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Autore: Akicchi    02/10/2013    1 recensioni
[INTERROTTA.
Grazie a liedes per farmi da beta~ ♥]

Suoh Mikoto, il classico studente svogliato e ribelle dell'istituto, e Munakata Reisi, il freddo intellettuale che si ritrova a fare dei corsi di recupero invernali, prima dell'esame di riparazione e del rientro scolastico, al futuro Re Rosso; riuscirà a domarlo? O finirà con l'essere domato lui stesso?
E' altamente probabile la presenza di OOC.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mikoto Suoh, Reishi Munakata
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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« Suoh Mikoto, è contro il regolamento non indossare la cravatta insieme all’uniforme. »

 

La voce da rimprovero del rappresentante di classe era seguita da un sospiro, quasi rassegnato. Era da Aprile che gli ripeteva la stessa cosa, ed eravamo a Dicembre ormai; se non altro - pensava Reisi - almeno l’uniforme l’indossava, anche se pure su quella c’è da ridire nel periodo estivo e durante la primavera: il rosso era solito sbottonarsela spesso e girare con la camicia aperta, il fisico asciutto e muscoloso quanto bastava in bella mostra.

Era da due anni e mezzo, ormai, che aveva simili visioni davanti ai propri occhiali, unico separatore tra lo sguardo intenso delle altre persone e quelle iridi violacee, fredde come il ghiaccio e il suo carattere. Non a caso la stagione preferita di Munakata era l’inverno.

 

Mancava poco all’inizio delle vacanze natalizie - queste sarebbero iniziate il 20, per poi ritornare alla solita routine il 10 Gennaio dell’anno successivo - ma a lui non garbava per niente l'idea: doveva restare ugualmente a scuola per via degli incarichi che gli erano stati affidati, volente o nolente - Awashima Seri sarebbe partita con Kusanagi Izumo, attuale fidanzato della giovane, e gli altri erano impegnati con le rispettive cotte e famiglie.

E proprio lei gli aveva rifilato il compito di occuparsi degl amici del biondo: uno, l'indisponente e svogliatissimo rosso di fronte a lui ed un ragazzino di nome Tatara Totsuka.

 

« Forza, Suoh, prima iniziamo e prima terminiamo. Inizia con l’esercizio numero quattro. » rimbeccò il moro, prendendo gli occhiali con una mano e sfilandoli accuratamente.

 

Il rosso sbuffò sonoramente ma afferrò comunque la penna dalle mani dell'altro ed iniziò a leggere il testo del quesito richiesto; terminato ciò, iniziò a scribacchiare la risposta sulla carta bianca di fronte a lui. Il ticchettio inesorabile dell’orologio riempiva il silenzio tra i due, mentre la mano del rosso si spostava da una parte all'altra del foglio e il più maturo ripuliva le lenti, fino a che non sembrò fermarsi per un istante nell’attimo in cui il suddetto foglio fu quasi lanciato sotto il naso del rappresentante di classe.

 

Essendo lui il responsabile per quanto riguardava il far gli esami al ragazzo di fronte, era compito di Reisi controllare ogni esercizio fatto dall'altro durante le loro sessioni di studio. Afferrando quindi quel pezzo di carta, iniziò a far scorrere le iridi per correzioni; da subito trovò degli errori, che gli corresse con una penna di un altro colore - stavolta rossa e non blu, com’era solito utilizzare.

Suoh aveva ancora un po’ da migliorare e glielo disse senza tanti giri; l’altro però improvvisò un sorriso, lieve, avviando una conversazione ovviamente con un altro argomento, diversissimo da quello attuale.

 

« Anche quest’anno, il Natale, lo trascorrerai da solo? »

 

« Non sono affari che ti riguardano, Suoh. »

 

« Deduco che non hai né una ragazza, né degli amici. »

 

« Non ne ho bisogno. » concluse, freddamente, Reisi mentre si avvicinava al viso del ribelle, puntando gli occhi gelidi contro quelli più caldi dell’alunno problematico che, nonostante quella risposta, non si era scomposto minimamente. « La prossima volta ti voglio vedere con l’uniforme al completo, Suoh Mikoto. »

 

« L’ho persa, questa infatti non è mia » mentì, per puro svago personale: trovava divertente punzecchiare l'altro, così rigido e ligio al regolamento.

