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Autore: ness6_27    06/10/2013    1 recensioni
[To Love-Ru - Trouble -]
[To Love-Ru - Trouble -]Io sono un’assassina. Niente potrà cambiare questo dato. O almeno credo. Io sono stata la assassina più temuta dell'universo, e penso di poter essere ancora definita tale. Vengo chiamata Oscurità d'Oro, perché io porto con me la lucerna dell'oscurità. O almeno, la portavo, prima che la stella di questo pianeta, che qui chiamano Sole, me la spegnesse. [...] Voglio studiare da vicino questo pianeta con le sue tradizioni, i suoi modi, e tutte quelle cose che lo rendono un pianeta tanto particolare da colpirmi così.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza era ben arieggiata. L'ingresso della stanza era aperto, e le finestre erano lasciate socchiuse per non fare entrare la brezza troppo fredda che vi era fuori. Filtrava dalle tapparelle una luce oziosa e spenta. Era quella tipica luce che la domenica pomeriggio colpisce le persone che rimangono a casa senza avere un qualcosa di preciso da fare. Era una luce infida, che porta un sopore maledetto, e che ti porta a pensare, a pensare troppo. Ti costringe a ricordare tutta la tua vita, a scandire tutti i tuoi ricordi, a fare un bilancio della tua vita insomma. Normalmente questo bilancio è negativo. Il ragazzo che si ritrovava però disteso nel letto di quella stanza non era sotto effetto di quella luce, perché il da fare lo aveva. Non stava facendo un bilancio della sua vita, semplicemente pensava. Ora aveva capito che in punto di morte c'era stato, ma non era morto. Si trovava invece vivo e vegeto in un letto di ospedale in un sonnacchioso pomeriggio di domenica. Aveva ormai compreso che qualche ora prima vi era stato un momento in cui era diventato incosciente mentre cadeva da un ponte che e tutto quello che ha visto dopo per un po' era stato frutto della sua mente delirante. Raccontò tutto quello che aveva immaginato dopo lo svenimento a sua sorella e alla sua migliore amica. Alla fine del racconto, quest'ultima uscì schifata dalla stanza, e la sorella guardò stupita il fratello.
«E questo è quanto, Mikan.»
La smorfia di incomprensione di Mikan cambiò. Gli occhi di Mikan si chiusero e la bocca formò un sorriso. Ben presto Mikan scoppiò a ridere per la storia raccontata dal fratello.
Mikan: «Rito, non so cosa tu abbia dentro quella testa per aver pensato a me e Yami messi insieme, ma questa è stata troppo...
Non riuscì a concludere la frase, bloccata dalle risate.
Mikan: «...conoscendoti magari nella tua mente il sogno è continuato e non ce lo hai detto!»
Reclinò la testa all'indietro e continuò a ridere di gusto. La faccia le divenne rossa, e incominciò a lacrimare per le risate. Rito la guardò perplesso, e si chiese se Mikan non stesse sfogando in questo modo la tensione accumulata nelle ultime ore per ciò che gli era capitato. Aspettò che Mikan terminasse di ridere e di piangere.
Rito: «Mikan...»
Ma Mikan non lo fece finire, si alzò e si buttò sul letto per abbracciare suo fratello. Tremava. Rito aveva il braccio sinistro bloccato da un ago, perciò ricambio l'abbraccio col destro.
Mikan: «Bastardo! Mi hai fatto venire un ansia per una notte e una mattinata intera!»
Rito poggiò la sua testa su quella di Mikan.
Rito: «Scusa, scusami tanto.»
Mikan: «L'importante è che ora è tutto a posto. Stasera ti dimettono e ce ne andiamo a casa.»
Rito: «Come mi sono salvato?»
Mikan alzò la testa e sorrise.
Mikan: «Chiedilo alla diretta interessata! Te la vado a chiamare.»
La ragazza si alzò dal letto e si precipitò fuori dalla stanza. Rientrò al suo posto, un pochettino controvoglia, Yami.
Rito la guardò aspettandosi una faccia contrariata, a causa del racconto di prima. Invece Yami si era calmata, aveva uno sguardo sereno e tranquillo, e un leggero sorriso stampato in faccia.
Yami: «Sono felice che tu ora stia bene.»
Mikan: «Mi sembra che ciò lo debba a te.»
Yami: «Beh, sì, sono stata io a ripescarti da quel fiume.»
Rito: «Cosa è successo? Come hai fatto?»
Yami: «Dopo che te ne sei andato, sono rimasta un po' su quella panchina. Mi ero convinta a...scusarmi per come mi sono comportata. Mi sono diretta verso il konbini di cui parlavi ieri sera. Ero entrata lì dentro per cercarti, convinta che ancora non fossi uscito. Il gestore mi aiutò e mi indicò la strada che avevi preso appena uscito dal konbini. Arrivata su quel ponte notai subito che una parte di esso era franata e nell'acqua del fiume scura per la notte riuscì a vedere che qualcosa in acqua che andava lontano. Non ci feci caso, ma dopo aver visto dei sacchi della spesa mi venne il dubbio e corsi a vedere se quella cosa nel fiume fossi tu.»
