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Autore: Mr Apricot    26/09/2013    5 recensioni
Dal testo:
“E’ meglio che la finisci Diego!”, lo ammonì suo padre. “Ci hai già dato abbastanza dispiaceri.”
“Già…”, fece il ragazzo. “Perché voi pensate di conoscermi”, cominciò. “pensate di essere sicuri di sapere cosa sia meglio per me. E se invece non fosse così?!”, sbottò.
“Diego, come ti permetti?”, lo sgridò sua madre.
“No, mamma!”, continuò lui. “Mi avete sempre trattato come se fossi stato solo un peso per voi! Ho sofferto perché pensavo che fossi io il problema!”, e sotto lo stupore e lo sdegno di tutti, in un istante, si trasformò.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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-Sexy Liar-

“E allora, fratellino?”, canticchiò Luca malizioso. ”Come me lo spieghi questo?”, disse mostrando le gonne che aveva trovato nell’armadio del fratello.
Diego non rispose.
“Allora?”, ripeté il fratello.
“Non puoi capire…”, disse solo il ragazzo.
“Penso di aver capito anche troppo bene invece!”
“Non è come pensi tu!”
“Ah, no? Allora proverò a chiederlo a mamma e papà, vediamo se loro sanno spiegarmi cosa vuol dire!” Luca allora scoppiò in una risata sadica. “Immagina cosa potrebbe succedere se davvero lo venissero a sapere!”
“Luca, ti prego, no!”, supplicò Diego.
“Tranquillo fratellino, non lo saprà nessuno… A una condizione però.”
Diego sospirò rassegnato. “Cosa vuoi che faccia?”
“Hai presente quel viaggio in Inghilterra con il gruppo di recitazione che volevo tanto fare?”
“Mamma e papà ti dissero che costava troppo.”
“Sì, ma perché dovevano pagare quel tuo stupido corso di danza da quattro soldi!”
“Dove vuoi arrivare?”, esclamò Diego.
“Mettiamola così. Tu dici loro che non vuoi più saperne della danza, così io posso andare in Inghilterra.”
“Ma sei impazzito?!”, urlò Diego. “Fai già l’Università, il corso di recitazione e nuoto! Non puoi rinunciare tu a qualcosa?!”
“Spiacente fratellino, sai bene che sono attaccato alle mie cose! E poi… se non glielo vuoi dire, posso sempre dir loro che questa ‘danza’ ti sta facendo un brutto effetto!”
“Ma è l’unica cosa che ho chiesto di poter fare!”, si lamentò il fratello.
“Non mi interessa.”
“Si può sapere cosa ti ho fatto di male per meritarmi questo?!”
“Sei nato e sei inutile”, lo schernì il fratello. “E ora scopro che sei anche un pervertito… che dispiaceri che mi stai dando Diego!”
Diego si sentì punto nel vivo. Era inutile cercare di ragionare con quel despota di suo fratello. “E va bene!”, si rassegnò alla fine. “Basta che questa sia l’ultima cosa che mi chiedi!”
“Non ti preoccupare…”, rispose Luca con finta non curanza. “Hai la mia parola.”
“Vattene da qui adesso!”, urlò Diego.
“Certo…”, fece il fratello malizioso. “E divertiti pure con la tua bella roba, ragazzina!”, disse prima di uscire dalla stanza.
Diego gli sbatté la porta dietro pieno di rabbia. Lo odiava, lo odiava al punto che l’avrebbe ammazzato con le sue stesse mani prima o poi, ne era certo!
Si buttò sul letto, nascondendosi il volto, mentre delle lacrime amare gli scendevano sulle guance.

Era sempre stato così, almeno, da quanto poteva ricordare. I suoi genitori si erano separati quando lui era ancora piccolo, così aveva sempre vissuto come un pacco postale. Nessuno lo voleva: la compagna di suo padre non lo voleva in casa sua, esattamente come suo fratello Luca, di otto anni più grande di lui, non lo voleva a casa di sua madre. I suoi genitori invece erano sempre stati troppo presi dal loro lavoro –l’uno come avvocato, l’altra come medico-, per trovare il tempo di dedicarsi a lui.
Aveva cercato in tutti i modi di farsi notare da loro, facendo il bravo, comportandosi bene, prendendo buoni voti, ma nessuno sembrava accorgersi di lui. Alla fine, snobbato da tutti, aveva vissuto per sedici anni andando avanti con i ricatti, i compromessi e le ripicche dei suoi due genitori. Aveva imparato a vivere sentendosi di troppo.

Poi, un anno prima, era avvenuto un piccolo miracolo: la danza. Aveva scoperto che poteva avere delle nuove prospettive e, finalmente, un nuovo scopo nella vita. Così si era dedicato anima e corpo nell’unica cosa che gli dava la gioia di vivere, con fatica, esercizio e sacrificio.

