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Autore: KuromiAkira    01/04/2008    2 recensioni
[Mai Otome - anime] Aprì lentamente la busta e fissò il pezzo di carta che aveva ora in mano, esitante.
Poi, sempre lentamente l’aprì, leggendone il contenuto
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arika Yumemiya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Non ricordava più l’ultima volta che aveva visto un cielo così meraviglioso.
Il sole spendeva regalando un piacevolissimo tepore, non c’erano nuvole ma una leggera brezza fresca le solleticava il viso.

Tremò leggermente, faceva ancora troppo freddo eppure a lei piaceva quel clima primaverile che si sentiva nell’aria.

Arika Yumemiya era affacciata alla finestra della sua stanza e osservava il grande giardino della scuola, il Garderobe, il luogo che stava per lasciare.

Ormai era ufficialmente la Meister Otome della Regina Mashiro Blan the Windbloom, che presto sarebbe stata incoronata in via ufficiale.
Aveva combattuto per lei e per Windbloom, come avrebbe fatto qualunque otome, e come le otome si trovano spesso a fare aveva combattuto con una persona che lei conosceva bene.
Una delle sue migliori amiche.
Per questo, pur non avendo finito nemmeno il primo anno, Arika avrebbe dovuto lasciare la scuola e andare a vivere nel palazzo reale, dove avrebbe protetto e combattuto per la sua Master.
Normalmente, Arika ne sarebbe stata entusiasta.
Voleva diventare una otome per seguire le orme di sua madre e c’era riuscita.
Ne aveva vissute talmente tante che ripensandoci le sembrava tutto un sogno.
Temeva di svegliarsi a casa di sua nonna e di scoprire che nulla di quello che aveva vissuto negli ultimi mesi era stato reale.

Ma dentro al suo cuore lo sapeva che ciò era impossibile.
Ciò che le era rimasto dentro dalle mille avventure che aveva vissuto era troppo intenso per non essere vero.
Quello che le era rimasto però non era solo un senso di realizzazione e felicità.

Sospirò, voltandosi verso la grande stanza in cui dormiva fino a poco tempo prima.
Era ormai molto spoglia, erano rimasti solo tre letti e le scrivanie.
Socchiuse gli occhi cominciando a ricordare ciò che aveva vissuto tra quelle quattro mura.
Le sembrava di rivedere se stessa mentre rideva con Erstin, rivedeva Nina che si lamentava di qualcosa, come al solito.
Le scappò un leggero sorriso.
Si era divertita davvero. Poteva dire che, fino a quel momento, quello era stato il periodo più bello della sua vita.
Aveva conosciuto tantissime persone, e nonostante le difficoltà c’era sempre qualcuno che la sosteneva e l’aiutava.
Si, era stata davvero felice.
Ma in quella stanza ormai non c’era più nessuno. E ora anche lei se ne sarebbe andata.

Arika ancora si chiedeva dov’era finita Nina. Dopo essere precipitate su Earl dallo spazio lei scomparve mentre Sergay Wang fu trasferito da un’altra parte, un posto a cui lei non fu dato conoscere.
Perché tanti misteri?
Temeva fosse successo il peggio e si sentiva persa.

Lei era lì. Al Garderobe. Nella sua scuola, il posto in cui aveva studiato tanto duramente, dove aveva affrontato tantissime difficoltà, dove aveva accettato l’aiuto delle sue amiche.
Lei era lì…
Dov’erano le altre? Dov’era Erstin, così gentile e dolce? Dov’era Nina? Perché non era lì a sgridarla per la sua troppa esuberanza e allegria? Dov’era Irina con la sua simpatia e con le sue trovate strane?
Dov’erano le sue amiche?

Abbassò la testa appoggiando le braccia sul davanzale.
Si sentiva così triste che le veniva voglia di piangere. Ma qualcosa quando era in quella stanza le impediva di farlo.
Forse erano proprio loro. Erstin e Nina?

- Arika Yumemiya. – la chiamò una voce dura e decisa.

La ragazzina si voltò vedendo sulla soglia della porta una donna dallo sguardo severo quasi quanto la sua voce.

