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Autore: SweetNemy    10/10/2013    1 recensioni
Se vi piacciono le storie avvincenti questa fa al caso vostro! Una storia ambientata in pianeta dove domina la magia. Essa influisce su ogni cosa, e porta anche tante guerre e disastri.
I due protagonisti sono stati presentati dal destino, ma aspettatevi di tutto! E' una storia generalmente fantasy, ma c'è anche del romanticismo ;)
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzii.. mi scuso immensamente per il ritardo, ma nn avevo mai tempo per la scuola e impegni vari.. anyway questo è l'8 :D la storia si concluderà nel prossimo capitolo, dove ci saranno tantissimi colpi di scena :3
SweetNemy
Capitolo 8

-La guerra magica-

-Andel pronta a combattere? – disse Mike mentre la sua sposa gli apriva la porta di casa.
-Combattere?-
-Sì. Tra ventiquattro ore una cometa si schianterà su questo pianeta e gli uomini del fuoco ci distruggeranno, e noi dobbiamo impedirglielo!
-È stato il saggio a darti queste informazioni? –
-Certo. Perché? –
-No, senza motivo. Pura curiosità. Beh, se è stato il saggio a dirtelo sarà sicuramente vero.-
-Hai dei dubbi? –
-No, solo un brutto presentimento, ma sarà la cometa in arrivo.-
Dopo queste parole la ragazza si allontanò da Mike e andò a stendersi sul letto.
Ella era sopraffatta dai dubbi, le sembrava impossibile, ma non riusciva a capire perché; le sembrava di ricordare spezzoni di conversazioni con suo padre dove si toccava di questo argomento. E se suo padre glielo avesse detto e lei se ne fosse dimenticata? Avrebbe potuto aiutare tutti, avrebbe potuto salvare il suo pianeta, che sarebbe stato distrutto a causa sua.
Lo sapeva cosa significasse combattere con il senso di colpa, o con qualcuno che la odiasse o non avesse fiducia in lei; ma non credeva avrebbe potuto combattere con un così grande peso sulla coscienza.
Lei era la Prescelta, che grande parola! Aveva una così grande responsabilità sulle spalle. Era una ragazza giovane, bella, forte e intelligente, scelta dal destino per un ruolo così grande.
E lei lo sapeva bene, sapeva di essere all’altezza di qualsiasi battaglia, sapeva bene che con la sua forza, la sua intelligenza, ma soprattutto con la sua volontà avrebbe potuto combattere da sola contro un qualsiasi immenso esercito.
Non le spaventava questo, certo che no! Le spaventavano le responsabilità ora più che mai... nella prima guerra nessuno sapeva del suo segreto, del suo titolo di Prescelta tra milioni e milioni di combattenti validi in tutto il mondo fatato, ma ora qualcuno lo sapeva, solo una persona, certo, ma era l’unico di cui le importasse realmente. Lui era formalmente suo marito, ma non era di certo una fede nuziale a stabilire il legame tra due persone! Tante coppie di giovani sposi le portano al dito, forse, senza neanche conoscerne il significato, ma lei lo conosceva bene! Lui, Mike, suo marito, era in realtà molto più di uno sposo: era il suo migliore amico, colui a cui confidare ogni cosa, ogni sua paura e preoccupazione senza venire giudicata; era il suo amante, con cui poteva sfogare le sue passioni più grandi.
Ma, cosa più importante, era qualcuno da cui ricavare sicurezza e serenità, perché i suoi occhi, di un colore ignoto e opaco, brillavano di luce propria, come fanno le stelle. E la luce che ella stessa emanava, era riflessa dai suoi occhi, così come i pianeti riflettono la luce delle stelle.
Questa luce che la rendeva così bella, intelligente e fiduciosa in se stessa era la sicurezza che quel ragazzo riusciva a trasmettergli con un solo sguardo, anche senza contatto fisico.
Questo per lei significava amare. Ma più importante dell’amare, per lei era l’essere amati, perché quando l’amore è corrisposto non esiste guerra impossibile, battaglia che non possa esser vinta o guerriero che non possa essere sconfitto.
I suoi dolci pensieri furono interrotti da una voce, che dicendo il suo nome le fece confermare tutte le sue ipotesi.
-Ambra, io ho un brutto presentimento. Devo andare subito sull’altura di Kan, mi viene in mente quel posto incessantemente, e so che sta per succedere qualcosa lì. –
-Forse lì si schianterà la cometa... –
-No, è qualcos’altro. Qualcosa che il saggio non ha voluto dirmi. – si fermò un attimo a pensare a cosa potesse essere, quando nella sua mente riapparvero quelle aspre e distruttive rocce. Scosse il viso per mandare via i suoi pensieri e riprese il discorso – Devo andare. Non credo sia pericoloso, ma se così fosse, non temere per la mia vita. Tornerò così come sono ora, con forse un dubbio in meno. –
-Fai attenzione, Mike. Sai che... – stava per dire qualcosa, che era il frutto di quei pensieri precedentemente elaborati, ma si fermò pensando che non fosse il momento opportuno. – nulla, abbi cura di te. –
Il ragazzo rise, rispondendole “anch’io”. Aveva evidentemente capito le parole troncate della sua sposa.
Uscì di casa lentamente, ma una volta fuori, quando ebbe di faccia la possente altura, volle raggiungerla a tutti i costi. Cominciò a volare a velocità standard, pensando alle miriadi di cose che potrebbero essere successe: un soldato che ancora vivo, era stremato e cercava aiuto, un messaggio da parte degli dèi di cui preoccuparsi e migliaia di altre possibili ipotesi che il giovane neanche riusciva a ricordare dopo solo cinque minuti.
La grande quantità di pensieri prendevano il sopravvento sulla sua mente in modo tale, che non si accorse di stare correndo a velocità massima per il cielo e che così facendo consumava molta energia che poteva essergli utile in un ipotetico scontro.
Il dubbio cresceva man mano che si avvicinava, ma andando più avanti le montagne diventavano sempre più grandi e possenti, e sempre più dettagliate, così come le paure che scorrevano dentro al suo coraggio.
Finalmente, dopo tanti dubbi arrivò lì. Lo spettacolo era pietrificante: il cielo era coperto dalle nuvole, la terra era diventata di un grigio più scuro di quello che ricordava e ogni tanto era interrotto dal rosso del sangue dei soldati, i cui corpi non erano stati sepolti.
Quel posto era privo di vita: neanche un germoglio verde ravvivava quel posto. Per gli abitanti di Reel era quasi un paradosso, perché rappresentava il riscatto, la vittoria, e al tempo stesso, l’assenza di vita e quindi di speranza.
Tutt’un tratto sentì una voce alle sue spalle, gli era familiare anche non avendola mai sentita. Rimase di pietra, forse più immobile di quelle rocce.
  
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