Ma ora, se suo fratello l’avesse avuta vinta, vi avrebbe dovuto rinunciare per sempre…
In ogni caso però, non poteva rischiare che qualcun altro scoprisse il suo segreto. Fin da piccolo infatti si era accorto che era diverso dagli altri bambini. Ogni volta che voleva, poteva trasformarsi; i suoi capelli scuri si allungavano, i tratti del suo viso si addolcivano, il suo corpo si trasformava in quello di una bambina. Solo i suoi occhi, grandi e color cioccolato, rimanevano gli stessi. Da bambino per lui era un gioco divertente, tutte le persone che lo vedevano nelle sembianze di una bambina gli volevano subito bene. Una volta entrato nella pubertà però, le cose cambiarono. Le persone che lo vedevano per strada lo guardavano, anzi la guardavano, in modo molto strano. Non era uno sguardo stupito o di ammirazione, ma nei loro occhi vedeva solo un perverso e bramoso desiderio, che affiorava dalla parte più buia e nascosta dell’anima. Inoltre, quasi ogni volta che si trasformava, succedeva qualcosa di spiacevole. Un complimento sconcio, qualcuno la pedinava, qualcun altro cercava di avvicinarla, altri ancora tentavano di metterle le mani addosso. All’inizio ne aveva sofferto molto, ma poi malgrado tutto aveva imparato a cavarsela, anche in modo fantasioso…E il potenziale violentatore trovava una brutta sorpresa tra le cosce di quella ragazza tanto sensuale. Sensualità, era solo questo che le persone vedevano in lei, come un sogno erotico e proibito che diventava realtà. Un sogno… era così che aveva deciso di chiamare quella strana ragazza. Suegno.
 

“Diego, che hai?”, domandò preoccupata Lucia, la sua migliore amica.
“Dardano Lucia! Per favore, si giri e stia attenta!”, la richiamò il professore.
La ragazza si girò, scusandosi col professore, ma era determinata a non demordere. Per tutta la durata della lezione continuò a cercare di comunicare con Diego, che sembrava meno vitale di un’ameba.
Alla fine ci riuscì e il ragazzo sbottò.
“Mio fratello mi tiene in pugno, ecco cosa c’è!”, sibilò.
“Il fratellastro cattivo di Cenerontolo ti ha incastrato un’altra volta nei suoi loschi piani?”, chiese l’amica. “Che cosa vuole questa volta?”
“Che rinuncio al mio corso di danza per il suo stupido viaggio in Inghilterra!”
“Oh…Roba seria questa volta!”
“Già…”, disse Diego sconfortato.
“Ma con tutti i corsi che i tuoi gli hanno fatto fare, a quest’ora non dovrebbero dargli il premio Oscar come migliore attore ad occhi chiusi?”
“Boh! Per quanto ne so non ha mai partecipato nemmeno ad una recita scolastica!”
“Non l’hai mai visto recitare?!”
“No! Sai, lui è il grande genio che deve essere lasciato in pace! Quando sarà pronto ce lo farà sapere!”
“E da quanti anni è che fa corsi di recitazione, scusa?”, chiese Lucia.
“Più o meno da vent’anni!”
“Cosa?!”, esclamò la ragazza sgranando gli occhi.
“Ovviamente i miei lo stanno anche a sentire!”
“Senza offesa, ma… gli facevo un attimino più intelligenti!”
“Ti ricordo che stiamo parlando dei miei genitori”, precisò Diego.
“Che mai ti daranno soddisfazione nella vita, giusto?”
“Esatto.”
“Eccolo che parte con la solita storia!”, esclamò Lucia come tra sé e sé.
“Non è ‘la solita storia’!”, puntualizzò Diego. “Ma un fatto scientificamente dimostrato!”
“Sì, sì, okay! E’ sicuramente come dici tu!”, si arrese alla fine la ragazza. “Ma come ha fatto questa volta il tuo perfido fratello ad incastrati?”, chiese poi cambiando discorso.
“Ehm…”, esitò il ragazzo. “Hai presente quella cosa terribile che non ti posso dire?”
“Quale fra le tante?”, domandò Lucia alzando un sopracciglio.
“Quella di cui proprio non ti posso parlare”, disse lui.
“Oh! Quella cosa!”, esclamò la ragazza, facendo intendere di aver capito.
“Sì, esatto! Quella cosa!”
“E tuo fratello l’ha scoperta?”, chiese ansiosa la ragazza.
“Diciamo che più o meno ha capito qualcosa.”
“Ah… Ho capito. E non si può proprio sapere cos’è questa cosa, vero?”
“Assolutamente no”, rispose il ragazzo.
Lucia sbuffò. “E va bene. Se non me lo vuoi dire, avrai i tuoi buoni motivi”, disse. “tanto ti voglio bene comunque.”
“Grazie”, rispose Diego.
Ci fu un momento di pausa.
“Beh senti!”, disse d’un tratto l’amica. “Non posso risolverti i tuoi problemi, ma posso farteli dimenticare per un po’!”
“Ossia?”
“La tua bella Annalisa…” Se c’era una persona per cui Diego aveva letteralmente perso la testa, quella era senza dubbio Annalisa. Aveva la sua stessa età, ma frequentava un’altra scuola. La conosceva fin da quando erano bambini, ma non aveva mai avuto l’occasione di stare con lei a causa della proverbiale folla di maschietti che quasi sempre la circondavano. “…ho sentito dire da una fonte ben informata, che questa sera andrà con delle amiche in un locale del centro.”
“Che locale?”
“Si chiama ‘Mezzanotte’, credo”
“L’ho già sentito! L’hanno aperto da poco se non sbaglio?”
“Già!”
“Per cui stasera so già cosa farò!”, esclamò Diego tutto contento.
“Le chiederai di uscire?”
“Se riesco a rimanere da solo con lei, sì!”
“Buon per te, io devo studiare invece. Divertiti, mi raccomando!”

