Il bosco - Atto 2
Da quando aveva
avuto memoria, ogni anno Lei e suo
padre avevano trascorso le estati in un regno vicino, con il passare
degli anni
Odette aveva fatto di tutto per evitare di trascorrere le sue vacanze
in un
altro paese come ospiti della regina e di suo figlio. Per tanti anni,
troppi,
si era chiesta il perché di tutto questo e finalmente aveva
ricevuto una
risposta che mai si sarebbe aspettata. Lei, la principessa Odette era
stata
promessa in matrimonio con il figlio della regina Uberta, Derek, un
ragazzino
pestifero poco più grande di lei.
Tra Odette e
Derek non correva proprio quella che
poteva essere chiamata “amicizia”. Lui e il suo
amico Bromley facevano di tutto
per farle scherzi e prenderla in giro, lei d’altro canto, non
aveva nessun
amico in quel paese e trascorreva le sue estati tra libri e cavalcate
solitarie.
Giocare con quei due non era proprio possibile, lei era abile in molti
giochi
da tavolo riuscendo a vincere la maggior parte delle volte, dopo un
po’ di
tempo i due si stancarono della sua compagnia e iniziarono ad
escluderla; si
nascondevano nella casa sull’albero e non le permettevano di
salirci mai!
Certo… una volta Odette aveva accidentalmente colpito una
trave portante e gli
aveva fatto crollare tutta la loro stupida casetta costringendoli a
camminare
con le stampelle per un bel po’, ma anche lei si era fatta
male ed in più aveva
ricevuto i rimproveri da parte di suo padre perché quello “non era un atteggiamento da signorina e
specialmente da una
principessa.”
Anche
quell’estate Odette aveva fatto di tutto per
non partire, fingere malanni, provare a scappare, nascondersi, tutto
ciò non
aveva funzionato anzi aveva sortito l’effetto opposto, per
“punirla” suo padre
decise che quell’estate sarebbero rimasti molto
più a lungo nel regno della
regina Uberta con la conseguenza che Odette per protesta non
uscì dalle sue
stanze per una settimana intera.
Ogni estate in
cui Odette salutava il suo amato
paese pensava “questa è l’ultima volta
che vado via…l’anno prossimo sarà
diverso” non quest’anno però, quando
salutò Aldershot si ritrovò a pensare a
quanto tempo ancora avrebbe potuto trascorrere nel suo regno prima di
trasferirsi definitivamente in quello del suo sposo.
I giorni in mare
passarono come al solito troppo
velocemente, dopo un paio di giorni erano già arrivati
nell’altro regno e come
al solito erano stati indetti festeggiamenti in loro onore. Al porto fu
la
regina Uberta a riceverli con tutto lo sfarzo che ne conseguiva, come
al solito
si avvicinò a loro entusiasta e sorridente.
-Avete fatto
buon viaggio? Beh spero di sì!- lanciò
una fugace occhiata al re per poi posare il suo sguardo su Odette.
-Si, grazie
Regina Uberta, il viaggio è andato bene-
rispose il re guardando di sottecchi sua figlia.
– E
questa splendida fanciulla chi è?- fece una
faccia stupita.
-oh, Odette su,
di qualcosa…! – l’esortò
sotto voce
il padre.
-Buongiorno
regina Uberta, sono lieta di vedervi. Sono cresciuta un po’
durante l’inverno-
sorrise meglio che potè per celare il suo malumore.
-Ah, questi
ragazzi come crescono! Vedessi com’è
cresciuto Derek! Il tempo sta proprio volando… - sorrise
Uberta scortandoli
verso la carrozza che li avrebbe condotti a palazzo.
-A proposito del
ragazzo,- disse Guglielmo – come
mai non è qui? – sottolineò per far
capire alla regina che non approvava. Re
Guglielmo teneva moltissimo all’educazione e al rispetto e
aveva educato su
figlia in maniera forse sin troppo rigida.
Uberta in
evidente imbarazzo farfugliò qualcosa su
una battuta di caccia, rassicurando il re che sarebbe stato presente
per cena.
Quando avrebbe visto Derek non gli avrebbe fatto passare liscia la
pessima
figura che gli aveva fatto fare…
***
“oh
si, muoio dalla voglia di vederlo…” Odette si
sistemò nella sua solita stanza, da anni ormai le era stata
assegnata una delle
camere da letto più grandi e belle proprio per farla sentire
a suo agio come a
casa sua. Mentre le sue domestiche disfacevano le valigie Odette
indossò la sua
tenuta da cavallerizza, legò i capelli in una splendida
treccia e andò in
fretta verso le stalle dove avevano sistemato il suo cavallo.
