Serie TV > CSI - Miami
Ricorda la storia  |      
Autore: Chemical Lady    28/09/2013    0 recensioni
La tazza ricolma di fumante caffè nero non ci mise poi molto ad arrivare, insieme a un paio di biscotti regalati dalla cameriera dal sorriso luminoso, che per farsi buona gli agenti di polizia non si faceva problemi a dispensare dolciumi.
Proprio mentre stava addentando il secondo, gli occhi scuri di Speedle si fermarono su una figura, seduta al tavolino accanto al suo.
Da lì non si spostarono più.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Horatio Caine, Tim Speedle
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: The First Time Ever Is Saw Your Face
Raiting: Verde
Personaggi Principali: Tim Speedle, Nuovo personaggio. 
Ambientazione: Precedente alla prima stagione.
Discriminate: Non posseggo ne la trama di fondo ne i personaggi principali, eccezione fatta della protagonista femminile. Il resto è proprietà esclusiva della CBS. Non scrivo a scopo di lucro.
 


IMPORTANTE: Questa one fa parte di una long che sto postando nella sessione di CSI Las Vegas, eccovi il Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2185597


 
***


Miami sa essere molto calda sin dalla placidità di una mattinata di fine maggio.
Questo è il primo pensiero che ebbe Speed, quando scese dal suo Hummer  d’ordinanza, accuratamente parcheggiato in sosta vietata.
Dovevano solo provarci a trainare via uno dei quei mostri, targati polizia scientifica su entrambi i lati.
Controllò l’orario sul suo orologio da polso, pronto già a millemila scuse da rifilare a Delko, col quale avrebbe dovuto far colazione quella mattina. Peccato che del compagno di squadra portoricano non ci fosse nemmeno l’ombra.
Un sbuffò, poi un altro.
Sicuramente aveva fatto tardi la sera precedente, dopo che lo aveva lasciato al Flamingo a rimorchiare quella rossa doveva aver fatto davvero tardi se era così tanto in ritardo.
Tentò di chiamarlo.
Per tre volte rispose la segreteria, irritandolo….
-Qui Erick Delko della polizia scientifica, al momento non posso rispondere…. –
Bla, bla, bla….
Non aveva tempo da perdere in cazzate visto che da lì a un’ora sarebbe dovuto montare di turno, così decise di far colazione da solo, maledicendo Delko in tutte le lingue che conosceva (americano e quello spagnolo striminzito che aveva imparato in polizia).
Il Mojito Caffè, che di notte si animava con tutti i peggiori fenomeni da baraccone di Miami, la mattina sembrava un graziosissimo bar con una bellissima vista sul porto della città. Speed chiese un tavolo all’esterno, valevano sempre la pena quel paio di dollari in più per poter fare colazione con il cadenzato rumore delle onde in sottofondo.
La tazza ricolma di fumante caffè nero non ci mise poi molto ad arrivare, insieme a un paio di biscotti regalati dalla cameriera dal sorriso luminoso, che per farsi buona gli agenti di polizia non si faceva problemi a dispensare dolciumi.
Proprio mentre stava addentando il secondo, gli occhi scuri di Speedle si fermarono su una figura, seduta al tavolino accanto al suo. Da lì non si spostarono più.
Una  bella ragazza, dai lunghi capelli ramati che arrivavano fino alla cintura di una luminosità naturale. Era molto pallida, tanto che il colore della pelle non si scostava poi molto da quello del vestito lungo e bianco, da spiaggia, definito con una cintura di pelle e perline marroncine. Sul capo aveva una cappello piuttosto largo, di paglia, che le nascondeva gran parte del viso.
Speed si chiese di che colore fossero i suoi occhi, anche se li immagino verdi come due smeraldi.
Guardò la mano sottile dalle mani eleganti mescolare il cappuccino con eleganza, prima di condurre il cucchiaino alle labbra e leccare via la schiuma sopra.
Si era concentrato così bene sulle labbra rosee della ragazza che non si accorse che questa, probabilmente disturbata dal tanto fissare, si era voltata verso di lui stranita e ora ricambiava lo sguardo.
Oh, wow, non aveva mai visto degli occhi così blu. Un colore elettrico e vivo, evanescente che però, a pensarci bene gli ricordava qualcosa.
Anzi, qualcuno.
Però non gli sovvenne nessuno in particolare, in quel momento.
Si scambiarono qualche sguardo e poi, come manna dal cielo, la rossa sorrise timidamente, riabbassando gli occhi sul libro che aveva davanti.
Tim lo prese come un segnale.
Abbandonò l’ultimo biscotto, alzandosi insieme alla tazza e avvicinandosi al tavolo della ragazza e chiedendo gentilmente di sedersi con lei. Quando ebbe un cenno di assenso, si sedette alla sua destra prendendo un sorso di caffè.
Aveva passato tutto il venerdì sera a provare a rimorchiare una ragazza sperando così di dimenticare Pam, ma aveva fallito miseramente. Forse era la sua giornata fortunata.
Si permise di guardarle finalmente il viso, ora ben visibile e dalle gote arrossate, constatando che doveva avere si e no diciotto anni.
Quando poi abbassò gli occhi sul libro e ne lesse l’intestazione, capì che anche se sembrava molto giovane, la ragazza doveva andare all’università e averne almeno 20 di anni, per studiare certe cose.
“Sei una studentessa di Criminologia?” domandò gentile.
Lei accarezzò la pagina del libro, prima di sorridere un po’ di più e rispondere “Diciamo di sì…. Spero di fare questo lavoro un giorno.”
La voce di quella ragazza era pura musica. Squillante ma affatto irritante.
“Io sono Tim” Le disse, porgendole la mano e vergognandosi quasi di averle così ruvide quando lei la strinse con la sua morbida e vellutata.
“Io sono Melrose”
Un nome bellissimo, perfetto per lei.
“Sei una turista?” domandò lui, e lei scosse il capo.
“No, sono nata a New York ma vivo a Miami da…. Da sempre. Mio padre si è trasferito qui per lavoro.”
“Io sono nato a Syracuse!” disse sorpreso Speed “Sarà a… Un’oretta e mezzo da New York!”
Lei lo guardò un po’ sorpresa “Il mondo è piccolo e pieno di coincidenze”
“Sai, a proposito di coincidenze” disse Speedle appoggiando un dito sul libro “Io faccio parte della polizia scientifica della Contea di Dade, se ti serve qualche delucidazione”
Quel che accadde dopo stupì moltissimo Speed, lasciandolo stranito.
Melrose perse del tutto il sorriso, sbiancando leggermente. Chiuse il libro con un tonfo e lo ripose in borsa, controllando l’orologio sul cellulare “I-io devo scappare, scusami…”
Comportamento sospetto, forse troppo sospetto…
“Hey, scusa…” Quando Speed notò che la ragazza sembrava parecchio nervosa la costrinse a voltarsi verso di lui prendendole il polso “Si più sapere che ti prende?!”
“Sei nel turno di giorno?” rilanciò lei, deglutendo piano.
Lui annuì lentamente, chiedendosi cosa stesse nascondendo.
Non fece in tempo a chiedere che uno sparo lo fece trasalire “Sotto al tavolo!” le disse mentre schizzava in piedi, estraendo la pistola.
Un altro sparo e poi un altro.
Un uomo a terra a pochi metri da lui.
Afferrò il cellulare, chiamando dalla selezione rapida la Centrale di Polizia “Qui agente Speedle, CSI, c’è appena stata una  sparatoria all’angolo tra Kent Street e Ocean  Drive, richiedo interventi immediati e un’ambulanza, uomo a terra, ripeto, uomo a terra!”
Attese la conferma veloce prima di avanzare con la pistola in mano verso l’uomo.
Un colpo in mezzo agli occhi. Un solo colpo che aveva steso un manzo d’uomo.
Rinfoderò l’arma, voltandosi verso la ragazza che era appena uscita da sotto al tavolo e guardava la scena…. Preoccupata?
Che diavolo nascondeva?!
Una cosa era certa, non poteva lasciarla andare….
 