Diego ormai non la stava più a sentire. Era già proiettato a quello che avrebbe fatto quella sera e fu il suo unico pensiero per tutto il resto della giornata. Cercò anche di pensare a cosa fare o cosa dire per fare colpo…ma niente di quello che gli venne in mente gli sembrò adatto alla situazione. Così alla fine, completamente in preda all’ansia, uscì di casa senza dire niente. Tanto nessuno si curava di lui.
Trovò subito il locale che stava cercando, grazie soprattutto alla folla di gente che si era piazzata lì davanti. Non c’era dubbio, era proprio un locale alla moda. Dentro, in un grande salone pieno di tavolini, arredato secondo un gusto rinascimentale, troneggiava un grande palcoscenico. Diego non aveva mai visto un locale così. Ragazze bellissime e dal fisico perfetto, servivano ai tavoli uomini, donne, anziani e ragazzi di tutte le età, che non riuscivano a staccare loro gli occhi di dosso. Si ricordò poi il motivo per cui era lì, e continuò la ricerca della sua bella.

D’un tratto però le luci si spensero e dei riflettori illuminarono il palco.
Il ragazzo si fermò a guardare a bocca aperta. Due ballerini, uno biondo e l’altro con i capelli rossi ramati, cominciarono a esibirsi, in uno spettacolo sensuale e travolgente che incantò il pubblico. Più che ballerini, sembravano delle statue greche. Ballavano a petto nudo quello che sembrava un burlesque, mischiando danza moderna, hip hop, funky, video dance e altre danze meno note, senza mai apparire volgari, esagerati o fuori luogo. Tutta la loro virilità si manifestava nei gesti e nei movimenti, precisi e delicati. Poi lasciarono il posto ad altre due ballerine, sempre una bionda e una rossa, che ripeterono la stessa danza. Nonostante questo però, l’impressione fu diversa. Questa volta il fascino e la grazia dominavano la danza. Due dee che incantarono il pubblico.

Quando finì lo spettacolo, scoppiò un forte applauso che durò per diversi minuti. Diego rimase colpito da quella danza, che non riusciva più a togliersi dalla testa. Riprese poi a cercare Annalisa, ma con suo dispiacere non la trovò. Forse era già andata via?

Diego decise di non arrendersi. Nella sere successive continuò ad andare in quel locale, nella speranza di incontrare la ragazza. Ma era sempre un fiasco. Nel frattempo, sera dopo sera, il momento più atteso della serata diventava quello in cui i bellissimi ballerini entravano in scena. Diego ne rimaneva ogni volta sempre più colpito.
Infine una sera, il ragazzo riuscì finalmente a trovare quello che stava cercando.

Vide Annalisa all’interno di un gruppo di ragazze, che tra risatine e frasi sussurrate, si fecero in disparte non appena videro sopraggiungere il ragazzo.
Era senza dubbio una ragazza bellissima: fisico slanciato, seno abbondante e pelle di porcellana. Delle morbide ciocche dorate incorniciavano un viso angelico perfetto, reso ancora più desiderabile da un tocco di malizia negli occhi verdi della ragazza.
“Diego!”, lo salutò Annalisa sorpresa. “Che strano vederti qui!”
“Già!”, fece Diego. “Anche per me è strano vederti qui”, ripeté senza sapere bene cosa dire.
“Mozzafiato lo spettacolo, vero?”, disse poi la ragazza.
“Già!”
“Scusami, ma ora dovrei tornare dalle mie amiche…”, disse lei dopo un attimo di esitazione.
“Aspetta!”, la fermò lui. “Senti… volevo chiederti se… magari potevamo…”
“Diego? Mi stai chiedendo di uscire con te?”, chiese stupita la ragazza.
“Beh…sì!”, ammise Diego imbarazzato.
“Diego, senti… Non credo che sia una buona idea! Voglio dire, credo che tu ti sia fatto un’idea sbagliata su di me. Insomma… non sei il esattamente il mio tipo, e poi mi vedo già con un altro ragazzo!”, lo liquidò senza tanti complimenti, detto questo tornò dalle sue amiche.

Diego ci rimase di sasso. Era un mese che aspettava quell’occasione, ma non se l’era proprio immaginata così! Deluso e arrabbiato uscì dal locale coi pugni stretti. Perché gli stava andando tutto storto?
Tutto quello che stava facendo sembrava non avere alcun senso, così come la sua vita. E allora, preso dalla rabbia, decise di rigirare il coltello nella piaga. Si trasformò in Suegno, nonostante sapeva che così facendo, sarebbe successo qualcosa di brutto. Ma che importanza aveva ormai?

Uscì dal locale in silenzio. Subito fuori, girò per una stradina secondaria. Era buia e deserta, ma non se ne preoccupò. La ragazza però non si accorse di un gruppetto di ragazzi che presero a seguirla. Erano tre e una volta che Suegno si rese conto che la strada si fermava in un vicolo cieco, ne approfittarono per metterla con le spalle al muro. Non ci voleva un genio per capire quali sarebbero state le loro intenzioni.
Suegno tentò di urlare per chiedere aiuto, ma le tapparono prontamente la bocca, puntandole anche un coltellino alla gola nel caso ci avesse voluto riprovare. La ragazza non sapeva più che cosa fare, non aveva più una via d’uscita. Era in trappola.
In fondo però se l’era cercata, pensò, e forse era proprio quello che voleva. Desiderava solo andarsene, scappare via da tutto, scappare via da tutti… E quello forse sarebbe stato l’unico modo.

