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Autore: delilahs    27/09/2013    1 recensioni
“”Mi spiace tanto signor Styles, dopo l’incidente stradale non abbiamo potut-… “
Cosa? Incidente stradale? Che incidente? Louis ha fatto un incidente? Oddio. Devo aiutarlo, fate qualcosa, salvatelo, io non posso vivere senza lui, vi preg-
“…è in coma. Mi dispiace tanto.” disse il medico, lasciandolo lì.
Harry non sentì più niente. Paralizzato, la mente alla disperata ricerca di una spiegazione delle parole del medico appena scomparso. In coma? Non è possibile, nono. Non il mio Louis, lui non mi abbandonerebbe mai, vero Lou-

[Larry Stylinson]
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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daddy wake up. daddy, wake up...!



Papà, dov’è papà?” chiese la bambina, fissando il ragazzo riccio.
Lui.. è..” balbettò Harry, cercando di mantenere le lacrime. La ragazzina lo guardava incuriosita, alternando lo sguardo dagli occhi verdi del padre alla corsia illuminata dai neon. Persone vestite di bianco si spostavano da una parte all’altra del corridoio, lanciando appena uno sguardo alla bambina vestita di bianco e al ragazzo accanto a lei.
…Harry?” disse una voce, dal fondo della corsia.
Il ragazzo alzò gli occhi colmi di lacrime e vide una chioma bionda che si avvicinava, sfocata tra le lacrime. Quando gli fu vicino il ragazzo si abbassò per arrivare all’altezza di Harry, chinato in avanti e con il viso rosso per lo sforzo, e prese la bambina per mano.
Joy, andiamo a comprare una merendina, ti va?” chiese, poi, sfiorando appena la spalla del ragazzo che alzò lo sguardo riconoscente.
Va bene, zio.” rispose la bambina, scendendo dalla sediolina di plastica e facendo rimbalzare i suoi capelli ricci.
Ciao papi.” disse dando un bacino sulla guancia al ragazzo alto, che mostrava un sorriso lacrimoso mentre le mani gli tremavano leggermente.
Ciao principessa. Quando torni andiamo a trovare papà, ti va?” chiese, sforzandosi di non piangere e sembrare un papà forte. Oh, ma chi voleva prendere in giro? Louis era il vero padre di quella bambina, con i suoi occhi azzurri e il corpicino esile.
La bambina annuì, e mano nella mano con il ragazzo biondo, si allontanò nella corsia sfocata. Quando stava per girare l’angolo, si girò e alzò una manina, salutando con entusiasmo il padre, e riprendendo a parlare subito dopo.
Harry si accasciò sulla sedia. Mentre le lacrime iniziarono finalmente a scendere, rigandogli il viso e bagnando la felpa. Harry si sentiva perso, sperduto. Louis. Il ragazzo riusciva a pensare solo a questo. Dov’era Louis? Perché?
Un medico si avvicinò, tossicchiando. Harry si alzò di colpo, ansioso.
Mi spiace tanto signor Styles, dopo l’incidente stradale non abbiamo potut-…
Cosa? Incidente stradale? Che incidente? Louis ha fatto un incidente? Oddio. Devo aiutarlo, fate qualcosa, salvatelo, io non posso vivere senza lui, vi preg-
…è in coma. Mi dispiace tanto.” disse il medico, lasciandolo lì.
Harry non sentì più niente. Paralizzato, la mente alla disperata ricerca di una spiegazione delle parole del medico appena scomparso. In coma? Non è possibile, nono. Non il mio Louis, lui non mi abbandonerebbe mai, vero Lou-
Harry si voltò, aspettandosi di trovare gli occhi allegri del suo ragazzo che lo guardavano dal basso. Invece vide solo il pavimento bianco e freddo che ricambiava.
Il suo corpo divenne improvvisamente freddo, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime che non poteva e voleva trattenere. Il mondo gli crollò addosso, mentre il sorriso del suo ragazzo gli invadeva la mente. Il suono della sua risata era ovunque, le orecchie gli ronzavano. Si coprì il viso con le mani, scuotendo ripetutamente la testa.
