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Autore: Bloody Alice    25/09/2013    1 recensioni
[one-shot][shonen-ai]
Mister Whiskey era quel tipo di gatto annoiato dal mondo che se ne stava appollaiato sul davanzale della finestra nel salotto e da lì osservava tutto, come se il davanzale fosse il trono e lui il Re di un vasto regno.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: whiskey milk punch
Genere: sentimentale, triste
Parole: 1.000 (Word)
Pairing: shonen-ai. Don’t like don’t read.
 




 

 
 
 

 
  whiskey milk punch
 

Mister Whiskey era un gattone nero dal pelo folto e morbido, con grandi occhi color oro sempre annoiati. Mister Whiskey era quel tipo di gatto annoiato dal mondo che se ne stava appollaiato sul davanzale della finestra nel salotto e da lì osservava tutto, come se il davanzale fosse il trono e lui il Re di un vasto regno.
Mister Whiskey aveva solo tre anni, ma sembrava quel tipo di micio che ha visto tutto della vita, quindi non aveva più motivo di muoversi da quel davanzale in marmo, se non per soddisfare i suoi bisogni primari, come mangiare, ad esempio. Mister Whiskey era il Re del regno che comprendeva tutto quel davanzale, che non era nemmeno troppo grande, ma a lui andava bene cosí, e dal suo regno poteva udire tutto.
Osservava annoiato la gente che entrava e usciva da quel salotto ed emetteva bassi miagolii quando vedeva entrare Ace, il suo padrone di diciassette anni, che se ne stava sempre in compagnia di ... Come si chiamava? Ethan, forse, ma Mister Whiskey non era sicuro, perché Mister Whiskey era quel tipo di gatto che sentiva ma non ascoltava.
Però gli piacevano le risate di quei due ragazzi durante il pomeriggio e si rattristava quasi quanto Ace, se Ethan non c'era.
Mister Whiskey voleva ridere con loro, ma non poteva, non perché fosse quel tipo di gatto che non sa farsi due risate, ma semplicemente perché ridere era un lusso esclusivo degli umani.
E Mister Whiskey era invidioso.
Mister Whiskey passava le giornate seduto sul suo trono guardando vagamente incuriosito quei due ragazzi che scherzavano e ripetevano strani concetti che parlavano di angoli e formule strane che un gatto non poteva capire, perché capire quelle cose era un’altro lusso esclusivo degli esseri umani.
E da quel suo trono, tutto solo, Mister Whiskey pensò che anche quella cosa di far incontrare le labbra fosse un lusso degli umani e si era ingelosito quando aveva visto le labbra di Ethan toccare quelle del suo padrone, perché sembrava una cosa piacevole.
Dal giorno del primo incontro delle loro labbra, Mister Whiskey li aveva visti spesso abbracciarsi, guardarsi negli occhi per interminabili istanti e far incontrare le loro labbra ancora e ancora, così che il curioso Mister Whiskey una volta balzò giù dal suo trono in marmo solo per avvicinarsi al suo padrone e chiedergli se non si annoiassero a fare sempre quelle cose.
Emise un miagolio alto, per attirare l'attenzione, e poi miagolò la domanda con un tono un po' più basso, ma Ace non capì e sorrise a Mister Whiskey, mentre quest'ultimo veniva preso in braccio da Ethan e coccolato dietro le orecchie.
Mister Whiskey pensò che quel posto fosse meglio del suo trono e iniziò a guardare quei due ragazzi sempre più spesso, non si annoiava più e li trovava belli insieme e felici e perfetti.
I loro genitori però non la pensavano cosí, evidentemente, perché Mister Whiskey sentì delle urla, una sera, provenire dalla cucina.
Non ascoltò troppo, perché non amava ascoltare, ma lui capì che erano Ace ed Ethan l'oggetto della questione e anche una cosa strana che i loro genitori chiamavano "amore sbagliato".
Mister Whiskey pensò, nei suoi pensieri di gatto, che quella storia dell'amore sbagliato fosse stupida, ma non entrò nella discussione. Mister Whiskey non lo fece non perché fosse un gatto pigro, o non ritenesse la sua opinione importante, non si mosse perché pensò che quel discorso fosse davvero stupido, e la stupidità era un lusso degli esseri umani.
Così Mister Whiskey non si intromise.
Quando pochi minuti dopo vide Ethan ed Ace entrare in salotto, li osservò a lungo e li vide mentre facevano incontrare le loro labbra, li vide abbracciarsi e piangere uno sulla spalla dell'altro.
Mister Whiskey avrebbe voluto piangere, ma non lo fece, non perché era quel tipo di gatto talmente annoiato dal mondo da non riuscire a provare nulla.
Non pianse perché anche piangere era un privilegio degli umani.
Allora Mister Whiskey miagolò un "mi dispiace", e lo fece perché nella lingua degli umani "mi dispiace" sembrava alle volte significare "condivido il tuo dolore", e Mister Whiskey sentiva di condividerlo.