“Ehi!”, urlò improvvisamente qualcuno. Suegno non riuscì a capire da dove veniva quella voce, ma senza capire come, si ritrovò libera. Due ragazzi si avventarono sui suoi assalitori, pestandoli a sangue fino a farli scappare via a gambe levate.
Suegno nel frattempo rimase accasciata a terra, shockata per quello che le era appena successo. Una volta finita, i due ragazzi, non sentendosela di lasciare sola quella ragazza, la portarono a casa loro. Si trattava di un piccolo appartamento a pochi isolati da lì, che nonostante le dimensioni era comunque spazioso e ben tenuto. Suegno nel frattempo, ebbe modo di riconoscere i suoi salvatori: erano i due ballerini della ‘Mezzanotte’.
“Ehi? Va tutto bene adesso”, lo rassicurò uno. “Sei al sicuro.”
Era alto, atletico, biondo, con un viso regolare e due occhi azzurri. L’altro invece, un po’ più robusto, con una mascella squadrata, aveva dei capelli rossi ramati e due occhi freddi e grigi.
“Grazie per avermi salvato”, li ringraziò Suegno.
“Non ti preoccupare”, rispose il rosso. “E’ stato un piacere!”, scherzò.

Fecero poi le dovute presentazioni. Il biondo si chiamava Alberto, mentre il rosso era Ettore. Erano amici di vecchia data, sempre insieme e inseparabili, uniti da un forte legame fraterno. Raccontarono alla ragazza di come avessero sempre vissuto per l’arte e per la danza in particolare, e Suegno spiegò loro quanto fosse stata importante la danza per lei nella sua vita. Andarono avanti a conversare così per tutta la notte. Erano gentili con lei e Suegno rimase rapita da quei due ragazzi tanto perfetti.
“Cosa ci facevi in quella strada?”, chiese Ettore ad un certo punto. “Sai, vabbè che noi ci usciamo tutte le sere da lì, però non è che sia proprio molto popolata! Ti è andata bene che c’eravamo noi, sennò…”
“Però non è successo!”, lo zittì Alberto. “Il destino ha preferito così!”
“Comunque sia, cosa ci facevi lì?”, ripeté il rosso. “C’è qualcosa sotto, vero?”
Suegno esitò. Cominciava a fidarsi di quegli insoliti ragazzi e voleva per una volta liberarsi del suo fardello. “Io…”, disse con fatica, in quel momento ogni parola sembrava pesante quanto un macigno. “…diciamo che ho una vita che è uno schifo e che ultimamente le cose sono peggiorate… per colpa di un segreto”, tentò di spiegare, ma non pensava di esserci riuscita granché.
Ettore la guardò pensieroso. “E questo segreto, in che modo ha a che fare con te?”, domandò.
La ragazza tremò. “Non… credo che… sia il caso!”, tentò di dire.
“Su, dai!”, intervenne Alberto. “Non c’è niente di male! Tutti abbiamo qualcosa da nascondere!”, disse scambiandosi uno sguardo d’intesa con l’amico.
“Facciamo così!”, propose poi Ettore. “Noi ti mostriamo una cosa, e tu poi provi a spiegarci cos’ha questo segreto di tanto orribile, okay?”
Suegno annuì debolmente.
“Prometti di non spaventarti però!”, si raccomandò il biondo.
“E di non svelare a nessuno quello che ti riveleremo adesso!”, aggiunse Ettore.
“Promesso!”, esclamò la ragazza incuriosita.
“Bene!”, cominciò Alberto. “Devi sapere che Ettore ed io, oltre alla passione per la danza, condividiamo un’altra cosa.”
“Già!”, fece Ettore.
“In realtà non siamo sempre esattamente così!”, continuò il biondo.
 “Solo quando ci gira!”, fece eco l’amico.
“Comunque”, riprese il biondo. “Oltre ad essere due affascinanti ballerini…”
“…Possiamo diventare due ragazze mozzafiato!”, finì Ettore.
Sotto gli occhi sbalorditi di Suegno, i due ballerini si trasformarono nelle ballerine che aveva visto sul palco. Erano bellissime, capelli lunghi, forme prorompenti e due sguardi che avrebbero atterrato chiunque. Negli occhi azzurri della bionda Suegno ci si potava perdere, tanto sembravano profondi, mentre si sentì perforare dagli occhi metallici della rossa.
“Et voilà!”, esclamò la ragazza bionda alzando le braccia. “Ecco al pubblico Desiderio…”
“…E Incanto!”, terminò la rossa.
“Tocca a te adesso!”, disse poi Incanto.
Dopo un momento di pausa, Suegno si ritrovò a sorridere. “Già!”, disse. “Adesso è il mio turno.”
Senza aggiungere altro, la ragazza si ritrasformò in Diego, e un sorriso trionfante si dipinse sul suo viso.
“Un altro!”, esclamò Incanto tutta eccitata.
“Chi se lo immaginava!”, aggiunse Desiderio. “Non è fantastico?”, disse poi rivolgendosi al ragazzo.
Diego, dopo la contentezza iniziale, tornò cupo e serio.
“Non c’è niente di fantastico in questo…”, disse amaro.
“Eh? Sei impazzito?”, esclamò la bionda. “Questo è un dono! Non ti rendi conto che questa cosa ci rende diversi da tutti gli altri?”
“State scherzando, spero?!”, ribatté il ragazzo.
“Cosa vuoi dire?”, domandò stupita Desiderio
“Beh…tutte la volte che mi sono trasformato in Suegno ho avuto solo guai…”
“Ti stai riferendo ai tizi che ti hanno aggredito?”, chiese Incanto.
“Non mi sto riferendo solo a quelli! Ogni volta con Suegno, per un motivo o per l’altro, c’era sempre qualcuno che tentava di mettermi le mani addosso!”, esclamò il ragazzo.
“Ma ora non sarà più così!”, disse la rossa. “Hai trovato noi adesso, e ti do la mia parola che ti puoi fidare! Le cose cambieranno vedrai, con Suegno…”
“Forse non mi sono spiegato”, la interruppe il ragazzo con rabbia. ”Sono successe solo cose orribili, e tutte le volte la colpa era sua!”, poi dopo un momento di pausa sospirò. “Questo non è un dono, è una maledizione…”
“Come fai a dirlo?”, ribatté Incanto. “Tu, come noi, sei fatto per incantare il mondo!”
“Vi state sbagliando…”, disse Diego mentre delle lacrime calde presero a rigargli le guance. “Non è così per me! Suegno mi ha rovinato la vita!”
Desiderio si avvicinò al ragazzo in lacrime. “Suegno è parte di quello che sei”, cominciò a sussurrargli dolce, mentre con una mano gli accarezzava i capelli. “Quella ragazza sei tu! Se poi permetti che gli altri ti facciano tutto quello che vogliono, è solo colpa tua. Suegno non c’entra niente!”
“Sappiamo cosa vuol dire”, disse Incanto. “Credimi, ci siamo passate anche noi, ed è un’esperienza che non augureremmo a nessuno!”
“Tu puoi cambiare le cose”, aggiunse Desiderio.
“E noi ti daremo una mano!”, esclamò la rossa.
Diego si sentì profondamente scosso da quelle parole. Avevano ragione. Non era Suegno il suo problema, ma tutti quelli che gli stavano intorno e lo mortificavano. E lui stesso primo fra tutti.

