«David Bryan stai lontano da me.» ordinò Tico cercando di non sorridere.
Il tastierista si rimboccò le maniche del maglione e scoprì gli avambracci «Lo sai che devo farlo.»
«Perché?»
«È semplice: è il nostro rituale e tu non puoi spezzarlo.»
«Sì, ma io ci tengo alle mie orecchie.»
David sorrise e il suo viso si illuminò «Dettaglio poco rilevante.»
«Fanculo.»
«Ci andrò dopo, adesso, per cortesia, stai buono e a cuccia.»
«Ma non ci penso neanche un po’» esclamò Tico mentre indietreggiava verso l’uscita della stanza.
«Torres è inutile, non scamperai mai alla tradizione.» dichiarò solenne David.
Tico alzò gli occhi al cielo, scosse la testa e puntò i suoi occhi scuri in quelli chiari di Bryan «Non lascerò mai le mie orecchie in balia delle tue zampacce.» detto ciò si diede alla fuga, correndo come un matto verso il corridoio.
David scosse a sua volta la testa e sorrise, per mettersi a correre dietro l’amico «Tanto lo sai che vinco io. Ho le gambe più lunghe delle tue, nano da giardino.» urlò rivolgendosi al batterista poco distante da lui.
Tico, in tutta risposta, gli fece una pernacchia «Io non sono basso, sono diversamente alto.»
«Sempre puffo rimani.»

Il tastierista accelerò e in un lampo fu accanto all’amico, gli passò un braccio attorno al collo e con l’altra mano gli scompigliò i capelli «E perdi di nuovo, come la mettiamo? Buon compleanno Tico.» disse sorridendo.
Torres finse di arrabbiarsi, ma la sua smorfia contrariata sfumò immediatamente, lasciando posto ad un sorriso trentadue denti «Grazie.»
David sorrise sornione e gli afferrò il lobo dell’orecchio e con delicatezza cominciò a tirarlo «Visto che ho vinto io?»
Tico lo guardò allarmato «Non penserai mica di tirarmi le orecchie per sessanta volte?»
«No dai, non sono così cattivo… Certo che sei vecchio, eh?» lo prese in giro il biondo.
Tico roteò gli occhi e lanciò un’occhiata al tastierista, in fondo si divertiva un sacco a fare scherzi con lui, e per una volta poteva essere lui stesso la vittima delle burle.

David fu di parola, non arrivò alle fatidiche sessanta tirare d’orecchio, ma ne fece solo sei.
Poco dopo sentirono bussare alla porta e la voce allegra di Jon che urlava «TORRES È INUTILE CHE TI NASCONDI. HO PORTATO LA TORTA E PURE RICHIE. MUOVI IL CULO CHE SI FESTEGGIA.»

David notò il sorriso e gli occhi lucidi dell’amico e ne fu contento «Direi che è stato abbastanza chiaro, non trovi?»
Tico annuì e si morsicò leggermente il labbro inferiore, nel tentativo di mascherare quel sorriso che gli illuminava il viso e gli scaldava il cuore.


Angolo della matta:
AUGURI TICO *lancia i coriandoli per aria e balla la deliranza*
Okay, una delle mie tante manie è quella di scrivere almeno una cosina per i miei musicisti preferiti al giorno del loro compleanno, e Tico Torres non fa eccezione.
Ieri sera, colta da un lampo di ispirazione, ho scritto questa fluffonata estrema.
Spero vi piaccia, i commenti sono sempre ben accetti.
Alla prossima!