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Autore: _Yumemi_    06/10/2013    1 recensioni
Ba Sing Se, la capitale del Regno della Terra.
Ecco come Hiroshi Sato aveva sempre visto la sua vita: una serie di mura da superare.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Asami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ba Sing Se, la capitale del Regno della Terra.
Ecco come Hiroshi Sato aveva sempre visto la sua vita: una serie di mura da superare.

Era nato in una famiglia povera di non-dominatori in una ex colonia della Nazione del Fuoco nel Regno della Terra. Lui e i suoi genitori non erano dominatori.

La prima prova che gli si presentò dinnanzi iniziò il giorno in cui la sua famiglia decise di migrare a Città della Repubblica. Ricordava ancora come la speranza, i sogni di una vita migliore li avessero spinti a lasciare la loro seppur piccola casa. Abbandonare tutto era stato difficile, il viaggio lo era stato ancora di più ma tutti i rimpianti erano scomparsi in un attimo quando, dalla barca affollata di persone, Hiroshi aveva guardato con i propri occhi la città.
I suoi genitori erano sempre stati fieri di essere stati tra i primi ad aver deciso di vivere là.

La seconda sfida importante della sua vita era iniziata subito dopo. Vivere in un piccolo villaggio in mezzo al nulla non era stato niente in confronto alla vita in una megalopoli in rapida espansione. Ormai Hiroshi era un giovane uomo e trovare il proprio posto in quel nuovo piccolo mondo si stava dimostrando più complicato del previsto. Lentamente si era reso conto che Città della Repubblica era ben lontana dall'ideare utopico in cui l'Avatar Aang credeva. Aveva fatto ogni genere di lavoro per poter tirare avanti, creandosi la sua piccola vita, senza troppe preoccupazioni ma nemmeno molte soddisfazioni. Voleva di più, e sapeva che sarebbe stato in grado di ottenerlo.

Un altro confine lo superò senza non pochi rischi, con solo l'ingegno e mille idee dalla sua parte. Ricordava come se fosse ieri l'emozione mentre presentava il progetto della sua prima Sato Mobile con indosso gli abiti eleganti del padre conservati con tanta cura, forse un po' troppo larghi per il suo fisico allora asciutto. Ricordava il silenzio che era seguito al termine della sua nervosissima ma ferma esposizione e come, successivamente, il generoso investitore gli aveva stretto la mano e fatto firmare l'accordo. Quello era il giorno in cui l'Industria del Futuro finalmente vedeva la luce. La sua vita era arrivata ad un'impennata che l'avrebbe portato dove nemmeno si sognava.

Gli anni passavano, il suo impero cresceva. Nelle strade di Città della Republic giravano ogni giorno di più le sue Sato Mobili. Il suo genio era riconosciuto, aveva acquisito fama, viveva nel lusso e nella ricchezza.

Hiroshi Sato credeva che non ci fosse più nient'altro da conquistare. Questo almeno fino al suo matrimonio e, qualche anno più tardi, alla nascita di sua figlia. Quel giorno, stringendo con un braccio quella piccola creatura e con l'altro le spalle di sua moglie, seppe che il momento era arrivato: aveva superato tutte le prove, tutti i confini che la vita gli aveva messo di fronte ed aveva finalmente raggiunto la sua meta. Non c'erano più ostacoli da scalare, la sua vita ormai era perfetta.
Ed era stato così per sei velocissimi anni.
Perchè tutto finì in un battiti di ciglia, in una notte che non avrebbe mai dimenticato mai: quando la Triade dell'Agni Kai aveva fatto irruzione nella sua villa e aveva portato via la vita di sua moglie. La paura di quella notte, mentre stringeva a se la piccola Asami, scossa da singhiozzi inconsolabili, lo segnerà come una cicatrice che non guarirà mai.

