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Autore: Laylath    19/09/2013    2 recensioni
Era uno strano rapporto quello che legava Shinichiro a sua sorella, specie da quando erano diventati abbastanza grandi ed era entrato alla scuola superiore.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shinichiro Inada, Tamako Inada
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La bicicletta rossa
 


Quando tornava a casa per le vacanze estive gli sembrava sempre di vivere in una sorta di limbo.
Era ovviamente felice di poter rivedere i suoi genitori e passare del tempo con la sua famiglia, ma dopo alcuni giorni sentiva inevitabilmente la nostalgia della scuola.
Forse perché la Giga Farm tendeva a metterlo a disagio con la sua imponenza. Da una parte ne riconosceva l’indubbio avanzamento tecnologico e produttivo, con il lavoro dato a decine di famiglie, ma dall’altra si sentiva schiacciato ogni volta che vedeva tutti quei pesanti macchinari e quella produzione così sistematica.
Così, Shinichiro Inada preferiva passare il minor tempo possibile in mezzo ai grandi edifici dell’azienda: adducendo come scusa il fatto di dover portare avanti i suoi studi e sostenendo che Tamako era certamente più abile di lui nell’aiutare negli affari di famiglia, se ne stava nella sua stanza o usciva per lunghe passeggiate lontano da casa.
A volte si sentiva in colpa per questo atteggiamento che poteva sembrare egoistico, considerando il contraltare costituito da sua sorella, che invece nel lavoro in azienda ci metteva anima e corpo. Ma lui era fatto così: preferiva un contatto più diretto con la natura, senza un’eccessiva tecnologia ad opprimerlo. Ecco perché gli piaceva cosi tanto la sua scuola: era tutto a dimensione molto più umana… a sua portata.
 
Anche quell’anno l’estate era scivolata via senza che nemmeno se ne rendesse conto, con intere giornate passate in camera sua a continuare le ricerche sulla qualità dei cibi privi di additivi: aveva intenzione di presentare una relazione per un progetto sperimentale entro tre settimane.
Tuttavia, dato che mancavano pochi giorni al rientro a scuola, il giovane decise di sfruttare una di quelle ultime mattinate di libertà per andare a fare un giro in bicicletta, cosa che non faceva da tempo. A dire il vero questa voglia gli era venuta per caso, quando qualche giorno prima, frugando nel grande ripostiglio dietro casa, aveva ritrovato la sua vecchia bici rossa. L’aveva messa a riposo quando aveva iniziato il secondo anno delle superiori: lo studio gli prendeva così tanto tempo che le sue abituali scampagnate avevano subito una brusca battuta d’arresto.
Spinto dalla curiosità, aveva tirato fuori il suo fedele mezzo a due ruote e l’aveva controllato, constatando con piacere che, nonostante la polvere e le ruote un po’ sgonfie, tutto era in ordine. Così, senza dire niente ai suoi, si era preoccupato di pulire il telaio con un panno bagnato e di sistemare le camere d’aria, riportando la bici rossa all’antico splendore.
 
Era da poco passata l’alba quando Shinichiro uscì dalla grande casa e recuperò la bici dal retro, dove l’aveva parcheggiata, lontano da sguardi indiscreti.
Non sapeva ancora dove la sua pedalata l’avrebbe condotto, ma si ricordava con piacere dei bellissimi paesaggi che si potevano godere dalle colline circostanti la Giga Farm. Mettendosi in spalla lo zaino con la colazione che si era preparato poco prima, il giovane iniziò a pedalare verso l’uscita della proprietà.
Tuttavia, mentre girava intorno alla casa, vide che non era il solo ad essersi svegliato così presto: la finestra della camera di sua sorella era aperta e la ragazza si stava stiracchiando vistosamente, con addosso la sua camicia da notte rosa che sembrava decisamente troppo grande per lei.
“Buongiorno, Tamako” salutò con un sorriso
“Oh, – esclamò la ragazza, guardando verso il basso e notandolo – che ci fai con quella bici, fratello? Non ti vedevo in sella da almeno due anni”
“Semplicemente mi è venuta voglia di pedalare un po’. – spiegò lui. Stava per fare un cenno di saluto alla ragazza ed iniziare la sua gita, quando propose – Perché non vieni pure tu?”
Tamako abbassò lo sguardo su di lui, quello tipico da spietata affarista, come se chiedesse: che profitto potrei mai ricavare da venire in bici con te, perdendo qualche ora di prezioso tempo?
Sì, perché sua sorella minore era fatta così: doveva per forza considerare il prezzo di qualsiasi cosa, persino di una gita con suo fratello. Ma Shinichiro non si fece abbattere.
“Forza, sorellina, – sorrise – ti porto dietro, come sempre” e diede una pacca alla parte posteriore al sellino che poteva fungere sia da portabagaglio che da sedile per il passeggero.
Tamako sembrò pensarci qualche secondo, ma il giovane sapeva di averla convinta: quando sua sorella esitava in quel modo voleva dire che avrebbe vinto lui. I loro occhi, così simili per taglio, sebbene quelli di lei fossero castani e non scuri come i suoi, si incontrarono e lei disse
“Dammi dieci minuti per lavarmi e cambiarmi. Scendo subito”
Come la ragazza sparì dalla finestra, Shinichiro scese dalla bici, posandola contro la parete e attese con un sorriso felice la sua inaspettata compagna di gita.
 