- Miss Maria! – esclamò senza riuscire a nascondere un leggero stupore.

La donna avanzò lentamente verso di lei.
Nonostante sapesse che non c’era motivo, Arika si inquietò. Ogni cosa in quella donna incuteva timore. Lo sguardo, la voce, il modo di camminare, persino il modo in cui curvava le labbra quando assumeva la sua solita espressione seria.
Si fermò esattamente di fronte a lei e le porse una lettera.

- È da parte di Erstin Ho. Una lettera indirizzata a te e Nina Wang. La diedi a Nina tempo fa ma me l’ha riportata chiedendomi di darla a te. – spiegò con una punta di tristezza e malinconia.

Arika sussultò.
Lei e Nina si erano da poco scontrate con l’intento di uccidersi a vicenda, perché mai Nina avrebbe dovuto lasciare a Miss Maria quella lettera?
La prese senza dire nulla, fissando la busta già aperta.
Si sentì sollevata nel sapere che Nina l’aveva già letta. Aveva temuto per un attimo che non l’avesse mai aperta e che fosse per quello che l’aveva lasciata a Miss Maria.

- La ringrazio. – Mormorò prima di uscire dalla stanza.

Alla donna non sfuggì il tono spento nella voce di quella ragazzina solitamente sempre allegra.
Si sentì mortificata come mai credeva di poter essere, lei che di solito cercava di essere più fredda possibile.
Scosse leggermente la testa, sospirando, prima di uscire anche lei dalla stanza.

Arika corse verso il giardino andando sotto il gazebo dove, tante altre volte, andava quando era giù di morale.

Aprì lentamente la busta e fissò il pezzo di carta che aveva ora in mano, esitante.
Poi, sempre lentamente l’aprì, leggendone il contenuto.

In ogni parola che leggeva sentiva lo spirito di Erstin, ogni parola scritta dava la sensazione di sentire la presenza della ragazzina, quasi come se fosse davanti a lei a parlare, a dire quelle parole.
Ma non avrebbe mai più potuto parlare e tutto ciò che rimaneva di lei era quella lettera.

Fuori da quella stanza riuscì finalmente a piangere.
Stinse al petto la lettera lasciando che le lacrime solcassero velocemente sul suo volto, singhiozzando senza aver paura di essere sentita e tremando visibilmente senza riuscire a controllarsi.

Dalla busta, che reggeva in mano insieme alla lettera, cadde un altro foglio. Arika smise di singhiozzare senza però smettere di piangere e si piegò per raccogliere il foglio.
Lo aprì, scoprendo che era un'altra lettera.

- Cara Arika… - sussurrò distrattamente prima di sussultare. – Nina-chan! – esclamò

Riconobbe la scrittura di Nina e cercò di smettere di piangere per poter leggere ciò che c’era scritto.

“ Cara Arika, non so se merito di scrivere queste parole né tanto meno di meritare che tu le legga.
Ho deciso di scriverti anche io, forse in un vano tentativo di essere perdonata per ciò che ho fatto e di ciò che farò.
Quando me lo ordineranno io combatterò contro di te. Lo farò, lo farò sicuramente, per mio padre.
Se e quando leggerai questa lettera sarà tutto finito e probabilmente ti chiederai perché io abbia scritto questo, prima di combattere contro di te.

La verità è che in fondo a cuore spero che tu mi sconfigga.
Io so bene che a sparare a mio padre è stato Nagi. L’ho capito subito. Ma anche se glielo avessi detto cosa avrei fatto? Ribellarmi? E lasciare tutto così?
Io sono impotente in confronto a quel ragazzo e sono debole.
Ma, soprattutto, sono una vigliacca. Perché anche se potevo non mi sono mai ribellata.
Perché io sono cresciuta per questo, ho vissuto solo per diventare la Otome di Nagi De Artai.
Questo è lo scopo che mi ha donato mio padre. E per lui ho sempre dato il meglio di me per raggiungere questo obbiettivo.
Anche se sapevo di sbagliare non ho mai avuto la forza di cambiare strada e rinnegare ciò per cui avevo vissuto, rinnegare gli ideali di mio padre perché avevo paura che allora non mi sarebbe più rimasto nulla.
E quando ho visto mio padre in quello stato ho capito che avrei ubbidito al mio master, qualunque cosa mi avesse chiesto, perché non mi rimaneva nient’altro che il mio obbiettivo, ciò per cui ho vissuto per tanto tempo.