Ogni estate
portava con sé la sua fedele cavalla, le
sembrava di avere un’amica in più in quel reame
straniero e poi non gli
piacevano i cavalli che avevano a palazzo, non si trovava bene come con
il suo.
Dopo giorni di navigazione Falada aveva proprio bisogno di cavalcare
libera,
una volta montata a cavallo Odette uscì in tutta fretta dal
castello,
dirigendosi verso il bosco. Nonostante la compagnia di Derek non fosse
delle
migliori, adorava il boschetto limitrofo al palazzo e con gli abiti
più comodi
che aveva e meno sconvenienti, adorava gironzolare per il bosco in incognito. Rimuginò su quello
che le
aveva detto Uberta “è
normale che io
cresca, ho solo quindici anni, eppure io non mi sento così
diversa rispetto
all’anno scorso… Certo Derek è stato
molto maleducato a non riceverci ma tanto
chi lo vuole vedere quello! Anzi è meglio se non
è venuto …”-
Odette
lasciò il cavallo a brucare lì vicino mentre
cercava un albero su cui arrampicarsi per stare in
tranquillità. Ne trovò uno dalle
fitte fronde per ripararsi dal sole e dagli occhi di persone
indesiderate, con
la sua cavalla lì vicino a brucare e il rumore del bosco si
sentì in pace con
il mondo, si sistemò comodamente su di un ramo e
iniziò a sfogliare il libro
che si era portata d’appresso.
****
- Derek, ma non
avevi detto a tua madre che saresti
rientrato in tempo per ricevere la principessa e il re? – I
due ragazzi erano
sulla via di ritorno verso il palazzo.
- la battuta di
caccia è stata più che altro una
scusa per non essere presente…- Derek camminava di
malavoglia, in realtà non
aveva nessuna voglia di tornare a palazzo, vedere quella principessina
viziata
punzecchiarlo tutto il giorno e sua madre che continuava a ripetergli
che
doveva essere gentile con lei, perché un giorno sarebbero
stati sposati e bla
bla bla… tante parole che poi lui puntualmente smetteva di
ascoltare.
-tua madre si
arrabbierà molto… lo sai vero? –
Bromley
non era famoso per la sua intelligenza e stava continuando a girare il
coltello
nella piaga.
-si ma non
m’importa… mi sta già obbligando a
dovermi sposare, qualche piccola libertà me la deve. -
ribatté lui
- come pensi di
cavartela quest’estate con Odette?-
- Cosa pensi
dovrei fare? Si accettano consigli –
rise lui – lo sai che non la sopporto, è una
piccola peste quella. Se penso che
dovrò sposare quella bambina e sopportarla per il resto dei
miei giorni mi
vengono i brividi. – Derek fece una finta faccia spaventata -
Spero di vederla
il meno possibile quest’estate! –
Un fruscio di
foglie fece impugnare subito a Derek
il suo arco, pronto a colpire qualunque creatura stesse per sbucare,
già
pregustava un bel coniglio da portare a casa come trofeo –
Non pensare che la
cosa non sia reciproca… - una voce femminile
vibrò nell’aria. Passò qualche
istante prima che Derek capì a chi appartenesse –
abbassa quell’arco stupido,
con la pessima mira che ti ritrovi finirai per colpirmi. – Il
ragazzo continuò
a guardarsi in giro non riuscendo a vedere nessuno.
- avete fatto
buon viaggio principessa? – si
avvicinò ad un albero e guardò verso
l’alto sapendo che lei doveva trovarsi
lassù.
- Avrei
preferito naufragare piuttosto che
ritrovarmi in vostra compagnia ancora –
sottolineò lei.
- Una delle
poche cose su cui siamo d’accordo – rise
il ragazzo risistemando l’arco.
- Non sarebbe il
caso che voi scendiate da
quell’albero? Oltre ad essere sconveniente per un altezza
reale, potreste
spezzare il ramo e cadere… - rise di gusto lui seguito a
ruota da Bromley.
-stai insinuando
che peso troppo? – non si erano
ancora nemmeno visti e già le dava sui nervi, la
punzecchiava e faceva di tutto
per irritarla, dopotutto, l’adolescenza era un periodo
difficile, soprattutto
se bisognava difendersi dalle cattiverie di due ventenni con il
cervello di
bambini di sei anni!
Lanciò
il libro in testa a Bromley anche se aveva
mirato a Derek.
-Ahi!
– Bromley si massaggiò la testa e raccolse il
libro – guarda Derek, la tua fidanzatina ha l’animo
romantico! – ridacchiò lui
mostrando il libro a Derek. Lui sorrise, ma evitò di fare
battute, in fondo
anche lui una volta aveva letto quel libro.
