete, adesso?”

- o -

Ryo si guardò attorno, spaesato. Il dolore era cessato, ed ora era immobile, al centro di un bianco infinito.
Non si sentiva né triste né sereno. Sapeva di aver provato rabbia e inquietudine, ma era come se le stesse dimenticando velocemente. Ogni cosa si faceva sbiadita ai suoi occhi, coperta da uno struggente senso di perdita e malinconia.
Cercò di concentrarsi: voleva ricordare perché era lì, ma gli era difficile ricordare anche perché avrebbe dovuto essere altrove.
Era come se tutto quello che aveva sofferto e sentito fosse stato consumato da qualcuno che se ne era nutrito, senza però lasciargli in cambio alcun senso di liberazione.
Si accasciò come un sacco vuoto, poggiando la testa sulle braccia distese a terra. Piegò le gambe verso il busto, e rimase fermo. Era sicuro di essere già rimasto a lungo in quella posizione, tantissimo tempo prima, ma non riusciva a ricordare quando, né tanto meno il perché.
Con la coda dell'occhio vide qualcosa volteggiare in aria e scendere lentamente su di sé, compiendo piccoli cerchi irregolari.
Si posò a pochi centimetri dal suo viso. Il suo respiro lo fece vibrare appena.
Ryo sollevò un po' il capo per poterlo mettere a fuoco, e vide che era un fiore di ciliegio.
Era il fiore più perfetto che avesse mai visto. Una sola corona di cinque petali tutti identici, tutti intatti.
Non uno sgualcito o ammaccato. Nessuna piega, o buco.
Bianchi alle estremità, e più rosati al centro. Ed i pistilli erano tutti ugualmente lunghi, tutti armoniosamente rivolti verso il centro, ognuno con il suo piccolo grumo di polline intatto.
Ryo era certo che l'albero da cui si era staccato non fosse riuscito a creare nessun altro fiore più bello di quello, eppure era stato proprio quello a cadere.
Ryo sentì chiaramente quanto ogni cosa fosse inutile e destinata a finire. Chiuse gli occhi, e dimenticò ogni altra cosa.

- o -

Shu grugnì per la frustrazione. Erano tutti immobili da diversi minuti, senza riuscire a decidere cosa fare, e lo Youja si era limitato a fissarli, senza più provare ad attaccarli.
Sembrava spassarsela un mondo, mentre loro si dibattevano nella rete in cui li aveva catturati, senza trovare una soluzione.
“E' impossibile! - I problemi senza via d'uscita erano una eventualità che il suo animo positivo rifiutava ostinatamente. – Già una volta abbiamo...”
Si fermò. Non aveva voglia di ricordare quel giorno, quando avevano scelto consapevolmente di colpire Arago, senza poter sapere se così facendo avrebbero ucciso anche Ryo.
Essere stati costretti ad una scelta del genere era una delle prove peggiori a cui erano stati sottoposti, e nessuno di loro riusciva a perdonarselo davvero fino in fondo.
Ed ora si trovavano di nuovo allo stesso bivio, ed era così ingiusto che gli sembrava di impazzire.
“E' diverso. - Mormorò Touma con voce incolore. – Arago e Ryo erano collegati attraverso l'armatura, mentre questo Youia si è insinuato nei nostri animi in un modo che non conosciamo. Non possiamo sapere cosa accadrebbe davvero se lo attaccassimo.”
“E allora torniamo laggiù e svegliamolo!”
“E come? - Touma si stava scaldando. – Non siamo stati noi a scegliere di andarci, sappiamo a malapena come uscirne! E poi cosa accadrebbe qui, mentre noi ci perdiamo là dentro?!”
Shu si ammutolì. Ma comunque non si rassegnava. Doveva esserci un modo!
Seiji si accovacciò accanto a Ryo. Touma e Shu si misero tra loro e lo Youia, che comunque non diede segno di voler far nulla.
“Aiutatemi. Voglio provare a raggiungerlo.”
Come la volta precedente, aprirono i propri cuori il più possibile, rivolgendoli verso Seiji. Lui se ne lasciò riempire, poi cercò di spingere tutto quel calore dentro al cuore di Ryo.
La sensazione che provò in risposta fu un vuoto talmente grande che ebbe l'impressione di esserne risucchiato a precipitarvi dentro.
Cercò di resistere, ma stava perdendo l'orientamento. Si ritrasse di scatto e cadde all'indietro. Dovette sostenersi con una mano, e il rumore dell'armatura che batteva a terra si mischiò alla risata metallica dello Youia.
“Siete certamente interessanti da osservare, ma credo che non attenderò oltre.”
Restò immobile ancora per qualche istante, poi di nuovo si scagliò contro di loro.

