Anime & Manga > Natsume Yuujinchou
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Autore: Kastel    10/10/2013    3 recensioni
Non sapeva bene spiegare perché aveva nascosto le fotografie dei suoi amici nell'armadio. Era una cosa assurda, lo sapeva lui stesso, eppure non aveva resistito.
Solo quando glielo avevano chiesto, solo allora, gli venne in mente un'immagine, che aveva sepolto per così tanto tempo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Takashi! Dove sei?”
La voce dell'uomo si diffuse nella piccola casa, cercando di aiutare il proprietario a trovare quella peste del proprio figlio. Chissà cosa stava combinando...
Takashi!”
Ancora la casa restava silenziosa, come se dormisse profondamente, quando invece avrebbe voluto che solo il piccolo riposasse.
Takashi!”
Un passo, due passi, infine arrivò davanti a un armadio, dove finalmente riuscì a trovare delle tracce del bambino “disperso”: due piccole gambe immobili e stese lungo il pavimento, senza dare segno di volersi muoversi da lì a breve. All'uomo bastò lasciar scorrere la porta dell'armadio per avere la visione di suo figlio che dormiva con tutta la serenità di quel mondo. Accanto alla manina c'erano un paio di pastelli, sfuggiti alle grinfie di Takashi a causa del sonno che lo aveva colpito all'improvviso.
A quella scena il padre non poté far altro che sorridere dolcemente ed accarezzare piano la testa del bambino, deciso poi a tirarlo fuori e metterlo a letto. Prima però voleva scoprire cosa diavolo avesse combinato stavolta quella piccola peste. Si ricordava bene il pavimento della cucina, diventato una tela a causa della sua distrazione.
Si avvicinò piano, entrando anche lui e lasciando che la porta si socchiudesse, in modo che la luce potesse entrare quanto bastasse per poter vedere.
Quando i suoi occhi riuscirono a mettere a fuoco il disegno non riuscì a parlare. Si limitò solo a sfiorarlo con un dito, come se avesse paura di vederlo sfumare via. Poi prese Takashi in braccio.

 

Non sapeva bene spiegare perché aveva nascosto le fotografie dei suoi amici nell'armadio. Era una cosa assurda, lo sapeva lui stesso, eppure non aveva resistito.
Solo quando glielo avevano chiesto, solo allora, gli venne in mente un'immagine, che aveva sepolto per così tanto tempo.

 

Qualcosa di umido colpì il viso di Takashi, che si svegliò.
Com'era finito in braccio al padre proprio non sapeva spiegarselo. Ricordava solo che si era nascosto dentro l'armadio e che aveva disegnato la sua famiglia (lui, il padre e la madre) poi il nulla. Probabilmente si era addormentato.
Papà...”
E non capiva neanche perché suo padre lo stesse stringendo così forte, piangendo come faceva lui quando, nelle notti più buie e angoscianti, si ritrovava a sentire la mancanza di quella presenza che avrebbe dovuto essergli accanto, che il padre tanto amava raccontargli.
Non comprendeva, Takashi. Eppure si limitò a stringere la maglietta del genitore con forza, facendogli silenziosamente compagnia in quel pianto malinconico.

 

 

 

 

Note.
Ho finito di rivedere la quarta stagione di Natsume e mi sono ritrovata davanti a questa scena. A parte le lacrime ho voluto subito scriverci qualcosa.
Dedicato a una persona che DOVREBBE farsi la maratona Natsume e invece non la fa. Brutta.

   
 
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