 

Munakata si alzò allora dalla sedia mentre gli comunicava il giorno della prossima lezione privata; gli intimò anche di ritrovare la divisa scolastica perduta, o l’avrebbe educato lui stesso come si faceva con gli animali.

 

I due, all’uscita, percorsero strade diverse: il giovane dai capelli bluastri percorreva la strada opposta a quella del rosso, da solo, mentre il maggiore con i suoi due migliori amici.

Tatara Tosuka gli sorrideva con tutta la voglia di vivere che aveva in cuore, in animo e in corpo, mentre nascondeva dentro di sé una grandissima notizia che avrebbe comunicato a tutto al duetto più tardi; il secondo, Izumo Kusanagi, invece era appena tornato dal suo appuntamento con la studentessa più intelligente e diligente dell’istituto, nonché vice rappresentante del consiglio studentesco.

 

« Com’è andata, Mikoto? » domandò Izumo ad un tratto.

 

« Ho come la sensazione che questa volta mi divertirò » Fu la risposta di Mikoto, accompagnata da un sorriso, stavolta enigmatico, che si sciolse subito dopo quando videro il biondino portarli verso la propria dimora.

 

« Re, Kusanagi-san, ho una sorpresa da mostrarvi! »

 

« Non un altro dei tuoi assurdi oggetti d’antiquariato, spero. » Izumo era contrario ad avere altra roba al bar: gli recava dopo troppa polvere e non sapeva come spolverare, dato che non poteva spostare gli oggetti senza ‘rovinare’ l’arte di Totsuka.

 

« Stavolta è qualcosa di grandioso! Re, per favore, potete venire? » il minore del gruppo sembrò guardarli con gli occhi da cucciolo indifeso e supplichevole ai quali, e lui lo sapeva, entrambi non sapevano resistere. Inutile dire che sia Mikoto che Izumo approvarono quella richiesta.

 

Una volta all’interno della dimora, disabitata, del giovane vassallo, quest'ultimo fece cenno di accomodarsi mentre correva in cucina, giusto per offrire loro qualcosa; Kusanagi però rifiutò amichevolemente, mentre Suoh accettò senza fare troppi complimenti. Serviti gli ospiti - o uno degli ospiti, in questo caso - Totsuka andò di corsa in camera propria per recuperare il suo nuovo pezzo da collezione; ritornato in soggiorno, poi, lo espose ai suoi due amici con un sorrisone sulle labbra.

 

« Mi hanno assicurato che la possedeva il grandissimo Elvis Presley! » annunciò entusiasta, mostrando una chitarra classica ai due con orgoglio.

 

I due lo fissarono per qualche momento, prima che uno domandasse: « … La sai suonare? »

 

« Certo! » rispose allegramente il castano e, sedutosi a sua volta, si mise a suonarla con quelle sue dita piccole e delicate, ancora fredde a causa delle temperature esterne.

 

Canticchiava anche qualcosa, ma purtroppo non aveva pensato ancora alle parole: per questo seguiva solo il ritmo delle note. I due invece, seduti sul divano, ascoltavano attentamente quel brano. Tatara era davvero bravo, dovevano ammetterlo.

Quando la musica terminò, il ragazzino sorrise e li ringraziò con un inchino che i maggiori, come risposta, gli scompigliarono i capelli amichevolmente. Non passò molto tempo che i due più grandi dovettero salutare: avevano da tornare alle loro rispettive dimore; dopo i saluti con Tatara, anche i due restanti dovettero separarsi per prendere ognuno la strada per casa propria.

 

Una volta rientrato Mikoto, ormai solo dentro la sua stanza, lanciò la sacca scolastica in un punto non definito e si distese sul letto, a riflettere: sembrava che quelle vacanze natalizie sarebbero state molto divertenti.

Non vedeva l’ora di vedere le reazioni di Reisi di fronte a ciò che avrebbe fatto.

   
 
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