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Autore: Virginia Of Asgard    24/09/2013    0 recensioni
La giovane Circense Madeline, sta per compere 19 anni, l'anno in cui verrà interrotto il patto e spezzata la maledizione, ma prima che ciò possa accadere, un Mago la compra, sperando di riuscire ad insegnarle le arti magiche, ma, tempo addietro, il Capo del Sunset Circus vendette la voce di Madeline ad una muta dalla nascita. Riuscirà Madeline ad riavere la sua voce? E riuscirà ad uccidere una volta per tutte Il Signore dei Draghi? In un mondo ora mai distrutto da guerre e detronizzazioni ingiuste, riuscirà Madeline ad uscirne indenne?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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 The Wanderer - La Vagabonda senza voce.

 

Introduzione 


 

 
 Più le giornate scorrevano inesorabilmente, e più, Madeline Oohk  bramava la sua libertà  tanto quanto si possa bramare l’oro o il Potere.
La pioggia scendeva libera, infrangendosi lungo tutto ciò che incontrava. Il Sunset Circus era dunque chiuso. Che diavolo potevano fare i Trapezisti, se le loro assi erano bagnate e scivolose? Chi poteva far ridere il Clown, se nessuno veniva perché pioveva? Chi poteva impressionare il mangia-fuoco, se la pioggia avrebbe ucciso le sue fiamme?
Era una maledizione che dovevano accettare, tenendo sempre tutto all’aperto, e riservando i Tendoni a i Circensi e a gli animali detenuti crudelmente.
La grossa palla di ferro nero, che, legata alla caviglia sinistra di Madeline, le avrebbe impedito in qualunque modo di fuggire, tintinnò flebilmente al contatto di un fioco raggio di sole, che tentava disperatamente di illuminare quell’uggiosa giornata, facendosi spazio fra quei nuvoloni grigi che, dall’arrivo del Signore dei Draghi.
Se solo riuscissi a spezzarla, pensò fra sé e sé. Avrebbe dovuto attendere il suo diciannovesimo compleanno, prima di essere liberata da quelle catene che la legavano a Capitain Magellan e che l’avevano legata a lui sin dal primo anno di vita.
Ora mai mancavano unicamente due mesi o poco più, al giorno in cui sarebbe stata finalmente libera, ma due mesi sarebbero potuti sembrare un’ostile eternità, e poi chi le garantiva, che sarebbe davvero stata liberata dal patto e dal circo, per sempre?
Nessuno aveva firmato una qualche pergamena, o pronunciato un solenne giuramento. C’era dietro solo un patto, un patto ed una maledizione. Forse l’unica certezza che le avrebbe potuto assicurare la salvezza sarebbe stata quella maledizione.
Avrebbe potuto cominciare ad utilizzare le sue arti magiche, scaduti i dicannove anni di prigionia, ma c’era solo un piccolo, grande problema: nessuno le aveva mai insegnato l’arte della magia. Tanto meno l’avrebbe fatto Capitain Magellan, o uno dei suoi circensi.
La ragazza prese fra le mani la grossa catena, e spostò il peso in avanti, per potersi poi, spostare con esso. Ora era finalmente seduta.
Prese il suo tacquino segna appunti – che utilizzava come diario – ed iniziò a scrivervi tutto ciò che pensava.
«Alzati di li, ragazzina!» una voce la fece sobbalzare, facendo scivolare il quadernino dalle sue mani. Capitain Magellan era entrato nella sua tenda. Non lo faceva mai, se non per darle qualche strano tipo di ordine, o per  vendere qualcosa come un suo braccio o il suo cuore o qualsiasi cosa di vendibile, come aveva già fatto con la sua povera voce.
Madeline Oohk balzò sui suoi piedi nudi, rovinati dal contatto con la terra umida, e dall’assenza di scarpe o sandali. Costavano troppo.
«Venite pure, Signor Darkeyes!» Comandò il Capitano. Che poi, di Capitano non aveva nulla se non il nome, e quell’aria da pirata, sulla quale si era costruito un’intera storia ed un circo.
Madeline non capiva che diavolo stesse succedendo; ma cominciò a temere per le sue braccia, o per i suoi vestiti. Chiunque fosse li, non era certo li per visitarla o salutarla, di certo era li per comprare qualche cosa. Qualche cosa che sicuramente apparteneva a lei.
Forse il suo amato violino, o le sue scarpe da ballo. Madeline sperò in quello. Come avrebbe potuto suonare senza una mano, e come avrebbe potuto ballare senza piedi? Di certo sarebbe stato meglio che Capitain Magellan vendesse quegli oggetti, a lei tanto cari, piuttosto che vendere qualcos’altro di più utile.
Un uomo dai lunghi capelli color del miele, lasciati morri e liberi sulle spalle posenti, entrò nella stanza. Indossava un uniforme color Ottanio, ricolma di preziosi brillanti, e scritte di lingue ora mai morte. Madeline non ne era certa, ma poteva essere un mago; portava entrambe le braccia riunite dietro la schiena, con fare sospetto. Non voleva certo essere imbrogliato!
E, chissà come mai, quel Capitain Magellan, aveva tutta l’aria dell’imbroglione.
Due grandi gemme color dei Pini verdi, brillavano al posto degli occhi, dalla forma stranamente asiatica; la linea del profilo della mascella formava un perfetto angolo, incorniciato da qualche residuo di una bionda barba, che attendeva solo che essere rasata. Ma i barbieri costavano troppo.