Rito cercò di seguire Yami nelle sue parole, ma la stanchezza stava prendendo di nuovo il sopravvento.
Rito: «Capito...beh, ti ringrazio davvero tanto.»
Yami non seppe come reagire a quel ringraziamento, perciò continuò la storia.
Yami: «Ti ho trovato, ho provato a rianimarti, ma non volevi riprendere coscienza. E ci credo che non volevi risvegliarti.»
Sicuramente si riferiva al sogno di Rito. Quest'ultimo, ripensando al sogno, capì che doveva scusarsi con Yami per l'insistenza della sera prima.
Rito: «Scusami per ieri sera. Per la pressione che ti devo aver messo...»
Yami si sedette vicino a Rito sul letto e gli accarezzò la fronte.
Yami: «Tranquillo, sei scusato. Per quanto riguarda me...anche io mi devo scusare.»
Rito: «Perché?»
Yami: «Ti ho mentito ieri. In biblioteca, non ti ho detto la verità. Quel quaderno che tenevo era in realtà una specie di...diario, voi terrestri lo chiamate così. Là dentro tenevo tutti i miei dubbi e insicurezze su questo mondo...e anche su di te. Puoi stare tranquillo che un giorno ti racconterò tutto quello che vuoi e che devi sapere, perché mentre ti salvavo ieri ho perso quel diario in acqua. A dire il vero, potevo recuperarlo, ma non lo feci. Se continuavo a scrivere cose lì dentro ho paura che le avrei sigillate lì per sempre.»
Gli occhi di Rito si chiuserò da soli per il sonno.
Rito: «Anche io avrei...una cosa da...dirti...»
Yami mise un dito sulla bocca di Rito per farlo stare in silenzio.
Yami: «Per il momento riposa.»
Si avvicinò al viso di Rito e, dolcemente, gli diede un bacio. Rito, a causa dello stupore e della stanchezza, non riuscì a rispondere a parole a quel gesto. Riaprì gli occhi e la guardò. Lei era diventata un po' rossa. Gli fece nuovamente un sorriso e Rito ricambiò. Yami parlò sottovoce.
Yami: «Ora dormi.»
Uscì dalla stanza lasciando Rito a riposare. Trovò Mikan che tornava dal bar con varie cose da mangiare. Non appena Mikan vide l'amica incominciò a frugare in un sacchetto e le porse un taiyaki.
Mikan: «Sono andata nel bar dell'ospedale perché avevo una fame da lupi. È da stamattina che sto in pensiero per Rito, non ho mangiato niente, da ieri sera!»
Yami ringraziò per il taiyaki e si accomodò nelle sedie del corridoio dell'ospedale. Mikan la seguì a ruota.
Mikan: «Ma quanto tempo sei stata senza fare niente ieri sera dopo che Rito era andato via.»
Yami: «Saranno passati una ventina di minuti. Mi ero messa a scrivere nel mio quaderno. Ce l'hai presente quale, no?»
Mikan fece cenno di sì con la testa.
Mikan: «Cosa c'avevi scritto?»
Yami provò a ricordarlo. Non riuscì a ricordare le parole precise.
Yami: «C'avevo scritto qualcosa legato a questo pianeta. Questo è stato uno dei pochi pianeti che è riuscito a colpirmi così tanto. Mi ha completamente cambiata, mi ha fatto capire che posso essere diversa, posso essere Yami e non l'Oscurità d'Oro. La Yami normale, e non la Yami assassina. Non so come questo pianeta ci sia riuscito, sarà perché qui le persone sono strane, per quanto primitive, hanno desideri ed emozioni mai esistite negli altri pianeti. E la scoperta di tutto questo la devo a Rito. Rito mi ha fatto aprire gli occhi. Rito mi ha fatto conoscere questo mondo con tutte le sue bellezze, con le sue contraddizioni e le sue stranezze, le sue emozioni...e credo che avrò la possibilità di condividere con Rito una dei sentimenti più belli di questo mondo.»
Mikan capì cosa intendeva Yami. Aveva sospettato da un po' che Rito avesse tolto gli occhi dai Sairenji per metterli su Yami, ed era felice del fatto che lei ricambiasse questo sentimento nei suoi confronti. Viene difficile pensare che Yami era venuta sulla terra apposta per uccidere il ragazzo del quale adesso è infatuata. Questo mondo porta a fare anche questo.
Mikan sorrise a Yami, e le augurò tutto il meglio con suo fratello Rito.
Yami: «Ma tu?»
Mikan: «Io cosa?»
Yami: «Mikan, lo sai meglio di me a cosa mi riferisco. Io lo so che pure tu provi qualcosa per Rito, anche se è tuo fratello. E la cosa è normalissima, visto che non siete veramente fratello e sorella.»
Mikan: «Su questo punto hai ragione, ma...»
