Serie TV > Il commissario Montalbano
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Autore: LikeBlueSky_    27/09/2013    1 recensioni
Si comincia con un Montalbano molto giovane, che deve affrontare un lutto e un'improvvisa voglia di ricominciare.
Quella voglia si chiama Giulia, ha i capelli castani, gli occhi marroni/verdi, la pelle lattea e... è sua nipote.
Ma come poteva immaginare che da cosa nasce cosa?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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25 luglio 1978

Ore 06:00

Salvo fu svegliato improvvisamente da un suono, che non recepì subito, ma che poi ricollegò al telefono accanto al suo letto.
Da quando era tornato a Vigata per l'uccisione del fratello e di Elisabetta, e per il rapimento di Giulia, si era deciso ad affittare una stanza.
Da suo padre non ci era voluto andare, sia perché non voleva scoprisse di quanto era successo prima di ritrovare sua nipote, sia perché non voleva rivederlo.
Non voleva sapesse della sua presenza, voleva solo essere lasciato in pace, senza dover pensare alle scuse che ormai il vecchio uomo gli rivolgeva tutte le volte che riusciva a parlargli.
Così Salvo, svegliatosi un pochino, rispose: "... Pronto?"
"Signor Montalbano?"
"Si?"
"Chiamo per conto del commissario Arena. Ci sono..."
"L'avete trovata?"

Salvo non lasciò al suo interlocutore il tempo di finire la frase. Era troppo in apprensione per la nipote.
"Si signore. È stata presa e portata da noi da una ragazza che l'ha trovata da sola in una strada fuori città."
"Vengo immediatamente"
, riattaccò quello, alzandosi di scatto.
Era viva. Giulia era viva, viva davvero!

Ore 06:15

Salvo arrivò alla stazione di polizia in un batter d'occhio. Era troppo emozionato per prendersela con calma.
Fu accolto dal commissario in persona: "Montalbano, venga, sua nipote è stata accompagnata in ospedale per gli accertamenti."
Lo fece salire in macchina e si avviarono insieme.
"Ha qualche idea sul perché della morte di mio fratello, sua moglie... Insomma, di tutto questo?"
Il commissario sospirò: "Salvatore era uno dei miei migliori agenti. E non lo dico per scherzo. Mi fidavo veramente molto di lui. Gli ho sempre affidato tantissime azioni antimafia. Forse troppe..."
"Ma perché anche Betta?"
"Betta è morta prima di lui..."
"Continuo a non capire!"
"Lo hanno voluto far soffrire. Privandolo della cosa a cui lui più teneva al mondo."

Salvo ammutolì.
Riflettè su quanto fossero crudeli e spietati gli assassini di Salvatore, che probabilmente avevano provato ad uccidere Giulia insieme a Betta. A quel pensiero rabbrividì.
"Vieni, Salvo, da questa parte...", lo incoraggiò infine l'uomo, quasi a voler chiudere quel discorso che doveva fargli molto male.
Salvo seguì il consiglio, per poi ritrovarsi in una saletta e un vetro davanti a sè. Al di là di esso vide finalmente la luce: Giulia.
"Come sta???"
"È ferita, un po' dappertutto, ma non è sotto shock e nemmeno da cenno di aver subito traumi psicologici. È davvero forte quella piccoletta. E non perché è troppo piccola per ricordare o capire, ma è molto coraggiosa e intelligente.", sorrise l'infermiere che stava davanti alla porticina di ingresso, pronto a farlo entrare.
"Come lo zio.", sorrise a sua volta il commissario, "se vuoi vederla puoi fare."
Salvo ringraziò ed entrò nella stanza.
Sua nipote era stesa nel letto, concentratissima su una lettura.
Il ragazzo sorrise: le aveva trasmesso lui la passione per i libri, a imparare a leggere ci aveva pensato da sola, a tre anni.
"Ehi?"
Giulia alzò quasi scocciata la testa dalle pagine. Si scostò i capelli dalla faccia, liberando così la visuale ai suoi enigmatici occhi, verdi all'interno, marroni all'esterno.
Dopo qualche secondo focalizzò che non era entrato nella stanza un rompiscatole come quelli che erano passati a farle visita, bensì suo zio.
"Zio Salvooooooooo!", lasciò andare il libro e tese le mani verso di lui.
Salvo la abbracciò piano, baciandole la testa, "Giulia, amore mio...", piangeva.
"Perché piangi?"
"Piango perché sono felice che tu stia bene tesoro. Cosa ti hanno fatto? Cosa è successo?"
"Avevano tante di quelle cose che teneva anche papà, e me le mettevano accussì, erano cattivi! "
"Cosa hanno fatto poi?"
"Mi hanno fatto la bua!"
"Tanta tanta?"
"Si!! Qui!"
, Giulia indicò allo zio il punto esatto, nella pancia, dove i dottori avevano indicato una costola rotta e un ematoma.
"Poi cosa è successo?"
"Me ne scappai."
"Come?"
"Quello brutto e grasso mi aveva messo qui un coltello", la bimba si indicò il collo, "perché lo avevo fatto arrabbiare, eravamo soli, e io gliel'ho girato contro... Non so perché, ma cascò  e non si rialzava, allora me ne scappai via via via, lontano!!"

Salvo guardò stupefatto la nipote, e non poté fare a meno di piangere di nuovo.
"E adesso perché piangi?"
"Perché sei viva e sei qui con me. E anche mamma e papà sono contenti."
, le sorrise quello dolcemente.
"Dici che mamma e papà mi vedono??"
"Certo pulce."
"Ma non ci sono più..."
"Non è vero. Loro sono qui."
, Salvo indicò delicatamente con l'indice il suo cuore, "e ci saranno sempre."
"Ti voglio bene zio!"
"Anche io, topo. Tanto..."



Premetto che conosco poche parole di siciliano, e mi dispiace dover scrivere in italiano corretto, che rende poco.
Grazie a chi ha letto, a chi recensirà, e a chi avrà voglia di darmi spunti. :)

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