Buffo come ci si mette una vita intera a conquistare qualcosa, quando poi ci vuole meno di un istante perchè ti porti tutto via. L'armonia e la felicità della sua vita, raggiunti dopo anni di sacrifici e fatiche, erano andati in frantumi e, all'improvviso, ebbe l'impressione che davanti a lui si fosse appena innalzata una montagna. Quel terremoto che aveva appena scosso la sua intera vita aveva dato origine ad un'ultima fatica da scalare e, insieme ad essa, si palesò una terribile verità: lui, non-dominatore, non portato per alcun genere di arte marziale, capì che per quanto possa fare, per quanto possa ingegnarsi sarà sempre vittima della supremazia dei dominatori. Iniziò a diventare ossessionato da loro, da quelle persone che piegando il proprio elemento alla loro volontà non si limitavano a dominare quest'ultimo, ma le persone e tutto ciò che li circondava. E per Asami, non-dominatrice come lui, sarebbe la stessa identica cosa. Questa improvvisa presa di coscienza gli aveva mozzato il fiato. Avevapaura per lei. Paura che potesse fare la stessa fine di sua madre, perchè sapeva che con le sue sole forze non sarebbe riuscito mai a proteggerla. Doveva fare qualcosa, non poteva perdere anche lei. E fu allora che decide di aderire alla propaganda di Amon, unendosi in segreto ai Paritari per i quali inizió a costruire armi. I dominatori avevano gli elementi dalla propria parte. Lui aveva il suo cervello e le sue risorse, ed era sicuro che con esse sarebbe riuscito a prevalere. Iniziò ad ideare armi, sviluppandole pensando alle forze e debolezze insite nel dominio. Le avrebbe sfruttate a suo vantaggio. Avrebbe fatto capire loro come ci si sentiva in balia di una forza più grande, aiutando e salvando al tempo stesso i non dominatori.

Così Asami, lei diventó la sua nuova meta. Il suo unico scopo di vita, l'unico motivo per il quale notte dopo notte decide di barricarsi in quel bunker segreto sotto il suo laboratorio. Le fece prendere lezioni di auto-difesa, pregando che non avesse mai bisogno di metterle in pratica.

Quando lavorava alle macchine belliche iniziava a chiedersi come la prenderebbe sua figlia se venisse a sapere che il padre è un Paritario. Riuscirebbe a capire? Forse, potrebbe anche lei divenirne un membro?

Asami nel tempo libero lo aiutava nel lavoro. Per Hiroshi fu un piacere immenso coinvolgere la figlia nell'Industria del Futuro. Gli scaldava il cuore, e ricominció lentamente a provare una serenità a cui non era più abituato. Asami è una ragazza intelligente, abile, creativa. È lei a provare i nuovi modelli prototipo di Sato Mobili. Ne era molto orgoglioso. Per un momento dimenticó i Paritari, pensó quasi che la sua vita fosse ritornata alla normalità.
Quasi.
Asami inizió a frequentare un Dominatore del Fuoco. Fu come una pugnalata, non riusciva a sopportarlo. Il pensiero che la sua amata figlia passi il suo tempo assieme ad una persona come quelle che hanno ucciso sua moglie lo distruggeva.

-Papà! Che ne diresti di sponsorizzare la squadra di Mako, i Furetti di Fuoco, al torneo di Dominio Sportivo?- Venne a chiedergli Asami una sera. -Sono davvero forti, dei dominatori eccezionali!-.

Non aveva mai creduto che mantenere il controllo sui suoi muscoli facciali sarebbe stata una cosa talmente faticosa. Andare a promuovere una disciplina che incentivava l'uso violento del dominio... il solo pensiero lo ripugnava. Eppure, nonostante il cuore martellante, dolore e il contorcersi del suo stomaco, nonostante le mani sudate, con un sorriso ed un entusiasmo che non sentiva propri diede il consenso alla figlia. Asami era giovane, si ripeteva, ed ingenua. Come padre aveva il dovere di proteggerla, perchè sarebbera certo che sarebbe arrivato anche per lei il giorno in cui avrebbe compreso la vera natura di quei mostri. Questo divenne un incentivo per lavorare di più, producendo Megacarri, continuando la produzione in massa di guanti e tonfa stordenti.

-Tutto questo lo stò facendo per te, bambina mia.- Per difenderla.

Aveva preso una decisione e l'unica cosa che poteva fare ormai, come sempre, era proseguire deciso sul percorso prestabilito. Aveva passato il punto di non ritorno già da troppo tempo.
 

one shot per il contest di "Avatar", come personaggio ho scelto Hiroshi Sato (povero lui) e come traccia "Il confine" (ehi, non si era capito vero?)
probabilmente è un po' confusionaria e senza capo ne coda, ma sono una persona un po' così... ho minchieggiato fino ieri e in 2 giorni ho scritto questa cosetta (con un'influenza che mi fa colare il cervello dal naso).

bene, ecco. spero che vi sia piaciuta. a me Hiroshi Sato piace come personaggio. povero, non lo si deve etichettare come cattivo. lui l'ha fatto perchè è fondamentalmente un uomo a pezzi (con un sacco di idee e un sacco di soldi). fa tutto ciò solo per difendere la sua piccola Asami.
ok. chiudo. spero non vi abbia annoiato e mi scuso per eventuali errori sintattici/di battitura (questi ultimi il PC non me li segna >__>)

 

  
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