 
Tim aveva capito che qualcosa non andava quando aveva visto Horatio arrivare a passo di marcia verso di lui, ma non si era fermato a parlargli. Aveva proseguito, fino alla rossa, appoggiandole le mani sulle spalle.
“Melly, come ti senti?” la piega lievemente preoccupata della voce del collega lo mise in allarme, ma nemmeno molto dopotutto.
Solo… Melly?? La conosceva??
“Sì, papà, sto bene…. Quell’agente mi ha protetta…”
Speed scontrò lo sguardo con quello di Horatio e capì dove aveva già visto gli occhi di Melrose. Doveva essere un idiota per non aver notato la somiglianza, sembrava la carta carbone di suo padre.
Horatio lo aveva ringraziato, prima di portare via con se Melly che gli aveva sorriso un’ultima volta con aria colpevole. Non aveva paura di essere scoperta per qualcosa di criminale, quando aveva saputo che Speed era nella polizia scientifica.
Aveva paura che suo padre sapesse che aveva saltato scuola.
Perché andava ancora al liceo.
Ed era la figlia diciassettenne di Caine.
Ottimo.
Aveva abbordato la figlia minorenne di un collega. E non uno a caso, di Horatio Caine.
Molto minorenne, come il capo Donner aveva gentilmente sottolineato milioni di volte mentre facevano i rilievi attorno al cadavere, facendo ridere Delko. Tim rise molto meno, passando allo stadio contemplativo.
Non aveva incontrato solo la figlia del futuro capo, quella mattina, ma molto di più….
Se lo sentiva, anche se non lo sapeva. 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > CSI - Miami / Vai alla pagina dell'autore: Chemical Lady