- o -

Ryo si piegò in avanti. Un calore improvviso gli era avvampato nel petto e lo aveva fatto rizzare a sedere. Per qualche istante immagine multiformi e cangianti avevano danzato dietro ai suoi occhi, riportando a galla cose dimenticate, ma poi tutto si era spento, e le sue spalle si erano curvate di nuovo, prive di forza.
Il vuoto stava velocemente cancellando i colori che per un attimo gli era sembrato di riconoscere. Ancora un istante, e sarebbe diventato di nuovo tutto bianco, fuori e dentro.
Ma quel calore era così bello.
Così dolce.
Così saldo, e sicuro, e aveva il sapore di un rifugio silenzioso ai confini della tempesta, e di mille mattine limpide, e notti piene di stelle e tante altre cose che improvvisamente gli apparivano nitide e vere più di tutto quel bianco.
Lo rivoleva indietro. Rivoleva tutto, e lo voleva così disperatamente che gridò. Strinse i pugni urlò con tutto il fiato che aveva.
Sentì il palmo della mano destra bruciare all'improvviso. La aprì di scatto, e vide il fiore di ciliegio.
Lo aveva stretto così forte che lo aveva rovinato. Un petalo si era staccato, e gli altri erano tutti stropicciati. Il polline era caduto, e gli aveva macchiato di giallo la pelle.
“Mi dispiace... - Mormorò, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. – Mi dispiace così tanto...”
Tutto ad un tratto il fiore non gli sembrava più una cosa che era andata perduta benché fosse perfetta.
Ora gli appariva come un dono prezioso, giunto fino a quel luogo per lui.
E lui l'aveva rovinato.
Prima che la disperazione potesse sovrastarlo, vide il fiore muoversi. Vibrò appena nella sua mano, poi si sollevò. Fluttuò dritto poco al di sopra del suo palmo, e cominciò a girare su sé stesso.
Ryo sussultò, senza sapere cosa fare.
I petali si distesero, il fiore tornò ad essere perfetto. Salì ancora un po', fino all'altezza degli occhi di Ryo, e dal suo centro cominciò a sprigionarsi la luce.
Seguimi.
Ryo sollevò la mano per sfiorarlo, ma il fiore cominciò a salire velocemente. Si allungò per raggiungerlo, e si accorse che anche il suo corpo cominciava a risalire, come se tornasse a galla dopo essere sceso fino ad un fondale spoglio e cieco.

- o -

Touma cadde a terra, sotto una raffica di colpi. Poco distante da lui giaceva il suo arco, che aveva scagliato a terra per vincere l'istinto di utilizzarlo. Dalla parte opposta c'era Shu, steso su un fianco. Per due volte era stato colpito, e per due volte si era alzato. Al terzo colpo era rimasto giù, gli occhi chiusi e un sottile rivolo di sangue che dalla tempia gli attraversava il volto fino all'angolo opposto.
Era stato il primo a gettare le armi, seguito subito dagli altri.
Se non potevano combattere e non potevano salvare Ryo, sarebbero rimasti tutti insieme, fino all'ultimo respiro.
Seiji si chinò su Touma, aiutandolo a rialzarsi. Poi si avvicinò a Shu, sfiorandogli la fronte con le dita.
Lo Youia si separò in due parti. Una più alta e ricurva, come un arco proteso in avanti, l'altra più tozza e robusta, dalle lunghe braccia che sfioravano terra.
I due corpi grigio fumo si lanciarono su di loro, colpendo con violenza.
Seiji si mise tra lo Youia ed il corpo di Shu,ma venne sbalzato lontano. Cercò di rialzarsi, ma fu schiacciato di nuovo giù, finchè non smise di opporre resistenza.
Il loro nemico diventava ogni istante più forte, al contrario di loro, che erano stati stremati dalla prigionia.
Anche Touma fu colpito duramente, e cadde poco distante da Shin, che teneva tra le braccia Ryo.
“Portalo...via da qui...” mormorò Touma, prima di chiudere gli occhi.
Shin indietreggiò, in preda all'incertezza. Non poteva abbandonare i suoi nakama, ma poteva rinunciare alla possibilità di salvare Ryo?
Quando lo Youia fu vicino, tentò di allontanarsi con un balzo. Fu fermato dall'altra ombra, che lo afferrò alle spalle, riportandolo a terra. Lo strinse sotto le braccia, costringendolo ad allargarle. Ryo cadde a terra, e l'altra ombra lo fece rotolare via con un calcio.
“No!” gridò Shin, cercando di divincolarsi e di raggiungerlo, ma entrambe furono su di lui, e non lo lasciarono finché non smise di muoversi.
Si ricongiunsero tra loro, tornando ad essere una. Lo Youia così ricreato si chinò su Ryo. Lo sollevò per un braccio come se fosse fatto di pezza, e lo osservò.
“Finalmente...” sibilò.

- o -

Ryo respirò a pieni polmoni. Man mano che risaliva gli sembrava di sentirsi più libero e leggero. Il cuore gli si stava riempiendo di nuovo delle mani, degli occhi e delle parole dei suoi Nakama, come aveva fatto a dimenticarli?
All'improvviso però la risalita cominciò a sembrargli troppo lenta.
Era percorso da un senso di allarme così forte che ogni istante gli sembrava un'eternità. I suoi compagni erano in pericolo, lo sentiva così chiaramente!
“Avanti! Devo uscire di qui, maledizione!”
Allungò la mano verso il fiore, che ora vorticava su di lui come una trottola. Con uno sforzo lo raggiunse, e quando riuscì a toccarlo, tutto scomparve.
Riaprì gli occhi, e vide le fauci dello Youja a pochi centimetri da sé. Sentì il suo alito fetido, e la pressione dei suoi artigli sull'avambraccio.
Vide i corpi dei suoi nakama a terra, immobili.
Pregò che non fosse troppo tardi.
Alimentato dalla rabbia che gli stava esplodendo dentro, si liberò.
In un balzo fu in piedi, ed indossò l'armatura, che vibrò dentro e attorno a lui più forte che mai.
Sguainò le spade. Lo Youja fece per attaccarlo, ma stavolta Ryo non gliene diede il tempo: caricò la furia del fuoco dentro il suo petto, la fece avvampare lungo le braccia e infine la concentrò nelle spade.
“Sou En Zaaaaan!” Gridò, e dalla doppia Katana si liberò tutta la potenza di Rekka, che lo Youja non era riuscito a spegnere.
Il colpo lo investì con una tale violenza che si dissolse in nulla.
“Questa volta... - Mormorò Ryo. – non riuscirai a tornare.”
Poi si sentì improvvisamente svuotato di ogni forza. Cadde in ginocchio, e poi giù, col viso contro l'asfalto.
Sentì l'armatura svanire.
Si abbandonò al nulla, ancora una volta...

 

 

  
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