E Jack Darkeyes non avrebbe mai speso i suoi denari per sfoltire una barbetta indomabile, ma li avrebbe spesi molto, molto, meglio.
«E lei, è l’unica che abbiamo, signor Darkeyes» asserì il capitano. L’uomo dai capelli color del miele, annuì, secco e serioso. «Che doti possiede?» domandò senza troppi giri di parole.
«Sa suonare quello strumento divinamente – disse indicando un violino, poggiato su di un palo che reggeva il tendone – e sa anche ballare mentre lo suona; Le ho insegnato a leggere e a scrivere, anche se sarebbe tecnicamente illegale insegnarlo alle donne, è una trapezista, per quanto possa muoversi con quella palla al piede – rise di gusto – e più svolgere ogni tipo di incarico. Ah, dimenticavo, possiede il dono della magia, ma fino a che non spezzerò il suo legame con me non la potrà utilizzare, per cui meriterebbe degli insegnamenti, e lei è qui per questo, giusto? Tralasciando il fatto che anche la magia qui è illegale, la ragazza sarà sua ad un prezzo veramente ragionevole! E poi è un’ottima cuoca.
 allora, che ne pensate? » Naturalmente il Capitano tralasciò il fatto che tempo fa avesse venduto la sua voce ad una muta, e che dunque non poteva né parlare né cantare. Ma questo era irrilevante, si convinse il capitano, sperando che non gli vennisse chiesto nulla al riguardo.
Prima se ne liberava, e meglio era.
«Quanto volete?» domandò l’uomo, nuovamente senza alcun giro di parole. «Cento danari, tondi!». L’uomo fece una smorfia contrariata; Lui possedeva solo settantadue Danari, non bastavano a coprirne il costo. Dunque potrò la sua mano destra, verso l’elsa  della spada che teneva succinta al fianco. «Satere sicuramente disposto a trattare questi Cento danari, giusto?» domandò con  un sorrisetto piuttosto compiaciuto nel leggere il terrore, negli occhi dell’uomo.
«Hem, certamente, che…che cosa proporreste voi?» domandò con voce tremolante. Jack sorrise compiaciuto «Siete disposto a dimezzare il costo, suppongo» disse impugnando il fioretto con decisione, ma senza distoglere lo sguardo. Il vecchio Capitano annuì frettolosamente e con fare febbrile. Voleva quei dannati soldi, pazienza se ne aveva perso la metà, era meglio perdere metà del prezzo, piuttosto che la vita stessa. Dunque accettò i danari, e poi prese la chiave dal collo, e liberò la caviglia della ragazza.
Madeline restò esterrefatta, era appena stata liberata dal patto e dalla maledizione, che era già tornata prigioniera di un altro uomo?
Chi diavolo le poteva volere così tanto male?
Jack osservò i lineamenti della fanciulla, che mai nella sua vita aveva avuto il permesso di specchiarsi o vedersi in qualche modo; Aveva un piccolo volto ben proporzionato; Capelli mossi e rossi come le fiamme dell’Ade; Labbra carnose e rosee, il volto costellato da lentiggini su lentiggini e gli occhi avevano una particolarità che Jack non aveva mai visto in nessuna donna: un occhio era del colore degli alberi, l’altro del colore del mare.
Questo è il segno che possiede le arti magiche, pensò Jack, più convinto che mai.
«Molto bene, seguimi ragazzina!» esclamò addentrandosi sotto ad un celo, che ora mai aveva smesso di piangere. In quell’esclamazione però, Madeline non ci vide nulla di maligno o rabbioso, anzi! Le era quasi sembrato che l’avesse ordinato con un pelo di tenerezza fra le parole.
Forse mi troverò bene col mio nuovo…Padrone, pensò Madeline, illuminando una volta ogni tanto il suo cuore, di lucida speranza.
Madeline seguì l’uomo sino al suo cavallo bianco. Notò con sorpresa che un altro destriero color nocciola, era legato da un giogo all’altro cavallo.
«Quello è Ster, il tuo cavallo. L’ho legato al mio, così non potrai scappare!» le disse tutt’un tratto.
Fantastico, pensò Madeline, non potrò scappare nemmeno questa volta.
L’uomo prese una cordicella metallica e la legò al polso della ragazza. «Attenta,» disse riferendosi alla catenina, «anche se tenti di liberarti non si spezza mai. L’ho stregata!» disse serioso, mentre sistemava la sella del suo destriero. Madeline lo guardò tristemente, e dopo aver tentato di sfilarselo, notò come si fosse già ricreato sul suo polso. Sospirò tristemente, non ci poteva davvero credere!
Era prigioniera, dinuovo! Ancora una volta! Non erano bastati i diciotto anni e dieci mesi di detenzione! Non aveva nemmeno fatto in tempo a liberarsi che già apparteneva ad un altro uomo!
Jack le alzò il volto con due dita, era così triste che quasi gli dispiaceva doverle far credere di essere ancora prigioniera. «Hey, non demordere, ti libererò quanto prima tu possa pensare!» le disse, sorridendo.
Nessuno era mai stato così gentile con lei, tanto meno Capitain Magellan!
Il lungo straccio di vestito, che serviva unicamente a coprirla da occhi indiscreti, si impigliò sulla montatura del destriero color nocciola, ma non ci volle troppo a strappare crudelmente un lembo del ‘vestito’.
 