No, no, non il mio Boo..” sussurrò angosciato, poggiando la fronte sul marmo freddo mentre la testa gli andava a fuoco. Iniziò a camminare, senza una meta, passando di porta in porta cercando il suo ragazzo.
Louis, Lou, dove sei, Loui-“ sussurrò in preda al terrore, fermandosi di botto dietro una vetrata. Dall’altra parte del vetro insonorizzato, sommerso da coperte troppo grandi per lui, un ragazzino esile stava in un letto, addormentato. Il petto si alzava e si abbassava debolmente, mentre una mano era fuori dalle coperte, inerte. Un’infermiera spazzava dal pavimento alcuni capelli, e Harry la osservava spaventato, accorgendosi che il suo ragazzo era pieno di cicatrici. Harry singhiozzò, poggiando una mano sul vetro.
Accanto a lui, Joy si alzò sulle punte per vedere oltre il vetro. Si rivolse al padre, confusa.
Perché papà sta dormendo? E’ stanco? Credo sia tutto uno scherzo, vero papi?” sussurrò, abbassando la voce con sguardo brillante “Ora papà si alzerà e riderà, vero? E andremo a comprare il gelato, come facciamo tutti i sabati. Io lo voglio con il cioccolato, ma papà non me lo lascia mai prendere perché se lo mangia tutto lui. Papi?
Harry la guardava intontito, mentre si inginocchiava.
Amore, non credo che papà si sveglierà, ma poss-
Come non si sveglierà? Ma sta scherzando papi! Ora riderà, guardalo.” disse la bambina, convinta, mentre si alzava sulle punte per vedere oltre il vetro. Iniziò a battere il pugno contro la vetrata.
Papàà, svegliati. Papi si sta preoccupando.
Nessuna risposta
Papà, svegliati, dai.
Papà, non sei più divertente, svegliati ADESSO” disse con la vocina incrinata, alternando sguardi da Harry a Louis. “Perché non si sveglia?” chiese.
“Ecco, vedi Joy, non credo che papà si svegl-“ cominciò Harry, la voce spezzata dal pianto.
Ma la bambina si liberò con uno strattone, singhiozzando. Corse nella stanza, indignando l’infermiera che però non fece niente, e iniziò a tirare la mano del padre, scoprendo il braccio inerte.
PAPA’, SVEGLIATI SUBITO. PAPA’ SVEGLIATI. TI PREGO PAPI, SVEGLIATI” urlò, tirando più forte che poteva il braccio del padre,
Harry l’afferrò da dietro, stringedola mentre lei ancora si dibatteva, singhiozzando e urlando ‘papi svegliati’ fino a quando non rinunciò, scoppiando a piangere e rifugiandosi nelle braccia di Harry, che la prese in braccio sentendo una parte di lui morta. Uscendo dalla sala, prese a consolare la bambina, ma finì per piangere più di lei, aggrappandosi forte al suo corpicino e sentendo il cuore dilaniarsi.
Louis non mosse un muscolo. Il suo petto continuava ad andare su e giù, la sua vita attaccata ad un filo. L’elettrocardiogramma procedeva monotono, non mostrando per niente qual’ era il cuore di Louis.
Un cuore pieno d’amore, di bugie, di sofferenze. Mentre Harry e Joy piangevano, abbracciati, in preda ad un dolore che sembrava spazzare via tutte le loro vite, l’elettrocardiogramma ebbe un sussulto.
Qualche sirena, in lontananza, iniziò a suonare e in men che non si dica, la stanza fu piena di medici. Qualcuno urlava, Louis lo sentiva. Joy urlava, piangendo, mentre prendeva a pugni il vetro che la separava da suo padre, inerme.  Harry urlava dentro, mentre tutto cadeva a pezzi.
Le sirene suonavano sempre più frenetiche e Louis provò la fastidiosa sensazione che aveva sempre quando qualcosa gli dava fastidio. Sorrise, dentro di se. O forse anche fuori. I medici urlavano. Joy urlava. E ad un tratto più nulla.


 
Silenzio.



 
Ispirata dalla canzone 'Common Denominator'
-Justin Drew Bieber
   
 
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