Una seconda possibilità

Stava guardando Chiyo-baasama incredulo, le lacrime smisero di percorrergli le gote arrossate.
Sakura-chan gli spiegò che la vecchia stava facendo tornare indietro Gaara-kun.
Lo disse con voce atona, lo sguardo distaccato.
Ma lui era troppo distratto dal significato dell'affermazione per rendersi conto della realtà; era ancora così ingenuo...
Gaara sarebbe potuto tornare, avrebbe avuto un'altra possibilità.
Quando offrì alla vecchia il suo chakra, lo fece con entusiasmo.
Ascoltò le sue parole forse con un poco di sorpresa: non se le sarebbe mai aspettate da un tipo come lei.
Ma in fondo non sapeva neppure che quelle sarebbero state le sue ultime parole; quando si accasciò credette che fosse solamente svenuta per lo sforzo, quando Sakura-chan la prese tra le braccia, credette che si sarebbe risvegliata dopo un po' di riposo.
Ma non era tutto quello l'importante, perchè stava esplorando il viso dell'amico in cerca di un segno qualsiasi.
Il tempo pareva essersi fermato, mentre il suo cuore sembrava essersi alleggerito un poco dal peso che sempre portava dentro, quello stesso cuore che prese a battergli talmente forte da rischiare di shizzargli via dal petto.
Perchè Gaara ancora non apriva gli occhi?
Prese a digrignare i denti per il nervosismo, mentre con la mano attanagliava il terreno graffiandosi le dita.
L'attesa lo stava massacrando, avrebbe voluto prenderlo per le spalle e scrollarlo forte per risvegliarlo.
Nel frattempo, silenziosi attorno a loro due cominciarono a raccogliersi i ninja del villaggio di Suna.
Si sentì orgoglioso di quello che Gaara era riuscito a fare, di come fosse riuscito a cambiare.
" Gaara, non hai visto che sono tutti qui per te? ", gli domandò ad alta voce, nella speranza che in qualche modo potesse sentirlo.
" Gaara, sei il loro Kazekage, non puoi abbandonarli! Non puoi farlo perchp loro contano su di te, non sei più solo ormai! ", stava alzando gradatamente il tono della voce; cominciava a temere che orse non si sarebbe potuto risvegliarle.
Ma bastò un'unica parola, la più naturale che in quel momento potesse venirgli in mente.
La urlò con il cuore in gola, aggiungendoci tutto il sentimento che portava con sé, consapevole o meno.
" Gaara!!! "
In fondo fu quell'unico nome, arricchito di ogni significato a riportarlo completamente alla realtà.
Strinse ancora un attimo gli occhi, prima di riaprirli, arrivando ad incrociare quelli azzurri dell'amico sopra di lui.
Entrambi si fissarono per un istante che si sarebbe potuto scambiare per un'eternità, comnicnadosi più di quanto migliaia di parole avrebbero mai potuto fare.


Il ritorno a Suna fu un misto di felicità per la salvezza del Kazekage e di tristezza per la perdita di Chiyo-baasama.
Per rispetto fu la prima ad entrare nel villaggio, affiancata da Sakura-chan.
Infine si trovarono l'uno di fronte all'altro, alle porte di Suna, per dirsi addio.
In quel momento, esplorando il viso del rosso, si sentì per la prima volta in imbarazzo, non sapeva che cosa dire o che cosa fare.
Aveva un misto di sentimenti dentro, ma non era in grado di decifrarli.
Sotto lo sguardo gelido dell'altro si sentiva immobilizzato; a fatica alzò un braccio, portandosi la mano dietro la nuca.
" Credo che in questi casi ci si debba stringere la mano... ", lo disse un poco insicuro, ridacchiando per sdrammatizzare.
L'altro però rimase impassibile a scrutarlo con i suoi occhi chiari, gli sembrò di essere perquisito e spogliato nel più profondo del suo essere, si sentì a disagio e fece ricadere il braccio lungo il fianco.
Poi un gesto inaspettato: Gaara gli porse la mano, senza mutare comunque la sua espressione.
Oramai il biondo era inchiodato agli occhi dell'altro, non riusciva a muovere neanche un muscolo, ma il disagio era stato sostituito da qualche cosa d'altro.
Perdersi in quell'azzurro stava diventando piacevole.
Ma i pensieri che stavano prendendo lentamente forma nella sua mente vennero sparpagliati, quando sentì dei granelli di sabbia sfiorargli la mano ed alzargliela dolcemente, arrivando a fargli stringere quella calda del rosso che la afferrò con fermezza, ma delicatamente.
Poco dopo, mentre erano in gruppo, lungo la strada per Konoha, non poté fare a meno di sorridere, fissando la mano per un attimo, prima di rivolgere lo sguardo davanti a sé.