Nei giorni successivi le cose cambiarono. Cominciò a frequentare quei due insoliti e perfetti ragazzi –o ragazze, a seconda dell’occasione-. Tra loro si instaurò una strana alchimia che li unì in un legame più forte dell’amicizia. Si completavano a vicenda, e quando stavano insieme, non c’era niente che non potessero fare. Diego cominciò così a lavorare alla ‘Mezzanotte’, all’insaputa della sua famiglia, ammaliando tutto il pubblico con il fascino irresistibile di Suegno.
Uscirono spesso tutti e tre insieme, qualche volta anche con Lucia, che però si sentiva piuttosto assoggettata dai due strani ragazzi.
“Certo che è non è male la tua amica Lucia!”, disse una volta Ettore. Stavano facendo un giro senza meta per le strade della città, dopo un pomeriggio di prove no-stop per lo spettacolo di quella sera.
“Ehi!”, esclamò Diego. “Non ci pensare neanche!”
“Diego ha ragione”, Disse Alberto. “Risparmia almeno lei poveretta!”
“Ehi! Ma per chi mi avete preso? Per una troia?”, sbottò il rosso.
“Cosa che sei…”, lo prese in giro Diego.
Ettore allora lo alzò da terra per stritolarlo con le braccia. “Ritira subito quello che hai detto!”, scherzò.
“No!”, urlò Diego scoppiando a ridere. “Ti prego, non respiro!”, tentò di dire, tanto stava ridendo.