Spero di pagare tutto questo con la vita, spero che tu stia leggendo ora queste mie parole e spero che da ora in poi tu viva seguendo i tuoi obbiettivi e i tuoi sogni, tu che hai dato prova più volte di saperti ribellare quando capisci che una cosa è sbagliata.
Da quando ho ricevuto da Miss Maria la lettera di Erstin non ho fatto altro che riflettere sulle parole che lei ha scritto.
Probabilmente lei sarà rimasta delusa da me. Perché non sono forte come credeva, perché anzi, sono più debole di lei. E di te, soprattutto.
Adesso capisco cosa mio padre amava di te, di cosa io ero tanto invidiosa e cosa mi ha spinto, nonostante tutto, a diventare tua amica.
Arika, io ti ho odiata perché temevo che tu mi portassi via la persona alla quale tenevo di più al mondo.
Senza mio padre sentivo che avrei perso qualunque altra cosa.
Eppure ho saputo anche volerti bene, perché tu mi hai accettata per quella che ero, perché la tua amicizia è sempre stata sincera, e non ti sei mai arresa. Mai.
Tu hai sempre avuto il coraggio di ricominciare da capo e soprattutto di seguire il cuore senza poi pentirtene.
Invidiavo questo tuo lato del carattere eppure non ho mai fatto nulla per diventare anche io come te.
Perché non mi rimaneva altro da fare che odiarti.
Non chiedo il tuo perdono, se ora mi stai odiando lo capisco.
D’altronde, anche io mi odio. E non capisco come tu abbia potuto cercare di essere mia amica, come Ers, Irina e le altre abbiano potuto stare con me, e come Sergay abbia voluto continuare a essere mio padre.

Odiami se vuoi. Ma, ti prego, non arrenderti mai e continua a inseguire i tuoi sogni senza mai fermarti di fronte alle difficoltà, tu ce la puoi davvero fare, perché non sei come me.
E soprattutto ci tengo a ringraziarti, chissà se riuscirò mai a farlo anche a voce.
Grazie per essere stata mia amica, anche solo per un breve periodo.
Grazie perché con te ed Ers sono riuscita a essere davvero felice, stare con voi mi faceva stare bene persino con me stessa.
Grazie per voler combattere contro di me, perché stai dimostrando la tua forza d’animo ancora una volta.
Combatterò anche io sul serio, Arika, anche se dovessi pentirmene.
Questo perché sono tua amica. Anche se forse questa nostra amicizia è finita già da tempo, per colpa mia.
Se ora stai piangendo e ti senti triste, per favore, asciugati le lacrime e torna a sorridere come al solito. Sono sicura che andrai sempre avanti anche a costo di rinnegare tutto ciò per cui hai vissuto, al contrario di quello che ho fatto io.
Vai avanti sempre, senza dimenticare che non sei e non sarai mai sola.
So che non farai il mio stesso errore.
Dovrei chiedere scusa anche a Erstin… forse avrò l’opportunità di farlo, all’altro mondo, per l’eternità.

Nina Wang “




Appena finì di leggere il nome Arika ritornò a piangere e singhiozzare, ancora più forte.
- N-Nina… chan… -

Si inginocchiò facendo cadere le lettere e si rannicchiò su se stessa incapace di alzare lo sguardo.
Non riusciva a smettere di piangere e per la prima volta si sentiva davvero sola. Non lo era, proprio come le aveva scritto Nina ma si sentiva così perché aveva appena capito quanto Erstin e Nina avessero davvero sofferto e quandolei volesse loro bene.
In quel momento voleva solo essere da un'altra parte, in qualunque posto dove nessuno l’avrebbe vista, almeno fino a quando non sarebbe stata capace di rialzarsi.
Voleva un po’ di tempo, anche solo qualche minuto di solitudine, per poter sfogare e smaltire ciò che sentiva ora dentro, una tristezza ancora più forte di quella di prima e una commozione per le parole che entrambe le avevano riservato.

