Qui vedremo i pensieri di Gojyo, narrati in prima persona, riguardo ciò che pensa su Sanzo.
Come avrete quindi capito, la raccolta si baserà su i pensieri del Kappa nei riguardi dei suoi compagni.
Spero che vi piaccia =)
A volte l’osservo, osservo quel suo cipiglio fintamente rilassato, quando tenta di leggere il giornale; si lamenta sempre di essere disturbato e lo ammetto: è vero, certe volte è intenzionale irritarlo, da parte mia – mi diverte vederlo arrabbiato, poiché almeno gli fornisco un motivo valido in grado di giustificare il suo temperamento, spesso infondato, che volge a discapito della scimmia e del sottoscritto.
Sanzo è il mistero fatto a persona, eppure so che dietro quella corazza nasconde una fragilità forse unica.
In lui c’è molta sofferenza ed è forse è per questo che ostenta tanta sicurezza, sebbene non riesca a essere convincente neppure con se stesso – va in tilt con poco, il più delle volte, ma quello che ammiro di lui è che ci prova: nonostante tutto, ci prova sempre.
Dietro quegli occhi cosa c'è, Sanzo? Io non vedo lascivia, come gli altri, tutt’altro: scorgo una nostalgia di qualcosa che non può ritornare. So che hai sofferto molto per la perdita del tuo maestro e la pioggia, come per Hakkai, te lo ricorda sempre – se potessi impedirei alla pioggia di cadere, se solo potessi, la farei cessare.
Non voglio neanche soffermarmi a leggere più di tanto nella tua anima, Sanzo, perché so che per te è molto importante quest’intima interiorità – o non t’impegneresti a fare sfoggio di tutta quella forza e quell'irascibilità.
Una sola cosa vorrei poterti dire, anche se penso che non occorra parlare direttamente con te: lascia che nell’aria vaghi il mio ringraziamento.
Grazie per la possibilità, la mia seconda possibilità.