Un’altra volta invece, andarono a spiare il fratello di Diego, durante il suo corso di recitazione, nei panni di Suegno, Desiderio e Incanto.
“Quello sarebbe tuo fratello?”, domandò Desiderio perplessa, mentre osservava un ragazzo uccidere in modo barbaro l’Amleto di Shakespeare.
“Purtroppo sì”, rispose rassegnata Suegno tappandosi le orecchie.
“Dio mio!”, disse Incanto. “Sopprimetelo!”
“Direi che abbiamo visto abbastanza!”, aggiunse poi. “Quando ce ne andiamo?” “Ehi, aspetta!”, esclamò la bionda. “Suegno, c’è un ragazzo che continua a fissarti da mezz’ora”, disse indicandoglielo con un cenno del capo.
Suegno, facendo finta di niente, si girò a guardare. Il ragazzo in questione si trovava dietro di loro. Aveva circa la sua stessa età e non appena si accorse del suo sguardo, abbassò subito gli occhi.
“Beh, cosa stai aspettando?”, chiese la bionda dandole un piccolo colpetto con la spalla.
“Aspetta un attimo!”, esclamò Suegno. “Cosa credi che dovei fare?!”
“Ma è chiaro! Andare a parlare con quel tipo!”, rispose la bionda.
“Stai scherzando vero! Ti ricordo che non sono una ragazza!”
Desiderio la squadrò. “Già! E io sono un cane allora!”
“Hai capito cosa intendo!”, ribatté la ragazza.
“Ma ci hai viste!”, esclamò la bionda. “Siamo esattamente come tutte le altre ragazze!”
“Con la differenza che siamo da togliere il fiato”, aggiunse Incanto.
“No credo che tu sia una che non prova sentimenti!”, continuò la bionda.
“Già!”, fece Incanto. “Prendo lei, per esempio”, disse riferendosi all’amica. “Perde la testa per quelle ragazze strane che suonano uno strumento e vivono come dei topi di biblioteca!”
“Quelle sono fantastiche! E poi a letto ti rivelano sempre un sacco di sorprese!”, intervenne la bionda tutta contenta all’idea.
“Ma non solo!”, continuò Incanto. “Non capisce più niente quando incontra un ragazzo timido e impacciato!”
“Quelli sono dolcissimi…”, si perse un’altra volta la bionda. “Però se gli dai fiducia dominano bene la… ‘situazione’…”, ammise ridendo un po’ per l’imbarazzo.
“Oppure prendi me!”, proseguì la rossa. “A me va bene chiunque. Non bado ai pregiudizi o alle etichette, basta che una persona mi piaccia per quello che è!”
“Tradotto perché tu possa capire, è un buco nero”, fece la bionda. “Se lo lasci rinchiuso in un recinto di anatre, sarebbe capacissimo di farsi anche quelle.”
“Ehi! Questo è offensivo!”, si lamentò Incanto. “Oltre a non essere assolutamente vero!”
“Perché non mi ripeti tutte le grandi fiamme della tua vita?”, propose allora Desiderio.
“In ordine alfabetico o cronologico?”, domandò la rossa.
“Cronologico”, rispose la bionda.
“Allora…”, cominciò seria Incanto. “C’è stata Ada, Serena, Maria…poi anche Giuseppe, più o meno nello stesso periodo, Ilda, Stefano, Paolo…” Andò avanti così per circa dieci minuti, inclinando la testa ora a destra, ora a sinistra, ogni volta che diceva un nome. “…Poi quei due gemelli, che se non sbaglio erano Pasquale e Renata…”
“No!”, la interruppe Desiderio. “Quelli erano cugini, tu ti stai riferendo a Sergio e Raimondo!”
“Giusto! Come farei senza di te?”, esclamò la rossa. “Allora, dicevamo, Sergio e Raimondo, poi… un altro tizio di cui non ricordo il nome…”
“Sandro?”, chiese la bionda.
“Sì, esatto!”, esclamò Incanto. “Poi…”
“Vabbè, abbiamo capito, grazie!”, la interruppe bruscamente Desiderio. “Hai capito il concetto?”, chiese poi rivolgendosi a Suegno.
“Siamo anche fatti per amare ed essere amati a questo mondo sai?”, continuò la bionda.
Suegno era piuttosto esitante.
“Prova”, continuò Desiderio. “Non sei costretta ad avere a che fare con persone che non trovi interessanti, però voglio che almeno ci provi prima di giudicarle.”
La ragazza si arrese, sapeva che l’amica avrebbe continuato a insistere e, piuttosto esitante, raggiunse con una scusa il ragazzo dietro di loro. Non aveva la più pallida idea di cosa fare, ma fortunatamente per lei non ce ne fu bisogno.
“Ehi, ciao!”, provò ad attaccare bottone lui non appena la vide.
“Ciao…”, rispose Suegno. A prima vista non le aveva fatto nessuna impressione quel ragazzo, ma ora che lo vedeva più da vicino, scoprì che tutto sommato non era così malaccio, anzi. Cominciarono a frequentarsi e qualche volta lui andò a vederla esibirsi al Mezzanotte. Non sbocciò mai nulla di serio tra i due, se non una grande amicizia.

Qualche tempo dopo, Luca spifferò comunque il segreto che aveva promesso di mantenere. I genitori di Diego, insospettiti dal fatto che ora il figlio passava la maggior parte del tempo fuori di casa, si fecero un’idea tutta loro. Avevano capito che Diego era in qualche modo cambiato, ma non sapevano spiegarsene il motivo. Sembrava più felice e più sicuro di sé. Una volta che però Luca raccontò loro cosa aveva trovato nell’armadio del fratello, si convinsero che Diego fosse diventato un travestito. Corsero subito dal direttore della Mezzanotte, protestando che il loro figlio aveva solo sedici anni. Minacciarono anche i due ballerini, i quali erano ritenuti gli unici responsabili dei comportamenti anomali del figlio e fu intimato loro di tenersi alla larga da lui, se non volevano rischiare una denuncia per molestie e il licenziamento.
Fu così che i due, spaventati dalle minacce, mentirono a Diego, pensando di fare la cosa migliore per lui.
Il ragazzo si sentì tradito e si chiuse nella sua solitudine. Inutile dire che venne messo subito in punizione. I due genitori però, volendo dimenticare quello che per loro sembrava un incubo, si limitarono a far finta di niente, ignorando Diego e l’accaduto, sperando che in questo modo il ragazzo cambiasse.

Passarono i giorni e i due ragazzi si pentirono presto per ciò che avevano fatto, capendo cos’era veramente importante per loro. Tentarono così in tutti i modi di parlare con Diego per chiarire le cose, ma il ragazzo sembrava che non ne volesse sapere.