In quel momento, lì vicino, passò Mashiro.
La regina stava cercando proprio la sua otome ed era molto irritata per la sua sparizione.
Appena la vide la sua fronte si corrucciò ma cambiò espressione appena sentì i suoi singhiozzi.

Corse da lei allarmata.

- Arika! Cosa c’è? Perché piangi? – esclamò inginocchiandosi.

L’amica alzò appena lo sguardo, ma abbastanza da permettere alla giovane regnante di vedere le lacrime.

- Mashiro-chan… -
- Arika… - sussurrò lei non sapendo cosa fare. Abbassò la testa vedendo i fogli e li raccolse.
Le bastò leggere le prime righe per capire e sembrò che anche lei fosse sul punto di piangere.

Si rigirò abbracciandola e lasciando che si sfogasse, sapendo che era giusto che anche Arika avesse di questi momenti e sapendo che da quel giorno in poi avrebbe dovuto essere lei a sostenerla nel momenti peggiori, proprio come sicuramente Arika avrebbe fatto con lei.

Mashiro provava sempre una strana sensazione quando vedeva Arika piangere.
Forse perché sapeva che lo faceva di rado, vedendola sempre allegra ed esuberante.
Eppure capiva bene il suo dolore, tanto da essere capace di rimanere lì senza scappare di fronte alla sua impotenza.
Avrebbe voluto fare di più, per lei. Per quella ragazza che, in fondo, l’aveva aiutata tantissimo, e l’aveva aiutata a cambiare.

Qualche minuto dopo però Arika alzò la testa e si asciugò le lacrime, sorridendole.

- Grazie, Mashiro-chan. – mormorò piano.

Anche l’altra accennò a un sorriso, raccogliendo da terra le lettere e porgendogliele.
L’altra rimase un po’ a fissarle poi le ripose nella busta stringendola al petto.

Ora che si era sfogata sapeva che poteva andare avanti perché non era davvero sola, proprio come le avevano detto Erstin e Nina.
Sapeva che con Mashiro, a consolarla, c’erano anche loro due.
E sentiva che quelle due lettere sarebbero diventate il suo più grande tesoro, insieme ai sentimenti di amicizia che ancora sentiva nel loro confronti e che non avrebbe mai dimenticato.

Guardò la giovane accanto a lei e le regalò uno dei suoi soliti sorrisi, segno che ora andava tutto bene e che potevano andare a casa. La loro casa.
Mashirò capì e cominciò a incamminarsi in silenzio per poi venire superata dalla stessa Arika che alzò gli occhi al cielo.

“ Ers-chan, Nina-chan, non preoccupatevi. Il nostro è e rimarrà un sentimento sincero, un legame che niente e nessuno potrà mai spezzare. Nulla, nemmeno la morte.
Voi siete state le mie migliori amiche, e lo sarete sempre.
Grazie di tutto.
Ora andrò avanti per cui… guardatemi e sostenetemi.
Per sempre.”




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Oh, un attacco di ispirazione inaspettata! °°
In realtà ci son rimasta un giorno intero su questa fiction, con protagoniste due personaggi su cui non riesco a scrivere. Giustamente!
L’ispirazione torna e già mi fa sclerare!
Bhè, non so se è uscita bene. Spero che non siano OOC, sia Nina nella lettera che Arika.
Ma anche la formichina, in tutta la sua esuberanza e ottimismo, avrà pur dei momenti no!
E se non li ha… è la volta giusta che la odierò a morte, quella ragazza XD
Ringrazio Lux e Shainareth che commentano sempre.
Anche se ultimamente non riuscivo a scrivere più… spero di non fare un altro periodo senza scrivere…
See you, al prossimo attacco di ispirazione.
Hinata-chan
  
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