Un quarto d’ora dopo, i due fratelli Inada avevano oltrepassato i cancelli della loro proprietà e si dirigevano verso le campagne circostanti. Shinichiro assaporava a pieni polmoni l’aria frizzante della mattina, respirando profondamente e accorgendosi con piacere che, nonostante due anni di fermo, la bici andava che era una meraviglia.
Con la coda dell’occhio guardò dietro di sé e vide che Tamako era tranquillamente seduta, con le gambe a penzoloni, e fissava con aria distratta il panorama: il fatto che quest’estate si fosse strapazzata troppo l’aveva portata a perdere un’enorme quantità di peso… se non fosse stato per il suo sguardo maturo le si sarebbero potuti dare un tre - quattro anni di meno per quanto risultava piccola e minuta.
“Allora, vuoi andare in qualche posto particolare?” le chiese
“No, fai pure tu” rispose Tamako con aria annoiata, i capelli castano rossicci leggermente mossi dal vento.
Quel tono piatto diede un leggero senso di fastidio al giovane: si sarebbe aspettato maggiore entusiasmo per una cosa che non facevano da anni. Un sorrisino furbo, così strano per lui, apparve sui suoi bei lineamenti, mentre un ciuffo di capelli neri gli scivolava in mezzo alla fronte.
“Tama…”
“Sì?”
“Ti conviene aggrapparti a me, perché sto per iniziare a correre”
“Che? Shinichiro non fare sche…ahhhh!!”
La ragazza fu costretta ad aggrapparsi con forza alla vita del fratello maggiore, mentre la bicicletta rossa iniziava a sfrecciare sulla strada. Dopo un paio di minuti di iniziale foga, in cui tutta la sua attenzione era volta a pedalare, Shinichiro si fermò ad assaporare anche altri dettagli di quell’andatura: il vento molto più forte che gli tirava indietro i capelli, la maglietta verde militare che veniva premuta contro il suo corpo, le braccia di Tamako serrate alla sua vita, e il viso premuto contro la sua schiena
“Ma dai! – ridacchiò rallentando lievemente l’andatura – Non mi dire che hai ancora paura di quando vado veloce con la bici”
“Sei uno scemo, Shinichiro! - sbottò lei, rilassandosi leggermente nel costatare che la velocità era diminuita e scostando il viso dal fratello; tuttavia mantenne le braccia serrate alla sua vita, sebbene con meno forza – Mi avevi promesso che non l’avresti più fatto!”
“Scusami tanto, Tama, ma devo dire che è stata una piacevole sorpresa vedere che sei ancora capace di scioglierti un po’”
“Stupido!” mise il broncio la ragazza, sistemandosi una ciocca di capelli castani che le era scivolata sul viso.
Con una risata, Shinichiro riprese un’andatura costante che non creasse problemi alla sorella minore.
“Ti ricordi la collina lì davanti? Ci andavamo spesso durante le nostre gite su questa bici… vogliamo fermarci lì per fare colazione?”
“Proposta accettata”
 
