La
quotidianità in nove parole
Perché
il compleanno è solo un giorno come un altro
Alcool
Che
Eustass Kidd fosse un gran bevitore,
era una nozione tanto risaputa quanto quella della sua terrificante
aggressività. La relazione che pochi sapevano tra questi due fattori
era che la
quantità di rhum che ingeriva era inversamente proporzionale alla
violenza dei
suoi scoppi d’ira; e Trafalgar Law
godeva profondamente, nell’essere uno di quei rari a conoscenza di tale
variazione nel carattere del rosso. –Ehi,
Eustass-ya, ti si è tolto il rossetto. Vuoi che vada a Kamabakka a
prendertene
un altro?- domandò provocatorio, mentre premeva con un indice sulla
guancia
dell’altro capitano, che era accasciato sul tavolo del suo
sottomarino dopo essersi scolato bottiglie e bottiglie di rhum fornite
dalla sua dispensa. –Vai all’inferno,
Trafalgar.- Poco originale, considerò
l’uomo tirato in causa, sorridendo, mentre si lasciava afferrare per i
fianchi
prima che le sue labbra venissero aggredite da quelle dell’altro. Molto meglio così.
Barare
-Hai
barato.- lo accusò il membro della
sua ciurma scaraventando le carte da gioco sul tavolo per poi mettere
su ciò
che sembrava essere un broncio. – Io ho non
ho barato, Shachi. Ho semplicemente scelto una strada alternativa per
vincere. –
rispose soddisfatto Law mentre mostrava la sua mano vincente. –È contro
le
regole, Capitano.- intervenne Penguin in difesa dell’altro.
L’interpellato si
girò a guardarlo, alzando un sopracciglio sarcasticamente: -E lo dice
un
pirata?-
Compleanno
Trafalgar
Law era, sostanzialmente, immune a qualsiasi stimolo esterno che non
suscitasse
il suo interesse; la sua capacità di concentrazione nell’ignorare tale
avvenimenti era , probabilmente, il suo vanto maggiore, nonché il filo
conduttore
della sua stabilità mentale. Qualsiasi
persona incontrasse, tuttavia, non sembrava essere della sua stessa
opinione
sul fatto che quel giorno fosse comune e corrente come qualsiasi altro
e in
quanto tale non degno di venir celebrato in maniera preferenziale. Il
grande
Capitano Eustass Kidd non faceva eccezione. –Ti auguro di crepare in
fondo al
mare, Trafalgar.- mormorò con la voce sopraffatta dall’eccezione,
mentre lo
scaraventava sul logoro letto dell’occasionale locanda scadente. Quello
che
sorprese Law, fu la cortesia con cui
Kidd l’aveva lanciato, e con cui ora accarezzava il suo corpo. Stava
cercando
di essere gentile? Sorrise
ironicamente. Non ne aveva bisogno, ma il poterlo prendere in giro dopo
valeva
senz’altro la pena di lasciarlo fare.
Dimensioni
Entrando
in un bar, Trafalgar scoprì che tra i normali cittadini la stessa
importanza che
i pirati davano a trovare lo One Piece questi la riservavano a
discutere sulle
proporzioni dell’apparato riproduttivo maschile. Non potè trattenersi
dall’offrire
il suo aiuto. –Se volete, ne ho diversi di varie dimensioni nel mio
laboratorio. Volevo usarli per degli esperimenti, ma…- Inutile dire
che,
addirittura prima che completasse la frase, questi se l’erano già data
a gambe.
Non potè evitare di chiedersi se fossero state le sue parole, la sua
espressione o l’enorme orso che si portava appresso. Forse una somma di
tutte e
tre le cose?
Elegante
A
differenza di tutto ciò che potevano credere gli atri, Bepo era
profondamente
convinto della suprema eleganza del suo capitano; l’orso apprezzava
particolarmente
il modo in cui Trafalgar amava salutare i suoi nemici, alzando con
grazia il
suo affusolato dito medio. Si guardò sconsolato le zampe, chinando il
capo. Lui
non avrebbe potuto imparare.
Fastidio
-Allora?