Il suo viso divenne pensieroso, nel tentativo di cercare una risposta. Guardò una famiglia che usciva da una stanza verso la fine del corridoio.
Mikan: «Non potrò stare sempre accanto a lui. Me lo posso ancora permettere, ma prima o poi ci divideremo. Lui non mi vede assolutamente come una ragazza con la quale mettersi insieme, ma semplicemente come una sorella che deve proteggere e supportare. Io non lo vedo come un fratello, non sempre almeno, ma troppe cose vanno contro un rapporto amoroso con lui.»
Yami: «Tipo?»
Mikan: «I pensieri della gente. Tutti guarderebbero male una relazione tra me e Rito.»
Yami: «Ma non dovrebbe importartene dell'opinione della gente, o sbaglio?»
Mikan: «Non sbagli, ma devi capire è una cosa controproducente e che non porterebbe a niente, visto che come ti ho detto non mi ama, se non come sorella.»
Yami: «Sei sicura di questa scelta?»
Mikan: «Yami, se c'è una cosa che sanno fare solo alcuni umani è pensare. Scegliere la cosa migliore pensandoci attentamente non è affatto da tutti, sappilo. Io sono sicurissima della mia scelta, perché così sarete felici voi due. Io sono a posto e, chissà, prima o poi potrei trovare qualcuno che mi faccia dimenticare Rito e me lo faccia vedere solo come quella figura che dovrebbe essere per me. Credimi, è molto meglio che lui si metta con te.»
Tutte e due le ragazze distolsero lo sguardo e fissarono il pavimento.
Mikan: «Alla fine penso anche che sia giusto che Rito ti mostri cosa vuol dire su questo mondo la parola "amore".»
Yami: «È una parola che, insieme a tutti i suoi sinonimi, ho letto moltissime volte, e che ha destato troppe volte la mia curiosità. Si possono fare pazzie per quella parola? Soffrire per giorni nell'attesa di un momento di felicità o viceversa? Accettare il rischio che questo forte legame si spezzi definitivamente? Io non lo so.»
Mikan: «L'amore è una cosa che toccherai con mano molto presto, grazie a Rito. E fidati che, conoscendo mio fratello, la vostra relazione andrà a gonfie vele per tanto, tantissimo tempo, magari per sempre.»
Yami: «Per sempre? L'amore potrebbe essere una cosa che dura per sempre?»
Mikan: «No, abbiamo discusso su questo, ma...»
Mikan si alzò dalla sedia e si avvicinò ad una finestra, da dove si poteva vedere benissimo il tramonto. Fece cenno a Yami di venire accanto a lei e di guardare il tramonto. Yami si mise a fianco di Mikan e fece un gesto che aveva fatto molte volte da quando era sulla terra e che mai aveva smesso di affascinarla. Il tramonto si faceva vedere in tutta la sua bellezza. Era un bello spettacolo, anche se il sole stava morendo su questa parte di mondo, sembrava morire con un sospiro di serenità e di sollievo, con quel suo colore rossiccio circondato dal blu della sera che avanzava e che, mescolandosi con la morente vivacità dell'astro, diventava viola in certi tratti del cielo.
Mikan: «Il sole tramonta, un altro giorno finisce. Eppure, oggi a tante persone potrebbe essere capitato qualcosa di memorabile, qualcosa che ricorderanno con felicità per tutta la loro vita. Come quello che è capitato a te e a Rito. Beh, queste cose non possono durare per sempre...»
Yami: «...però?»
Mikan: «Però rimarranno sempre nell'animo di quelle persone e probabilmente nel loro gruppo di amici e parenti, e tanto basta agli umani per considerare queste cose immortali.»
Yami comprese tutto quanto. Le diede un abbraccio.
Yami: «Grazie Mikan, grazie di tutto. Mi hai motivata ancora di più. La mia vita è cambiata con Rito, e con te ho la spinta necessaria a vivere appieno questa mia nuova vita con lui. Grazie.»
Tornarono indietro ed entrarono nuovamente nella stanza di Rito, che si era addormentato e dormiva profondamente. Le due ragazze si sedettero una per lato accanto il capezzale del ragazzo e si distesero su di lui. Provate per quanto era successo a Rito, si assopirono anche loro accanto a lui. Incominciarono a fare bei sogni, quando il sole smise di illuminare quella parte della Terra, un mondo tanto particolare.
Finito il 16 settembre 2013
Finito di pubblicare il 6 ottobre 2013
 
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Commento.
Ora che ho finito questa storia, credo di avere più dubbi di quanti non ne avevo prima. Chissà se questa storia possa essere considerata "buona" o almeno decente, all'inizio lo speravo, adesso non so nemmeno se valga la pena farlo. Sto considerando l'idea di trarci una piccola specie di "spin off", la valuterò meglio in avanti. Come al solito, se volete recensite tanto tanto per farmi sapere se questa storia vi abbia fatto schifo o meno.
Bah, che altro dire, la storia è finita, andate in pace. Amen.
 
  
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