Titolo : Ghosts
that we knew.
Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s): Quinn
Fabray/Santana Lopez
Avvertimenti: oneshot, what if post 3x14,
angst (a pacchi)
Note: i personaggi hanno la sfortuna di non
essere miei. Nessuno mi
paga per scrivere questa roba, molti lo farebbero per farmi smettere
La prima
sensazione è quella di una secchiata
d’acqua gelida sulla schiena in pieno inverno. Quella che ti
fa stringere i
denti, chiudere gli occhi e a bocca chiusa, insultare chiunque nel
raggio di
chilometri. Quella che ti blocca sul posto col fiato mozzato, le gambe
che
tremano e le labbra viola.
Gelida come
le mani di un fantasma.
La seconda
sensazione è totalmente opposta. E’
calda e accogliente. E’ una sensazione che riscopri nella
pancia. Una
sensazione che pensavi di aver dimenticato. Di aver lasciato in quella
sala
d’aspetto in ospedale, qualche anno prima.
E’
la sensazione delle lacrime che ti scivolano
sulle guance. Lacrime rimaste sepolte, sotto lo stoico profilo da
stronza che
ti sei creata in tutti questi anni.
Le unghie si
infilano di prepotenza nella carne del
braccio. Vorresti scappare, eppure è lì che
rimani. Inchiodata a qualche passo
da quella ragazza.
‘Non
può essere lei Santana’.
Te lo ripeti
centinaia di volte, eppure non puoi
sopprimere quel barlume di speranza che ti stringe il petto.
Quando ti
muovi, incapace di fermarti e di
comandare il tuo stesso corpo, le gambe barcollano sotto il peso
dell’incertezza. Allunghi un braccio, la mano si apre,
lentamente e dolcemente
ma prima che possa toccare qualsiasi cosa, la ragazza si gira e quegli
occhi
verdi ti trafiggono carichi di curiosità.
“Ciao”
Muovi la
bocca, tenti di parlare.
I palmi delle
mani che scivolano sulla pelle della
borsa.
“I-Io..
Quinn?”
Quel nome ti
esce spontaneo dalle labbra.
E preghi.
Preghi
perché ti dica ‘e chi vuoi che sia?’.
Preghi
perché ti riconosca..
Preghi
persino che quel sopracciglio si alzi e ti
guardi come ha fatto tante volte, prima.
Ma non
succede.
La ragazza
scuote la testa e sorride. In una
maniera dolce, troppo dolce.
E allora
realizzi.
“Devi
avermi scambiata per qualcun altro. Io sono
Belle”
Davanti ai
tuoi occhi le persone cominciano a
svanire. I contorni che sbiadiscono diventando solo ombre sfumate. E
poi un
urlo e il silenzio.
Quando ti
risvegli, davanti a te è tutto bianco.
Sbatti le palpebre un paio di volte per abituarti alla luce nella
stanza e
l’odore di medicinali ti colpisce il naso come un pugno.
Mormori
qualcosa, ma la bocca è impastata e ha un
sapore orribile.
“Santana?”
Tuo padre
entra nella stanza con il suo completo
grigio, quello che mille volte gli hai detto di non indossare
perché gli rivela
la pancia. Ha lo sguardo preoccupato, quando si mette accanto a te e ti
scosta
i capelli.
“Tesoro
stai bene?”
Annuisci
impercettibilmente. La testa ti pulsa
ancora. Ma lui capisce e ti sistema meglio l’ago nel braccio.
“E’
la terza volta questo mese..”
Deglutisci a
vuoto. Una, due, tre volte.
Poi chiudi
gli occhi e provi a parlare.
“Ho
pensato di – “
“Lo
so.”
Lo guardi. I
suoi occhi, neri come i tuoi che ti
fissano lucidi.
“Ti
ha accompagnato lei qui. So quanto le somiglia”
Sospiri.
“Santana
dovresti ringraziarla”
Dovresti,
davvero. Ma in realtà non vuoi rivederla.
Non vuoi risentirla. Tuo padre ti accarezza la mano, sorridendoti
appena e
lascia la stanza.
‘E’
solo qualche secondo’ ti dici ‘poi non la
vedrai più’.
Ma quando la
vedi, di nuovo, le parole abbandonano
le tue labbra prima che tu possa fare qualcosa per evitarlo.
“Era la mia migliore amica. E’ morta due anni fa in
un incidente d’auto”
Lei ti
guarda, un velo di tristezza che le appanna
gli occhi verdi. Abbassa la testa e si accarezza il braccio.
Non sai cosa
dire. Non sai come dirlo.
“Mi
dispiace, non avrei dovuto dirtelo. Penserai
che sia pazza”
La vedi
sorridere e scuotere la testa. Un piccolo
nodo allo stomaco che ti fa boccheggiare.
“Ho
visto tante cose nella mia vita, credimi. Non è
per questo che ti considero pazza. Tuo padre mi ha detto che le
somiglio molto”
Rispondi con
un ‘si’ sospirato. Poi lei si avvicina
e ti tende una mano.
Non la
conosci. Non hai idea di chi sia, quella
ragazza. Ma la tua mano si stringe alla sua in un riflesso
incondizionato.
“Deve
essere stata importante per te.”
Ridi.
“Dubito
che lei ci crederebbe, visto tutte le volte
in cui ci siamo prese a schiaffi ma, sì. E’ stata
una delle persone più
importanti della mia vita”
Lei storce il
naso e sorride.
“Grazie
Belle..”
“Non
c’è di che, Santana”
Quella sera
stessa, stretta nel tuo cappotto, fuori
dall’ospedale e in giro per Lima, fai l’unica cosa
che ti sembra logico fare.
Torni nella sua camera..
Quando sua
madre ti vede ti abbraccia, gli occhi
lucidi e le mani che tremano. E’ tutto ancora come te lo
ricordavi, nella sua
stanza. I suoi vestiti, i suoi libri, il suo ordine maniacale.
Ti siedi sul
letto e alzi la testa verso il
soffitto sentendo nitidamente la sua voce infastidita dalle pieghe che
stai
facendo alle coperte.
Sorridi e
sospiri.
“Mi
manchi, Q.”
Angolo degli
alcolisti anonimi.
Io questa cosa NON la volevo
pubblicare.
Poi è arrivata la serensnixpity
dicendo che sono una brutta persona perché non
voglio pubblicare.
Ora, se avete finito di leggere, capite perché non volevo
farlo.
Detto questo, honey, la shot è all for you XD anche
perché
Belle l’hai tirata fuori tu io non ho colpe.
So che dovrei aggiornare altro ma, gente non ho palesemente
modo/ispirazione. Perdonatemi ;_;