Odette decise di
scendere dall’albero e andarsene,
era ovvio che ormai non poteva più starsene per i fatti
suoi. Discese leggiadra
tra i rami e quando atterrò sul terreno morbido si
mostrò a loro in una nuova
bellezza, la regina aveva ragione, era davvero cambiata durante
quell’anno.
Una lunga
treccia bionda le sfiorava i fianchi
lasciando il suo volto diafano libero di essere ammirato, i lineamenti
bambineschi la stavano abbandonando in favore di espressioni
più mature, le
labbra carnose e rosee erano incurvate in un sorriso sghembo, i suoi
occhi di
un blu profondo sembravano due gemme lucenti illuminate dai raggi verdi
delle
luci della foresta. Il suo corpo stava iniziando a delinearsi
aggiungendo qua e
là qualche curva che la rendeva longilinea e più
donna, là dove era sempre
stata piatta due protuberanze avevano preso a crescere. Derek conosceva
quella
bambina a memoria ma dovette subito cancellare quella parola dalla sua
mente,
davanti a lui non vi era più l’Odette bambina che
ricordava. Chi era quella
giovane fanciulla? Rimase a guardarla per qualche istante come
incantato,
soffermandosi su particolari che non aveva mai notato prima, aveva
sempre avuto
quei grandi occhi blu da cerbiatto? E il suo viso non era forse
più sprezzante
in passato o aveva sempre avuto quella aura angelica? Odette
lo osservò constatando che anche lui
era cambiato un pò. Non fece troppo caso ai muscoli e
all’altezza frutto di ore
e ore di allenamenti, ma si ritrovò a studiare il suo volto
sembrava più
maturo, consapevole ma anche più duro.
Distogliendo
lo sguardo lo superò per andarsi a riprendere il libro da
Bromley.
- Bromley,
perché non ci precedi? – l’amico lo
guardò con espressione strana, quasi incredula. Poi alla
fine si incamminò per
il sentiero.
-Se pensi che ti
darò un passaggio sul mio cavallo,
puoi levartelo dalla testa – Odette andò a
riprendere Falada conducendola con
le briglie verso il sentiero – dove vai? La strada per il
castello è di la! – si
fermò a metà strada vedendo che Derek andava
dalla parte opposta.
-so dove abito
– rise continuando a camminare nell’altra
direzione.
-dove stai
andando? – Odette si fermò
-faccio due
passi, vuoi venire? –
-C..Con te?
– Derek non era mai stato così gentile
in vita sua! Probabilmente la voleva portare vicino a qualche ruscello
e
buttarcela dentro solo per il gusto di farle uno scherzo. Derek si era
sempre
comportato così, non era possibile che cambiasse.
-vedi qualcun
altro forse? – il suo tono non era
cattivo e nemmeno derisorio, semplicemente spontaneo.
O
forse sì?
Odette strinse
il libro tra le mani lasciando che il
cavallo obbediente la seguisse anche senza redini. Una voce nella sua
testa
continuava a tormentarla “perché adesso
è così gentile?”
Derek
aspettò che lo raggiungesse e poi proseguì.
-dove stiamo
andando? – chiese lei camminando al suo
fianco.
-hai paura ?
– sorrise lui, Odette per la prima
volta nella sua vita sentì il cuore accelerare il battito.
- dovrei averne?
– lo rimbeccò mantenendo un tono sicuro.
-Non ti mangio
mica… non l’ho mai fatto dopotutto – Il
suo sorrisetto scomparve.
-certo, hai
fatto di peggio. Se non fossi sempre
stato così immaturo e stupido forse… -
iniziò lei guardando il prato.
“saremmo potuti essere amici” ma le
parole le si spensero prima di uscire dalla bocca.
- Quanti
complimenti, nemmeno tu sei sempre stata
gentile e carina con me, anzi sei sempre stata un maschiaccio se
proprio lo
vuoi sapere... –
Odette si
sentì ferita quando lui le parlò in quel
modo. Come sempre quando veniva ferita iniziò a chiudersi a
riccio – beh,
almeno uno dei due dove esserlo… e il posto di femminuccia
era già occupato –
lo punse lei.
Derek si
fermò in mezzo alla radura la situazione si
stava facendo interessante – secondo te non sarei un uomo?
– la fissò
prepotentemente negli occhi blu. Odette s’intimidì
ma non abbassò lo sguardo
nonostante non riuscisse a sostenerlo.
- Ed io non sono
forse una donna? – cercò di
ribattere lei ma la sua voce vacillò per un istante.
Malauguratamente
per lei, lui se ne accorse.
- Rispondimi
– le sussurrò avvicinandosi
pericolosamente a lei, Odette prese ad indietreggiare ma
sussultò non appena
sentì di aver toccato con la schiena il tronco di un albero.
Era in trappola.
–
ai tuoi occhi io non sono un uomo?-