 
 
§§§
 
Jack la guardò esterrefatto, chissà da quanto non indossava vestiti nuovi, povera ragazza! « Ascolta, non so nemmeno come ti chiami, ma comunque non sarebbe male scambiare due parole, sai?» asserì dopo poco che s’erano incamminati fra i boschi del regno di Kaevia. Madeline lo guardò tristemente, i suoi grandi occhi bicolore esprimevano tutto il suo sconforto, ma la bocca, la bocca non esprimeva proprio nulla!
La ragazza tirò fuori una penna d’oca ed il suo tacquino – che aveva rubato prima di essere venduta definitivamente – e vi scrisse delle parole, dopo lo consegnò al Mago.
“Non so parlare” diceva il piccolo foglietto. Allora fu tutto chiaro: Jack aveva compreso il perché di quel mutismo!
Non era certo dovuto alla timidezza o alla sottomissione! «Quell’uomo ha venduto la tua voce, non è così?» domandò con un velo d’ira fra le sue parole.
Dannazione! Era stato incaricato dal Gran Maestro di educare l’eletta all’arte della magia, ma come poteva un mago utilizzare i suoi poteri, senza l’ausilio della voce?
Madeline annuì tristemente.
“Capitain Magellan vendette la mia voce ad una donna muta dalla nascita, e così adesso sono io, muta. Non riavrò la mia voce sino a quando quella donna morirà” scrisse velocemente, consegnando un altro fogletto del suo tacquino. «Conosci il nome della donna alla quale hai venduto la voce?» domandò Jack, speranzoso. L’unica magia che conoscesse per restituire una voce rubata, includeva il nome del ladro che se n’era impossessato.
“Ginevra O’Brien” scrisse sul fogletto.
«Molto bene, Ragazzina, riavrai la tua voce!» esclamò stringendo quel nome fra le mani.
 


Holdtánc -

Salve, spero di non disturbarvi con questa mia cazzata. Ci tengo a specificare che i crediti fotografici delle immagini vanno a coloro che le hanno create e disegnate; Mentre il credito grafico va a me.
 
 
   
 
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