Perché non ci racconti?- dichiarò con tono provocatorio Penguin durante
la
cena, che, nonostante fosse cosciente del fatto che stesse correndo un
rischio
mortale, non potè fare a meno di istigare il suo capitano nell’ennesimo
tentativo di cercare di imbarazzarlo, riferendosi allusivo alla notte
che Law
aveva passato sulla nave dei Pirati di Kidd. Trafalgar alzò lo sguardo
e
sorrise divertito. –Dopo di te, Penguin. Tutta la nave ha sentito i
tuoi gemiti
e quelli di Killer-ya; dopo aver sentito i pettegolezzi, ora gradirei
ascoltare
la tua versione.- decretò con tono quasi annoiato. Il maggiore arrossì
considerevolmente.
Odiava la capacità che aveva Trafalgar non solo di non venir
infastidito, ma
bensì di infastidire gli altri in quattro e quattr’otto.
Giustizia
Trafalgar
Law era una persona che si considerava razionale e coerente, magnanima
persino.
Sorrise
macabramente nel vedere i pezzi di Eustass Kidd smembrati nella stanza,
mentre
la testa del rosso non la piantava di sputare minacce di morte a suo
discapito
sempre più originali e colorite. –È giusto, Eustass-ya: te l’avevo
promesso che
me l’avresti pagata.- rispose, ignorando la violenza verbale del rosso
che gli
tartassava i timpani. Ricordava molto bene come Kidd, in assenza di
provviste,
aveva derubato la nave di Jewelry Bonney e aveva anche osato dare la
colpa a
lui. –E secondo quale cazzo di criterio, bastardo di merda?! Tu…- Law,
ancora
una volta, si apprestò ad ignorarlo. –Lo decido io.- rispose
banalmente, come
se fosse la cosa più ovvia del mondo. Ed effettivamente, lo era.
Hentai
Se
esisteva qualcosa di strano e perverso
a questo mondo, di certo non
era Trafalgar Law come molti si sarebbero apprestati a dichiarare: tale
cosa
era, indiscutibilmente, la ciurma di Monkey D. Rufy. Law non potè
trattenersi
dall’alzare un sopracciglio, piuttosto divertito, mentre molti dei
sottoposti
di Cappello di Paglia, e lui compreso, si scatenavano in una danza che
da quel che
aveva capito consisteva nello scuotere i fianchi, infilarsi oggetti nel
naso ed
altre barbarità. Scosse la testa. Avrebbe dovuto raccontarlo ad
Eustass-ya;
ricordava perfettamente che, per quanto si negasse ad ammetterlo
chiaramente,
il rosso stimava l’uomo di gomma. Chissà come avrebbe reagito, davanti
a tale
scena. Al pensiero, dovette trattenersi dal ridere.
Imprevedibile
Law
si era, ai tempi, ritrovato a concordare con Hawkins il mago: nulla era
imprevedibile, e se un evento poteva sembrare essere stato tale, la
colpa era
unicamente di chi non aveva calcolato la probabilità che potesse
accadere. Ma
questo era raramente il caso di Trafalgar, che si riteneva piuttosto
bravo nel
calcolare i suoi piani e nell’ottenere ciò che voleva. A prova di
questo, Law ricordava
perfettamente quando aveva deciso di volere Eustass Kidd. Sorrise, nel
pensare
che l’altro capitano, svegliandosi il giorno dopo, avrebbe trovato
impossibile
il fatto di trovarsi ancora con lui, ed il suo sorriso aumentò nel
vederlo
addormentato al suo fianco; il sonnifero che gli aveva rifilato nel
rhum era
servito a tale proposito, ovviamente. –Alla fine ci sei cascato anche
tu,
Grande Capitano.- mormorò al suo orecchio, mentre il suo alito caldo
scostava i
capelli vermigli dell’altro.