Una sera Diego, mentre prendeva un asciugamano uscendo dalla doccia, incontrò per caso il suo sguardo riflesso nel grande specchio del bagno. Vide subito il dolore nei suoi occhi scuri. Poi, osservando meglio, notò che c’era anche qualcos’altro, qualcosa che non riusciva a riconoscere.
I capelli gli ricadevano bagnati su quel viso che presentava già i tratti dell’uomo che sarebbe presto diventato. Una peluria scura e appena accennata gli percorreva il profilo delle guance e del mento, per congiungersi poi con l’attaccatura dei capelli. Si sarebbe dovuto fare la barba, pensò. Sul suo corpo esile e non ancora del tutto maturo, vide delle chiazze rosse sparse qua e là, dovute probabilmente al getto dell’acqua calda con cui si era scottato poco prima. Era sempre lui in fondo, nudo davanti a quello specchio. Completamente solo, davanti al suo riflesso, che lo guardava e lo giudicava dall’altra parte dello specchio. Un istante dopo invece si ritrovò davanti ad una bellissima ragazza mora. Aveva il suo stesso colore di capelli, solo che questi erano più lunghi e mossi, ed un viso dai tratti così dolci che sembrava scolpito dagli angeli. Il suo corpo poi era costituito da un moltitudine curve sinuose. Il seno era abbondante; sotto di esso la sensualità dei fianchi veniva messa in risalto da una vita sottile. Le gambe e le braccia erano sottili ma toniche, mentre le mani erano sottili, così come i piccoli piedini aggraziati. Solo gli occhi erano gli stessi, uguali a quelli di Diego. Si osservò meglio e solo in quel momento si rese veramente conto di essere bella. Cominciò ad osservarsi curiosa, senza malizia e senza più il minimo timore di quella ragazza che Diego aveva ritenuto per tanti anni responsabile della sua infelicità. Poi si ritrasformò in Diego, che si osservò con la stessa curiosità con cui si era guardata poco prima la ragazza. Scoprì nuovi aspetti di sé, che non avevano mai notato in quel corpo per lui tanto normale e monotono. Si rese conto di piacersi anche così, col suo normale aspetto da maschio. Poi improvvisamente capì cos’era che aveva visto di diverso nei suoi occhi oltre alla tristezza. Era cambiato in quell’ultimo periodo. Le cose per lui avevano preso una strada diversa e ora vedeva il mondo sotto una nuova luce. Fino a qualche giorno prima era stato veramente felice dopo tanto tempo e chiunque poteva notare la cosa semplicemente guardandolo. Ora però i suoi occhi erano vuoti, la felicità era sparita, lasciando il posto alla tristezza. Ma la tristezza non aveva preso il sopravvento nel suo sguardo, c’era ancora una parte vuota, libera, nel caso la felicità fosse tornata. Capì che troppe cose erano cambiate nella sua vita da quando aveva incontrato Alberto ed Ettore, e tornare indietro ormai non era più possibile…

Nei giorni seguenti poi, Alberto ed Ettore, sempre testardamente convinti a non demordere, riuscirono finalmente a parlare con Diego. Aspettarono tutto il tempo davanti a casa sua, sperando che uscisse.
Era notte quando finalmente Diego si fece vedere, una di quelle fredde notti di dicembre in cui la neve scendeva danzando.
“Cosa volete?”, chiese Diego con voce neutra. “Non posso stare molto tempo qui fuori, o i miei si accorgeranno di voi.”
“Diego, ci dispiace!”, disse sincero Alberto. “Pensavamo che fosse la cosa migliore per tutti e tre! Non volevamo che ti mettessi nei casini per colpa nostra e avevamo paura di perdere il lavoro!”
“I tuoi erano andati a lamentarsi col direttore! Lui li ha convinti a non denunciarci!”
“E quindi?”, domandò Diego freddo. “Perché le cose adesso dovrebbero essere cambiate?”
“Abbiamo capito il nostro sbaglio!”, disse Ettore. “Diego, tu sei come un fratello per noi!”
“Solo perché condividiamo lo stesso segreto, non vuol dire che dobbiate per forza stare con me!”, sibilò il ragazzo.
“Non c’entra niente il nostro segreto!”, ribatté il rosso. “Sei entrato a far parte della nostra vita, siamo come una famiglia ora, e in famiglia ci si aiuta e si resta uniti. Non abbiamo intenzione di perderti per una stupidaggine!”
“Abbiamo lasciato il lavoro”, aggiunse Alberto. “I tuoi genitori non potranno più ricattarci adesso.”
“Troveremo senz’altro presto un altro lavoro!”, disse Ettore. “Ma a te non vogliamo rinunciare, costi quel che costi.”
“Abbiamo fatto uno sbaglio enorme a lasciarti andare, pensavamo di fare il tuo bene, invece ti abbiamo fatto star male!”
“Sappiamo come ti senti. Ti abbiamo fatto una promessa e non abbiamo saputo meritarci la tua fiducia!”, disse il biondo. “Ti chiediamo solo di darci una seconda possibilità, e non permetteremo a nessuno di tradirti di nuovo un’altra volta”, disse sincero.
Diego fu commosso da quelle parole. Sentiva che aveva cominciato a tremare e cercò in tutti i modi di controllarsi.
“Sentite…”, disse poi ammorbidendo il tono della voce. “Apprezzo veramente quello che avete fatto, però… ho bisogno di un po’ di tempo per rifletterci sopra.”
“Qualunque cosa deciderai”, disse piano Ettore. “Avrai comunque il nostro appoggio.”
 “Sarà meglio che ritorni in casa adesso”, disse poi Alberto. “I tuoi si staranno chiedendo che fine avrai fatto.”
“Ciao Diego!”, lo salutarono poi. “Mi raccomando, salutaci Suegno!”, aggiunse Ettore facendogli l’occhiolino.
Diego sospirò guardandoli allontanarsi. Finalmente sentiva di aver ritrovato un po’ di quella serenità che pensava di aver perso per sempre.
Una volta rientrato in casa, iniziò a riflettere. Pensò a lungo a quello che si sentiva di voler fare, senza preoccuparsi più di suo fratello, dei suoi genitori, di Annalisa o di chiunque altro. Una volta che capì quello che desiderava veramente, cominciò i preparativi per un piano che gli avrebbe fatto raggiungere il suo scopo. Dopodiché, decise di mettere in atto la sua vendetta verso tutti coloro che lo avevano fatto soffrire.