Tamako dormiva, o per lo meno aveva gli occhi chiusi e stava sdraiata nell’erba soffice di quel piccolo prato dove si erano spartiti l’abbondante contenuto dello zaino. Shinichiro, seduto accanto a lei, la guardava con un sorriso affettuoso; dopo una lieve esitazione allungò la mano e prese una ciocca di quei capelli così lunghi e belli, come quelli della loro madre, e se la arrotolò nell’indice. Se anche la ragazza era sveglia, non diede alcun segno di stizza per quel gesto.
Era uno strano rapporto quello che legava Shinichiro a sua sorella, specie da quando erano diventati abbastanza grandi ed era entrato alla scuola superiore.
Aveva sempre desiderato una sorellina e per lui la nascita di Tamako era stato un bellissimo evento. Ma, dopo i primi anni, quando la piccola aveva iniziato a mostrare il suo carattere, si era accorto che era un po’ particolare. Sua sorella non era mai stata la classica bambina affettuosa da vestire graziosamente e coccolare e nemmeno un maschiaccio spericolato. Lei era stata sempre molto ambiziosa e anche spietata nel raggiungere i suoi scopi, sin da piccolissima: aveva reclamato da subito una propria indipendenza, anche nelle cose normali come essere imboccata o imparare a camminare. Era come se gli desse enormemente fastidio dover dipendere dagli altri.
Per Shinichiro era stato un duro colpo rendersi conto che Tamako non era desiderosa di avere molte attenzioni da parte del fratello maggiore. In genere sono i piccoli che cercano di adattarsi ai più grandi, invece in questo caso era successo il contrario: era stato lui a dover venire a patti con il carattere deciso della sorella. Per lo studio, per i giochi, per qualsiasi cosa, Tamako tendeva sempre a dimostrare che non aveva bisogno di lui… persino quando si faceva male riusciva a trattenere le lacrime di dolore, facendo cenno al fratello che poteva fare da sola.
Non è niente, Shin, davvero… posso fare benissimo da me.
Ma hai fatto una brutta caduta, Tama… dai, lascia che ti porti in braccio.
No, ho detto che ce la posso fare da sola.
Con un sospirò il ragazzo fissò il cielo azzurro: non che dubitasse della forma di affetto che Tamako nutriva per lui, però…
Shin! Stai andando troppo veloce! Fermati! Fermati!
Ecco, effettivamente c’era un’occasione in cui Tamako in qualche modo dimostrava di avere bisogno di lui.
Sembrava che la sua sorellina fosse molto attratta dalla bici, però non riusciva ad andarci molto bene, anzi era un vero e proprio disastro. Quando i genitori avevano regalato al ragazzo quella nuova bicicletta rossa, dopo che la vecchia gli era diventata troppo piccola, la piccola Tamako ne era rimasta letteralmente affascinata. Shinichiro aveva pensato che insegnarle ad usarla potesse essere un bel modo per stringere i rapporti tra di loro… se non fosse che Tamako si era rivelata, stranamente, abbastanza inetta nello stare in sella da sola.
Nonostante i numerosi tentativi sembrava che la bici rossa proprio non volesse accettarla. Tamako si era davvero infuriata… una delle rare volte in cui Shinichiro l’aveva vista così: aveva pianto e sbattuto i piedi a terra, non riuscendo ad accettare la sconfitta: aveva circa nove anni e lui undici .
Non piangere, Tama – l’aveva consolata, rendendosi conto di quanto fosse vulnerabile in quel momento – Possiamo andare in bici assieme se ti va… tu ti siedi dietro, va bene? E ti porto io.
“L’unica volta in cui hai accettato il mio aiuto, vero Tama? – sospirò il giovane Inada, riportando lo sguardo sulla sorella e lasciando la ciocca di capelli che le ricadde sulla guancia – Deve piacerti davvero tanto la mia bici rossa”
“Eh?”
“Oh, sei sveglia? – si sorprese lui, con un sorriso imbarazzato – Scusa, pensavo a delle cose”
“Tipo?”
“Per esempio che dovresti aver maggiormente cura di te stessa: dimagrire e ingrassare in maniera così drastica ti fa male – rispose lui con tono canzonatorio – E dovesti anche preoccuparti di quello che mangi”
“Ti devi per forza prendere cura di me, Shin? Quante volte dobbiamo fare questo discorso?”
“Tutte le volte che è necessario… se vuoi che continui a portarti in sella alla mia bicicletta”
Si aspettò l’inevitabile battuta sarcastica da parte della ragazza, ma inaspettatamente non arrivò. Tamako si mise a sedere, osservando il cielo con un sorriso tranquillo.
“Ma sì… in fondo mi pare un prezzo abbastanza equo”
Shinichiro sorrise a sua volta
“Perché ti piace tanto andare in bici con me?” chiese
“Perché ogni tanto è bello potersi aggrappare alla vita di qualcuno e lasciarsi andare” rispose lei senza alcuna esitazione
E i due fratelli Inada restarono a lungo su quella collinetta, guardando la campagna che si estendeva davanti a loro. Presto sarebbero tornati a scuola e avrebbero ripreso a discutere… le loro opinioni erano molto divergenti su molti argomenti, ma la bicicletta rossa riusciva ad unire questi due fratelli così particolari.





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Nda.
E' da quando ho iniziato a seguire Silver Spoon che sono rimasta affascinata dalla figura di Shinichiro Inada. A volte pare impossibile che possa essere il fratello di Tamako, se non fosse per la somiglianza palese nel taglio degli occhi.
Tamako è un personaggio molto particolare presentato tra lo spietato ed il comico con i suoi cambiamenti di peso, la sua avidità, il suo appetito etc. Mi sono quindi chiesto che tipo di rapporto potessero avere questi due fratelli, diametralmente opposti.
Questa ff è la risposta che sono riuscita ad ottenenre.
Spero che vi piaccia.
Non sono ovviamente presenti spoiler perché sono avvenimenti successi sia nell'anime che nel manga
  
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