Libertà
-È
come una grande piscina d’acqua.- mormorò pensieroso Bepo, sdraiato sul
sottomarino ed affannato per colpa del caldo che in
quell’insopportabile
settimana d’immersine era costretto a patire. -No.- rispose Trafalgar
Law con
tono roco, appena risvegliato. L’orso fu sul punto di scusarsi per aver
interrotto il suo già instabile riposo, ma la voce del capitano lo
interruppe ancor
prima che potesse articolar parola. –Le piscine hanno dei confini,-
afferrò la
bottiglia di sakè che giaceva al suo fianco ed indicò l’oblò più vicino
a loro.
–il mare è tanto vasto che pare essere sconfinato, Bepo. È questa, la
libertà
dei pirati.- concluse, portandosi alla bocca il liquido ormai tiepido.
Il
vicecapitano degli Heart non potè trattenersi dal sorridere, nel notare
che l’inclinatura
delle labbra dell’uomo si tendevano irrimediabilmente verso l’alto
regalandogli
un’espressione soddisfatta.
EXTRA
#01
[Law/Sanji]
Nell’entrare
nella cucina di quella che loro chiamavano Thousand Sunny, Trafalgar
Law si
ritrovò a storcere il naso disgustato. Pane,
ed appena sfornato oltretutto: ecco cos’era quell’insopportabile odore
che lo
aveva guidato fino a lì. Non potè invece evitare di sorridere nel
notare che,
nel piatto che era posizionato di fronte a quello che momentaneamente
era il
suo posto a tavola, l’alimento era diverso e decisamente meno
ripugnante. –Suppongo
di doverti ringraziare, Black Leg-ya.- mormorò, dirigendo per la prima
volta da
quando era entrato lo sguardo sul cuoco della ciurma, che lo stava
osservando
attentamente. Era forse una sua impressione o prima che si girasse in
tutt’altra
direzione aveva visto una punta di rossore colorargli le guance? –Non
osare lamentarti,
Trafalgar, o ti prenderò a calci in culo fino alla prossima isola.-
borbottò,
accendendosi nervosamente una sigaretta. Law si domandò se fosse così
malsano
trovarlo adorabile.
EXTRA #02 [Smoker/Law]
-Sei
terribilmente irritante, moccioso!- sbottò Smoker, esasperato e,
contrariamente
a ciò che avrebbe desiderato, provocando ulteriormente l’ilarità del
pirata. –E
cosa te lo fa credere, Smoker-ya?- mormorò con tono divertito, mentre
la sua
mano avanzava svergognatamente fino ad arrivare sopra al cavallo dei
pantaloni
del marine. –Basta, Trafalgar!- sbraitò, scostandogli violentemente la
mano
prima che l’altro potesse intuire le sue condizioni: ma evidentemente
era
troppo tardi. –Sei più carino quando stai zitto, Smoker-ya.- ribadì
l’altro
sfoderando un sorriso piuttosto perturbante, mentre indifferente al
rifiuto
dell’altro si lanciava prepotentemente sulle sue labbra, forzandole con
la
lingua. E, come ogni volta, il Commodoro non potè fare a meno di
cedere. Quel
pirata era pericoloso, ed andava catturato. Ma l’avrebbe fatto un altro giorno.
EXTRA #03 [Doflamingo/Law]
L’enorme
stazza dell’uomo lo sovrastava, ma non per questo Trafalgar Law si
sentiva
intimorito da lui. Tutt’altro, se doveva essere onesto. –Sei cresciuto,
Law.-
mormorò l’uomo profondamente, utilizzando il tono di voce divertito che
tanto
lo caratterizzava in qualsiasi occasione. Quella voce che non sentiva
da anni.
Ricambiò il sorriso che Doflamingo gli stava rivolgendo, carico di
malizia e
parole che non c’era bisogno di verbalizzare. Non aveva voglia di
parlare,
adesso. C’erano altri modi per esprimersi, e che considerava
sicuramente più
dilettevoli. –Lascia che ti dimostri quanto.- si limitò dunque a dire,
prima di
calare all’altro i pantaloni con uno strattone deciso, ed abbassarsi in
avanti
per mettersi all’opera, per dimostrare la veridicità della sua
affermazione.
Nelle orecchie gli risuonava la distinta risata del maggiore, e neanche
questa
volta potè restarne indifferente, sorridendo nuovamente contro la pelle
calda
di Donquixote Doflamingo.