Chiese aiuto ad Alberto e a Ettore, e una volta che gli ebbe spiegato le sue intenzioni, furono ben felici di dargli man forte.
“Sarà divertente!”, esclamò Alberto tutto eccitato.
“Sì! Facciamolo!”, aggiunse Ettore, che non vedeva l’ora di mettersi all’opera.

Fu così che nel periodo delle Vacanze Natalizie una ‘stronza’ dai capelli rossi rovinò la nuova famiglia del padre di Diego, che venne sedotto e abbandonato. Stessa cosa accadde in casa di sua madre, dove Luca mandò la sua vita a rotoli per colpa di un’affascinante biondina, mentre una misteriosa mora lo screditava davanti agli amici. Per quanto riguardava Annalisa invece, la sua consueta folla di ammiratori ben presto sparì a causa di una nuova ragazza mora e bellissima arrivata da poco in città.
Infine la sera di Capodanno come da tradizione, tutta la famiglia di Diego si riunì per festeggiare insieme l’arrivo dell’Anno Nuovo. In seguito però agli ultimi avvenimenti che avevano scombussolato tutta la famiglia, il clima era teso e l’aria carica di tensione. L’unico che sembrava perfettamente a suo agio era Diego. Aveva nascosto una valigia in camera sua, già pronta di tutto ciò di cui avesse avuto bisogno, e ora aspettava la fine della serata per mettere in atto l’ultima parte del suo piano. Non disse niente per tutta la durata della cena, fino al momento dei brindisi prima della mezzanotte.
“Perché non fai un brindisi anche tu?”, gli domandò suo padre.
“E a cosa dovrei brindare?”, chiese lui con tono distaccato.
“Beh, per esempio al fatto di essere in famiglia con noi”, disse suo padre.
“Già, sei con la tua famiglia che ti vuole bene, anziché vagare in giro con gente poco raccomandabile!”, aggiunse sua madre.
“E questo è un bene?”, chiese, ma la domanda era retorica.
“Ovvio che è un bene!”, rispose sua madre. “Stavi facendo la cosa sbagliata Diego. Grazie a tuo fratello, che ci tiene a te, abbiamo capito e abbiamo potuto aiutarti!”
“Chiudendomi in casa?”, continuò il ragazzo.
“Ehi! Non usare questo tono con tua madre!”, lo rimproverò suo padre. “Non è lei il problema.”, aggiunse poi con tono più calmo.
“Ah, no? E chi è allora?”, domandò ancora retoricamente il ragazzo.
“E’ meglio che la finisci Diego!”, lo ammonì suo padre. “Ci hai già dato abbastanza dispiaceri.”
“Già…”, fece il ragazzo. “Perché voi pensate di conoscermi”, cominciò. “pensate di essere sicuri di sapere cosa sia meglio per me. E se invece non fosse così?!”, sbottò.
“Diego, come ti permetti?”, lo sgridò sua madre.
“No, mamma!”, continuò lui. “Mi avete sempre trattato come se fossi stato solo un peso per voi! Ho sofferto perché pensavo che fossi io il problema!”, e sotto lo stupore e lo sdegno di tutti, in un istante, si trasformò in Suegno. “Ma la verità”, proseguì, “ E’ che voi siete il problema, e non ho più intenzione di farmi rovinare ulteriormente la vita da voi!”
Poi, determinata, prese valigia e cappotto, e si avviò verso la porta.
“Se adesso esci da quella porta, non azzardarti a rimettere piede in questa casa!”, urlò suo padre tentando di fermarla.
“Addio!”, disse decisa la ragazza.
E se ne andò, per non tornare mai più.

Fuori dalla casa trovò una macchina ad aspettarla.
“Signorina, è in ritardo!”, esclamò Ettore sporgendosi dal finestrino del passeggero. Alberto invece era seduto al posto di guida.
La ragazza caricò la valigia nel bagagliaio per poi fiondarsi subito in macchina.
“Dove desidera andare la signorina?”, scherzò Alberto girandosi verso Suegno.
“Il più lontano possibile da qui!”, esclamò la ragazza.
“Sì!”, urlò Ettore tutto contento. “Si parte finalmente!”
“Verso una nuova vita”, aggiunse poi Alberto.
Per Diego la vita cambiò completamente, finalmente libero di vivere e di sentirsi libero. Libero di viaggiare, di scoprire cose nuove, di innamorarsi, di vivere libero… e, ancora adesso, vivere incantando il mondo.
 
-FINE-
 
  
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