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Autore: Annette85    07/10/2013    2 recensioni
Il sole sembrava una palla infuocata, mentre scendeva nel cielo lentamente a conclusione di quella giornata, lasciando posto alla notte.
“Che spettacolo”, pensò Kensi mentre si lasciava stregare da quella vista. [...]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Prima storia in assoluto che scrivo su questo fandom e su questa coppia, che in questi giorni – anche a causa della mancanza di episodi su Rai2 – mi manca particolarmente. E siccome sono un po' malaticcia, ho pensato bene di scrivere qualcosa, come se continuare a vedere gif e video e a leggere altre ff non fosse abbastanza.
Per chi se lo stesse chiedendo: non sono affatto nuova di EFP, né di altri fandom, infatti di solito scrivo su Harry Potter, ma ho voluto cimentarmi con NCIS L.A. perché è uno dei miei telefilm preferiti.
Spero di non essere andata OOC – mia grande paura =D – e che la storia vi piaccia. Non è ambientata in un momento particolare della serie, anzi se fossimo nel fandom di HP l'avrei di sicuro considerata fuori contesto.
Non so cos'altro dire... buona lettura^^


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Everything will be fine


Il sole sembrava una palla infuocata, mentre scendeva nel cielo lentamente a conclusione di quella giornata, lasciando posto alla notte.

“Che spettacolo”, pensò Kensi mentre si lasciava stregare da quella vista.

Di solito a quell’ora era ancora al lavoro e difficilmente riusciva a godersi la vista mozzafiato del sole che scompare oltre l’orizzonte. Ma quella sera Hetty li aveva lasciati liberi prima del previsto: il giorno dopo sarebbero dovuti partire per una missione complicata e voleva che si rilassassero e non pensassero ad altro se non a passare la serata nel migliore dei modi.

Kensi ne aveva approfittato per fare un lungo giro in auto e poi si era fermata in una spiaggia isolata.

Non sapeva bene perché, ma aveva bisogno di staccare la spina per qualche ora.

Aveva la strana sensazione che a breve qualcosa sarebbe cambiato nel suo mondo.

Aveva paura.

Nonostante la scorza da dura che aveva sempre indossato per far fronte alle difficoltà del lavoro, anche lei sotto sotto provava quel sentimento.

Paura.

Paura che qualcosa potesse andare storto nell’operazione dell’indomani.

Paura di perdere Sam o G.

Paura di beccarsi qualche pallottola.

Paura di morire.

E, peggio di tutte, paura che Deeks potesse morire.


Qualcosa di bagnato le sfiorò il braccio nudo e la fece sussultare.

Una mano corse subito alla pistola, ma rimase bloccata a metà movimento perché al suo fianco c’era Monty.

«Che ci fai qui?» chiese sorpresa al cane.

Per tutta risposta Monty le si acciambellò di fianco e le posò la testa sulla gamba sinistra.

Kensi si guardò intorno: dov’era Deeks? Perché non si era ancora fatto vedere?

Un’altra bruttissima sensazione si fece strada nel suo cuore e ancora una volta la paura le fece posare la mano sulla pistola, pronta a qualsiasi evenienza.

Notò con la coda dell’occhio solo una piccola nuvoletta di sabbia spostata, prima di afferrare la pistola e puntarla verso il nuovo arrivato.

Deeks alzò le mani in segno di resa e le fece un sorriso incerto.

Kensi lo guardò un po’ arrabbiata, prima di rimettere la pistola nella fondina.

«Sei un po’ nervosa o sbaglio?» chiese il detective con tono leggero.

«Pensavo fossi un malintenzionato», sbuffò lei riportando lo sguardo all’orizzonte, dove il sole era quasi sparito al di sotto del mare.

«Se fossi stato un malintenzionato, mi avresti già svuotato il caricatore senza alcuna pietà», scherzò Deeks sedendosi di fianco alla collega.

«Non pensare che non possa ancora farlo», ribatté Kensi.

Rimasero in silenzio, seduti uno di fianco all’altra a fissare il sole che spariva definitivamente oltre l’orizzonte e il cielo che pian piano si scuriva sempre di più.

«Cosa c’è che ti preoccupa?» ruppe il silenzio Deeks dopo svariati minuti, mentre si voltava a guardare il volto di Kensi ancora colorato del rosso-arancio del tramonto.

«Niente», mentì lei con un’alzata di spalle senza guardarlo negli occhi.

«Kensi, a me puoi dirlo», insistette.

«Non c’è niente da dire», continuò testarda: lui non sarebbe mai riuscito a farle dire ciò che non voleva... e non poteva dire.

«Come vuoi», sussurrò Deeks abbassando la testa. Prese una manciata di sabbia, chiuse a pugno la mano e fece scorrere i granellini liberandoli dalla propria stretta.

Kensi appoggiò la testa sulla spalla del collega, voleva essere sicura che non fosse un miraggio, un’illusione, ma che fosse reale, lì, in carne e ossa accanto a lei.

Il detective le passò un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé con fare protettivo.

«Qualche volta», iniziò Kensi con un filo di voce. «Vorrei avere più tempo per guardare il tramonto. O anche solo per stare così». Non sapeva come le era uscita quella pseudo-confessione e subito si maledì per esserselo lasciato sfuggire.

Deeks, per tutta risposta, le posò un bacio sulla testa, convinto che quel gesto valesse più di mille parole.

«Andrà tutto bene».

Kensi alzò la testa stupita e il suo sguardo incontrò quello del detective: come riusciva a leggerla dentro? Come riusciva a capire cosa la preoccupasse?

«Come...», iniziò lei, ma la domanda le morì sulle labbra nel momento in cui Deeks le afferrò il viso tra le mani e la baciò.

Un bacio semplice, a fior di labbra.

Kensi lo attirò a sé e rispose al bacio con intensità, senza preoccuparsi delle conseguenze, come se quella fosse stata l’ultima volta che l’avrebbe visto. Come se di lì a poco tutto avrebbe avuto una fine.

«Ehi», disse lui quando si staccarono, appoggiando la fronte a quella di lei.

«Ho così... paura», sussurrò Kensi incapace di attivare il filtro tra pensieri e parole.

«Andrà tutto bene», rispose ancora Deeks, sicuro che nulla sarebbe cambiato e che il giorno dopo sarebbero tornati a casa interi.

   
 
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