EXTRA
#04
[Law/Ace]
Trafalgar Law ripiegò accuratamente il giornale che stava leggendo, posandolo sul tavolo. A quanto pare, un’intera locanda di un’isola poco conosciuta era andata letteralmente a fuoco. Colpa dell’esuberanza di Portgas D. Ace, a quanto dicevano le fonti, che aveva passato la giornata precedente a festeggiare con la sua ciurma il compleanno del comandante della prima flotta di Barbabianca. Probabilmente non l’avrebbe visto, quel giorno: non che gli importasse qualcosa, chiaramente. Poche ore dopo fu costretto a contraddirsi, quando un affannato moro lentigginoso gli si presentò davanti, mentre arrossato gli augurava un felice compleanno e gli mostrava una borsa enorme. Borsa che, dalle dimensioni, doveva essere stata piena di leccornie in precedenza ma che quando venne aperta si presentò praticamente vuota. –Scusa, Law; mi è venuta fame.- ammise imbarazzato Ace, grattandosi la testa e disviando lo sguardo. Law sorrise. –Non importa, Portgas-ya; posso cibarmi di altro.- decretò allora, prima di decidersi ad assaggiare qualcosa di molto più dolce dei rimasugli di torta che riposavano all’interno di quella malconcia borsa da viaggio: le labbra dell’altro.
EXTRA
#05
[Law/Rufy]
-Ohi,
Traffy.- si sentì chiamare dalla voce petulante di Monkey D. Rufy,
sorprendendosi del fatto che il ragazzo avesse smesso di infilarsi
qualsiasi
cosa gli venisse a tiro su quella tavola imbandita per rivolgergli la
parola; risolse
il suo enigma voltandosi nella sua direzione, e scoprendo dunque che
non aveva
interrotto il suo ingozzamento, ma aveva semplicemente terminato di
ingurgitare
qualsiasi cosa commestibile. –Dimmi, Mugiwara-ya.- mormorò con tono
annoiato,
mentre si sosteneva il mento con una mano, ma tradendo con lo sguardo
l’interesse
che provava per quello strano ragazzo di gomma. –Visto che è il tuo
compleanno,
non sarei io a dover dare qualcosa a te?- domandò incuriosito questo.
Le labbra
di Trafalgar si curvarono irrimediabilmente verso l’alto. –Potresti
regalarmi
del sesso, allora.- si limitò a commentare con tono pacato. –Sesso?-
ripetè Rufy
inclinando la testa di lato, riflettendo, fino a quando pochi secondi
dopo si
tirò su di scatto, come se avesse avuto un’illuminazione. –Ah! Il gioco degli amanti che fanno Zoro e
Sanji! Me ne ha parlato Robin.- esclamò, per poi scoppiare a ridere.
–Ti farà
male, Mugiwara-ya.- commentò allora Law, divertito. –È come una lotta,
no? Sono
forte, vincerò io! Dopotutto sono il futuro re dei pirati!- declamò,
per poi ridare il via alle sue risate. Trafalgar Law fece
sfoggio del suo miglior sorriso machiavellico. Lo vedremo,
fu quello che pensò.
FINE.
E
tanti auguri a
Law! *-*
Spero
che questa one-shot, che in realtà non è altro che una raccolta di
drabble e
flash, vi sia piaciuta; mi sono sentita in dovere di fare la mia parte
per il compleanno
del nostro chirurgo, sperando che non sia venuta un’oscenità. Se foste
così
gentili da lasciarmi sapere cosa ne pensate, ve ne sarei davvero
riconoscente:
temo che non sia venuta come la desideravo, e quindi un parere sarebbe
davvero
utile >.<
Ad
ogni modo, visto che mi pare che ieri per il compleanno di Marco non
sia stato
fatto niente qui su EFP [e correggetemi se sbaglio, perché
m’interesserebbe
molto leggere qualcosa anche su di lui] ho pensato che fosse carino
accennare
anche a lui. Tantissimi auguri in ritardo anche alla fenice!
Sperando
in una recensione,
grazie
mille anche a chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fino alla
fine!