 
 
Mister Whiskey aveva compiuto i suoi dieci anni nell’attico di un grande condominio da cui si vedeva la Tour Eiffel, ed era felice di essersi trasferito in quel fantastico loft, anche se non c’erano davanzali in salotto.
Parigi dalla finestra dell’appartamento gli sembrava grande quanto una biglia e le macchine puntini lontani e colorati che sfrecciavano in strada ogni ora, e trovava la cosa affascinante, perché nella vecchia casa dei genitori di Ace si vedeva solo la campagna, così Mister Whiskey miagolava estasiato quando vedeva quella automobili dall’alto di quell’edificio e voleva che anche il suo padrone fosse felice, ma Ace si buttava a capofitto nel lavoro ogni volta che poteva, perché soffriva ancora, Mister Whiskey lo sapeva.
Eppure qualcosa si era acceso quella sera, quando Ace lo aveva fatto uscire con lui e tutti guardavano Mister Whiskey, perché per la gente era strano vedere un gatto seguire il proprio padrone, ma Mister Whiskey non vedeva nulla di straordinario seguire qualcuno a cui si vuole bene.
Mister Whiskey con un balzo fu tra le braccia di Ace, che guardava dal basso l’imponente Tour Eiffel, e aveva gli occhi che brillavano di una luce strana e Mister Whiskey si chiese come mai, ma concluse che probabilmente anche comportamenti simili fossero un privilegio che potevano permettersi solo gli uomini.
Ace avanzò e Mister Whiskey strusciò il muso sul braccio del ragazzo e osservò la zona intorno a sé, puntando gli occhi dorati sul ragazzo davanti a sé.
« Ciao. » mormorò quello, guardando lui ed il suo padrone.
Ace lo osservò, sorrise « Tutto qui? » chiese piano, poi Mister Whiskey saltò giù dalle braccia di Ace per permettere a lui ed Ethan di fare quella cosa con le labbra, perché sapeva che stavano aspettando solo quello.
Mister Whiskey li sentì ridere, piano, i visi ancora vicini.
Si chiese perché stessero ridendo, ma alla fine non importava molto, e Mister Whiskey si unì alle loro risate emettendo miagolii acuti.
Dopo tutto, almeno al felicità non era un lusso solo per gli uomini.





 





 

/i fiumi di parole di Alicchan (?)/
Dovrei cercare di inventarmi titoli decenti per l’angolo a fine capitolo, o addirittura iniziare le NdA direttamente, mhmh
Non è la prima storia che scrivo nella sezione originali, ma comunque passo raramente di qua. Questa fic l’avevo scritta –tenetevi forte, perché non sto scherzando- quando andavo alle elementari. Sinceramente le ho dato solo una veloce rilettura, quindi può darsi che ci sia qualche strafalcione da bambina di otto anni lì dentro.
I personaggi della fic erano i miei amici immaginari –sì, ero nel gruppo di bambini svalvoli (?) che avevano amici immaginari- e sinceramente li ricordo ancora, ma Mister Whiskey l’avevo quasi del tutto dimenticato, anche se mi ha ispirato il titolo nonsense “whiskey milk punch”, che è il nome di un cocktail alcolico a base di –ma credo sia sottinteso- whiskey e latte.
Non sapevo some chiamare la storia, perché in origine quando la scrissi non dovevo darle un titolo e sono rimasta circa venti minuti a fissare il mio vecchio quaderno di italiano domandando alla me di otto anni prima che avessi in testa mentre scrivevo.
Mettere questa storia a pc mi ha fatto salire un po’ la nostalgia, Ace ed Ethan (e il mitico Mister Whiskey) sono stati i primi personaggi che ho inventato e avevo creato anche tutto un mondo per loro, perché da piccola ero in fissa con il fantasy /lo sono ancora *ride*/ e vorrei scrivere ancora su di loro, un giorno, magari, mhmh.
Spero che la storia vi sia piaciuta almeno un pochino, e mi farebbe piacere ricevere un parere.
Credo sia tutto, chissà se tornerò mai in questa sezione *sospir* è stato un piacere ~ *inchin*
Peace, love and lots of whiskey,
Alicchan ~
   
 
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