Storia scritta per la Notte Bianca indetta dalla pagina "No ma Free lo guardo per la trama, eh"sul prompt: Puppy!Makoto si ritrova a
vivere con Kitty!Rin e Kitty!Haru, che passano tutto il tempo a soffiarsi
contro e a litigare, ma per fortuna riesce a trovare un'attività con cui
tenerli entrambi occupati ed evitare che si sbranino a vicenda.
Prima dell'arrivo di
quei due gatti pestiferi, la vita di Makoto era pressoché riassumibile in:
colazione, passeggiata, giochi al parco, sonnellino prepranzo, pranzo, coccole,
di nuovo passeggiata con giochi al parco, cena, coccole e nanna. Poi i suoi
padroni, che evidentemente non erano più soddisfatti dalla sua presenza o
forse, come gli aveva raccontato un suo amico Labrador un giorno al parco,
volevano dargli degli amici per trascorrere il tempo quando era a casa da solo,
presero due gattini. Uno era bianco e nero, con due occhi blu accesissimi che
lo guardavano indifferenti, da dentro il trasportino. L'altro, di un colore che
sembrava tendere al blu- era difficile per lui dirlo, visto che vedeva tutto
grigio- gli soffiava contro, gonfiando la coda e facendola assomigliare ad uno
di quei cosi che la sua padrona usava per pulire sopra i mobili.
Lui era contento, non gli interessava nemmeno
che fossero gatti, voleva giocarci subito. Così aveva preso a scodinzolare e ad
attendere che i suoi padroni aprissero la porticina dei trasportini per
leccarli. Ma quando entrambi i gatti furono messi sul tappeto del salotto, le
reazioni furono molto diverse da come si aspettava.
Il gattino nero, che la sua padrona aveva
nominato Haru, si era lasciato annusare, sollevando la coda per permettergli di
annusarlo anche li, e non aveva mosso nemmeno una zampa quando gli aveva
leccato in modo affettuoso il capo. Si era limitato a guardarlo con gli occhi
socchiusi, prima di decidere di allontanarsi a perlustrare.
Il gatto dal colore indefinito invece gli aveva
aggredito il muso, graffiandolo. Makoto aveva guaito e si era portato una zampa
sul naso, sorpreso, e i suoi padroni avevano preso la peste in braccio, per
evitare che facesse altri danni.
Così era iniziata la loro strana convivenza.
Haru si lasciava coccolare, a volte gli si sdraiava anche tra le zampe alla
ricerca di coccole e calore, e se si sentiva ispirato giocava con le sue
orecchie e la sua coda. L'altro micio invece, rinominato Rin- i suoi padroni
erano stati indecisi per tanto tempo su che nome dargli- si limitava a stargli
lontano, o a condividere uno spazio che comunque comprendesse un area di
libertà abbastanza ampia. In più, visto che non solo gli avevano scombussolato
la vita, costringendolo a dividere le coccole e il cibo e gli spazi per i sonnellini,
i due gatti litigavano anche tra di loro, azzuffandosi in continuazione e
spesso coinvolgendolo. Con il fatto che Haru lo prediligeva, spesso era da lui
che scappava quando Rin lo prendeva a morsi sulla gola o sulle zampe. E visto
che Rin non era un micio che desisteva facilmente, nonostante il fastidio ad
avere a che fare con lui, era disposto a gettarsi sul suo pelo pur di mordere
Haru.
E Makoto non ne poteva più. Era stufo di sentire
soffi e miagolii o di venir graffiato per cercare di dividerli. Lui aveva
sperato di poter avere degli amici, ma aveva ragione il suo amico barboncino:
non si fa un buon affare ad essere amici dei gatti, sopratutto quando si è un
cane. Doveva escogitare qualcosa per evitare che litigassero.
Improvvisamente si
ricordò che la sua padrona, due natali prima, aveva avuto il pallino di
regalare a tutta la sua famiglia- lui compreso- delle sciarpe o dei guanti di
lana. Ricordava di averle visto riporre il tutto, una volta capito che non era
per lei fare lavori a maglia, dentro una cesta in fondo all'armadio.
Scodinzolando festante si diresse proprio lì e con le zampe si aiutò ad aprire
l'anta, per prelevare due gomitoli.
Intanto, dalla cucina,
già sentiva partire i primi soffi.
Un classico: Haru mangiava tranquillo e Rin doveva
andargli a fregare il cibo, anche se aveva già mangiato.
Sforzandosi a prendere in bocca entrambi i
gomitoli, corse da loro, per evitare l'imminente tragedia.
Li lasciò cadere e li fece rotolare, catturando
la loro attenzione.
In men che non si dica, Haru aveva praticamente
srotolato il filo intorno al tavolo della cucina, legandolo insieme alle sedie
e Rin invece si era legato da solo, girando in tondo per afferrarsi la coda
ricoperta di filo rosso.
Makoto li aveva visti giocare con una punta di
sollievo e finalmente si era potuto fare una dormita tranquillo.
Quando i suoi padroni erano tornati, e lo
avevano trovato ricoperto di filo blu e filo rosso- Si perchè alla fine era
stato comunque preso di mira- con entrambi i gatti tra le zampe, si erano messi
a ridere.
Lui si era svegliato, sentendo il trillo della
loro risata e si era guardato, scuotendo la grossa testa pelosa. Ma non si mosse
da dov'era quando si accorse che Rin gli faceva la pasta sulla pancia e Haru
gli leccava affettuoso il collo.